La mobilità elettrica quale elemento strategico delle smart city per un mondo sostenibile

L’orizzonte è vicino e la trasformazione è in atto, ma sarà davvero la scelta di tutti?

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La mobilità elettrica quale elemento strategico delle smart city per un mondo sostenibile

Vacanze fatte di movimento quelle di quest’anno, dopo un lungo periodo di staticità, il desiderio comune è stato quello di uscire dalle proprie case che tanto a lungo ci hanno “catturati” per espandere orizzonti e curiosare oltre i “confini regionali”. Sono state per lo più vacanze #madeinitaly esplorando un Paese che offre tanto dalle montagne ai laghi, ai mari ai borghi, un bel Paese fatto di bellezze che riempie il cuore una volta che lo si conosce a fondo.

Turisti e girovaghi, quest’anno, che gironzolando tra una giornata al mare e l’altra si saranno accorti di come, in molte città e non solo metropoli, siano comparse ai bordi delle strade le colonnine elettriche per caricare auto sempre più innovative.

Al 30 giugno sono stati, infatti, superati i 23000 punti di ricarica di EV – Electric vehicle /auto elettriche) in 9.453 location italiane (fonte motus-e la prima associazione in Italia costituita per fare sistema e accelerare il cambiamento verso la mobilità elettrica) da nord a sud. È stata davvero una sorpresa, perché ci si è resi conto che davvero qualcosa nella nostra Italia, sta cambiando.

Il futuro in effetti è sostenibilità e innovazione, ed è fantastico vedere che sul territorio italiano (ma anche e soprattutto a livello mondiale ormai il fenomeno è di gran lunga in crescita) si stia costruendo una rete di ricarica diffusa facilmente accessibile e ricercabile con un click, per poterne usufruire quando se ne ha la necessità e, presto, da ogni dove. Interessante e curioso è, infatti, programmare un viaggio per chi dispone di veicoli elettrici tenendo in considerazione i punti strategici di ricarica, consultando la mappa digitale di e-station sempre aggiornata.

Vedendone l’utilizzo mi ha riportato alla mente di quando, tredici anni fa, dopo aver acquistato la mia prima auto a metano giravo con lo stradario cartaceo dove vi erano selezionate tutte le stazioni di metano, che non ancora capillari sul territorio, ti costringevano ad uscire spesso dall’autostrada per fare rifornimento. Davvero non “easy” ma al contempo avevi la consapevolezza di fare del bene all’ambiente e alla tasca :).

Dal metano all’elettrico in un decennio il passo è stato fatto.

Oggi a distanza di anni abbiamo una occasione nuova, ancora più innovativa ma soprattutto a portata di mano che presto sarà la scelta di molti e che entro il 2030 si stima sarà quella prevalente. Ad oggi, infatti, la mobilità elettrica in Italia rappresenta soltanto lo 0,2% del parco circolante e si posiziona indietro rispetto i principali paesi europei. Tuttavia, sta crescendo molto rapidamente (+118% CAGR 2018-2020F1) spinta anche da incentivi nazionali e regionali. L’offerta di vetture elettriche è ancora in fase di sviluppo e si concentra su fasce alte di prezzo. L’81% dei veicoli elettrici offerti sul mercato costano tra i €20.000-80.000. Ma d’altronde anche il primissimo modello di smartphone all’epoca fu per pochi eletti per poi diventare a portata di tutte le tasche.

E’ quanto si evince dal recentissimo report sul futuro della mobilità elettrica  in Italia 2030 di e-Motus, che ha analizzato lo status attuale ipotizzandone l’immediato futuro e ragionando su scenari che saranno sempre più “Customer Experience Focused” cercando di rispondere maggiormente alle esigenze primarie di un cliente di veicolo elettrico;  per arrivare a definire una proposta di scenario al 2030 che si pone l’obiettivo di identificare una infrastruttura di ricarica capace di aumentare il valore di un servizio universale per il cittadino, nel rispetto di alcuni criteri di efficienza e redditività minima degli investimenti.

