Quelle volte in cui la passione per il cinema prende forma e diventa un’esperienza emozionante: intervista ad Andrea Roncato
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Alle volte capita!
Alle volte capita che, lavorando come organizzatore di eventi da oltre 25 anni, giornalista ed appassionato di cinema, si possa incontrare uno dei miti della propria giovinezza.
Mi era successo già nel 2022, proprio a Novembre (si vede che per me è un mese fortunato), quando, dopo una vera e propria strategia di tampinamento al limite dello stalking, ero riuscito, grazie all’intercessione del collega Dionisio Ciccarese, ad avere in una delle nostre dirette di “Incontri ravvicinati” il noto sociologo, già allievo di Marshall McLuhan, Derrick de Kerckhove, sui cui libri sia io che il mio socio Ivan Zorico ci siamo formati.
É successo di nuovo, questa volta con un eroe cinematografico e televisivo della mia adolescenza, Andrea Roncato, che insieme a Gigi Sammarchi è stato il protagonisti di tanti film, come Acapulco, prima spiaggia… a sinistra, del 1983, Se tutto va bene siamo rovinati, del 1984, L’allenatore nel pallone, del 1984, Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone, del 1985, tutti con la regia di Sergio Martino, ma anche I pompieri, regia del 1985 di Neri Parenti, e tanti altri film, che hanno divertito la mia giovinezza e contribuito a formare il mio immaginario cinematografico.
Se possibile, questo secondo incontro è stato per certi versi ancora più emozionate, per almeno due motivi. Il primo è che l’incontro con Andrea Roncato è stato dal vivo, ho potuto intervistare l’attore durante la pausa pranzo del terzo giorno dell’Aracnea Film & Book Festival del quale Smart Marketing è stato media partner e del quale l’attore era l’ospite d’onore. Il secondo è che gli eroi del cinema e della televisione hanno sempre avuto uno status particolare, legato forse al divismo che nel nostro paese ha sempre contraddistinto non solo gli attori cinematografici ma anche i personaggi dello spettacolo televisivo.
Qualunque sia la ragione, intervistare, anzi video-intervistare Andrea Roncato è stata una delle cose più belle che mi sono accadute come giornalista e critico cinematografico negli ultimi 10 anni, una di quelle esperienze che metterò in un cassetto speciale della memoria e che custodirò gelosamente.
Basterebbe questo “racconto” ai limiti del sentimentale per introdurre questa bella video intervista di 11 minuti, ma credo che anche il contenuto della stessa abbia la sua importanza: oltre a chiedergli del suo rapporto con il cinema e dei suoi progetti futuri e di cosa ne pensa della cucina pugliese (d’altronde eravamo in un ristorante quando l’ho intervistato), ho chiesto all’attore di tanti film della commedia definita “scollacciata” dalla critica dell’epoca cosa ne pensa del dilagare di questo politically correct integralista che vuole togliere perfino certi baci dai classici cartoni animati della Disney.
Se volete saperne di più, non vi resta che guardare il video, magari condividerlo e, perchè no, commentare e farci sapere la vostra opinione.
Questa intervista è stata realizzata durante la seconda edizione dell’Aracnea Film & Book Festival, che si è svolta dal 3 al 5 Novembre 2023 a Castellaneta in provincia di Taranto e del quale Smart Marketing è stato media partner.
Aracnea Film & Book Festival: cinema e libri nel cuore della Puglia per tracciare ed ispirare futuri possibili
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Si è concluso una settimana fa l’Aracnea Film & Book Festival, che per tre giorni ha portato il cinema e la saggistica cinematografica a Castellaneta, la città che ha dato i natali a Rodolfo Valentino, facendola diventare il cuore cinematografico pulsante della Puglia.
Ricchissimo il programma che da venerdì 3 a domenica 5 Novembre ha alternato le presentazioni di ben 16 saggi cinematografici (di cui 10 in concorso), la proiezione di 20 cortometraggi nazionali e 6 internazionali, un convegno sul Cinema green, cine-talk con ospiti di fama nazionale, un cine-quiz interattivo e perfino una bella escursione per le vie del centro storico di Castellaneta.
Smart Marketing è stato media partner del progetto e il sottoscritto entusiasta partecipante a questa kermesse di cinema e cultura, sia in veste di giornalista che di conduttore e animatore, insieme a Domenico Palattella, del cine-quiz Kahoot! sugli “Anni ‘80 all’Italiana”.
Sono tante le istantanee che rimarranno nella memoria del sottoscritto, dei partecipanti e del numeroso pubblico che ha affollato le due location del festival: il Museo della Fondazione Rodolfo Valentino, dove si sono tenute le presentazioni dei libri come ideale pre-festival, e l’Aracnea Hub – Auditorium comunale “7 Febbraio 1985”, che invece ha visto le proiezioni dei corti, i cine-talk con gli ospiti invitati, il cine-quiz e le premiazioni.
A queste due location in realtà dovremmo aggiungerne una terza, rappresentata dal ristorante “Parco dei Fragni” a San Basilio, frazione di Mottola, dove la produzione ha fatto pranzare e cenare gli ospiti invitati, che hanno potuto non solo assaporare i deliziosi manicaretti di una sapiente cucina tradizionale pugliese ma anche, come spesso accade in questi casi, stringere legami e nuove amicizie favorite dalla convivialità, dal buon cibo e dall’ottimo vino.
Foto ufficiali Aracnea Film & Book Festivaⓒ.
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Foto ufficiali Aracnea Film & Book Festivalⓒ, per gentile concessione.
Nella galleria alcune foto della 2a Edizione dell'Aracnea Film & Book Festiva.
Si diceva, tante le istantanee, che spiegano il successo di questo festival, forse le più belle sono quelle che ritraevano i numerosi ragazzi intervenuti. Gli organizzatori del festival, attraverso i due direttori artistici Pietro Manigrasso e Domenico Palattella, hanno saggiamente coinvolto fin dall’inizio due istituti scolastici superiori, l’Istituto Professionale F.Cabrini di Taranto e l’I.I.S.S. Quinto Orazio Flacco di Castellaneta, i quali hanno non solo assegnato rispettivamente il PREMIO GIOVANI e il PREMIO STUDENTI, ma anche animato gli incontri del pre-festival e del festival stesso.
