Aspettando Babbo Natale tra storia, leggenda e pubblicità.

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Aspettando Babbo Natale tra storia, leggenda e pubblicità.

Tu ci credi a Babbo Natale?

Quasi sicuramente mi risponderai di no, eppure in gran parte del mondo, dall’America al Giappone, è sicuramente lui la figura più attesa del Natale.

Lo attendono i bambini di tutto il mondo, ma lo attendono anche molti brand commerciali che hanno plasmato di anno in anno la sua figura, rendendola viva e ben fissata nell’immaginario collettivo, forse perché il racconto di questo uomo attempato che porta in dono regali ai bambini ha radici profonde che affondano in una storia antica. 

Tutto iniziò con i racconti e le leggende legate a San Nicola di Myra, il vescovo turco patrono della città di Bari, vissuto nel IV secolo e venerato sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa ortodossa e da altre diverse confessioni cristiane.

Secondo alcuni racconti, il santo era noto per la sua generosità e per l’abitudine di lasciare doni ai più bisognosi, ma è nella tradizione olandese che San Nicola (Sinterklaas in olandese) comincia ad assomigliare al Babbo Natale moderno.

Sinterklaas (che poi diventerà Santa Claus quando gli olandesi colonizzarono l’America) viaggiava su un cavallo bianco distribuendo doni ai bambini il 5 dicembre, alla vigilia del giorno in cui lo si ricorda; la chiesa cattolica, infatti, festeggia San Nicola il 6 dicembre.

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Natale, si sa, è il periodo più commerciale dell’anno. In questo particolare momento dell’anno le aziende, a partire già con il Black Friday, scaldano i motori e alimentano campagne di marketing per cercare di accaparrarsi attenzione e portafogli dei consumatori.

Nei paesi anglosassoni, invece, questa figura è associata a Father Christmas, un personaggio raffigurato come un vecchio barbuto vestito di verde.

Ma come ha fatto San Nicola (magari barbuto e vestito di verde), che cavalca un cavallo bianco e distribuisce i doni ai bambini, a diventare l’opulento nonno (anch’esso barbuto) vestito di rosso che guida una slitta con le renne?

L’immagine di Babbo Natale che conosciamo oggi, con la slitta trainata dalle renne e il sacco pieno di regali, si deve in gran parte al fumettista Thomas Nast, che negli anni ’60 dell’Ottocento lo rappresentò in questo modo sulla rivista Harper’s Weekly, ma fu il brand Coca Cola, intorno al 1930, a rendere immortale l’icona di Babbo Natale vestito di rosso così come lo conosciamo oggi.

Ma come si fa a trasformare una tradizione popolare come tante in un’icona della pubblicità che resiste al tempo e attraversa le epoche senza che la sua popolarità venga minimamente scalfita?

Chissà se l’illustratore Haddon Sundblom, che creò per Coca Cola l’iconica immagine di Babbo Natale, fosse consapevole che il suo personaggio sarebbe stato così popolare e così longevo, tanto che oggi, a distanza di 90 anni tutti, in tutto il mondo, riconosciamo quell’uomo anziano, barbuto, panciuto, vestito di rosso e con il volto sempre sorridente.

Immagine che incarna ed evoca tutti i valori che Coca Cola trasmette, posizionandola sul mercato esattamente dove voleva essere: su tutte le tavole di tutte le famiglie del mondo; perché Babbo Natale, da sempre, incarna i valori di accoglienza, convivialità, generosità e unione familiare.

Ma questo non basta, la figura di Babbo Natale non è rimasta associata e confinata al brand Coca Cola ma, nel corso del tempo, è diventata talmente tanto pop da essere utilizzata per qualsiasi prodotto, raccontata e rivisitata dalla chiave più ironica a quella più emozionale, accompagnata spesso da jingle che non riusciamo a dimenticare ed onnipresente in tutti gli spot del periodo natalizio.

Detto ciò, siamo ancora sicuri di non credere a Babbo Natale? E se è davvero così, perché lo cerchiamo? Perché acquistiamo i prodotti che sponsorizza e, soprattutto, perché il suo antico mito resiste ancora?

Forse perché, nonostante la delusione che tutti abbiamo avuto da piccoli nel sapere che è un personaggio inventato, di Babbo Natale ci fidiamo perché tocca quell’aspetto emozionale legato all’infanzia e ci dà l’impressione di vivere ancora in un mondo fiabesco, dove tutto può succedere.

La verità (forse troppo cruda) è che Babbo Natale da testimonial dei vari brand è diventato esso stesso un brand fortemente riconoscibile e che non conosce e teme confini, a cui siamo tutti emotivamente legati e che incarna i valori che tutti auspichiamo in un mondo migliore.

Valori che ci piacerebbe ci ricordasse tutto l’anno, quando le luci di Natale saranno ormai spente, e che ci aiutino a costruire un mondo davvero migliore, più solidale, più sostenibile e più pacifico dove continuare a sognare e ad aspettare Babbo Natale con i bambini di domani.

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

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