Che mese è stato questo di ottobre che, quando leggerete queste parole, sarà appena terminato???
Ovviamente intendo che mese sia stato dal punto di vista dei social, del web marketing e delle nuove tecnologie, tre dei focus principali su cui si concentra il nostro magazine.
A farla da padrone, nel bene e nel male, sono sempre Facebook e Mark Zuckerberg, che in questo mese hanno dovuto affrontare diverse e delicate problematiche; ad inizio mese, il 4 ottobre la multinazionale di Menlo Park ha dovuto affrontare un down globale che ha fatto letteralmente sparire l’intera galassia di Facebook; non è andato offline solo un pezzo del gruppo fondato da Zuckerberg, ma tutta l’infrastruttura, comprese le sue molteplici piattaforme: Whatsapp, Instagram, Messenger e Oculus. Il tutto per per oltre 7 ore che, secondo Bloomberg, sono costate a Zuckerberg 160 milioni di dollari per ogni ora di interruzione della connessione digitale, senza contare che il titolo è crollato in borsa, facendo perdere altri soldi.
Come se non bastasse, mentre accadeva tutto questo Facebook stava facendo i conti con le dichiarazioni rilasciate la sera prima del crash dalla loro ex dipendente e computer scientist Frances Haugen, nella seguitissima trasmissione televisiva “60 Minutes” della CBS. La Haugen ha fatto dichiarazioni al vetriolo per quanto concerne la politica dell’azienda, in fatto di tutela della privacy e soprattutto per il fenomeno dell’odio in rete e dello hate speech, ufficialmente condannati dall’azienda, ma subdolamente, secondo la Haugen, facilitati dagli algoritmi delle stesse piattaforme social.
E dopo aver aperto ottobre con due faccende mica da poco come queste, Mark Zuckerberg si è ripreso la scena, a fine mese, il 28, durante l’evento Facebook Connect, dichiarando che la Facebook Inc. cambierà nome e logo diventando Meta e che il vecchio nome resterà solo ad indicare l’applicazione del social network e non più dell’azienda madre.
“In questo momento, il nostro brand è così strettamente legato a un prodotto che non può assolutamente rappresentare tutto ciò che stiamo facendo oggi, figuriamoci in futuro, – ha spiegato Zuckerberg annunciando il cambio di nome dell’azienda – nel corso del tempo, spero che saremo visti come un’azienda del metaverso e voglio che il nostro lavoro e la nostra identità siano ancorati a ciò che stiamo costruendo. Il metaverso è la prossima frontiera. D’ora in poi, saremo al primo posto nel metaverso, non in Facebook”.
Insomma, vedremo cosa succederà nel futuro di “Meta” e nel nostro, ma intanto, siccome il mondo, checché ne dica Zuckerberg, non è solo virtuale, HD od a realtà aumentata, noi di Smart Marketing, coraggiosamente controcorrente, vogliamo parlarvi di una storia non globale, come quella di sopra, ma locale, anzi localissima, sicuri che, come ci diceva Balzac (o forse Tolstoj) “se vuoi essere veramente universale parla del tuo villaggio”. Noi vogliamo raccontarvi di un progetto di rigenerazione urbana e street art che ha cambiato il volto di una città come Taranto e che ha fatto parlare della città dei due mari, per una volta in chiave positiva, le televisioni, le riviste ed i blog di mezzo mondo.
Si chiama T.R.U.St. il progetto realizzato dal collettivo Rublanum dal Comune di Taranto Assessorato allo Sviluppo Economico, Turismo e Marketing Territoriale, in collaborazione con l’Associazione Mangrovie e con il sostegno della Regione Puglia, che ha portato a Taranto 16 street artist di fama internazionale che hanno realizzato altrettante opere monumentali in diversi quartieri e zone della città: Salinella, Tramontone, Paolo VI, Taranto Centro, Sottopassaggio Via Ancona e Isola Madre.
Scopri il nuovo numero: “Street marketing”
In un mondo sempre più connesso e dove le persone sono sempre più assuefatte ai messaggi pubblicitari, lo street marketing può esprimere tutto il suo valore e dare ai brand una visibilità inaspettata, anche per mezzo delle piattaforme social.
Noi abbiamo colto al volo l’occasione e abbiamo deciso di parlare in questo numero di Street Marketing, ma pure di guerrilla marketing e marketing non convenzionale, e del debito che queste forme di marketing hanno nei confronti della street art e del graffitismo.
Nelle pagine che seguono troverete come al solito articoli verticali dedicati alle nostre direttrici principali (comunicazione, marketing, social media) ma pure, e soprattutto, articoli trasversali che ci faranno comprendere meglio l’origine di temi e termini che pensavamo di conoscere.
Mai come in questo numero, partiremo da vie traverse per giungere a destinazione, e le nostre rubriche più trasversali, come quella di cinema, musica, libri e della Copertina d’Artista, saranno indispensabili per comprendere meglio sia ciò che è successo a Taranto, che il nostro complesso mondo contemporaneo.
D’accordo con l’amico Ivan Zorico, abbiamo dedicato la Copertina d’Artista (e l’articolo correlato, e non poteva essere altrimenti) al Progetto T.R.U.St. con un mosaico delle 16 opere realizzate, e una bella video intervista al direttore artistico e curatore della rassegna di street art, Giacomo Marinaro, che abbiamo scoperto essere anche un project manager ed esperto di marketing e che vi invitiamo a vedere.
Non mi resta che augurarvi buona lettura e buona visione, e magari invitarvi a venire a visitare Taranto, perchè il metaverso di Zuckerberg sarà pure una figata, o forse no, vedremo, ma è sicuro che, come piaceva ripetere a Fëdor Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”.
Buona lettura e, mai come questa volta, buona visione!
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