Un’altra bella istantanea è quella che mi ha visto impegnato in prima persona nella seconda serata di sabato 4 Novembre nella conduzione, insieme all’amico Domenico Palattella, del cine-quiz interattivo Kahoot! sul tema “Anni ‘80 all’Italiana” con un pubblico partecipe e che si è molto divertito e fra cui c’era un giocatore d’eccezione, Andrea Roncato (accompagnato dalla moglie Nicole Moscariello), l’ospite d’onore di questa edizione del festival, che ci ha “testimoniato” la veridicità di alcune domande e risposte che lo riguardavano e che ha regalato a tutti noi, da vero insight, alcune curiosità di autentico metacinema. Roncato ha anche ricevuto uno speciale premio alla carriera l’Italian Cult Movie Excellence Rodolfo Valentino “Una Vita per il Cinema“, per la sua pluriennale carriera cinematografica.
Ed è stato sempre Andrea Roncato il protagonista di un’altra bellissima istantanea del festival, nel momento in cui, sul palco, appena finita l’intervista con i due direttori artistici Domenico Palattella e Pietro Manigrasso, si è congedato dal pubblico recitando una bellissima poesia da lui scritta, dedicata a quel suo figlio mai nato per un aborto, che ha emozionato e commosso tutti.
Un’altra significativa istantanea è quella che ha visto sul palco l’intervista con l’indimenticato attore della commedia sexy italiana Lucio Montanaro e il critico cinematografico Giuseppe del Curatolo, con il quale l’attore di Martina Franca ha dato alle stampe la sua biografia “Il meglio della vita mia… ma sinceramente non ricordo tutto – Autobiografia di un caratterista di carattere”, che ci hanno regalato un momento molto divertente nel quale Lucio Montanaro ha dato sfoggio di tutta la sua verve.
Altro momento significativo, soprattutto per chi scrive, è stato la consegna del Premio Speciale Smart Marketing “MIGLIOR SAGGIO CORALE” nelle mani di Emanuele Zambon, coautore insieme ad Alice Grisa del saggio “Tra schermo e realtà: 100 film e serie tv che parlano di noi”, due autori che presto inviteremo in una puntata di “Incontri ravvicinati”.
Foto di Raffaello Castellanoⓒ.
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Alcune foto dell'Aracnea Film & Book Festival di Raffaello Castellano.
Nell'immagine alcune foto dell'Aracnea Film & Book Festival di Raffaello Castellano - Smart Marketing
Od ancora, altre bellissime istantanee sono quelle delle varie premiazioni con i registi, gli attori, i produttori, gli sceneggiatori dei corti e gli scrittori dei saggi in concorso che con i loro discorsi di ringraziamento hanno regalato tante emozioni al pubblico e testimoniato il clima festoso e conviviale di una manifestazione giovane, ma già matura e proiettata nel futuro come l’Aracnea Film & Book Festival . Nell’album delle fotografie più belle di questo festival ci sono anche quelle della visita guidata per le vie del centro storico di Castellaneta, organizzata domenica mattina, nel quale un gruppo di una dozzina fra scrittori, ospiti e organizzatori hanno scoperto le bellezze di una cittadina incastonata come un gioiello su di un maestoso burrone, accompagnati da un cicerone d’eccezione, la guida turistica ed Assessore alla Cultura Anna Molfetta, coadiuvata nell’occasione da Pietro Manigrasso, che ha illustrato i numerosi murales di arte contemporanea che fanno parte di un altro progetto realizzato dall’associazione Aracnea.
Altre istantanee davvero significative sono quelle che hanno visto le premiazioni fatte dai festival gemellati all’Aracnea Film & Book Festival, fra cui il “Moonwatchers Film Festival” di Statte che, presente con una delegazione, ha consegnato il Premio al miglior interprete, assegnato ex aequo a Teodoro Giambanco e Antonio Bannò per “Subtitles”, uno dei cortometraggi più sorprendenti in gara, e IPAAF – International Police Award Arts Festival, con il presidente Orazio Anania che ha annunciato al pubblico il gemellaggio con il festival castellanetano e l’assegnazione del Premio Walter Chiari Italian Excellence all’attore ALESSIO BONI. Due gemellaggi che testimoniano la voglia, da parte dello staff dell’Aracnea, di mettere in campo una collaborazione che non si fermi ai semplici annunci ma diventi reale e fattiva.
Categoria dei Saggi Cinematografici
MENZIONE SPECIALE “CANTANTI E CANTAUTORI NEL CINEMA”: Salvatore Coccoluto per “Lucio Dalla, la vita, le canzoni, le passioni”
MENZIONE SPECIALE “ORIGINALITA’”: Patrice Avella e Gordiano Lupi per “Pasta e Cinema”
MENZIONE SPECIALE “DONNE DEL CINEMA”: Simona Scattina per “Titina De Filippo, l’artefice magica”
PREMIO SMART MARKETING “MIGLIOR SAGGIO CORALE”: Alice Grisa e Emanuele Zambon per “Tra schermo e realtà: 100 film e serie tv che parlano di noi”
PREMIO ITFF “MIGLIORE MONOGRAFIA: Leo Gullotta e Andrea Ciaffaroni per “Leo Gullotta, la serietà del comico”
GRAND PRIX DELLA GIURIA ALLA “MIGLIOR COPERTINA”: Lorenzo Pierazzi per “Tremilacinquecento battute”
TERZO POSTO ASSOLUTO: Alice Grisa e Emanuele Zambon per “Tra schermo e realtà: 100 film e serie tv che parlano di noi”
SECONDO POSTO ASSOLUTO: Leo Gullotta e Andrea Ciaffaroni per “Leo Gullotta, la serietà del comico”
PRIMO POSTO ASSOLUTO: Alessandro Cuk per “Alida Valli, da Pola ad Hollywood ed oltre”
Categorie Corti internazionali:
MENZIONE SPECIALE: “Phoenix” (Iran), di Mohsen Nabavi
TERZO POSTO ASSOLUTO: “Warsha” (Libano), di Dania Bdeir
SECONDO POSTO ASSOLUTO: “Old Tricks” (Bulgaria), di Viktor Ivanov e Edoardo Pasquini
PRIMO POSTO ASSOLUTO: “Lili Alone” (Cina), di Zou Jing
Categoria Corti nazionali:
MENZIONE SPECIALE: “San Vitu Rock”, di Fausto Romano
TERZO POSTO ASSOLUTO: “Quello che è mio”, di Gianni Cesaraccio
SECONDO POSTO ASSOLUTO: “Pietre sommerse”, di Jordi Penner
PRIMO POSTO ASSOLUTO: “Don’t be cruel”, di Andrej Chinappi
PREMIO DEL PUBBLICO: “Persi nel cielo”, di Tommaso Greco e Antonio Altamura
Oppure, e qui mi fermo, forse le istantanee più belle di questo festival sono quelle che il pubblico non ha visto, parlo dell’incessante lavoro davanti e dietro le quinte di un’organizzazione che ha fatto funzionare tutto a meraviglia, con tante persone capeggiate da Pietro Manigrasso, Domenico Palattella, Maria Rosaria Nardulli (presidente dell’Associazione Aracnea – Centro Culturale ed Artistico), Simone De Salvatore, Claudia Isernia e il presentatore del festival Antonio Dellisanti.
