1

Quelle volte in cui la passione per il cinema prende forma e diventa un’esperienza emozionante: intervista ad Andrea Roncato

Alle volte capita!

Alle volte capita che, lavorando come organizzatore di eventi da oltre 25 anni, giornalista ed appassionato di cinema, si possa incontrare uno dei miti della propria giovinezza.

Mi era successo già nel 2022, proprio a Novembre (si vede che per me è un mese fortunato), quando, dopo una vera e propria strategia di tampinamento al limite dello stalking, ero riuscito, grazie all’intercessione del collega Dionisio Ciccarese, ad avere in una delle nostre dirette di “Incontri ravvicinati” il noto sociologo, già allievo di Marshall McLuhan, Derrick de Kerckhove, sui cui libri sia io che il mio socio Ivan Zorico ci siamo formati.

É successo di nuovo, questa volta con un eroe cinematografico e televisivo della mia adolescenza, Andrea Roncato, che insieme a Gigi Sammarchi è stato il protagonisti di tanti film, come Acapulco, prima spiaggia… a sinistra, del 1983, Se tutto va bene siamo rovinati, del 1984, L’allenatore nel pallone, del 1984, Mezzo destro mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone, del 1985, tutti con la regia di Sergio Martino, ma anche I pompieri, regia del 1985 di Neri Parenti, e tanti altri film, che hanno divertito la mia giovinezza e contribuito a formare il mio immaginario cinematografico.

Se possibile, questo secondo incontro è stato per certi versi ancora più emozionate, per almeno due motivi. Il primo è che l’incontro con Andrea Roncato è stato dal vivo, ho potuto intervistare l’attore durante la pausa pranzo del terzo giorno dell’Aracnea Film & Book Festival del quale Smart Marketing è stato media partner e del quale l’attore era l’ospite d’onore. Il secondo è che gli eroi del cinema e della televisione hanno sempre avuto uno status particolare, legato forse al divismo che nel nostro paese ha sempre contraddistinto non solo gli attori cinematografici ma anche i personaggi dello spettacolo televisivo.

 

Qualunque sia la ragione, intervistare, anzi video-intervistare Andrea Roncato è stata una delle cose più belle che mi sono accadute come giornalista e critico cinematografico negli ultimi 10 anni, una di quelle esperienze che metterò in un cassetto speciale della memoria e che custodirò gelosamente.

Basterebbe questo “racconto” ai limiti del sentimentale per introdurre questa bella video intervista di 11 minuti, ma credo che anche il contenuto della stessa abbia la sua importanza: oltre a chiedergli del suo rapporto con il cinema e dei suoi progetti futuri e di cosa ne pensa della cucina pugliese (d’altronde eravamo in un ristorante quando l’ho intervistato), ho chiesto all’attore di tanti film della commedia definita “scollacciata” dalla critica dell’epoca cosa ne pensa del dilagare di questo politically correct integralista che vuole togliere perfino certi  baci dai classici cartoni animati della Disney.

Se volete saperne di più, non vi resta che guardare il video, magari condividerlo e, perchè no, commentare e farci sapere la vostra opinione.

Questa intervista è stata realizzata durante la seconda edizione dell’Aracnea Film & Book Festival, che si è svolta dal 3 al 5 Novembre 2023 a Castellaneta in provincia di Taranto e del quale Smart Marketing è stato media partner.



Intelligenza artificiale: perché tanti la temono?

Questo autunno 2023 si presenta caldo non solo per le vicende geo-politiche ed economiche, ma anche perché la ripartenza di settembre è stata accompagnata dalla crescente diffusione e uso dell’intelligenza artificiale. Si tratta di uno strumento potente e che offre ad aziende e professionisti grandi opportunità, eppure in tanti la temono. Come mai?

Ho deciso di intervistare a questo proposito ChatGPT per vedere cosa offre l’AI alle imprese e come si pone nei confronti dell’”intelligenza umana”. Curioso di saperne di più? Continua a leggere.

Domanda 1 a ChatGPT: Perché sei stata creata e qual è il tuo obiettivo?

