Negli ultimi 20, forse 30 anni, la storiografia mondiale si è sempre più concentrata su avvenimenti particolari, che, raccontati dallo storico, assumevano un carattere generale. Una sorta di “microstoria” che non si lega solo alle culture locali o ai fatti emblematici, ma, molto spesso, soprattutto negli ultimi anni, si concentra anche sugli eventi straordinari che, in una certa maniera, hanno segnato un’epoca.
D’altronde, la “microstoria” – parola che è apparsa per la prima volta nel libro “Pickett’s Charge: A Microhistory of the Final Attack on Gettysburg” dello storico americano George R. Stewart – nacque e si sviluppò proprio in Italia negli anni ’70, per opera di diversi autori, in particolare Giovanni Levi e Carlo Ginzburg. Una nascita e uno sviluppo prevedibili in una nazione composta da 20 regioni eterogenee e molto differenti tra loro.
Quindi, raccontare il particolare ci permette di gettare luce anche sull’universale, e concentrarci su un evento straordinario ci permette di delineare un’epoca.
È questo il lavoro che hanno fatto il giornalista e autore televisivo Arnaldo Greco (classe 1979) e il docente di Storia Moderna alla Federico II di Napoli, Pasquale Palmieri (classe 1978), che hanno messo sotto la lente un evento “atmosferico” molto particolare: la cosiddetta nevicata del secolo, ovvero l’Italia nel 1985.
Ho conosciuto il libro “La nevicata del secolo. L’Italia nel 1985” e gli autori durante la presentazione a Taranto, nella splendida Casa Viola – Mudit, lo scorso 16 luglio. La presentazione faceva parte della rassegna “Contesti – Dialoghi fra passato e presente”, organizzata da un collettivo di associazioni composto da: ARCI Gagarin, Fucina ‘900, Mangrovie, Il Granaio – Presidio del Libro di Taranto e Biblioteca Acclavio, con il sostegno della Regione Puglia e del CSV di Taranto.
La nevicata del secolo
L’Italia nel 1985
Autori: Arnaldo Greco, Pasquale Palmieri
Editore: Il Mulino
Anno: Ottobre 2024
Pagine: 248
Isbn: 9788815390639
Prezzo: € 16,00
Ora lo so cosa state pensando: un libro di storia, anche se di microstoria, sarà stata la solita presentazione ingessata e rivolta a specialisti o lettori incalliti, giusto?
E invece no: gli autori sono stati spigliati, anzi, appassionati nel rispondere alle intriganti e mai banali domande di Stefania Castellana.
Un libro che scava in una memoria recente – sono passati solo 40 anni – e che riporta a galla il non detto, il sopito, l’opaco, che quella nevicata straordinaria del gennaio 1985 aveva contribuito a coprire e ammantare (è proprio il caso di dirlo) di un’aura mitologica, soffice e lattiginosa.
Io c’ero nel 1985. Avevo 12 anni ed andavo alle medie. E mentre i due autori raccontavano, i ricordi sono affiorati potenti, con violenza quasi. Alla fine della presentazione ho deciso di raccogliere un’intervista, perché credo che questo libro, che ho cominciato già a leggere, sia un’occasione di conoscenza che dovreste fare, sia se quegli anni li avete vissuti come me, sia se ve li hanno raccontati i vostri genitori.
Raf, nel 1989, al Festival di Sanremo, canta la celebre “Cosa resterà degli anni ’80”, i cui primi versi dicono:
“Anni come giorni son volati via
brevi fotogrammi o treni in galleria
è un effetto serra che scioglie la felicità…”
Ecco, forse anche la neve – una neve copiosa, come quella del gennaio 1985 – rischia di sciogliersi per sempre. Se non ci fossero autori come Arnaldo Greco e Pasquale Palmieri, capaci di raccontarcela in un libro e di riaccendere un ricordo che, nel frattempo, è diventato memoria collettiva.