Personalmente mi porto a casa due, tre cose importanti: la prima è quella di aver conosciuto ed intervistato Andrea Roncato, un attore del cinema italiano che ha scandito con i suoi film gli anni della mia giovinezza.
La seconda è quella di aver conosciuto, chiacchierato e stretto i legami con tanti colleghi giornalisti e critici cinematografici fra cui Andrea Pergolari, Giuseppe Del Curatolo, Simona Scattina, Andrea Ciaffaroni, Alessandro Cuk, Lorenzo Pierazzi ed Emanuele Zambon, con questi ultimi tre che mi hanno pure omaggiato di una copia dei loro saggi in concorso.
La terza e forse più significativa cosa che mi porto a casa è l’onore di aver fatto parte, ma anche la consapevolezza di aver contribuito attraverso la media partnership, di un evento culturale giovane: il festival ha solo due anni, ma a me, che di festival ne ho frequentati tantissimi in oltre 30 anni di smodata passione cinematografica, pare, come ho già detto, maturo e consapevole della propria identità e del proprio futuro.
Non ci resta che contare i giorni che ci separano dalla 3a edizione, sicuri che non potrà che essere un altro grandissimo successo.
Ultimissima cosa: la nostra media partnership non si conclude con questo lungo “reportage sentimentale” ma con l’intervista esclusiva ad Andrea Roncato che ho realizzato durante il festival e che per ragioni di spazio ma anche per dare il giusto risalto confluirà in un articolo che uscirà nei prossimi giorni. Coming soon!
“C’è ancora domani”, l’esordio alla regia di Paola Cortellesi, è un film bello e necessario che tutti dovremmo vedere
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Avevo letto e sentito ovunque che l’opera prima dell’attrice, sceneggiatrice e ora anche regista, Paola Cortellesi fosse magnifica e dal trailer ne ero quasi certa anche io, ma avevo bisogno di un’ulteriore conferma in prima persona.
“C’è ancora domani”, che alla Festa del Cinema di Roma 2023 ha vinto tre premi, Premio del pubblico, la menzione speciale Miglior opera prima e il Premio speciale della giuria, in effetti, è un film meraviglioso, scritto e diretto con amore, talento, cuore e testa.
Non sono mai stata scettica sul film, ma purtroppo spesso sono stata abituata a sentire gridare al capolavoro film che poi mi hanno lasciata perplessa, anche pluripremiati, o peggio, ho visto scalare le classifiche degli incassi film tutti effetti speciali e poca sostanza, molta immagine poca storia. Sarà sicuramente un discorso spocchioso il mio, ma veder accolto così positivamente un film di questa portata da tutti, proprio da tutti, mi ha sorpreso molto, e poi, per fortuna, dopo la sorpresa è arrivata la speranza.
Sì perché questo film dovrebbe essere visto da più gente possibile, donne, uomini, bambini, adulti, perché non è una storia lontana, potrebbe sembrarlo per l’ambientazione temporale nel 1946, ma, ahimè, non è lontana nella rappresentazione di atteggiamenti, convinzioni e modi di pensare di molti uomini e di ancora una parte troppo grande della società.
“C’è ancora domani” è un film che si sente nel profondo a più livelli: immagino che per uno spettatore anziano possa toccare vedere l’Italia di quegli anni, tra povertà e speranza nel futuro; per una donna di oggi che conosce la violenza domestica può essere un pugno nello stomaco o magari una piccola spinta a cercare di cambiare vita con tutte le numerose difficoltà del caso; per i giovani adolescenti può essere un’occasione per riflettere sul ruolo della donna, ma anche un modo per vedere una società distante storicamente ed economicamente da quella attuale, ma ancora troppo simile per altri versi.
Il film racconta la storia di Delia, una donna come tante che passa la vita pulendo casa, accudendo la sua famiglia, cucinando e cercando di aiutare economicamente con qualche lavoretto, come aggiustare ombrelli, fare punture a domicilio e lavare lenzuola.
La sua più grande gioia è la figlia che sta per essere promessa in moglie ad un ragazzo facoltoso della città, unica speranza che vede per il futuro della giovane figlia, che, oltre a lavorare, vorrebbe anche studiare, privilegio concesso solo ai due piccoli fratelli maschi.
Il cast che impreziosisce questa bellissima storia è composto dalla stessa Cortellesi, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Valerio Mastandrea, Giorgio Colangeli e Vinicio Marchioni. Il soggetto e la sceneggiatura sono di Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi, la fotografia di Davide Leone, i costumi di Alberto Moretti, il montaggio di Valentina Mariani, la scenografia di Paola Comencini ed il trucco di Ermanno Spera.
