“Edison – L’uomo che illuminò il mondo” ci parla della ‘guerra delle correnti’ che a fine ‘800 elettrizzò il mondo, ma, a ben guardare, ci descrive anche la rivoluzione elettrica dei nostri giorni

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Siamo su un treno che percorre una ferrovia in un’aperta campagna; dopo che esso si è fermato in una sperduta stazione, un gruppo di uomini scende dalla vettura e comincia a percorrere un fangoso sentiero. Sono una decina e dai vestiti capiamo che sono uomini benestanti, se non proprio ricchi; una scritta in sovraimpressione ci dice che siamo nel 1880. Giunti in un campo aperto, vengono fermati da una voce che nell’oscurità intima ai suoi collaboratori di “accendere” le luci per squarciare le tenebre.

É così che fa la comparsa sullo schermo e nel film Thomas Alva Edison, il famoso inventore ed imprenditore statunitense, cui presta volto e corpo Benedict Cumberbatch, perfettamente a suo agio sia nei panni di personaggi storici come Edison o Alan Turing  sia quando interpreta un eroe della Marvel o il grande Sherlock Holmes, ruolo quest’ultimo che lo ha reso celebre ed amato a livello mondiale.

Nell'immagine una scena del film Edison - L'uomo che illuminò il mondo - Smart Marketing
Michael Shannon alias George Westinghouse e Benedict Cumberbatch alias Thomas Alva Edison in una scena del film.

Molti di voi avranno capito che il film di cui sto parlando è “Edison – L’uomo che illuminò il mondo”, del regista statunitense, ma di origine messicane, Alfonso Gomez-Rejon, presentato in anteprima al Toronto International Film Festival nel 2017, ma uscito nelle sale solo nel luglio del 2019 a causa del caso Harvey Weinstein che colpì la The Weinstein Company, produttrice della pellicola.

Il titolo originale del film, “The Current War” (La guerra delle correnti), come al solito, è molto più descrittivo della “trasposizione” italiana, perché definisce perfettamente il fatto e il periodo storico che sono alla base di questo interessante period drama.

Perchè quella che vedremo è la trasposizione cinematografica di una vera e propria guerra che si combattè alla fine dell’ottocento fra due tecnologie elettriche, oltre che fra due diverse maniere di concepire la scienza e gli affari.

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Al pari di quella digitale, la rivoluzione elettrica è arrivata quasi sottovoce e sta prendendo letteralmente piede molto velocemente. E quando si parla di rivoluzione elettrica, tra le altre cose, non si può non parlare di mobilità.

Da una parte abbiamo appunto Edison, fautore della più sicura, ma meno performante e più costosa, corrente continua, oltre che inventore, ma più corretto sarebbe dire innovatore, della lampadina a incandescenza, dall’altra l’ingegnere ed imprenditore dall’animo romantico George Westinghouse (magistralmente interpretato da un Michael Shannon in stato di grazia) e il geniale inventore serbo Nikola Tesla (interpretato da Nicholas Hoult), fautori e promotori della corrente alternata, più economica e performante, ma con un voltaggio molto alto che la rende anche pericolosa.

Nell'immagine Michael Shannon straordinario interprete nei panni di George Westinghouse - Smart Marketing
Michael Shannon straordinario interprete nei panni di George Westinghouse.

Sarà Edison, inventore prolifico, risoluto uomo d’affari, nonché grande comunicatore mediatico, ad assestare i primi colpi in questa epica battaglia, grazie alla sua lampadina ad incandescenza, la prima (fra tutte le altre sviluppate nello stesso periodo da molti ricercatori sparsi per il mondo) a superare le 13 ore di funzionamento. Sarà l’illuminazione di un piccolo quartiere di Manhattan, appena 59 utenti, il 4 settembre 1882 a dare ad Edison, alla sua corrente continua e al mondo intero la prima significativa scossa di elettricità; da quel giorno il buio sarà squarciato da una nuova luce che illuminerà per sempre la strada verso il futuro.

