I film italiani in sala a Natale 2019

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Ogni fine anno ritorna implacabilmente il Natale, e con esso, tutto un movimento collaterale che si muove intorno. Consumismo, viaggi, corsa all’ultimo regalo, magari alle 20 del 24 dicembre: frenesie che rendono qui 20 giorni che viaggiano intorno al Natale, un piccolo agosto in salsa invernale. Anche il cinema partecipa a questa frenesia collettiva, questa ubriacatura “magica” quale è il Natale. Il periodo che va dalla metà di novembre alla metà di gennaio è quello più amato dal pubblico del cinematografo e perciò quello più frequentato dalle grosse produzioni popolari del cinema italiano. Il cinema è, in fondo, un’occasione per uscire di casa, per riunirsi con vecchi amici, per appassionarsi con la propria compagna, e vivere per qualche ora un’atmosfera magica e sognante.

Non vedremo in sala, il classico “cinepanettone”, sepolto dai mutati gusti del pubblico, in quanto ormai è una formula abusata e non più proponibile oggi. Certamente, c’è chi ne ha fatto parte e chi, in qualche modo, ha saputo riciclarsi in prodotti ben più centrati. E’ il caso di Christian De Sica, che con la morte di Carlo Croccolo, è diventato l’attore italiano in vita ad aver interpretato più film: 140, probabilmente il primo, in questa speciale classifica, anche a livello mondiale. Christian De Sica, infatti, è stato in sala, a partire dal 14 novembre con il suo “Sono solo fantasmi”, una curiosa contaminazione tra horror e commedia brillante. Un film insolitamente serio: potrebbe essere definito un black-umor, che in alcuni casi addirittura sorprende, sia per l’ambientazione, sia quando il film si fa serio. Ma è ancora di più un omaggio di Christian De Sica alla figura del padre Vittorio.

La sequenza finale, in bianco e nero, con Christian De Sica che assume le sembianze del padre, è da pelle d’oca, mentre sulla discesa del palazzo del “Giudizio Universale”, saluta il pubblico nella classica posa del padre. La trama è presto detta. E’ la storia di tre fratelli: Thomas (Christian De Sica), Carlo (Carlo Buccirosso) e Ugo (Gianmarco Tognazzi), i quali alla morte del padre, Vittorio De Paola (!!! neanche questo un caso), scoprono che lui aveva sperperato al gioco tutte le sue ricchezze. Per salvare l’antico palazzo di famiglia, scelgono quindi di sfruttare la superstizione popolare degli abitanti di Napoli per mettere in piedi una redditizia attività di acchiappafantasmi.

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Molto scettici in principio, strane apparizioni e voci convincono presto i fratelli a prendere molto più sul serio l’intera faccenda, arrivando a intuire che la profezia del risveglio di una terribile strega- la janara del folklore locale- arsa viva secoli prima e pronta a scatenare la sua furia su Napoli, sia tutt’altro che da prendere sotto gamba.

Saranno aiutati dal fantasma del loro padre (sempre Christian De Sica), sconfiggeranno la maledizione e salveranno la città partenopea dalla distruzione. Qualche giorno prima era uscito l’ennesimo tentativo cinematografico di Alessandro Siani, ancora una volta con la snaturata convinzione di essere il nuovo Massimo Troisi, con la pellicola Il giorno più bello del mondo”. E allora appare più azzeccato il terzo capitolo (“Cetto c’è, senzadubbiamente”) targato Giulio Manfredonia-Antonio Albanese, sulle avventure del corrotto e bigotto politico calabrese Cetto LaQualunque, maschera terrificante nel suo “verismo” aberrante. Nel mese di dicembre saranno attesissimi tre film, molto diversi tra loro, ma già parecchio chiacchierati. Il 12 dicembre esce in sala “Il primo Natale”, sesta fatica da registi e attori della coppia composta da Salvatore Ficarra e Valentino Picone. Il loro ultimo lavoro esce esattamente due anni dopo “L’ora legale”, film dotato di una comicità intelligente e dissacrante, arricchito da un grande successo di pubblico e critica.