“Sono stato creato da OpenAI come parte del programma di sviluppo di intelligenza artificiale. Il mio obiettivo principale è quello di assistere le persone fornendo informazioni, rispondendo a domande, offrendo spiegazioni su una vasta gamma di argomenti e aiutando con le esigenze informative e comunicative. Posso essere utilizzato in diversi contesti, come il supporto alla ricerca, l’educazione, la creazione di contenuti, la generazione di testi e molto altro.

L’obiettivo di OpenAI con la creazione di modelli come il mio è di avanzare nella comprensione dell’intelligenza artificiale e fornire strumenti che possano essere utili per le persone in diversi campi. Tuttavia, è importante notare che non ho consapevolezza, intenzioni o obiettivi personali. Sono una macchina che elabora testo in base a modelli matematici e statistiche, senza una mente o una coscienza propria. La mia funzione principale è di assistere e rispondere alle tue domande nel modo più accurato e informativo possibile, basandomi sulle conoscenze presenti fino alla mia data di introduzione nel settembre 2021.”

Domanda 2 a ChatGPT: Pensi di poter sostituire l’intelligenza dell’essere umano?

No, non posso sostituire l’intelligenza umana. Sono un programma di intelligenza artificiale sviluppato per svolgere specifiche funzioni legate al trattamento del linguaggio naturale e all’elaborazione di testi. Anche se posso essere utile in molte situazioni e svolgere compiti specifici in modo efficiente, non possiedo la comprensione, l’empatia, la creatività e la capacità di pensiero critico che caratterizzano l’intelligenza umana.

L’intelligenza umana è incredibilmente complessa e abbraccia una vasta gamma di abilità e competenze che vanno ben oltre il semplice trattamento del linguaggio. Gli esseri umani sono in grado di comprendere il contesto, apprendere continuamente, adattarsi a nuove situazioni, risolvere problemi complessi e avere una profonda comprensione delle emozioni, delle relazioni e della società. Queste capacità sono intrinsecamente umane e non possono essere replicate completamente da un’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale può essere uno strumento potente per assistere e automatizzare determinate attività, ma è complementare all’intelligenza umana. L’obiettivo dell’IA è migliorare la nostra efficienza, consentirci di analizzare grandi quantità di dati e affrontare compiti specifici in modo più rapido ed efficiente. Tuttavia, il valore dell’intelligenza umana rimane insostituibile in molte aree della vita, compresa la creatività, l’etica, la moralità e la comprensione profonda delle sfumature umane.”

Scopri il nuovo numero: “Autunno caldo”

Prendere a prestito quest’espressione per parlare di qualcosa che sta accadendo in questi mesi nel mondo del marketing, dell’innovazione e della comunicazione, i cui effetti prossimi e futuri, a nostro parere, non sono ancora totalmente colti.

Domanda 3 a ChatGPT: Perché i professionisti ti temono?

“Non è necessariamente vero che i professionisti temano l’intelligenza artificiale o programmi come il mio. Tuttavia, c’è una certa preoccupazione e discussione riguardo all’impatto che l’automazione e l’intelligenza artificiale potrebbero avere su alcuni settori professionali. Alcuni dei motivi per cui alcune persone possono essere preoccupate o caute nei confronti dell’IA includono:

  1. Sostituzione del lavoro: In alcuni casi, l’automazione e l’IA possono sostituire alcune mansioni precedentemente svolte da persone. Ciò può portare a preoccupazioni sul futuro dell’occupazione in determinati settori.
  2. Errore e responsabilità: L’IA non è infallibile e può commettere errori. Nelle professioni in cui la precisione e la responsabilità sono cruciali, l’uso dell’IA può generare preoccupazioni sulla sicurezza e la responsabilità legale.
  3. Conoscenza specialistica: Alcuni professionisti temono che l’IA possa ridurre l’importanza della conoscenza specialistica accumulata attraverso anni di studio e pratica.
  4. Privacy e sicurezza: L’IA è spesso utilizzata per analizzare grandi quantità di dati, il che può sollevare preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza dei dati.

