Quando personal branding è metterci la faccia

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Quando personal branding è metterci la faccia - Verona Professional Women Network

Una realtà attiva nel veronese dal 2016 che si occupa di creare reti e relazioni è Verona Professional Women Network. Abbiamo intervistato la fondatrice e past president, Mary Elizabeth Wieder e l’attuale presidente Paola Tosi.

Mary, tu che hai fondato Verona Professional Women Network, raccontaci di che cosa si tratta.

Verona PWN è un’associazione non-profit nata nel 2016 con lo scopo di unire le donne professioniste di Verona in modo da supportare con lo sviluppo professionale e la creazione di un dialogo sulla diversità, sull’uguaglianza del genere e sull’equilibrio fra lavoro e vita personale. In questi anni abbiamo creato non solo un network di donne, ma una community di professioniste sul territorio veronese e anche su tutto il territorio nazionale.

E oggi, Paola, cosa è diventata VPWN?

Quest’anno abbiamo raggiunto più di 100 soci tesserati che partecipano attivamente agli incontri in presenza e alle proposte online (alcuni uomini, la nostra quota azzurra); più di 4,000 ci seguono tramite i vari canali digitali. 

Quanto è importante fare rete tra donne e per le donne? 

La rete è molto importante – risponde Mary Elizabeth Wieder, Responsabile partnership – e per vari motivi: a livello professionale, commerciale, personale, emotivo, ecc. Nel mondo del lavoro noi donne sicuramente abbiamo diversi ostacoli da affrontare. Le donne che costruiscono una rete hanno più probabilità di trovare le opportunità di lavoro, opportunità di business, e forse il fattore più importante, una comunità a cui possono appoggiarsi. Forse una delle cose più importante di una rete per le donne è la possibilità di confrontarsi con le persone che hanno vissuto o stanno vivendo le stesse esperienze, si tratta di un supporto emotivo, se non quasi psicologico. VPWN è nata per mettere le persone in contatto così nascono delle belle cose. Personalmente, in questi sette anni di network, ho allargato tantissimo la mia rete a Verona che non era facile come straniera. Inoltre posso accreditare molti passi nella mia carriera alla mia rete.

L’evoluzione che hai visto in queste 7 anni ha risentito anche del periodo della pandemia? E’ cambiata la situazione occupazionale femminile?

Statisticamente abbiamo visto numeri pazzeschi durante la pandemia e sicuramente le donne hanno sofferto – prosegue Mary -. Oggi il tasso occupazione femminile in tutta Italia rimane a circa 49%, quindi non ci sono stati dei grandi passi avanti. Le aziende hanno scelto tra due strade durante la pandemia: più flessibile o meno flessibile. Tante aziende hanno fatto rientrare tutti in ufficio mentre altre hanno introdotto misure di smart working o maggiore flessibilità per chi deve gestire figli. I problemi rimangono gli stessi: conciliazione fra lavoro e vita privata, la gestione dei figli, la disparità del genere in merito agli stipendi, la mancanza delle donne ai vertici, ecc.

A marzio – aggiunge Paola Tosi – abbiamo realizzato un evento che con partecipazioni importanti e momenti di confronto su questo tema di grande attualità.

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Chi è riuscito a costruire nel tempo (ed a mantenere) un ottimo brand personale, ha davanti a sé molteplici possibilità. Il lavoro lo attrae e non lo cerca. Questa è la figata del personal branding.

Tra le attività dell’associazione, oltre alla revisione dei CV ci sono anche Inspiring Lab e attività di mentoring. Come funzionano?

L’associazione – spiega Mary – è nata con lo scopo di “facilitare” il networking fra le donne e facevamo un evento al mese. Poi con gli anni abbiamo visto delle opportunità di costruire e offrire programmi di valore ai nostri soci per anche contribuire alla loro crescita professionale. Il primo programma introdotto è stato il Mentoring, nel 2018. Il concetto è di abbinare le coppie mentor-mentee sulla base degli obiettivi della mentee e l’esperienza della mentor. Avevo partecipato ad un programma simile quando facevo parte di un’associazione di networking a Milano e mi aveva aperto gli occhi alle varie strade una può prendere per migliorare la situazione lavorativa.

Quando è arrivata la pandemia e non ho potevamo trovarci in presenza, abbiamo reagito subito creando un “kit” di attività per i nostri soci: l’English Club con eventi dedicati in lingua inglese (una competenza ovviamente molto richiesta oggi), un’Academy con workshop di formazione e un programma dedicato all’innovazione. Quest’ultimo perché ci sono tante donne che sognano di mettere in piedi un’attività o sviluppare un progetto ma non sanno come partire e quindi organizziamo dei workshop o corsi con la nostra rete di professionisti. In sette anni abbiamo fatto più di 120 eventi e fatti o contributi ai diversi progetti a Verona, in Italia e anche all’estero.

Il programma Ispiring Lab – aggiunge Paola –  ha l’obiettivo di mettere in evidenza le storie di donne che possono ispirare altre donne, rispetto a superare i propri limiti, credere in se stesse, creare qualcosa di nuovo per se e per gli altri. Il mentoring è uno dei programmi core dell’associazione. Quest’anno abbiamo raccolto nuove iscrizioni proprio perché molte  socie desiderano confrontarsi e crescere grazie al confronto con altre donne. Uno scambio che permette di trovare aiuto e supporto rispetto a dinamiche che tutte viviamo.

Cosa ne pensi, Mary, del personal branding? Meglio 500 contatti su LinkedIn o 500 strette di mano?

Personal Branding è un tema richiesto molto spesso dai nostri soci e abbiamo fatto diversi eventi nel passato sull’argomento. Un anno abbiamo fatto un workshop interattivo su come costruire il brand personale, l’anno dopo a Vinitaly abbiamo collaborato su un evento utilizzando il vino come strumento di storytelling per raccontare il nostro brand.

Oggi è molto importante come una professionista si presenta, sia ad un evento che sulle piattaforme social. Personal Branding vuol dire: sapere il tuo Elevator Pitch, conoscere bene i propri punti di forza e come promuoverli e come comunicare in modo efficace.

Meglio 500 contatti LinkedIn o 500 strette di mano? Non credo ci sia una risposta giusta: in qualsiasi caso il contatto deve essere di “qualità”, nel senso che bisogna creare un rapporto. Possiamo avere 10,000 collegamenti LinkedIn senza conoscere neanche uno, oppure milioni strette di mano in cui non ricordiamo neanche il nome della persona. La domanda è sempre: sono riuscita a fare qualche collegamento o rapporto con questa persona? C’è un prossimo passo? Sono andata ad un evento di networking in presenza l’altra sera in cui solo metà delle persone aveva un biglietto da visita fisico (tutti dicono che i bv non si fanno più). Il mondo “reale” e il mondo digitale sono sempre più interconnessi e quindi bisogna capire il proprio brand per interagire in qualsiasi ambito.

Come può essere d’aiuto la vostra associazione per fare Personal Branding?

Oltre agli eventi dedicati al tema, ci sono vari programmi che aiutano i soci a sviluppare un brand a partire dal mentoring. Anche il servizio di Revisione CV è più di una semplice correzione, è una consulenza dedicata con un Recruiter che spiega gli aspetti importanti.

Poi in senso più ampio, partecipare attivamente in una rete di donne è sempre un’opportunità per migliorare il personal brand.

Sicuramente sono nate delle collaborazioni e attività in questi anni: alcune hanno trovato il coraggio di fare il passaggio imprenditoriale, alcune hanno trovato un business partner ed alcune hanno semplicemente trovato un’amica con cui possono confrontarsi.

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