Trasformazione 4.0: come dare forma al futuro oltre il 2025

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Trasformazione 4.0: come dare forma al futuro oltre il 2025

Tra gli speaker dei Digital Innovation Days c’era Nicola Neri – CEO di Ipsos – che ha presentato un intervento dal titolo “Dare forma al futuro: oltre il 2025”. Il tema centrale del discorso era scoprire qual è l’eredità del COVID-19, la pandemia che ha sicuramente costretto persone, istituzioni ed aziende a cambiare la propria quotidianità in maniera profonda e repentina.

Quali le sfide per il prossimo futuro? In che modo possiamo agire oggi, non tanto per prevedere il futuro, ma per essere più preparati? Nel suo intervento, Nicola Neri offre una lente per identificare i prossimi possibili futuri, perché di futuro non c’è mai uno solo.

In particolare il futuro passa dagli ITS e dalla formazione 4.0 che permette di arrivare a quella trasformazione 4.0 o industria 4.0 di cui tanto si parla negli ultimi anni. Seguendo la sala In-Formazione sono venute alla luce le carenze del tessuto formativo italiano e la necessità di puntare sugli ITS, una strada che il Governo ha già preso con importanti investimenti.

Cosa sono e quanti sono gli ITS in Italia

I primi ITS in Italia nascono nel 2010 e sono in tutto 109 sul territorio italiano per poco meno di 18.500 iscritti. Anche se ancora poco frequentati garantiscono un tasso di occupazione pari all’80% e si accede al termine della scuola superiore. Si tratta di percorsi alternativi alla laurea tradizionale che durano 2 o 3 anni e sono sostenuti dal Fondo Sociale Europeo e dalle aziende del territorio.

L’obiettivo?

Formare nuove figure professionali per i distretti produttivi dove sono localizzati. Con 20 ITS la Lombardia è la regione con l’offerta formativa più ricca, seguita da Campania e Sicilia con 9 istituti e dal Lazione con 8 scuole. Seguono Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana con 7 percorsi di specializzazione (Fonte: banca dati Indire).

Previsioni per il futuro: la formazione oltre il 2025

L’ultimo World Economic Forum sul futuro del lavoro dichiara che entro il 2025 il 50% dei lavoratori dovrà riqualificarsi a causa della tecnologia, che porterà alla scomparsa di alcuni lavori. Per questo i Digital Innovation Days di quest’anno hanno messo al centro l’importanza di puntare su pensiero analitico e innovativo, apprendimento attivo, risoluzione di problemi complessi, pensiero critico e creatività.

Assieme a passione e entusiasmo, come emerso dal panel “Le Professioni del futuro” con Romolo De Stefano, Presidente @Fondazione Ateneo Impresa; Alessandro Ghiani, Co-founder Blockchain lawyer; Fabiano Taliani, CEO @Cointelegraph Italy; Luigi Libroia, CEO @ Wallabies; Jonni Malacarne, CEO @Bluetensor, sono necessarie queste soft skill che non spariranno con l’evoluzione e la rivoluzione del mercato del lavoro in Italia portata dalla blockchain e dall’AI.

In uno scenario in rapida trasformazione la formazione diventa uno strumento fondamentale a disposizione delle persone per adattarsi al cambiamento e gestire complessità e incertezza. Le aziende di domani devono saper attrarre talenti con queste skill o svilupparle al loro interno.

Le 3 sfide del mondo del lavoro di domani

  1. Aggiornare le proprie competenze (upskilling)

  2. Acquisire nuove competenze (reskilling)

  3. Investire su soft skill o human skill che la tecnologia non riesce ad emulare perché proprie dell’essere umano.

Queste sono le tre sfide del mondo del lavoro di domani, quelle da affrontare per permettere alle persone di essere facilmente occupabili e alle aziende di essere competitive.

Lo sviluppo degli ITS in Italia

Il MISE ha investito 15 milioni di euro nel favorire la realizzazione di sedi e laboratori innovativi legati alla tecnologia 4.0 e nella formazione di competenze professionali grazie agli ITS in modo da potenziare la sinergia tra mondo della formazione e mondo delle imprese.

“Incentivare la formazione altamente specializzata di giovani che escono dalle scuole superiori è una priorità per questo governo – sottolinea il ministro Giancarlo Giorgetti – per favorire la competitività del sistema produttivo del Paese. Un tassello importante che è anche uno degli obiettivi previsti dal PNRR. Dal primo giorno ho posto un’attenzione particolare nei confronti degli ITS, ancora poco conosciuti in Italia ma che rappresentano all’estero una risorsa fondamentale per alcuni settori industriali e una grande opportunità di occupazione per tanti giovani bravi che scelgono un percorso non universitario”.

Gli ITS avranno tempo fino al 3 dicembre per richiedere le agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali, materiali e immateriali, macchinari e servizi che rientrano nell’ambito del Piano nazionale Industria 4.0. I 15 milioni di euro di incentivi verranno concessi attraverso un contributo, nella misura del 50% delle spese ammissibili per investimenti nel biennio 2020-2021 non inferiori a 400 mila euro. (Fonte: Corriere della Sera)

L’obiettivo è creare una forza lavoro innovativa e competitiva, capace di affrontare le sfide di oggi e di domani collaborando con le nuove tecnologie anziché subendone l’avanzata. Questi Digital Innovation Days sono stati l’occasione per riflettere su una ripartenza e su un mondo nuovo di fare le cose che non può più aspettare.

Nota. Questo articolo rientra nella collaborazione con il Digital Innovation Days – DIDAYS -, di cui siamo media partner e che vi invitiamo a seguire dal 10 al 13 novembre 2021 in formato phygital.

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