Le musiche originali del film sono realizzate dal compositore Lele Marchitelli, presenti accanto a canzoni più famose, che sottolineano con grande intensità importanti momenti della storia: “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri, “M’innamoro davvero” di Fabio Concato e sopra tutte “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla.
Fondamentali le musiche anche in momenti drammatici della narrazione, che la Cortellesi con l’immensa ironia che la contraddistingue, ha deciso di raccontare in maniera leggera e surreale, ma questo è un particolare da non svelare troppo.
Il mio invito implicito è quello di correre a vedere questo capolavoro, una storia necessaria, un film attuale, un racconto profondo e toccante, nella speranza che possa lasciare in ognuno di noi una maggior consapevolezza di se stessi, della donna e della società.
Tutto pronto a Castellaneta per la seconda edizione dell’Aracnea Film & Book Festival
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Anche quest’anno l’Associazione Aracnea – Centro culturale ed artistico A.P.S., vincitore del Bando regionale “Puglia Capitale Sociale”, organizza a Castellaneta in provincia di Taranto, dal 3 al 5 Novembre 2023 la seconda edizione dell’Aracnea Film & Book Festival.
Il Festival quest’anno si è rinnovato, con tante novità che sicuramente colpiranno gli spettatori. A cominciare dalle location: in aggiunta all’Aracnea Hub – Auditorium comunale “7 Febbraio 1985”, la novità è rappresentata dalla Fondazione Rodolfo Valentino, dove si terrà il Pre-Festival, dalle 18.30 alle 20.15. Il Festival vero e proprio, in Auditorium, si terrà a partire dalle 20.45.
Altra grande novità è rappresentata dai gemellaggi con la presenza di importanti attività festivaliere locali e nazionali, come l’International Police Award Arts Festival di Arezzo; l’International Tour Film Festival di Civitavecchia e il Moonwatchers Film Festival di Statte. Importante ai fini di una corretta politica di educazione al cinema, la partecipazione degli studenti dell’Istituto Professionale F.Cabrini, di Taranto; e dell’I.I.S.S. Quinto Orazio Flacco, di Castellaneta, i quali hanno assegnato rispettivamente il PREMIO GIOVANI e il PREMIO STUDENTI.
Uno scatto della 1a edizione dell’dell’Aracnea Film & Book Festival.
L’evento sarà interamente condotto anche quest’anno dal giornalista ed editore Antonio Dellisanti, mentre il pre-Festival sarà introdotto da Domenico Palattella, Critico Cinematografico, Giornalista e co-Direttore Artistico dell’evento insieme al Produttore della Sinossi Film, Pietro Manigrasso.
Saranno presenti gli esperti delle giurie ordinarie e di quelle collaterali per la premiazione di cortometraggi nazionali, cortometraggi internazionali, saggi cinematografici e premi speciali, così composti:
GIURIACORTI NAZIONALI E INTERNAZIONALI
GIUSEPPE MARCO ALBANO (PRESIDENTE) (REGISTA)
KRISTIAN XIPOLIAS (REGISTA)
BEATRICE CAMPAGNA (REGISTA)
MASSIMO IVAN FALSETTA (REGISTA)
GIUSEPPE SCIARRA (REGISTA)
GIURIASAGGICINEMATOGRAFICI
GEMMA LANZO (PRESIDENTE) (GIORNALISTA E CRITICO CINEMATOGRAFICO SNCCI)
IGNAZIO SENATORE (SAGGISTA E CRITICO CINEMATOGRAFICO SNCCI)
ANDREA PERGOLARI (SAGGISTA E CRITICO CINEMATOGRAFICO)
PREMIO “ITFF”- MIGLIORE MONOGRAFIA: PIERO PACCHIAROTTI, MARINA MARUCCI
PREMIO “MOONWATCHERS”- MIGLIORE INTERPRETE: DINO RUGGIERI
PREMIO “GIOVANI”: UNA SELEZIONE DI STUDENTI DELL’ I.P. CABRINI- TARANTO
PREMIO “STUDENTI”: UNA SELEZIONE DI STUDENTI DELL’ I.I.S.S. FLACCO- CASTELLANETA
Un altro momento della 1a edizione dell’dell’Aracnea Film & Book Festival.
Le serate saranno organizzate su un percorso incentrato sulle tante declinazioni con le quali si può intendere il CINEMA: da qui il sottotitolo del Festival, ovvero IL CINEMA DA VEDERE E DA LEGGERE.
Il Festival, a partire da questa edizione, è dedicato ogni anno ad un attore diverso del passato, che ha particolarmente illustrato l’Italia nel corso della sua carriera. Quest’anno toccherà al grande WALTER CHIARI, attore di origine grottagliese, che nel prossimo marzo avrebbe compiuto cento anni. Il Festival lo omaggerà con una Mostra, con l’esposizione di un cospicuo numero di manifesti originali dei suoi migliori film, con la presentazione del libro di Domenico Palattella “WALTER CHIARI 100 E…LODE” e con un PREMIO SPECIALE ARACNEA-IPAAF “WALTER CHIARI ITALIAN EXCELLENCE”, assegnato all’attore ALESSIO BONI, che parteciperà a distanza.
I grandi ospiti non finiscono qui. Si collegherà per un breve saluto l’attore LEO GULLOTTA, in gara nella categoria Saggi Cinematografici; e saranno in sala, nella giornata del 5 novembre gli attori LUCIO MONTANARO, apprezzato caratterista della commedia sexy; e ANDREA RONCATO, attore e comico tra i più importanti della commedia all’italiana. Entrambi riceveranno un riconoscimento alle loro luminose carriere e avranno l’opportunità di interagire con il pubblico, ricordando e facendoci rivivere i “meravigliosi” anni ’80.
Cine-Talk con ospiti di fama nazionale, cine-quiz interattivi, 20 corti nazionali, 6 corti internazionali, 16 saggi cinematografici dei quali 10 in concorso e 6 fuori concorso, 23 premi da assegnare, un convegno mattutino sul “Cinema Green”, possibilità di escursioni naturalistiche. Insomma, questi sono i numeri importanti della seconda edizione dell’ARACNEA FILM & BOOK FESTIVAL, che cresce e si afferma sempre di più, con una modalità moderna ed innovativa di intendere un Festival di Cinema, anche alla luce delle rinnovata esigenze della “film e media literacy”.
