Timothée Chalamet è il figlio di Edward Mani di Forbice nello spot Cadillac, dell’ultimo Super Bowl, che sta facendo il giro del mondo

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Che molte aziende americane attendano il Super Bowl per lanciare e/o promuovere i loro ultimi prodotti è una cosa risaputa; sono anni che la finalissima di football americano è stabilmente l’evento sportivo con i più grandi investimenti, e ritorni, pubblicitari di sempre.

Così come è prassi consolidata quella che vede le grandi aziende statunitensi, e non solo, pagare i più grandi registi di Hollywood per girare spot milionari che poi debuttano durante, o a cavallo, dell’evento sportivo.

Winona Ryder e Timothée Chalamet nello spot della Cadillac Lyriq , trasmesso durante il LV Super Bowl.
Winona Ryder e Timothée Chalamet nello spot della Cadillac Lyriq , trasmesso durante il LV Super Bowl.

Negli anni le collaborazioni fra brand e registi sono state tante, tutte coronate dal successo mediatico, che hanno prodotto spot indimenticabili, che spesso rivisitano film cult: negli ultimi dieci anni, le pubblicità per l’evento hanno ripreso Il giorno della marmotta, Una pazza giornata di vacanza, Mamma, ho perso l’aereo, Il grande Lebowski e, più recentemente, Fuori di testa.

Ma questa volta la Cadillac si è davvero superata, proponendo uno spot che rivisita un vero cult movie, che più cult non si può. Per lanciare la sua nuovissima “Lyriq”, una berlina elettrica con un sistema di guida autonoma molto evoluto, ha rivisitato niente po’ po’ di meno che “Edward mani di forbice”, classicone del 1990 di Tim Burton, che vedeva nel cast un’indimenticabile Johnny Depp in coppia con Winona Ryder (quest’ultima tornata a vestire i panni dello stesso personaggio a 30 anni di distanza).

 

Ebbene, nello spot della Cadillac Lyriq scopriamo che il figlio di Edward e Kim Boggs (il personaggio interpretato da Winona Ryder), Edgar, che ha il volto ed il talento di Timothée Chalamet, conduce una vita difficile ed ai margini della società a causa delle sue protesi alle mani. Non può giocare a football con gli amici, nel fastfood dove lavora il suo estro creativo viene soffocato, i suoi rapporti con l’altro sesso sono difficili, l’unico rifugio rimane un videogioco di guida in realtà virtuale. Sarà proprio quest’ultimo, ed unico, hobby a spingere la madre a regalare al figlio una nuova e fiammante Cadillac Lyriq elettrica con un evoluto sistema di guida autonomo che permette al figlio di non dover toccare e quindi danneggiare il volante dell’auto.

Insomma, uno spot davvero ben fatto e coinvolgente che è già diventato virale sul web, che vede due attori estremamente a loro agio nella parte, con un Timothée Chalamet perfettamente a fuoco nei panni del figlio di Edward mani di forbice, molto somigliante nel fisico, nelle fattezze e nella recitazione a quel Johnny Depp che rese immortale il personaggio ed il film del 1990. In un’intervista a Vogue, Chalamet ha spiegato che: “È stata una grande opportunità per rendere il film originale più attuale per il pubblico moderno, senza sacrificarne l’originalità che aveva negli anni novanta. Abbiamo creato un personaggio che fosse un omaggio a quello creato da Johnny Depp”.

I bene informati dicono che il regista Tim Burton ha non solo avvallato, ma pure supervisionato il progetto dello spot, contento che dopo 30 anni il suo iconico personaggio torni in scena per quelle nuove generazioni che non hanno visto il film, come ha dichiarato in un’intervista riportata da Vanity Fair: “È raro che un lavoro di cui sei orgoglioso continui a vivere e ad evolversi con i tempi, anche dopo trent’anni. Sono contento di vedere Edgar affrontare il nuovo mondo”.

Pubblicità e cinema creano spesso cortocircuiti interessanti e ben fatti, come questo spot dimostra, ma le simmetrie e connessioni fra la settima arte e la pubblicità sono molto più profonde e assidue di quanto si pensi.

PER APPROFONDIRE
71zz1e7iglSecondo Giuseppe Mazza, copywriter di lungo corso che ha lavorato in Saatchi & Saatchi e in Lowe Pirella, che insegna alla Scuola Holden e alla IULM ed è fondatore di “Bill”, il magazine che ragiona di pubblicità, il cinema e la pubblicità alla fine sono quasi la stessa cosa, e la tesi, estrema ed interessante, è condivisa da molti altri studiosi. Infatti, scrive nel suo libro Cinema e pubblicità. La relazione sorprendente” (Editrice Bibliografica, 2019): “Che cosa hanno in comune il cinema e la pubblicità? Il certificato di nascita, innanzitutto. Sono fratelli gemelli, figli della modernità, nati dall’unione fra spettacolo e industria, entrambi merce e forma espressiva. È già molto, quasi tutto, ma naturalmente condividono anche la casa, ovvero la società di massa. È lì che trascorrono le giornate giocando con gli altri linguaggi, fotografia, grafica, giornalismo, fumetto, televisione, web, tutte creature nate dalla seconda metà dell’ottocento in poi, epoca di macchine e di elettricità.”

Anche noi di Smart Marketing abbiamo l’idea che fra il cinema e la pubblicità ci siano molte più affinità di quelle che emergono a prima vista, infatti la nostra rubrica di cinema nasce, anche e soprattutto, per esplorare i film dal punto di vista del marketing, della comunicazione e dei social media, e negli anni ha sempre cercato di leggere grandi classici, serie TV e film cult senza preconcetti di alcun tipo. Anche perché, come abbiamo scritto nella presentazione della rubrica stessa: «…i fratelli Lumière avevano già fatto una proiezione pubblica, davanti a 300 persone tra imprenditori, filantropi e capitani d’industria, presso la sede della Società Francese per il Progresso dell’Industria Nazionale il 22 marzo 1895 (quindi 9 mesi prima di quella celeberrima al Gran Cafè al n° 114 di Boulevard des Capucine del 28 dicembre 1895) presentando il famoso “L’uscita degli operai dalle Officine Lumière a Lione”. Quindi possiamo dire, senza pericolo di smentita, che il Cinema è da sempre, fin dalla sua nascita, legato a doppio filo al mondo economico, industriale e commerciale.».

Quindi, come dice anche Giuseppe Mazza, cinema e pubblicità, sono fratelli gemelli figli della modernità e del progresso.

 

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