Ma sulla lunga distanza – è proprio il caso di dirlo –  e come la storia che tutti noi conosciamo, sarà la corrente alternata di Westinghouse e Tesla a spuntarla, proprio in  virtù di una maggiore economicità e dell’indubbio vantaggio di non perdere potenza all’aumentare della distanza di trasmissione dalla centrale di produzione a quella delle abitazioni.

Questo period drama ha una storia ed una gestazione molto lunghe: nato in ambito scolastico e divenuto un musical piuttosto fortunato, lo script originale di quasi duecento pagine di Michael Mitnick (autore anche della sceneggiatura) ha visto oltre 60 stesure al fine di ridurlo ad un film, il che ne ha compromesso il ritmo e la tensione narrativa. Forse, visto il particolare periodo storico che stiamo vivendo, sceneggiatore, regista e produttore avrebbero fatto meglio a creare una serie televisiva, e per essa, più che per un film, lo script aveva tutte le carte in regola.

A tenere alto l’interesse per questo lungometraggio concorrono – a mio modo di vedere – tre fattori principali: il primo è l’attinenza storica ai fatti realmente accaduti, che ovviamente risentono della inevitabile spettacolarizzazione cinematografica, ma che sostanzialmente sono “quasi” tutti veri e verificabili; il secondo è la cura e la professionalità dello scenografo Jan Roelfs e del costumista Michael Wilkinson e dei loro collaboratori, che hanno ricreato davvero i luoghi, le atmosfere e lo stile di quegli anni alla fine dell’’800; infine, il terzo motivo è il ricco cast che anima questo film: oltre ai già citati Benedict Cumberbatch, Michael Shannon (il migliore di tutti) e Nicholas Hoult, vanno ricordati almeno Katherine Waterston (una frizzante ed intensa Marguerite Westinghouse), il sempre più bravo ed eclettico Tom Holland (nei panni Samuel Insull primo assistente di Edison) e Matthew Macfadyen (che interpreta un credibile J.P. Morgan, principale finanziatore di Edison).

Per concludere, il film è un po’ lento, volutamente buio, come a voler marcare la crepuscolarità ed il livore di un’epoca illuminata a candele e lampade a gas, ed a tratti eccessivamente didascalico, ma la storia che racconta è vera ed affascinante, se non proprio appassionante, e ci permette non solo di ripassare un po’ di storia, da approfondire con la successiva lettura di qualche saggio sull’argomento, ma pure di fare qualche riflessione e parallelismo con l’epoca attuale, che vede la rivoluzione digitale – dopo circa 20 anni – raggiungere il suo zenit e l’affacciarsi della rivoluzione, o meglio, dell’orizzonte elettrico, che, come successe alla fine dell’800, cambieranno (ma già lo stanno facendo) per sempre e radicalmente le nostre vite.

Prima di concludere, lasciatemi fare, da appassionato di storia del cinema quale sono,  una considerazione sulla scena finale del film che vede Edison seduto in un cinema che se la ride sotto i baffi, sicuro che sarà questa l’invenzione che più di tutte lo consacrerà come genio a livello mondiale. Forse è questa la scena storicamente più falsa del film. Thomas Alva Edison fu certamente uno dei principali teorici e inventori del cinema: sua l’idea di forare la pellicola per un più facile avvolgimento sia in fase di ripresa che di proiezione, suo il primo film “brevettato” della storia, Lo starnuto di Fred Ott  del 1894, suo il primo studio cinematografico, il famoso Black Maria inaugurato a West Orange (New Jersey) l’11 febbraio 1893; ma la sala e la fruizione cinematografica, così come le conosciamo oggi, si devono ai fratelli Lumière. Edison, con il suo “cinetoscopio”, aveva immaginato una visione diversa, individuale, più in linea con la sua personalità ed egocentrica visione delle cose che, alla fine, la storia destinerà a soccombere in favore di quel rito collettivo che noi tutti conosciamo.

“Edison – L’uomo che illuminò il mondo” è il film ideale da vedere e/o riscoprire per accompagnare ed approfondire la lettura di tutti gli altri articoli di questo numero di Agosto 2021, che noi di Smart Marketing abbiamo intitolato “Orizzonte elettrico”.

Quindi non mi resta che augurarvi buona visione e buona lettura.

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