L’elisir di lunga vita, nella tradizione alchemica e nella cultura popolare, è una leggendaria pozione capace di donare l’immortalità o comunque una lunga vita in buona salute. Ha ispirato miti, leggende e opere letterarie alla ricerca dell’eterna giovinezza tanto ambita.
Oggi sicuramente si vive di più, la vita media in Italia ha superato gli 80 anni, siamo secondi dopo il Giappone per anzianità ma bisogna anche fare i conti con la malattia. Una vita longeva non significa priva di “acciacchi” o cronicità ed è qui che ci viene in ausilio la tecnologia, soprattutto come supporto alla prevenzione.
Sempre più strumenti innovativi, infatti, sono utilizzati per curare i pazienti, raccogliere e condividere informazioni sulla loro salute.
E’ il pane quotidiano di quella che chiamiamo “digital health“, o salute digitale; l’utilizzo di tecnologie digitali per migliorare la salute e il benessere, attraverso l’innovazione, nel campo della medicina e dell’assistenza sanitaria. Si tratta di un approccio che integra tecnologie digitali e lo stile di vita, con l’obiettivo di rendere la cura più efficiente e personalizzata.
Allo scopo di guidare un’evoluzione dell’assistenza sanitaria, le applicazioni mobili, i dispositivi indossabili, la telemedicina, i big data, la robotica e l’intelligenza artificiale sono strumenti che migliorano l’efficienza dei servizi, potenziano la diagnosi e il trattamento, e rendono l’assistenza più accessibile e personalizzata. Sono soluzioni tecnologiche applicabili alla prevenzione, allo screening, alla gestione delle malattie e dei rischi per la salute, alla promozione del benessere, fisico e mentale.
Quello che qualche anno fa poteva esclusivamente far parte dell’immaginario collettivo in un film o serie di fantascienza è una realtà che prende e prenderà sempre più piede e che prevede sfide importanti, dal garantire la sicurezza dei dati sensibili dei pazienti al rendere integrabili e interoperabili i diversi sistemi sanitari digitali; creando allo stesso tempo un rapporto di fiducia tra pazienti e tecnologie sanitarie con una formazione adeguata sull’utilizzo.
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Nella Società dell’Informazione, dove tutto ruota intorno alla creazione, diffusione e fruizione delle informazioni, e nella Società dei Meme, dove qualsiasi argomento è ridotto, semplificato, ironizzato, dire che tutto è comunicazione non pare essere un azzardo. Anzi.
Nel mondo attuale, l’intelligenza artificiale e la robotica consentono di migliorare la diagnosi e il trattamento grazie a diagnosi più rapide e precise e ad interventi chirurgici meno invasivi.
La telemedicina, oltre a poter efficientare il sistema, ottimizzandone processi e riducendo i costi, permette al paziente di ricevere visite remote, aumentando l’accessibilità alle cure, migliorando la continuità assistenziale e alla possibilità di prevenzione e gestione efficace delle malattie croniche. L’ Assistenza personalizzata sarà un valore sempre più inestimabile che grazie all’intelligenza artificiale si potranno creare piani di cura su misura per le esigenze. La grande rivoluzione è il potere nelle mani del paziente o care giver che grazie alla tecnologia può monitorare la propria salute, condividere dati e partecipare attivamente al proprio percorso di cura grazie a tutte le tecnologie indossabili (wearable) & IOT (internet delle cose).
La sanità tra dieci anni sarà caratterizzata da un approccio ancora più tecnologico, personalizzato e incentrato sulla prevenzione, con una maggiore integrazione tra i diversi attori coinvolti nell’assistenza. La tecnologia giocherà un ruolo sempre più importante con servizi a distanza, la riduzione dei ricoveri ospedalieri, la diagnosi precoce, la personalizzazione delle terapie che tiene conto delle caratteristiche genetiche, ambientali e dello stile di vita di ogni individuo. Questo permetterà di offrire trattamenti più efficaci e mirati, riducendo gli effetti collaterali e migliorando i risultati clinici, con la prevenzione quale pilastro fondamentale e una maggiore integrazione tra ospedale, territorio e servizi sociali; con un’assistenza che terrà conto non solo degli aspetti sanitari, ma anche di quelli sociali e psicologici.
Ed è proprio su quelli psicologici che c’è bisogno di soffermarsi… dietro ad un camice bianco il paziente cerca sempre un cuore, e dietro ad una diagnosi un supporto o uno sguardo rassicurante; sebbene interagire con un dispositivo può dare l’idea di essere aiutati bisogna tenere sempre a mente che si tratta di algoritmi. Li dove la persona umana è fatta di mente, cuore e coscienza, la macchina è un’intelligenza artificiale ed è bene tenere a mente che “senza una visione umanistica, lo sviluppo scientifico e tecnologico non va avanti, anzi impoverisce l’umanità” è la tecnologia più la coscienza, il vero binomio d’eccellenza.