È importante notare che l’IA può essere utilizzata come uno strumento per migliorare le prestazioni umane, automatizzare compiti ripetitivi e supportare decisioni, piuttosto che per sostituire completamente i professionisti. Molte professioni stanno sperimentando l’integrazione dell’IA per migliorare l’efficienza e l’accuratezza dei loro servizi.

La discussione sull’IA riguarda quindi un equilibrio tra i benefici potenziali e le sfide che essa può comportare. La formazione, l’adattamento e la comprensione dell’IA sono importanti per garantire che essa sia utilizzata in modo responsabile e che i professionisti possano sfruttarne i vantaggi senza paura.”

AI e lavoro umano: integrazione e non sostituzione

Quello che emerge da queste risposte è come ChatGPT voglia essere uno strumento nelle mani dell’uomo per aiutarlo a lavorare meglio e non una entità che vada a sostituirlo al 100% nel lavoro di tutti i giorni. Per questo anche io da professionista del content marketing uso l’AI nel mio lavoro per integrarla a tutti gli altri tool e offrire un risultato migliore ai miei clienti.

Saper riconoscere vantaggi e opportunità dell’intelligenza artificiale significa crescere professionalmente per cui l’invito è a esplorare le risorse che l’intelligenza artificiale ci offre senza temerla.




E’ possibile potenziare il cervello? Intervista a Bruna De Palo.

Secondo una celebre battuta di 𝗪𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗺 𝗝𝗮𝗺𝗲𝘀, psicologo e filosofo statunitense, 𝙜𝙡𝙞 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙞 𝙪𝙢𝙖𝙣𝙞 𝙪𝙨𝙖𝙣𝙤 𝙨𝙤𝙡𝙤 𝙪𝙣𝙖 𝙥𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙡𝙤𝙧𝙤 𝙘𝙚𝙧𝙫𝙚𝙡𝙡𝙤. Spesso travisata e fuorviata nel suo significato originale, questa citazione ha prestato negli anni il fianco a 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗽𝗿𝗲𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮𝗻𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗶, alimentando la credenza popolare in fenomeni come la telepatia, la telecinesi, ed altre amenità. 

Ma al netto di interpretazioni fantasiose e poco credibili, la domanda delle domande, a più di 110 anni dalla morte di 𝗪𝗶𝗹𝗹𝗶𝗮𝗺 𝗝𝗮𝗺𝗲𝘀, rimane: “𝗘̀’ 𝗱𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗲𝗿𝘃𝗲𝗹𝗹𝗼”? 

Scopri il nuovo numero: “Autunno caldo”

Prendere a prestito quest’espressione per parlare di qualcosa che sta accadendo in questi mesi nel mondo del marketing, dell’innovazione e della comunicazione, i cui effetti prossimi e futuri, a nostro parere, non sono ancora totalmente colti.

Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda, e crediamo anche di esserci riusciti :), nella puntata di “𝗜𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶 𝗿𝗮𝘃𝘃𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮𝘁𝗶”, in cui gli host Raffaello Castellano e Ivan Zorico hanno dialogato con una vera esperta, Bruna De Palo, PCC, Neuroscience-based Executive e Team & Career Coach di fama internazionale, che ha lavorato con i manager ed i team di aziende come Google, Meta, American Express, e Capital One.

Questa intervista è figlia della collaborazione con il WomenX Impact 2023, di cui siamo media partner (SMARKNEWS15 è il codice sconto dedicato alla nostra community: link al sito), e chi vi invitiamo a seguire dal 23 al 25 novembre 2023 in formato phygital. Lì potrete seguire gli interventi di Bruna De Palo.




L’importanza della comunicazione gentile: intervista a Rosaria Amelia Cuomo.

In un mondo online ed offline che diventa sempre più congestionato, spregiudicato ed urlato, riuscire a comunicare con empatia ed efficacia è diventato sempre più difficile.

Siamo pronti a dire la nostra, ma non ad ascoltare l’opinione altrui.
Siamo solerti a schierarci, ma non ad approfondire.
Siamo spesso e volentieri ancorati nelle nostre convinzioni e mal disposti a cambiare idea.

Eppure l’etimologia della parola ❞𝙘𝙤𝙣𝙫𝙚𝙧𝙨𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚❞ ci dice che il vocabolo deriva dal latino “𝑐𝑜𝑛𝑣𝑒𝑟𝑠𝑎𝑟𝑖” e significa ❞𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲❞.