Anche “Il primo Natale” però, promette bene, raccontando la storia di Salvo e Valentino, rispettivamente un ladro ed un prete. I due si ritrovano a viaggiare indietro nel tempo di 2000 anni, proprio all’epoca della nascita di Gesù. Facile immaginare la quantità di gag e risate che una simile situazione, nelle mani dei due comici, può scatenare. Il 19 dicembre esce nelle sale il “Pinocchio” di Matteo Garrone, ennesima versione cinematografica dell’omonima fiaba di Carlo Collodi. Nei panni che furono di Nino Manfredi, nel “Pinocchio” di Luigi Comencini, troveremo Roberto Benigni, che interpreta Geppetto. Il Gatto e la Volpe sono invece rispettivamente Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini. C’è anche Gigi Proietti che interpreta Mangiafuoco. Quello di Garrone sarà un film d’autore a grandezza di bambino, adatto a tutte le età.

Il primo gennaio 2020, allo scoccare del nuovo anno, uscirà in sala quello che si preannuncia come un vero e proprio evento, ovvero il nuovo film di Checco Zalone, dal titolo “Tolo tolo”. Il ritorno al cinema dell’attore pugliese, dopo quattro anni di assenza, fa presagire un nuovo boom al botteghino. Si racconta la storia di un comico minacciato da un boss criminale, che fugge in Africa e dovrà affrontare varie disavventure. Come al solito nel cinema di Zalone, non è la sceneggiatura il suo punto di forza; ma piuttosto la sua istrionica verve comica, capace di calamitare il pubblico alla stregua dei più grandi comici della storia del cinema italiano. A gennaio sarà poi molto atteso il ritorno cinematografico del trio composto da Aldo, Giovanni & Giacomo, anche loro dopo ben 4 anni di assenza dalle sale. Il titolo del film è “Odio l’estate”, girato interamente sulle assolate spiagge di Puglia.

Più in là (data ancora non ufficializzata) uscirà un film che, presentato in concorso in anteprima assoluta al Torino Film Festival, ha già ottenuto scroscianti applausi, fino a consentire a Stefano Fresi e Giuseppe Battiston di aggiudicarsi il premio ex-aequo come migliori interpreti maschili della prestigiosa kermesse internazionale. Il titolo è Il grande passo”, una strepitosa commedia lunare, opera seconda del regista veneto Antonio Padovan, che si serve della classe interpretativa di Stefano Fresi e Giuseppe Battiston e della loro incredibile somiglianza fisica. Un film ricco di ingredienti, situazioni e personaggi fuori dal comune che ruota, però, attorno ad un unico grande sogno: raggiungere la luna solo con le proprie forze. Un fratello ostinato, tanto da costruire un vero e proprio razzo spaziale nella sua cascina di campagna; ed un altro, bonario, accomodante, comprensivo, che ha a cuore le sorti del fratello, che ha visto pochissimo nella sua vita, ma che è l’unico in grado di comprendere il suo malessere. Battiston e Fresi spaziano perfettamente tra il toccante e l’esilarante, tra il grottesco e il surrealismo, regalandoci scampoli di quella che può essere definita la “nuova” coppia del cinema impegnato. Già perché la pellicola è davvero una spanna sopra la media delle commedie all’italiana attuali. Il sogno dello spazio e dalla vita extraterrestre sono ben descritti, così come la capacità di questo film, di far sognare il pubblico, ed infondere positività, strappando risate amare, ma intelligenti. Il talento dei suoi due protagonisti e un finale davvero sorprendente ed azzeccato, rendono la pellicola, per chi ama davvero il cinema italiano d’autore, una gemma preziosa, che all’uscita nelle sale, meriterebbe ampi apprezzamenti e riconoscimenti unanimi. Provare per credere!

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