Smart Marketing è felice di essere media partner della 2a edizione dell’Aracnea Film & Book Festival, che si terrà a Castellaneta in provincia di Taranto dal 3 al 5 novembre 2023. Al festival parteciperà il nostro collaboratore Domenico Palattella in veste di co-direttore artistico e sarà assegnato uno speciale premio Smart Marketing.
Torniamo al cinema con 5 film della Mostra del Cinema di Venezia
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Ditemi, anche a voi l’avvicinarsi dell’autunno fa venire voglia di tornare nelle sale? A me sì e vastissima è l’offerta come ogni anno in questo periodo, quindi, in attesa che il caldo ci lasci definitivamente, guardiamo a qualche novità cinematografica. Questa volta i film che vi consiglio li ho direttamente scelti dall’ottantesima edizione della Biennale del Cinema di Venezia, anche quest’anno il bellissimo manifesto è stato realizzato dall’illustratore Lorenzo Mattotti. Alcuni film sono già usciti, per altri c’è da aspettare ancora un po’ di tempo:
L’ORDINE DEL TEMPO (Regia di Liliana Cavani – Uscita: 31 agosto)
Emozionante, con un bel cast corale (Alessandro Gassmann, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Valentina Cervi, Francesca Inaudi), l’ultimo film (fuori concorso) della regista Liliana Cavani, che in questa edizione ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera, racconta di come una serena festa tra amici, in occasione del cinquantesimo compleanno di Elsa (Claudia Gerini), si possa trasformare improvvisamente nell’ultimo giorno di vita sulla terra. Il pianeta, infatti, sta per essere colpito e annientato dall’asteroide Anaconda che viaggia velocissimo verso la Terra e il modo di vedere la vita e le poche ore che ne restano, cambia radicalmente per tutti. A metà tra “Melancholia” di Lars von Trier e “Il nome del figlio” di Francesca Archibugi, tratto dal saggio omonimo del fisico Carlo Rovelli, tra amori mai pienamente vissuti e paure ancestrali, questo è sicuramente un film che vale la pena vedere e che probabilmente si porterà a casa qualche David di Donatello;
POVERE CREATURE! (Regia di Yorgos Lanthimos – Uscita: 25 Gennaio 2024)
Titolo originale “Poor things”, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto da Alasdair Gray nel 1992, “Povere creature!” è la storia di Bella Baxter, una giovane donna riportata in vita da uno scienziato, che diventa sempre più curiosa del mondo circostante. Attesa crescente per questo film del visionario regista greco Yorgos Lanthimos, che ha ricevuto a Venezia magnifiche recensioni, sino ad aggiudicarsi il Leone d’oro. Ad interpretare Bella è l’incredibile Emma Stone, a suo agio, a quanto pare, con qualsiasi personaggio. Ci toccherà aspettare gennaio del prossimo anno per vederlo nelle sale;
ADAGIO (Regia di Stefano Sollima – Uscita: 14 dicembre)
L’ultima fatica del regista del film “Suburra” e delle acclamate serie “Gomorra” e “Romanzo criminale”, racconta la storia di Manuel, un ragazzo che cerca di vivere pienamente la sua vita, prendendosi anche cura del padre anziano, ma per una serie di vicende, resta coinvolto in questioni pericolose. Atmosfere dark, in pieno stile Sollima, per questa crime story che chiude la trilogia sulla Roma criminale, dopo “ACAB” del 2012 e “Suburra” del 2015, con un eccezionale cast che comprende Toni Servillo, Pierfrancesco Favino e Valerio Mastandrea;
FERRARI (Regia di Michael Mann – Uscita: 14 dicembre)
In concorso alla Biennale di Venezia questo film è la biografia del magnate dell’automobile Enzo Ferrari, interpretato da Adam Driver. Il biopic in uscita a dicembre segue la storia della famosa famiglia, che ha ridefinito l’idea di auto sportiva italiana. Cast ricco con Hugh Jackman, Patrick Dempsey, Shailene Woodley e Penelope Cruz nei panni di Laura Ferrari, la moglie di Enzo. Il film è l’adattamento cinematografico della biografia “Enzo Ferrari: The Man and the Machine”, scritta nel 1991 dal giornalista Brock Yates;
ENZO JANNACCI VENGO ANCH’IO (Regia di Giorgio Verdelli – Uscita: 11-12-13 settembre)
Documentario fuori concorso diretto da Giorgio Verdelli dedicato al grande cantautore, attore, pianista Enzo Jannacci, a dieci anni dalla sua scomparsa. Video inediti, immagini di repertorio e numerose testimonianze di amici e colleghi, delineano la stravagante e travolgente personalità dell’artista. Il personaggio di Jannacci, con la sua sensibilità artistica, ha innovato la canzone popolare milanese e ha collaborato con tantissimi artisti, dando spesso vita a veri momenti indimenticabili della musica e dello spettacolo. Sicuramente un documentario da non perdere, non solo per i fan del cantautore milanese.
Siamo in una fase di passaggio. Tutto ha preso un’enorme velocità. Ed il vecchio ed il nuovo mondo hanno difficoltà ad andare d’accordo. Da un lato viviamo realtà fatte di immobilismo sociale e più simili al secolo scorso, dall’altro le spinte delle nuove generazioni faticano ad essere pienamente riconosciute. Con il rischio reale di starci giocando le migliori energie.
In attesa dell’uscita di tutti questi film, che sembrano già alimentare delle alte aspettative, ritorniamo a ripopolare le sale cinematografiche, piene di tantissime novità, tutte da scoprire!
“RipartItalia” nel cinema: la comicità tra passato e presente
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Il cinema italiano, nelle sue innumerevoli “ripartenze”, ha sempre tenuto ben presente la lezione che nasce da lontano, dagli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra Mondiale.