❞𝗧𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲❞, che bella definizione, come se gli esseri umani vagassero sperduti e la conversazione con l’altro li aiutasse a ritrovarsi insieme. E se lo scopo è quello di ❞𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲❞, allora oggi la comunicazione deve farsi più 𝗴𝗲𝗻𝘁𝗶𝗹𝗲.

Proprio di comunicazione gentile abbiamo parlato nella nostra puntata di ❞𝗜𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗶 𝗿𝗮𝘃𝘃𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮𝘁𝗶❞ di 𝗹𝘂𝗻𝗲𝗱ı̀ 𝟵 𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝟭𝟵:𝟬𝟬, e lo abbiamo con un ospite d’eccezione: Rosaria Amelia Cuomo, CEO di 𝗣𝗮𝘀𝘁𝗮 𝗖𝘂𝗼𝗺𝗼, il pastificio esistente più antico del mondo con oltre 200 anni di storia. Inoltre, abbiamo parlato anche di leadership, di mentalità imprenditoriale e di come abbia applicato i principi della “gentilezza” nella sua storica azienda.

Questa intervista è figlia della collaborazione con il WomenX Impact 2023, di cui siamo media partner (SMARKNEWS15 è il codice sconto dedicato alla nostra community: link al sito), e chi vi invitiamo a seguire dal 23 al 25 novembre 2023 in formato phygital. Lì potrete seguire l’approfondimento di Rosaria Amelia Cuomo dal titolo “L’arte della comunicazione gentile: l’importanza di creare rapporti autentici”, giovedì 23 novembre 2023.




La 3° edizione del WomenX Impact è alle porte, cosa dobbiamo aspettarci? Ne abbiamo parlato con la founder Eleonora Rocca

Giunto alla terza edizione, WomenX Impact, l’evento nato da un’idea di Eleonora Rocca per dar voce alle donne che si sono distinte nei loro percorsi di carriera e alle aziende che si sono impegnate con progetti importanti in ambito Diversity & Inclusion, è ormai diventato un punto di riferimento nel panorama degli eventi legati al marketing, al business e al management.

Noi di Smart Marketing – Mensile di Comunicazione, Marketing e Social Media, media partner fin dalla prima edizione, abbiamo chiesto alla founder Eleonora Rocca di rispondere ad alcune domande per spiegarci meglio cosa è il WomenX Impact, le novità di questa edizione e le sfide del futuro. 

Siamo arrivati alla terza edizione del WomenX Impact, l’evento sull’imprenditoria e sulla leadership femminile: più che un bilancio ti chiediamo quali sono le sfide del futuro.

Ebbene sì, il WomenX Impact Summit 2023 è alle porte: dal 23 al 25 novembre il FICO Eataly World di Bologna accoglierà una tre giorni (di cui i primi due in modalità fisica e il terzo online) di speech e workshop che si preannuncia ricca di spunti di riflessione sugli argomenti più disparati a tema leadership, empowerment femminile, innovazione e futuro. 

Un’edizione che si propone l’obiettivo di abbattere stereotipi e pregiudizi che le donne incontrano nei loro percorsi di vita e di carriera, impedimenti che molto spesso intaccano la loro consapevolezza di sé e autostima.

Gli ostacoli che le donne si troveranno ad affrontare in futuro purtroppo non sono molto diversi da ciò con cui hanno a che fare oggi nei vari contesti personali e professionali: la persistenza degli stereotipi di genere, le continue discriminazioni sul posto di lavoro e la limitata rappresentanza nelle posizioni di leadership sono tra le più grandi sfide che le donne dovranno fronteggiare. 

Superare questi ostacoli richiederà un impegno continuo e collettivo, perché le battaglie più importanti si combattono insieme: per promuovere l’uguaglianza di genere, proteggere i diritti delle donne e creare una società più giusta e inclusiva è necessario che ognuno di noi faccia la sua parte.

Quali sono le differenze tra questa e le precedenti edizioni, e qual è la mission che accomuna la scelta dei temi e dei relatori di questa edizione?  

