Non voglio cambiare pianeta: Riflessioni per la 51° Giornata Mondiale della Terra

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All’indomani di missioni esplorative su Marte, il verso “non voglio cambiare pianeta”, tratto dalla poesia “El Perezoso (Il Pigro)” di Pablo Neruda, suona quasi come una profezia.

Se non ce ne fossimo accorti, però, un pianeta di ricambio non l’abbiamo ancora, forse è per questo, per salvaguardare quello in cui viviamo, che da oltre cinquant’anni si festeggia l’Earth Day (La Giornata Mondiale della Terra).

Una giornata dedicata al nostro pianeta per porre l’attenzione e sensibilizzare i suoi abitanti su tutti quegli squilibri ambientali e sociali che lo riguardano, concentrandosi su inquinamento, clima, biodiversità e sviluppo sostenibile.

Nell’ultimo anno, più che in altri momenti, ci siamo resi conto di quanto gli equilibri ambientali siano labili e quanto ci riguardino da vicino; forse ci voleva una pandemia per farci capire che se si ammala il pianeta ci ammaliamo anche noi, che non siamo estranei al luogo in cui viviamo, ma siamo parte di esso.

Per celebrare l’Earth Day, abbiamo deciso di tornare indietro di oltre un anno e concederci un viaggio, seppur virtuale, tra Argentina e Cile in compagnia di Lorenzo Cherubini.94742009_10158236428294322_1365948270420951040_o

Il docu-film (o docu-trip, come Lorenzo ama chiamarlo) “Non voglio cambiare pianeta”, è un racconto appassionato ed innamorato di paesaggi mozzafiato, incontri fortuiti e rispetto per la natura.

Un viaggio lungo circa 4000 Km, quasi interamente in solitaria, in sella ad una bicicletta; una sfida contro i propri limiti fisici, che Jovanotti fa alla scoperta di territori incontaminati ed alla ricerca di sé stesso, ispirato dalla natura e dalle sue bellezze, lasciandosi accompagnare dalla musica e dalla poesia, ma anche perdendosi nelle tante contraddizioni di città grandi e popolose, concedendosi pure di sbagliare strada.

Un viaggio che possiamo fare anche noi spettatori, lasciandoci trasportare da quella stessa musica e dai versi, da racconti quotidiani ed aneddoti, gratitudine per la bellezza del mondo in cui viviamo ed un mantra su tutti: “Non voglio cambiare pianeta”.

In 16 puntate, ancora visibili su RaiPlay, girate da Jovanotti tra gennaio e febbraio 2020, Lorenzo ci esorta a non stare fermi, ad adoperarci per salvaguardare il pianeta, ma anche a fare un viaggio dentro di noi, il più tortuoso e difficile alla ricerca dell’equilibrio interiore.

Un viaggio nel viaggio, un percorso solitario verso pace interiore e serenità dopo un periodo di caos (Lorenzo era reduce dai Jova Bach Party e dal bagno di folla che ne derivava), la riscoperta del silenzio e della meditazione come cura di sé stessi e ristoro dell’anima.

Lentezza e solitudine in un periodo in cui nessuno dei due era contemplato nella società moderna, dove tutto era velocità ed i rapporti umani consumati con voracità, tutto era moltitudine e socialità.

“Non voglio cambiare pianeta” è stato lanciato il 24 aprile 2020 su RaiPlay, era appena iniziata la pandemia e nessuno avrebbe mai immaginato che si sarebbe protratta tanto a lungo.

Guardando le 16 puntate in quei pomeriggi di lockdown, chissà quanti di noi, ispirati da quei racconti, si sono detti: “lo voglio fare anch’io, voglio prendere la bici e viaggiare”, “voglio perdermi nel centro di Cordoba o di Buenos Aires”, questo perché tutti credevano che il lockdown fosse solo una parentesi, che presto sarebbe finita.

Solitudine ed isolamento, invece, a distanza di un anno, sono la condizione normale e quel racconto appassionato sembra lontano anni luce, quasi appartenesse ad un’altra epoca, un altro mondo di cui non ci ricordiamo più.

Ecco perché riguardare il docu-film a distanza di un anno apre ad altre riflessioni, più intime, più interiori: è come ascoltare il racconto di un’altra storia, guardare un altro film dove la natura prende il sopravvento e si rivela ancora più potente in tutta la sua bellezza, ma anche le riflessioni di Lorenzo hanno un sapore diverso, persino i gesti, come abbracci e strette di mano, sembrano alieni, come i volti che possiamo ammirare in tutta la loro umanità senza le mascherine a nascondere le espressioni.

Lorenzo ci fa capire che, in fondo, la solitudine non è solo una condizione negativa ma allo stesso tempo ci fa compagnia, ci porta in viaggio con lui, così che la sua e la nostra solitudine siano più lievi, così come ci esorta a meravigliarsi ogni giorno ed a ringraziare per quello che si ha.img_1665

A detta sua, siamo stati fortunati a nascere in questo pianeta, ecco perché mai e poi mai dovremmo abbandonarlo a sé stesso e ne dobbiamo avere cura più di ogni altra cosa.

In fondo, basterebbe trattarlo con la stessa cura con cui trattiamo la nostra casa o come qualcosa di prezioso e raro, basterebbe che ognuno facesse la sua parte con piccoli gesti quotidiani ma che non smettesse mai di abbassare la guardia e chiedere rispetto per il pianeta e per chi lo abita.

Come Lorenzo ci suggerisce in una delle sue tante riflessioni di questo viaggio, il problema non è il pianeta e le sue tante contraddizioni, il problema siamo noi e sta a noi dover cambiare per vivere in armonia con la natura.

 

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