Ci trovavamo di fronte ad un’Italia da ricostruire, in tutti i sensi: sociale, culturale, spirituale, economica, politica. Il cinema giocò fin da subito un ruolo di primissimo piano, nell’indirizzare la società verso una direzione e nell’influenzare le masse verso nuove tendenze. Si tentò la carta del neorealismo, del ricordo degli sfaceli della guerra. Ma dopo pochi anni questo tentativo, seppur fulgido, naufragò rapidamente.
Malgrado l’enorme risonanza internazionale di svariati suoi prodotti, e malgrado l’indiscutibile, immensa influenza esercitata in patria su tutto il cinema coevo e successivo, il neorealismo vero e proprio ebbe una fioritura alquanto breve; già nel 1950 il genere non esisteva praticamente più. Si può dire che la rapida fine del neorealismo non fu determinata da un esaurimento delle batterie dei suoi capiscuola, i quali tutti continuarono brillantemente la propria carriera anche dopo aver mutato, chi più chi meno, temi e modi; ma che il pubblico impose le proprie esigenze, e all’industria cinematografica non restò che prenderne atto. E’ che dopo la guerra il pubblico del cinematografo aveva voglia soprattutto di distrarsi, e se respingeva i tentativi di riproporre la commedia abulica e senz’anima degli anni prima della guerra, non per questo voleva sentirsi ricordare lo sfacelo che aveva travolto il paese.
Al cinema italiano si chiese dunque intrattenimento, ma di un tipo che non competesse con quello che ancora per decenni sarebbe stato monopolio di quello d’oltreatlantico: niente commedie sofisticate, e niente film di gangster, niente film d’azione o di avventura. Saggiamente insomma, fino dagli inizi, il cinema italiano più lungimirante si indirizzò al solo campo nel quale gli americani non avrebbero mai potuto batterlo, ossia a quello che aveva a che fare più da vicino con gli italiani stessi, con la loro cronaca locale o regionale prima ancora che nazionale; e in chiave prevalentemente umoristica.
Perchè umoristica? Ci si chiederà a questo punto. La prima risposta è la più ovvia: probabilmente, per reazione a vent’anni di retorica fascista; per pudore. Un’altra risposta potrebbe essere, perchè il terreno dell’umorismo è quello dove l’identità nazionale è più salda, dove il rischio dell’invasione da parte di un prodotto straniero è più ridotto.
Sta di fatto che il genere comico apparve ben presto quello più richiesto dal pubblico italiano all’industria nazionale, nè le cose sarebbero cambiate troppo in seguito, malgrado l’esplosione di svariati “filoni cinematografici”, ciascuno dei quali avrebbe avuto il suo grande momento di fulgore.
E sta di fatto che dal 1945 in poi praticamente tutte le “vedette” italiani di lunga durata- i grossi nomi del “box office”– sarebbero stati attori comici o comunque brillanti. Prima Aldo Fabrizi e Anna Magnani (comica), quindi Macario, Totò, Renato Rascel, Walter Chiari, Vittorio De Sica, Nino Taranto, Peppino De Filippo, Carlo Dapporto, la coppia composta da Riccardo Billi e Mario Riva; e poi Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia; e poi ancora Paolo Villaggio, Renato Pozzetto, Massimo Troisi, Carlo Verdone.
Possiamo continuare riempiendo tutta la pagina. Questo in definitiva cosa vuol dire?
Che il cinema italiano della rinascita, alle prese con i formidabili ostacoli a cui si è accennato- assenze di strutture e di capitali, inondazioni di prodotti esteri molto appetitosi- conquistò una sua identità anche, e forse soprattutto, grazie all’aver giocato fin dall’inizio la carta dell’umorismo. E fu proprio questa intuizione a porre il cinema italiano, per un periodo lungo almeno venti anni, come il punto di riferimento del cinema mondiale; e al primo posto in assoluto come patrimonio storico-artistico a livello europeo.
Le carte della comicità e del realismo, inserite nel contesto della maestrìa italiana nell’ambito della commedia, hanno dato un’identità al nostro cinema, che non l’ha mai persa, nonostante ovvi alti e bassi. Alle grosse masse, quelle che hanno popolato le “seconde” e “terze” visioni nelle sale, poi distrutte dall’avvento del “film” in televisione, è sempre interessato il genere comico e brillante, ed è sempre interessato di più il viso “familiare” del comico di turno, piuttosto che sapere che quel film è “un film di…”. In questo contesto, appare chiaro che la “commedia” rappresenta l’elemento che più contraddistingue nel mondo, il cinema italiano, con le sue molteplici varianti, che hanno fatto scuola. Quando il cinema nazionale, ha provato qualcosa di diverso, come il fantasy, l’horror o il cinema “impegnato” sperimentale, tutto si è ridotto in un flop tremendo.
Anche oggi, i film italiani campioni di incassi, sono quelli dove il “comico” o i “comici” di turno, sono volti familiari, capaci di far ridere e far riflettere sui nostri tanti vizi e sulle nostre poche virtù. Ancora oggi si va al cinema perché c’è un film con Carlo Verdone, perché c’è un film con Checco Zalone, perché c’è un film con Aldo, Giovanni & Giacomo, o perché c’è un film con Ficarra e Picone. Altri esempi possono essere fatti, e tanti altri attori ho dimenticato, ma quel che qui è importante, è capire e constatare come il cinema comico o comunque brillante, abbia tenuto in vita tutta l’industria del cinema nazionale e abbia potuto foraggiare e incoraggiare la realizzazione dei cosiddetti film “impegnati”, che non potevano competere con il film “leggero” in quanto ad incassi in sala.