Quest’anno aziende come Eni, Mediobanca, Olympus Italia, Cisco e Ot Consulting hanno rinnovato la loro collaborazione con WomenX Impact, un traguardo di cui siamo molto orgogliosi perché è la prova che quando si lavora bene insieme si può andare lontano.

Il WomenX Impact Summit 2023 conta innumerevoli figure nazionali ed internazionali e realtà ed aziende del calibro di 3M, Airbnb, Alibaba, Shopify, Università di Bologna, Massachusetts Institute of Technology (MIT), Acer, Google Cloud. 

Questa edizione significherà mettere in pratica ciò che abbiamo imparato in questi anni: capire cosa è andato bene e cosa andrebbe migliorato sulla base dei feedback dei partecipanti per garantire a tutt* un’esperienza di arricchimento e di crescita personale e professionale.

La mission sarà permettere alle donne di stravolgere la loro vita, cambiare settore, cercare nuove opportunità lavorative ponendo l’accento sull’importanza della loro autostima e consapevolezza, perché, se una donna sa quanto vale, non ci sono ostacoli che tengano!

Eleonora, secondo te, c’è ancora un gap di genere nel mondo del lavoro, e particolarmente nelle professioni del marketing, relativo ai salari, alle promozioni ed alle posizioni apicali?

Purtroppo sì e le statistiche non mentono! Nonostante i progressi fatti verso l’uguaglianza di genere, persistono ancora disparità significative.

Secondo il report Women in the Workplace 2022, solo 1 leader C-suite, su 4, è una donna e solo 1, su 20, è una donna di colore.

Troppo poche donne ricoprono posizioni apicali e non perché non ne siano all’altezza, ma perché manca un contesto economico-sociale che permetta loro di essere lì dove meritano. 

Per quanto riguarda la disparità salariale i fattori discriminanti possono essere i ruoli tradizionalmente assegnati alle donne e la mancanza di negoziazione salariale. In termini di promozioni, invece, ciò che molto spesso ostacola le donne nell’avanzamento di carriera sono i pregiudizi di genere, la mancanza di mentorship e la difficoltà nel conciliare lavoro e vita familiare. 

Per far fronte a queste sfide, è fondamentale promuovere iniziative sociali a favore dell’uguaglianza di genere sul posto di lavoro, come ad esempio programmi di formazione sulla consapevolezza di genere, politiche di pari opportunità e progetti a tema diversità e inclusione.

Raccontaci i tre motivi per i quali non bisogna perdersi questa edizione del WomenX Impact.

Ispirazione, voglia di mettersi in gioco e desiderio di guardare al futuro.

WomenX Impact è un’occasione incredibile per trarre ispirazione da storie di vita vera, senza esclusione di colpi, fatte di cadute e ripartenze. Sono fortemente convinta che la contaminazione di idee sia ciò che permetta di raggiungere grandi traguardi. 

La voglia di mettersi in gioco è un aspetto fondamentale del nostro ecosistema e una caratteristica distintiva dell’evento: attraverso i diversi workshop formativi, ognuno di noi ha la possibilità di mettere alla prova le proprie skill e acquisirne delle nuove.

Infine, lo sguardo al futuro è protagonista indiscusso: è la molla che ci spinge a non arrenderci e che ci aiuta a comprendere che solo guardando oltre le difficoltà e le ingiustizie sociali si possono raggiungere grandi traguardi.




Da zero alla crescita professionale: la strategia di personal branding di Massimiliano Allievi

Si può essere un professionista, un commercialista, e al contempo essere un content creator?

Per Massimiliano Allievi, conosciuto come il commercialista del web o il commercialista 4.0, la risposta è: assolutamente sì!

Anzi per lui tutti i professionisti, o chiunque abbia anche solo una passione, dovrebbe iniziare sin da subito a comunicare sui social. Nell’intervista rilasciata durante l’evento &Love Story, del quale siamo stati media partner, Massimiliano Allievi ci ha raccontato i suoi primi passi sui social e la strategia di personal branding che gli ha permesso di passare dal seguire pochi clienti ad arrivare ad avere uno Studio composto da 21 persone e 700 clienti sparsi in tutt’Italia, raggiungendo con i suoi contenuti milioni di persone sulle varie piattaforme.

