L’amore è complicato? Ecco 5 commedie che ci guidano nel mondo dei sentimenti

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Foto di Designecologist da Pexels

In questo momento così complesso come fa a non complicarsi anche l’amore? Questa situazione mondiale ha toccato i sentimenti proprio di tutti.

Boom di divorzi dopo il lockdown: forse dovuti al dover passare così tante ore nella stessa casa con un partner che, probabilmente, non si conosceva così bene o forse non avendo più la possibilità di uscire di casa per lavoro, le ore da passare forzatamente insieme sono state davvero troppe da sostenere, o forse ancora, ci siamo guardati dentro e abbiamo capito che se il mondo dovesse finire domani, noi non vorremmo passare il nostro ultimo giorno con questo tizio (tizia) qui accanto. Le domande sono davvero tante, anche per chi in coppia non è: posso uscire con quello? E se avesse il virus da asintomatico? E se invece sta benissimo e mi sto perdendo l’occasione della vita?

Quante incertezze, quante domande, già prima non è che fosse tutto così facile, infatti, accendiamo la tv e troviamo programmi come “Primo appuntamento”, spot di siti per appuntamenti, app solo per incontri fugaci “a cuor leggero”, app per appuntamenti ma solo per chi vuole davvero l’amore vero, il matrimonio e tutto il “pacchetto serietà”, insomma, si vaga nell’ignoto.

C’è crisi, non solo socioeconomica, anche emotiva, ma non c’è bisogno di scoraggiarsi, perché in nostro soccorso arriva il cinema e sì perché, anche se gli anni passano, tempi e modi di interagire cambiano, le dinamiche del cuore restano sempre le stesse. Come sappiamo, al cinema i film d’amore si sprecano, commedie romantiche e drammi strappalacrime ce ne sono a migliaia, ma poche sono le perle che possono insegnarci davvero qualcosa. Ho selezionato, quindi, 5 commedie che possono essere una guida per aiutarci a viaggiare nell’intricato mondo dei sentimenti.

Harry ti presento Sally (1989)

Una delle commedie romantiche più divertenti di sempre, la bibbia dei rapporti uomo-donna, diretto da Rob Reiner. Harry (Billy Crystal) e Sally (Meg Ryan) si conoscono da giovani, poi si perdono e poi si ritrovano e in tutti questi anni sviluppano un forte legame d’amicizia fatto di consigli, telefonate serali e spalle su cui piangere per gli ex; in questo film (che è gravissimo non aver visto) si raggruppano tutti quei meccanismi che rendono così difficile, ma stimolante, capire e amare qualcuno, creare un legame d’amore che sia per prima cosa un legame d’amicizia.

Dillo con parole mie (2003)

Il regista Daniele Luchetti, poco prima del famoso “Mio fratello è figlio unico”, che l’ha reso popolare tra i più, ci regala questa chicca cinematografica non famosissima, ma esilarante. E’ una commedia sulla vivace adolescente Martina detta Megghy (Martina Merlino) e sua zia Stefania (Stefania Montorsi), che vanno in vacanza in Grecia, ma l’obiettivo della giovane Megghy, in questa vacanza, è perdere assolutamente la verginità. La zia, da poco ritornata single, affranta dagli anni che passano, snocciola alla nipote surreali teorie sugli uomini, le ex, la vita di coppia e l’amore, in un’altalena di sentimenti che si mescolano tra le vie di Ios, l’isola dell’amore.

Prima del tramonto (2004)

Nel 1995 il regista Richard Linklater inizia un’appassionante trilogia cinematografica con il film “Prima dell’alba” (Before Sunrise), con gli attori Ethan Hawke e Julie Delpy nei panni di una coppia di ragazzi che si conoscono casualmente su un treno. La storia continua nel 2004 con il sequel “Prima del tramonto” (Before Sunset) e si conclude nel 2013 con, il meno bello, “Before Midnight”. Il primo punto di forza di questa trilogia è il fatto che vediamo la crescita fisica e professionale degli attori, affiancata a quella fisica e psicologica dei personaggi e questo inserisce nella storia del loro rapporto, un intenso potere narrativo di credibilità e immedesimazione dello spettatore. Ho scelto il secondo capitolo della trilogia, “Prima del tramonto”, perché è quello in cui maggiormente viene narrata l’evoluzione del nostro modo di vivere l’amore quando si passa dalla spensieratezza dell’adolescenza al razionale e cinico mondo dell’età adulta.

Come tu mi vuoi (2007)

Del regista Volfango De Biasi, è la storia di Giada (Cristiana Capotondi) studentessa, secchiona ed eccessivamente trasandata, che si preoccupa unicamente di studiare e di Riccardo (Nicolas Vaporidis), che invece è il classico figlio di papà tutto donne e discoteca. Non hanno niente in comune eppure un cambiamento puramente estetico di lei cambia il loro rapporto. A fare da dispensatrice di consigli inoppugnabili sarà l’avvenente Fiamma, che tutto sa dei semplici meccanismi mentali maschili.

 

La verità è che non gli piaci abbastanza (2009)

È un film diretto da Ken Kwapis, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Greg Behrendt e Liz Tuccillo. Non tra i miei film preferiti, ma sicuramente un punto di riferimento per cogliere quei segnali (soprattutto maschili), che spesso si cerca di ignorare per non accettare la dura verità all’interno di una relazione o di una conoscenza. Forse un po’ sbilanciato nel rappresentare le donne (Jennifer Connelly, Scarlett Johansson) sempre con accezione negativa (l’ingenua, la tradita, la seducente), il film narra le storie parallele, intrecciate tra loro, di nove protagonisti. La parte migliore è sicuramente l’elenco di ammonimenti che il navigato Alex fa all’ingenua Gigi in cerca dell’amore, avvertimenti che sono spassosi, esemplari e purtroppo veritieri, da ricordare sempre.

 

Spero che recuperiate questi film perché non si è mai troppo preparati sull’amore e i suoi effetti. Per rimanere in ambito cinematografico, per me l’amore è quello che viene descritto in una frase attribuita a Massimo Troisi: “L’amore è quella cosa che tu sei da una parte, lui dall’altra, e gli sconosciuti si accorgono che vi amate. Chest’è”.

 

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