Basta con questi virologi in Tv! Per favore, ridateci il Maestro di “Esplorando il corpo umano”.

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Ve lo ricordate?

Per chi è nato negli anni ’80, lui era il “Maestro” ed anche il generico medico di “Siamo fatti così/Esplorando il corpo umano”.

https://www.youtube.com/playlist?list=PL0pyTbsnui5SQjevXmmA4W_Odv39RpVAt

L’aspetto che più risaltava di questa serie (dall’alto valore educativo), era la semplicità del linguaggio e la sua chiarezza. Qualità che ritrovavi, appunto nel Maestro, il grande saggio, che sapeva pesare le parole e rendere comprensibili concetti complessi. Era il personaggio in grado di dare sicurezza.

Il mondo della scienza, oggi.

Ogni giorno, e da mesi, vediamo sui vari (social) media l’alternarsi di virologi e scienziati che rilasciano dichiarazioni e interviste. All’inizio della pandemia questa dinamica è stata vista con favore: avevamo tutti bisogno di risposte dal mondo scientifico e di competenza. Con il passare del tempo abbiamo imparato a conoscerli e sono diventati ospiti fissi di trasmissioni televisive e non.

Poi i giorni sono diventate settimane, e poi ancora mesi. La presenza di medici e scienziati si è trasformata in sovra esposizione. Abbiamo iniziato a simpatizzare per l’uno o per l’altro (il virologo di fiducia o che ci faceva comodo ascoltare). Sono nati personalismi, contrapposizioni e passati messaggi incoerenti. Invece di offrire chiarezza, quindi, questa situazione andava ad aggiungere confusione, incertezza e paura ad una situazione che di confusione, incertezza e paura già ne aveva (ha) tanta.

Ma la sovra esposizione mediatica da sola non basta.

Questo elemento (che insieme ad altre componenti ha portato all’infodemia) si è unito poi ad una mancata conoscenza dei principi di comunicazione o, quanto meno, ad una sottovalutazione dell’effetto che certe dichiarazioni avrebbero potuto ottenere sulle persone.

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Che natale sarà? Difficile dirlo o anche solo immaginarlo. Per tanti sarà un Natale senza un parente o un amico, per altri un Natale segnato dall’incertezza economica e la paura del futuro, per tutti (crediamo) sarà un Natale dove riscoprire un contatto intimo con se stessi e con gli altri.

Frasi del tipo “il virus è clinicamente morto” o la più recente “Il vaccino a gennaio? Io non lo farei”, hanno portato a deduzioni quali: il virus non esiste più, o posto il fianco ai no vax e ai complottisti. Certo poi le stesse dichiarazioni sono state magari oggetto di chiarimento, ma intanto il messaggio (sbagliato) aveva fatto il giro di tutti i media, social compresi.

Insomma si parla di comunicazione.

Se si parla di comunicazione, non è importante quanto viene detto/emesso, piuttosto quanto viene compreso/ricevuto. Tanti sono gli elementi che entrano in ballo durante il processo comunicativo: il codice, il canale, il referente, il rumore, oltre al messaggio. Conoscerli, e agire di conseguenza, certamente aiuterebbe nell’esprimere concetti e opinioni che non possano essere mal interpretati, scongiurando effetti molto dannosi.

Il processo comunicativo: il codice, il canale, il referente, il rumore, oltre al messaggio
Dal web

Tornando al nostro “Maestro”, per comunicare in maniera efficace, basterebbe iniziare ad utilizzare un linguaggio semplice. Attenzione non banale, ma semplice… comprensibile, che non dia adito a cattive interpretazioni. Un linguaggio, come si dice in questi casi, accessibile anche ad un bambino di 6 anni.

Ormai sono mesi che conviviamo con questa situazione e altri anni ce ne saranno da qui in avanti; continuare a ignorare questi principi, così come alimentare la propria vanità personale, non sarebbe di certo una scelta saggia, per non dire deleteria.

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