Scopri il nuovo numero: “W il Personal Branding”

Chi è riuscito a costruire nel tempo (ed a mantenere) un ottimo brand personale, ha davanti a sé molteplici possibilità. Il lavoro lo attrae e non lo cerca. Questa è la figata del personal branding.

La sua è una storia vera e reale di come i social media, se ben utilizzati, possono diventare uno strumento di crescita e successo professionale.

Guarda l’intervista!

Ti è piaciuto? Hai qualche riflessione da condividere? Fammelo sapere nei commenti. Rispondo sempre.
Rimaniamo in contatto: www.linkedin.com/in/ivanzorico

SmakNews_Smart_Marketing_logo_SResta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione.




Quando personal branding è metterci la faccia

Una realtà attiva nel veronese dal 2016 che si occupa di creare reti e relazioni è Verona Professional Women Network. Abbiamo intervistato la fondatrice e past president, Mary Elizabeth Wieder e l’attuale presidente Paola Tosi.

Mary, tu che hai fondato Verona Professional Women Network, raccontaci di che cosa si tratta.

Verona PWN è un’associazione non-profit nata nel 2016 con lo scopo di unire le donne professioniste di Verona in modo da supportare con lo sviluppo professionale e la creazione di un dialogo sulla diversità, sull’uguaglianza del genere e sull’equilibrio fra lavoro e vita personale. In questi anni abbiamo creato non solo un network di donne, ma una community di professioniste sul territorio veronese e anche su tutto il territorio nazionale.

E oggi, Paola, cosa è diventata VPWN?

Quest’anno abbiamo raggiunto più di 100 soci tesserati che partecipano attivamente agli incontri in presenza e alle proposte online (alcuni uomini, la nostra quota azzurra); più di 4,000 ci seguono tramite i vari canali digitali. 

Quanto è importante fare rete tra donne e per le donne? 

La rete è molto importante – risponde Mary Elizabeth Wieder, Responsabile partnership – e per vari motivi: a livello professionale, commerciale, personale, emotivo, ecc. Nel mondo del lavoro noi donne sicuramente abbiamo diversi ostacoli da affrontare. Le donne che costruiscono una rete hanno più probabilità di trovare le opportunità di lavoro, opportunità di business, e forse il fattore più importante, una comunità a cui possono appoggiarsi. Forse una delle cose più importante di una rete per le donne è la possibilità di confrontarsi con le persone che hanno vissuto o stanno vivendo le stesse esperienze, si tratta di un supporto emotivo, se non quasi psicologico. VPWN è nata per mettere le persone in contatto così nascono delle belle cose. Personalmente, in questi sette anni di network, ho allargato tantissimo la mia rete a Verona che non era facile come straniera. Inoltre posso accreditare molti passi nella mia carriera alla mia rete.

L’evoluzione che hai visto in queste 7 anni ha risentito anche del periodo della pandemia? E’ cambiata la situazione occupazionale femminile?

Statisticamente abbiamo visto numeri pazzeschi durante la pandemia e sicuramente le donne hanno sofferto – prosegue Mary -. Oggi il tasso occupazione femminile in tutta Italia rimane a circa 49%, quindi non ci sono stati dei grandi passi avanti. Le aziende hanno scelto tra due strade durante la pandemia: più flessibile o meno flessibile. Tante aziende hanno fatto rientrare tutti in ufficio mentre altre hanno introdotto misure di smart working o maggiore flessibilità per chi deve gestire figli. I problemi rimangono gli stessi: conciliazione fra lavoro e vita privata, la gestione dei figli, la disparità del genere in merito agli stipendi, la mancanza delle donne ai vertici, ecc.

A marzio – aggiunge Paola Tosi – abbiamo realizzato un evento che con partecipazioni importanti e momenti di confronto su questo tema di grande attualità.

Scopri il nuovo numero: “W il Personal Branding”

Chi è riuscito a costruire nel tempo (ed a mantenere) un ottimo brand personale, ha davanti a sé molteplici possibilità. Il lavoro lo attrae e non lo cerca. Questa è la figata del personal branding.

