Addio alle cassette postali: è la fine di un’era (analogica)!?

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Nell'immagine il partciolare di una classica cassetta postale rossa - Smart Marketing

Forse molti di voi, soprattutto chi abita nelle grandi città, se ne sarà accorto lo scorso Natale, magari avrà voluto spedire qualche cartolina di auguri e avrà notato che le cassette postali, quelle tutte rosse, sono diminuite e che molte sono state sigillate con nastro adesivo, con un cartello che avvisava dell’imminente dismissione.

Dopo le edicole, che continuano a chiudere, anche le “mitiche” cassette postali rosse, in funzione nel nostro paese dal 1961, verranno dismesse e solo “in parte” sostituite da nuove “smart letter box” che avranno grossomodo l’aspetto di quelle tradizionali, ma saranno in grado di rilevare grazie a sensori la presenza della corrispondenza all’interno e ottimizzare così le operazioni di ritiro e smistamento, oltre a consentire di raccogliere dati ambientali e veicolare le informazioni ai cittadini sul Comune di riferimento.

L’Agcom aveva deliberato, già nel settembre 2022 che la riduzione del numero delle tradizionali buche delle lettere dovrà passare, entro il 2024, da 46.500 a circa 29.000.

I motivi di questa decisione sono facilmente intuibili: “l’evoluzione del mercato postale ha portato negli ultimi anni ad una drastica riduzione dei volumi postali accettati attraverso le cassette di impostazione fino a rappresentare solamente una percentuale di circa il 3% del volume totale, con un trend di diminuzione di oltre il 20% annuo”.

Ma, a differenza delle edicole, che sono attività commerciali in mano ai privati, la stessa Agcom delinea le linee guida di questa dismissione che dovrà essere graduale e tener conto della geografia e popolazione di un paese come l’Italia, frammentato in tanti comuni: “la presenza di: una cassetta d’impostazione entro la distanza massima di 0,5 chilometri dal luogo di residenza per il 50% della popolazione residente; una cassetta d’impostazione entro la distanza massima di un chilometro dal luogo di residenza per l’85% della popolazione; una cassetta d’impostazione entro la distanza massima di 1,5 chilometri dal luogo di residenza per il 92% della popolazione; una cassetta d’impostazione entro la distanza massima di 3 chilometri dal luogo di residenza per il 98% della popolazione”.

La notizia, riportata anche da LinkedIn Notizie in un articolo di Alessio Foderi, rende palese come la nostra società, anche negli aspetti più pratici, stia virando sempre più verso il digitale abbandonando, più o meno velocemente, il modo fisico.

Come già successo per le cabine telefoniche ed i telefoni fissi, soppiantati dagli smartphone, e con le edicole, schiacciate dal web e sempre dai telefonini, adesso tocca alle cassette postali ed alla corrispondenza in genere, che per la verità avrebbero dovuto essere le prime a scomparire, visto che l’e.mail nata nel 1971 grazie al programmatore americano Ray Tomlinson è per molti una tecnologia già “vecchia”.

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