Le auto elettriche sono l’elemento di mobilità di quelle che sempre di più saranno smart city, le città intelligenti che si pongono l’obiettivo di migliorare la vivibilità dei cittadini e diminuire l’inquinamento e le emissioni di CO2, o almeno questa la promessa della tecnologia che dovrebbe far diventare presto un ricordo, l’aria inquinata e le lunghe code nei centri urbani di tutto il mondo.

Il mondo si sta evolvendo sempre più rapidamente e la mobilità è uno dei settori simbolo del cambiamento, che ne mostra il progresso e la tecnologia. Sono diversi gli investimenti dedicati al futuro delle smart cities, aree urbane che puntano sulla Digital Transformation per ottimizzare le infrastrutture e i servizi di cui possono usufruire i cittadini.

Il settore dei trasporti si sta rivoluzionando per diventare più digital e per ridurre l’impatto ambientale; nascono nuovi mezzi di traporto e nuove forme di mobilità e si vedono affermare nuove tendenze, come la mobilità condivisa del car sharing e del monopattino elettrico che spuntano ormai come funghi ovunque.

Nelle città del futuro, la mobilità sarà più flessibile, sicura, rispettosa dell’ambiente e integrata, in modo da rispondere in modo efficace alle nuove esigenze delle persone e della città stessa.

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Al pari di quella digitale, la rivoluzione elettrica è arrivata quasi sottovoce e sta prendendo letteralmente piede molto velocemente. E quando si parla di rivoluzione elettrica, tra le altre cose, non si può non parlare di mobilità.

Nasce tutto dalla volontà di migliorare l’esperienza urbana e la qualità della vita come si evince dal report di Capgmenini  “Street Smart: Putting the citizen at the center of smart city initiatives”, che evidenzia che più della metà dei cittadini (58%) ritiene che le smart city siano sostenibili e che assicurino una migliore qualità dei servizi (57%). Questo è dimostrato dal fatto che più di un terzo degli intervistati (36%) sia disposto a pagare di più per ottenere una migliore esperienza urbana ed una migliore qualità della vita nella sua città. I cittadini, infatti, ritengono che minacce come l’inquinamento (42%) e la mancanza di iniziative di sostenibilità (36%) siano tra le principali preoccupazioni che potrebbero spingerli a trasferirsi altrove.

A fare della mobilità elettrica un “oggetto” dell’IoT (Internet of Thing) contribuiscono senza dubbio il 5G e l’edge computing. Il veicolo connesso diventa parte integrante di un ecosistema digitale dove si ha la possibilità di conoscere se c’è un parcheggio libero a destinazione e, magari,  prenotarlo ancor prima di partire risparmiando  tempo per il singolo e per la collettività, riducendo emissioni inquinanti per la ricerca prolungata del posto. La città Smart mette in comunicazione cittadini e pubblica amministrazione per prenotare online un servizio come il ritiro dei rifiuti ingombranti o, quando possibile, per effettuare una diagnosi a distanza o un consulto grazie alla telemedicina.

È una città sempre più innovativa con la tecnologia a servizio del cittadino che però non dovrebbe mai dimenticare la relazione umana sia nel contatto medico/paziente che cittadino con il cittadino (ma qui si aprirebbero scenari da approfondire soprattutto post pandemia che un articolo non basterebbe).

Molto, infatti, davvero molto è in mano nostra ed è nelle nostre scelte.

Personalmente devo dire che quando ebbi la possibilità di scegliere tra le auto disponibili nella flotta aziendale un veicolo ibrido mi fece un effetto davvero strano. Cinque anni fa si parlava certamente di sostenibilità, ma davvero un veicolo elettrico per girare in città, era ancora un film fantascientifico. Devo ammettere che, camminare senza emettere un rumore rendeva quasi magico il percorso, una delle tante opportunità in una grande metropoli come Roma, se si pensa alle domeniche ecologiche, le targhe alterne, ai parcheggi gratuiti e alla possibilità di circolare liberamente e fruirne, solo alcuni esempi concreti e tangibili che ovviamente si vanno ad aggiungere a tutto quanto discusso sopra che l’hanno resa ancora oggi una scelta SMART che con il senno di poi, anticipò i tempi.

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