Tra le attività dell’associazione, oltre alla revisione dei CV ci sono anche Inspiring Lab e attività di mentoring. Come funzionano?

L’associazione – spiega Mary – è nata con lo scopo di “facilitare” il networking fra le donne e facevamo un evento al mese. Poi con gli anni abbiamo visto delle opportunità di costruire e offrire programmi di valore ai nostri soci per anche contribuire alla loro crescita professionale. Il primo programma introdotto è stato il Mentoring, nel 2018. Il concetto è di abbinare le coppie mentor-mentee sulla base degli obiettivi della mentee e l’esperienza della mentor. Avevo partecipato ad un programma simile quando facevo parte di un’associazione di networking a Milano e mi aveva aperto gli occhi alle varie strade una può prendere per migliorare la situazione lavorativa.

Quando è arrivata la pandemia e non ho potevamo trovarci in presenza, abbiamo reagito subito creando un “kit” di attività per i nostri soci: l’English Club con eventi dedicati in lingua inglese (una competenza ovviamente molto richiesta oggi), un’Academy con workshop di formazione e un programma dedicato all’innovazione. Quest’ultimo perché ci sono tante donne che sognano di mettere in piedi un’attività o sviluppare un progetto ma non sanno come partire e quindi organizziamo dei workshop o corsi con la nostra rete di professionisti. In sette anni abbiamo fatto più di 120 eventi e fatti o contributi ai diversi progetti a Verona, in Italia e anche all’estero.

Il programma Ispiring Lab – aggiunge Paola –  ha l’obiettivo di mettere in evidenza le storie di donne che possono ispirare altre donne, rispetto a superare i propri limiti, credere in se stesse, creare qualcosa di nuovo per se e per gli altri. Il mentoring è uno dei programmi core dell’associazione. Quest’anno abbiamo raccolto nuove iscrizioni proprio perché molte  socie desiderano confrontarsi e crescere grazie al confronto con altre donne. Uno scambio che permette di trovare aiuto e supporto rispetto a dinamiche che tutte viviamo.

Cosa ne pensi, Mary, del personal branding? Meglio 500 contatti su LinkedIn o 500 strette di mano?

Personal Branding è un tema richiesto molto spesso dai nostri soci e abbiamo fatto diversi eventi nel passato sull’argomento. Un anno abbiamo fatto un workshop interattivo su come costruire il brand personale, l’anno dopo a Vinitaly abbiamo collaborato su un evento utilizzando il vino come strumento di storytelling per raccontare il nostro brand.

Oggi è molto importante come una professionista si presenta, sia ad un evento che sulle piattaforme social. Personal Branding vuol dire: sapere il tuo Elevator Pitch, conoscere bene i propri punti di forza e come promuoverli e come comunicare in modo efficace.

Meglio 500 contatti LinkedIn o 500 strette di mano? Non credo ci sia una risposta giusta: in qualsiasi caso il contatto deve essere di “qualità”, nel senso che bisogna creare un rapporto. Possiamo avere 10,000 collegamenti LinkedIn senza conoscere neanche uno, oppure milioni strette di mano in cui non ricordiamo neanche il nome della persona. La domanda è sempre: sono riuscita a fare qualche collegamento o rapporto con questa persona? C’è un prossimo passo? Sono andata ad un evento di networking in presenza l’altra sera in cui solo metà delle persone aveva un biglietto da visita fisico (tutti dicono che i bv non si fanno più). Il mondo “reale” e il mondo digitale sono sempre più interconnessi e quindi bisogna capire il proprio brand per interagire in qualsiasi ambito.

Come può essere d’aiuto la vostra associazione per fare Personal Branding?

Oltre agli eventi dedicati al tema, ci sono vari programmi che aiutano i soci a sviluppare un brand a partire dal mentoring. Anche il servizio di Revisione CV è più di una semplice correzione, è una consulenza dedicata con un Recruiter che spiega gli aspetti importanti.

Poi in senso più ampio, partecipare attivamente in una rete di donne è sempre un’opportunità per migliorare il personal brand.

