Forse ti sei imbattuto in una sponsorizzata sui social network di un brand chiamato MUBI. Sono certo che tu abbia subito capito che questo servizio parla di cinema, ed è diverso dagli altri. Vediamo di cosa si tratta e ti darò tutti i dettagli tra poco, nel frattempo ti basta sapere che è un servizio di streaming di film “non commerciali”. Dimentica Netflix, MUBI è un brand molto diverso.
Avvertenza: per fare branding al meglio, servono studio, analisi (e un pizzico di coraggio). MUBI è tra i casi virtuosi di branding? O tra quelli da dimenticare?
È il momento di scoprirlo! Entra nella rubrica Brand stories e scopri come fare branding come MUBI.
Come attrarre i clienti giusti? La chiave è il linguaggio
L’elemento più singolare di MUBI sta nella scelta e nell’uso dei termini.
Le parole usate hanno tutte a che fare con il mondo del cinema “d’essai”. Si parla di “cartellone”, “ rassegne”, “ retrospettiva”. L’uso del linguaggio non è scelto con leggerezza, tutt’altro. È molto evidente che i brand e marketing manager di MUBI abbiano deliberatamente scelto un pubblico che potesse comprendere questi termini.
Ma il linguaggio non basta se l’offerta non è conforme e coerente… MUBI non si è fatta trovare impreparata.
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E’ davvero troppo facile trovare nei commenti un certo grado di violenza, opinioni sprezzanti e sentenze passate in giudicato dal tribunale dei social. Tutto può essere scritto, sembra non ci siano limiti.
Ma di chi è la responsabilità?
Come intraprendere la via del successo
L’offerta è composta da tantissimi film d’autore o di registi esordienti, di tutto il mondo. Non certo il genere di pellicole che piacciono a tutti. MUBI ha fatto una scelta oculata orientandosi verso un target non generalista, ha scelto di non essere come Prime Video, Netflix, Disney Plus.
Ha deciso di specializzarsi, rivolgendosi a una nicchia di pubblico molto precisa. Gli attributi differenzianti di questo brand sono chiari: SPECIALIZZAZIONE – l’offerta dei film d’essai è quanto di più distante dai blockbuster – e TARGET SPECIFICO, ossia i cinefili.
Non dichiarare guerra ai leader… aggira l’ostacolo
Nella stessa categoria di mercato nella quale troviamo il brand MUBI il numero uno (almeno a livello di percezione) è sicuramente Netflix, al secondo posto troviamo Prime Video e poi, a ruota, tutti gli altri che si spartiscono il terzo gradino del podio. Ponendo in esame il pensiero di Al Ries e Jack Trout – i padri fondatori del posizionamento – chi sta al terzo posto non è destinato a vivere una vita felice.
Ma ecco il “click”, il pulsante che fa accendere i riflettori: MUBI non sta al terzo posto. MUBI occupa il primo posto della SUA categoria di mercato che lui stesso ha creato, uscendo dalla categoria competitiva ovvero dall’oceano rosso.
Lo dico con una parafrasi: MUBI è la piattaforma di streaming di film originali che difficilmente arrivano al grande pubblico, creando una community di critici cinematografici. L’effetto è uno solo: WOW. Una categoria di mercato incredibilmente centrata. Questa sì che è leadership! Da questo momento in poi chiunque entrerà in questa categoria dovrà confrontarsi con MUBI.
Cosa ci insegna questo brand?
Se non ti rivolgi a un target specifico e non sei centrato al 100% su un beneficio, sarai un generalista. E di generalisti è pieno il mondo (e molti sono forti, quasi indistruttibili).
Crea il tuo brand specializzato, con un’offerta molto definita e che si rivolge a un gruppo di persone di cui conosci il desiderio. MUBI ha una community (stando a quanto scritto nel sito) di oltre 12 milioni di utenti, alcuni continuerebbero a chiamarla nicchia.
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