Nostalgia, storia e sogni: come la serie tv “Hanno Ucciso L’Uomo Ragno – La Leggendaria Storia degli 883” ha conquistato il pubblico

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Una media di 1,4 milioni di spettatori nei primi 7 giorni e 2,4 milioni ad episodio nei 28 giorni successivi. Questi i numeri riportati in un post su LinkedIn da Andrea Duilio, Chief Executive Officer – Sky Italia, relativamente alla serie tv Sky “Hanno Ucciso L’Uomo Ragno – La Leggendaria Storia degli 883”.

Numeri che consacrano la serie tv: miglior debutto Sky degli ultimi 8 anni e ascolti superati persino rispetto all’ultima stagione di Gomorra.

(Almeno) 3 le chiavi di tutto questo successo.

La prima: è una serie tv ben fatta.

Guardare un prodotto multimediale italiano non piatto, ben scritto e ottimamente diretto, non è cosa da tutti i giorni. Siamo abituati a serie tv che vengono da oltreoceano che hanno interpreti che abitano storie, musiche e fotografie ben orchestrate. Serie tv che, infatti, siamo soliti vedere. E rivedere ancora. “Hanno Ucciso L’Uomo Ragno – La Leggendaria Storia degli 883” rientra tra queste. Sydney Sibilia, dopo la celebre trilogia “Smetto quando voglio”, “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose” e “Mixed by Erry”, conferma il suo talento e il suo piglio hollywoodiano. Una boccata d’aria fresca: “Grazie mille” (883, 1999).

La seconda: l’effetto nostalgia.

La nostalgia non è prerogativa dei millennial. Da millennial, ogniqualvolta vedevo i miei genitori guardare alla televisione “I migliori anni”, io guardavo loro con tenerezza.

Ecco, ora qualcun altro (più giovane) starà guardando me e noi (millennial) allo stesso modo. Pazienza, va bene così. Rivivere certi momenti, certi look, certe canzoni, certe atmosfere, certe notti (anche se è di Ligabue), fa bene al cuore. Ci rasserena, ci fa sorridere e ci mette di buon umore. Ma, mi raccomando, “Nessun rimpianto” (883, 1997).

La terza: la ricerca di coordinate

Se la nostalgia non è prerogativa dei millennial, la necessità di trovare una bussola per orientarsi in questo mondo, credo, lo sia molto di più. Siamo passati da un mondo “statico” ad uno “dinamico” in brevissimo tempo. Sino agli inizi degli anni 2000 abbiamo vissuto ad una certa velocità, poi tutto è andato fuori controllo. Siamo passati da una vita offline ad una onlife (per dirla con Luciano Floridi). Abbiamo vissuto la precarizzazione del mercato del lavoro, (almeno) due rivoluzioni tecnologiche, una pandemia, e la storia è venuta dopo 70 anni a bussare alla nostra porta (vedi conflitti accesi negli ultimi due anni). Insomma, abbiamo smarrito le coordinate e siamo alla ricerca di un perché, di una indicazione, di uno scopo. Ed è facile simpatizzare per Elia Nuzzolo (Max Pezzali) e Matteo Oscar Giuggioli (Mauro Repetto) che nella serie tv “Hanno Ucciso L’Uomo Ragno – La Leggendaria Storia degli 883” non fanno altro che rincorrere i loro sogni. Anche, e soprattutto, in maniera naif. Bene, proviamo anche noi a trovare il nostro “Nord sud ovest est” (883, 1992).

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