Sicuramente sono nate delle collaborazioni e attività in questi anni: alcune hanno trovato il coraggio di fare il passaggio imprenditoriale, alcune hanno trovato un business partner ed alcune hanno semplicemente trovato un’amica con cui possono confrontarsi.

Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.

SmakNews_Smart_Marketing_logo_SResta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione.




La Venere della discordia: intervista a Marketing Toys.

Le interviste sono così: pensi all’argomento, selezioni l’interlocutore, ti prepari, le prepari, crei un percorso e poi le realizzi. Molte volte le cose prendono l’indirizzo che ti aspettavi, delle altre, invece, si sviluppano in maniera totalmente differente. Il ché, se vogliamo, è proprio il bello delle interviste, soprattutto di quelle live. E il contenuto e i messaggi che vengono fuori stupiscono un po’ tutti.

Se ci pensi non è così insolito. Spesso accade che, parlando di un dato episodio, si finisce per discutere di altro. Riflessioni e punti vista nascono così, dal confronto.

Ed è quanto accaduto qualche giorno fa con la videointervista (sul canale LinkedIn di Smart Marketing) che io e Raffaello Castellano abbiamo fatto, per la nostra rubrica video “Incontri ravvicinati”, a Filippo Giustini, design strategist e founder di Marketing Toys e Gaia Provvedi, marketing advisor e business designer per la stessa agenzia. Un’intervista nata dal caso del momento, ossia quello del lancio della campagna del Ministero del Turismo “Open to Meraviglia” per promuovere l’Italia nel mondo e che ha come oggetto una virtual influencer ispirata alla Venere di Botticelli.

Scopri il nuovo numero: “Travel Marketing”

Mai come in questo periodo, per via della campagna “Open to Meraviglia”, si sente parlare di marketing e turismo. E, quest’ultimo, è certamente uno di quei settori che ha maggiormente subito gli effetti della pandemia e che rappresenta un asset molto importante per il nostro Paese.

Presupponendo che a distanza di giorni dal lancio sai già tutto a riguardo, senza scendere nei particolari “Open to Meraviglia” è la campagna realizzata dalla nota società Armando Testa che da subito è diventata un argomento virale (forse suo malgrado, anche se hanno cercato di vendercela diversamente) su diversi social network, ma non solo, per via delle criticità tecniche dal punto di vista del marketing, oltre che per i controversi aspetti estetici della stessa.

La scelta su chi intervistare è stata pressoché “semplice”: uno degli aspetti più contestati è stato proprio la mancata registrazione ufficiale del dominio opentomeraviglia.it che, invece, è stato prontamente registrato da Marketing Toys, in un modo che è già parte della storia.

Quindi, il tema dell’intervista era il caso della Venere influencer, gli interlocutori avevano il volto e la voce di quelli di Marketing Toys, e con Raffaello ci eravamo preparati su quanto era emerso sulla campagna dal punto di vista tecnico, e di “costume”, per fare un punto ed approfondire i vari aspetti, fuori dallo shitstorm di cui è stata comunque oggetto la campagna.

L’abbiamo preparata così e così l’abbiamo incominciata. Poi, come detto, l’intervista ha preso una direzione diversa. Invece di dirigerci verso la riva – la campagna – siamo stati lungo la costa. La campagna è sempre stata lì, come un faro, a ricordarci dove eravamo diretti, ma ci siamo ritrovati ad avere un altro tipo di andamento, di navigazione: più laterale e meno verticale.

E quindi abbiamo parlato di etica dei social e del giornalismo, di strategia, dell’importanza della formazione, di shitstorm sui social e di molto altro ancora. Insomma, è venuta fuori un’intervista che nessuno si aspettava e dalla quale abbiamo tutti imparato qualcosa.

Non aggiungo altro. La trovi qui di seguito. E, se ti va, fammi sapere cosa ne pensi.

Ti è piaciuto? Hai qualche riflessione da condividere? Fammelo sapere nei commenti. Rispondo sempre.
Rimaniamo in contatto: www.linkedin.com/in/ivanzorico

SmakNews_Smart_Marketing_logo_SResta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione.