Street marketing – L’editoriale di Ivan Zorico

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Street marketing - L'editoriale di Ivan Zorico

ivan-zorico-01-minSe c’è un campo nel quale le aziende e i professionisti combattano tutti insieme appassionatamente, questo è certamente quello dell’attenzione. Tra e-mail, notifiche, impegni, stimoli, e quant’altro, la porzione d’attenzione che riusciamo ad impiegare su qualsiasi cosa è davvero molto bassa, per non dire quasi nulla.

Se fino a quindici fa, a competere per la nostra attenzione, c’erano solo i media tradizionali (che per certi versi erano già molto invasivi; penso ad esempio all’ampia letteratura sugli effetti causati dalla comunicazione di massa), oggi, con lo smartphone, i social network e l’esplosione del digitale, tutto è stato stravolto. Siamo sempre chiamati all’azione, interagiamo costantemente, assumiamo passivamente immagini, testo e video, e siamo continuamente raggiungibili.

È talmente difficile catturare l’attenzione che infatti, da qualche tempo, si è cercato di cambiare paradigma. L’attenzione non è vista più come una preda da catture, bensì come qualcosa da far crescere, coltivare e nutrire. E questo ovviamente impone di cambiare le modalità di comunicazione con le quali entrare in contatto con le persone. Passaggio, questo, non semplicissimo da mettere in pratica perché prevede un cambio di strategia e, quindi, di mentalità.

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In un mondo sempre più connesso e dove le persone sono sempre più assuefatte ai messaggi pubblicitari, lo street marketing può esprimere tutto il suo valore e dare ai brand una visibilità inaspettata, anche per mezzo delle piattaforme social.

Se quindi è estremamente difficile riuscire ad interessare, una delle strade da percorrere potrebbe essere quella di incuriosire, sorprendere. Trovare il modo di creare una fessura di imprevedibilità capace di destarci dal quotidiano e risvegliare la nostra attenzione.

Lo street marketing, in questo senso, può diventare davvero una risorsa per incuriosire e comunicare con le persone in una maniera inaspettata, nuova. La persona non riceve passivamente un messaggio pubblicitario, ma diventa parte della storia. Non interagisce con un like ad un contenuto, ma entra all’interno del palcoscenico e diventa attore. E questo fa un enorme differenza. Se pensiamo poi che lo street marketing spesso va a braccetto con la street art, allora il risultato è addirittura amplificato.

I ritorni in termini di visibilità per un brand, sia esso corporate o territoriale, sono enormi. Saranno le persone stesse a veicolare il messaggio del brand attraverso i propri canali social e a generare quel circolo di condivisioni capaci di accrescere la conoscenza del brand stesso. E sappiamo che se qualcosa ci viene consigliata o condivisa da un amico, assume tutto un altro valore e significato. Non parliamo più di messaggio pubblicitario, ma di consiglio. Una gran bella differenza.

Buona lettura,

Ivan Zorico

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