Due esempi potranno servire per far capire l’importanza del cinema comico nella storia dell’industria cinematografica nazionale. Negli anni ’60 e nei primissimi anni ’70, la coppia composta da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, in soli dodici anni (dal 1960 al 1972), è presente in sala, con ben 120 film, ovvero alla media di 10 all’anno. Da soli, nei dodici anni in esame, i film della coppia incassarono, sommati, più di 35 miliardi di lire, pari al 10% degli incassi di tutto il cinema italiano del periodo, salvando peraltro una storica casa di produzione e distribuzione come la TITANUS, dal fallimento, reduce da alcuni film “impegnati”, che andarono malissimo al botteghino. Un altro esempio ce lo porta il maestro Renato Pozzetto, da me intervistato per uno dei miei libri di cinema, dal titolo “L’Italia del cinema dagli anni 60 agli anni 90- Mito, storie, curiosità”, edito nel 2019, da Dellisanti Editore. Riporto integralmente un passaggio esplicativo di quello che mi disse Pozzetto, riguardo il cinema comico nazionale: “Il cinema era dominato dai produttori, quando facevo qualche film che andava bene, chiedevo di fare qualche cosa di diverso, di più “impegnato”: film che non erano supportati convintamente dalle produzioni, perché non affrontavano i temi nella maniera in cui andava di moda in quegli anni. Ogni tanto mi permettevano di fare qualcosa di diverso, che attirava meno masse, perché seguivano meno la tendenza dei gusti del pubblico. Alla fine ti dovevi adattare, perché nel cinema non ti è permesso di sbagliare più di un paio di volte, altrimenti ti mettono da parte”.
Siamo in una fase di passaggio. Tutto ha preso un’enorme velocità. Ed il vecchio ed il nuovo mondo hanno difficoltà ad andare d’accordo. Da un lato viviamo realtà fatte di immobilismo sociale e più simili al secolo scorso, dall’altro le spinte delle nuove generazioni faticano ad essere pienamente riconosciute. Con il rischio reale di starci giocando le migliori energie.
In definitiva, più che sull’intuizione dei vari autori di turno, il cinema italiano si è sempre basato sul riscontro popolare. Quindi le varie stagioni di successo, lunghe o corte che siano, non sono state quasi mai frutto di uno studio fatto a tavolino, ponderato, valutato, ma sono state quasi sempre dettate dalle tendenze del pubblico, che è sempre stato e sempre sarà la guida del cinema italiano. E lo stesso pubblico ha sempre ricercato nel cinema la comicità e la spensieratezza, come possibilità di estraniarsi dai problemi della vita reale.
La chiave dell’ennesima ripartenza del cinema italiano, passerà dunque nuovamente dalla comicità e dalla commedia, perché cambiano le epoche, cambiano i giovani, si evolve la tecnologia, ma sostanzialmente il “DNA italico” rimane sempre lo stesso.
I 5 psicologi delle serie tv che non puoi non amare
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“Un nuovo equilibrio” è il titolo di questo numero di Smart Marketing e le vie per trovare, o meglio, costruire un nuovo equilibrio, qualsiasi esso sia, sono davvero tante.
Io credo che sicuramente il supporto di un percorso psicologico possa aiutare, non solo quando non si sta bene, ma anche quando si vuole formattare la propria vita e ripartire da zero o semplicemente cercare nuovi strumenti per la serenità.
I film sulla psicologia e sulla figura dello psicologo sono davvero numerosi, così come le serie tv ed io ho scelto di parlare, invece, di 5 psicologi che sono diventati personaggi emblematici all’interno della serialità televisiva.
KRISTA GORDON (“Mr. Robot”)
A mio avviso uno degli psicologi più interessanti che abbiamo mai visto in una serie tv, parlo del personaggio di Krista Gordon, della pluripremiata cervellotica serie “Mr. Robot” (Prime Video), interpretata dall’attrice canadese Gloria Reuben. Chi non ha visto questa serie deve, e dico deve, per forza rimediare, chi, invece, la conosce, sono quasi certa che la trovi incredibilmente intricata, folle, innovativa e scritta magistralmente. Complessa, ansiogena, spesso terribilmente realistica, la serie di genere drammatico-thriller ha come protagonista Elliot Alderson, un ingegnere informatico paranoico e sociofobico, che lavora come esperto di sicurezza informatica, ma è anche e soprattutto uno stalker che scava nella vita segreta delle persone, perseguitato da allucinazioni e stati deliranti. Era necessaria una breve presentazione della serie per tornare a parlare del personaggio della psicanalista di Elliot, che in questo scenario narrativo assume una grandissima importanza vista la situazione del protagonista. Si apre con un intenso dialogo con Krista, infatti, la prima puntata della prima stagione della serie, espediente ad arte per presentare le numerose e complesse sfaccettature della personalità di Elliot. In questo difficile compito di traduzione dei suoi pensieri, la psicologa Krista sembra perdersi, influenzata anche dalla sua vita privata, fatta di delusioni, amarezze, una donna estremamente dolce e ferita sentimentalmente dalla vita, che cerca sempre di entrare nella testa di Elliot per poterlo aiutare e convincerlo ad aprirsi e fidarsi di lei;
JAMIE RYAN (“Non ho mai…”)
Vi ho già parlato della serie “Non ho mai…” (Netflix) (https://www.smarknews.it/serie-tv-5-novita-del-momento-per-tutti-i-gusti/) serie tv creata dalle scrittrici Mindy Kaling e Lang Fisher, giunta al termine da pochi mesi. Protagonista è la giovane Devi, adolescente dalle origini indiane, buffa, secchiona ed in preda agli ormoni. Personaggio chiave tra i protagonisti di questo teen drama è sicuramente Jamie Ryan, la terapista di Devi, interpretata dalla comica e attrice statunitense Niecy Nash. Durante gli incontri, la psicologa si approccia alla protagonista con profonda comprensione e tenerezza, la sostiene nei momenti più turbolenti della sua vita, vedendola maturare, entrando sempre in forte empatia con lei. Jamie guida Devi in quelle che possono essere le scelte migliori per la sua crescita ed il suo benessere, non tralasciando anche di utilizzare una dose di ironia che ben si sposa con il temperamento irrequieto di Devi;
