W il Personal Branding – L’editoriale di Ivan Zorico

0
588

Ti sblocco un ricordo.

Qualche anno fa, precisamente nel 2015, il tenente colonnello Filippo Petrucci diventò virale sul web per una sua dichiarazione avvenuta durante la trasmissione sulle notizie del meteo.

Forse detta così, visti gli 8 anni trascorsi, non ti dirà nulla, ma probabilmente se ti dico “grazie alle mie 2 lauree…” ti tornerà in mente qualcosa.

In pratica, Petrucci era riuscito a condurre la trasmissione anche se aveva avuto un problema tecnico (cfr. assenza del touch screen) ed al rientro in studio si era poi lanciato in un’autocelebrazione – “[…] grazie alle mie due lauree in Ingegneria e Scienze della comunicazione, conseguite entrambe con la lode, che mi permettono di avere un’ottima comunicazione, anche senza il touch screen” – che l’aveva fatto diventare ironicamente famoso sui social in brevissimo tempo.

 

Ricordo sbloccato, ma cosa c’entra questo con il personal branding?

Molto, se non tutto. Infatti, uno degli errori più diffusi da parte di chi vuole lavorare sullo sviluppo del proprio brand personale è proprio quello di focalizzarsi sulla propria persona, raccontando quanto è bravo nel fare un dato lavoro o quanto è competente, dimenticandosi totalmente di una delle regole fondamentali della comunicazione: si comunica per gli altri, non per se stessi.

Tutti noi siamo interessati ad una sola persona: noi stessi. Quindi, quando leggiamo qualcosa, o guardiamo un video, lo facciamo con l’idea che ci possa tornare utile in qualche maniera. Per informarci, per ridere, per imparare, etc.. Anche quando condividiamo un contenuto, lo facciamo per noi. Vogliamo fare sapere a chi ci segue di essere d’accordo (o in disaccordo) con un qualche concetto. Siamo sempre noi al centro.

Scopri il nuovo numero: “W il Personal Branding”

Chi è riuscito a costruire nel tempo (ed a mantenere) un ottimo brand personale, ha davanti a sé molteplici possibilità. Il lavoro lo attrae e non lo cerca. Questa è la figata del personal branding.

Questo è un passaggio essenziale per lavorare bene sul proprio personal branding. Perché se le persone sono interessate a loro stesse, allora dobbiamo essere in grado di dare loro delle utilità, un consiglio, un punto di vista; qualcosa insomma in grado di farci apprezzare come professionisti. Quindi, parlare a loro e non parlare di noi.

E qui, la domanda sorge spontanea: sì ok, ma per quanto tempo?

Questa è la domanda delle domande. Potrei rispondere dipende, mettere un punto e finirla qui. Sarei incontestabile, perché è davvero così. Di fatto nessuno può dire quanto tempo si deve impiegare su questa attività per iniziare ad avere dei risultati. Può essere sei mesi, un anno, due o anche molti di più, come mi ha raccontato in questa bell’intervista Massimiliano Allievi, il commercialista del web. La cosa certa è che è un’attività che non ha fine. Mai. Non puoi iniziarla e ad un certo punto dire: “basta così”. Pena, dissipare il lavoro svolto. È un percorso fatto di tentativi, sperimentazioni, costanza e perseveranza. Insomma, non facile. Che poi è il motivo per il quale ad un certo punto le persone mollano se non vedono subito i primi risultati.

Ma essere utili non basta neanche più. Bisogna essere anche empatici e capaci di comunicare i propri valori. Le persone scelgono le persone. Oltre al professionista deve emergere chi sei. La tua etica, il tuo pensiero. Potrai anche correre il rischio di non piacere a tutti. Pazienza. Ma a quelli a cui piacerai, piacerai davvero e ti sceglieranno. Sempre.

Ed è questa la figata di tutta questa storia. Chi è riuscito a costruire nel tempo (ed a mantenere) un ottimo brand personale, ha davanti a sé molteplici possibilità. Il lavoro lo attrae e non lo cerca. Le collaborazioni si stringono più facilmente. Le opportunità nascono “spontaneamente”.

Certo, come abbiamo visto, non è facile, ma una volta riusciti a crearlo ci sono enormi soddisfazioni. E questo può avvenire in tutti i settori.

Bonus track – Dato che uno dei grandi “problemi” di chi vuole buttarsi in questa attività è di non sentirsi pronto (cfr. sindrome dell’impostore), ti lascio con una frase di Seth Godin: “Aspettare la perfezione non è mai stato un buon modo per fare progressi”. Quindi, inizia. C’è sempre tempo per migliorare.

Wow: Smart Marketing questo mese ha compiuto 10 anni. Oltre 1700 articoli pubblicati. 3 restyling del sito, di cui uno, l’ultimo, ancora in fase di completamento. E numerosi protagonisti del mondo del marketing, e non solo, intervistati. Sono molto emozionato. 10 anni sono un sacco di tempo. Tempo nel quale ho imparato moltissimo e sono cresciuto molto. Con lui. Che dire: grazie per essere stato al nostro fianco.
PS se ti va di farci un regalo di compleanno lasciaci un commento sui social, scrivici per email (redazione@smarknews.it) o scrivimi un messaggio privato su LinkedIn. Ah, e condividi questo articolo e/o questo numero. Te ne sarei grato!

Buona lettura,

Ivan Zorico

Ti è piaciuto? Hai qualche riflessione da condividere? Fammelo sapere nei commenti. Rispondo sempre.
Rimaniamo in contatto: www.linkedin.com/in/ivanzorico

SmakNews_Smart_Marketing_logo_SResta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione.

Hai letto fino qui? Allora questi contenuti devono essere davvero interessanti!

Iscriviti per restare in contatto con Smart Marketing. Senza perderti nulla!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.