RACEY CLARK (“Ally McBeal”)
Chi non ricorda una delle serie tv più amate della televisione, Ally Mc Beal? Una serie surreale, che dal suo esordio sulle televisioni italiane nel 2000 ci ha fatto ridere, emozionare, appassionare con le sue cinque stagioni, terminate nel 2005, ora visibili su Disney+. In questo incredibile show con protagonista la bizzarra avvocatessa Ally McBeal, interpretata da Calista Flockhart, si sono avvicendati numerose guest star come Barry White, Sting, Tina Turner, Bruce Willis, Bon Jovi, Christina Ricci ed anche Tracey Ullman, attrice e cantante britannica. Proprio lei ha dato vita all’assurdo personaggio della psicoterapeuta di Ally, Tracey Clark, dottoressa che utilizza metodi altamente non convenzionali, come un divano che avanza costringendo i pazienti che vogliono andare via a risedersi; è sua, inoltre, l’idea data ad Ally di adottare una sigla personale nella sua vita, che la aiuti ad aumentare l’autostima;
JEAN MILBURN (“Sex Education”)
Jean Milburn della serie tv “Sex Education” (Netflix), interpretata dalla famosa Skully di X-Files, l’attrice Gillian Anderson, è una terapista sessuale, scrittrice e mamma del protagonista Otis Milburn. Proprio grazie alle incredibili capacità della madre di comunicare con gli studenti, questi ultimi credono che anche Otis sia così ferrato sull’argomento e in effetti diventa il punto di riferimento per i suoi compagni in fatto di sesso. Il personaggio di Jean si fa amare subito da tutti grazie ai suoi modi e al suo forte fascino, da tutti gli studenti, ma anche da tutti gli spettatori, che vorrebbero aver avuto a scuola un punto di riferimento così;
GIOVANNI MARI (“In Treatment”)
Remake della serie televisiva americana omonima, liberamente ispirata anch’essa alla serie israeliana “BeTipul”, “In Treatment” (Sky e Now Tv), serie con tre stagioni da ben 35 episodi ciascuna, ha come protagonista lo psicoterapeuta Giovanni Mari, interpretato da un intenso Sergio Castellitto. A differenza delle altre serie di cui ho parlato finora, dove la figura dello psicologo gravitava attorno al protagonista, qui il vero protagonista pare essere proprio lui, più dei suoi pazienti. La serie tv segue le sedute di psicoterapia dei pazienti del dott. Mari, uomo elegante, affascinante e schivo, che riceve ognuno in un giorno diverso della settimana, ognuno con i suoi disagi e problemi da affrontare. A sostegno della tesi secondo cui il vero protagonista della serie sia lui, c’è il fatto che l’ultimo giorno di lavoro della settimana, il venerdì, si dedica lui stesso alla terapia, recandosi dalla sua amica Anna, cercando di affrontare la complessa situazione che vive in famiglia.
Spero che queste serie tv possano essere utili per passare qualche ora lieta, ma soprattutto, per riflettere, conoscersi meglio ed aiutarci a creare nuove strade per nuovi inizi e rinnovati equilibri.
“You Can Be Anything”: Barbie è simbolo di inclusione
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Tutti da bambine abbiamo giocato e tenuto in mano una Barbie, la storica bambola bionda dal fisico mozzafiato protagonista della nostra infanzia. Pochi conoscono tuttavia la sua storia o sanno che oggi la Barbie è simbolo di inclusione all’insegna del motto “You Can Be Anything” che ha portato alla nascita di Barbie con diversi lavori, tratti somatici e alla creazione di un mondo in tutto e per tutto simile a quello reale.
La storia della bambola più amata al mondo
La Barbie è una famosa bambola creata dall’azienda statunitense Mattel. La Barbie è stata introdotta sul mercato il 9 marzo 1959, quindi è nata ufficialmente in quella data. Da allora, la Barbie è diventata un’icona culturale e uno dei giocattoli più venduti al mondo. Oggi con la campagna Barbie “You Can Be Anything” la bambola diventa per bambine e ragazzine simbolo di inclusione per diversi motivi:
Diversità etnica: Nel corso degli anni, Mattel ha lavorato per aumentare la diversità etnica nella linea di Barbie, introducendo bambole con diversi toni di pelle, caratteristiche facciali e acconciature che riflettono l’aspetto di persone di diverse origini etniche. Ciò ha contribuito a rappresentare una gamma più ampia di razze ed etnie, incoraggiando l’inclusione e la rappresentazione di diversi background.
Diversità di corpo: Tradizionalmente, la Barbie è stata spesso criticata per promuovere uno standard irrealistico di bellezza femminile, con il suo corpo slanciato e proporzioni fisiche poco realistiche. Tuttavia, negli ultimi anni, Mattel ha introdotto una maggiore diversità di corpo nella linea di Barbie. Ciò include l’introduzione di bambole con corpi più curvy, alti, piccoli e con diversi tipi di fisico, cercando di rappresentare una gamma più ampia di forme e dimensioni del corpo femminile.
Tutto si è colorato letteralmente di rosa, il film Barbie è ormai un fenomeno. Un esempio di come un ottimo prodotto, affiancato da un ottimo marketing, può fare la differenza.
Carriere e aspirazioni: La linea di Barbie include una vasta gamma di professioni e carriere, che vanno dalla scienza, all’arte, alla tecnologia, allo sport e oltre. Questo aiuta a rompere gli stereotipi di genere tradizionali e mostra alle ragazze che possono perseguire qualsiasi carriera che desiderano, incoraggiando l’inclusione e l’empowerment femminile.
Messaggi di positività e ispirazione: Oltre alla diversità fisica e alle carriere, la Barbie ha promosso messaggi di positività, inclusione, fiducia in se stesse e incoraggiamento nelle sue campagne pubblicitarie e nella narrativa associata alla bambola. Ciò ha aiutato a creare un’immagine più inclusiva e a trasmettere l’importanza di accettarsi e valorizzarsi per ciò che si è.
Tutto questo mondo che spinge a diventare chi si vuole davvero è raccontato nel nuovo film uscito al cinema e non resta che fare un tuffo nel passato ricordandoci dei pomeriggi passati a giocare con la Barbie e guardare al futuro grazie ai messaggi di inclusione, positività e ispirazione che la Barbie trasmette oggi a tutti, grandi e bambini.