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Be a Meraviglia: un progetto di marketing per innovare il turismo italiano

Smart Marketing – Mensile di Comunicazione Marketing e Social Media è felice di essere media partner dell’iniziativa “Be a Meraviglia”, l’originale challenge ideata e promossa da Marketing Toys in collaborazione con Beople.

Vi ricordate la campagna “Open to Meraviglia” del Ministero del Turismo e del dominio acquistato da Marketing Toys che tanto scalpore ha fatto un po’ di tempo fa?

Che fine hanno fatto campagna e dominio?

Diciamo subito che mentre la campagna “Open to Meraviglia” del Ministero del Turismo sembra svanire nell’oblio, il dominio omonimo, opentomeraviglia.it, è tutt’altro che inattivo. Invece di andare in vacanza, grazie ad una felice intuizione di Marketing Toys, questo dominio è diventato il cuore pulsante di un’iniziativa straordinaria che sta cambiando il volto del turismo italiano, una trasformazione che è iniziata quando il Ministero ha rifiutato, più volte, di accettare il dominio persino gratuitamente.

Infatti, dopo diversi tentativi di cedere il dominio al Ministero senza successo, il team di Marketing Toys ha deciso di intraprendere un viaggio tutto suo per sostenere i piccoli e medi operatori turistici. Il progetto “Be a Meraviglia” è la risposta audace a questa sfida, mirando a scoprire nuove opportunità e adottare le migliori pratiche per i professionisti del settore. L’obiettivo è aprire le porte a una visione nuova, originale e sostenibile del turismo Made in Italy.

Le prime adesioni alla call di presentazione tenutasi a luglio hanno superato ogni aspettativa, e il traffico sul dominio ha visto picchi di accesso triplicati negli ultimi giorni. Questo rinnovato interesse testimonia l’entusiasmo degli utenti verso l’iniziativa e le attuali questioni legate alla campagna del Ministero.

Nell'immagine Gaia Provvedi e Filippo Giustini fondatori di Marketing Toys - Smart Marketing
Gaia Provvedi e Filippo Giustini fondatori di Marketing Toys.

Gaia Provvedi, co-founder di Marketing Toys, ha condiviso le sue riflessioni: “La grande attenzione delle ultime settimane sulla campagna del Ministero ma più in generale sul turismo italiano ci confermano che è sempre più necessario trovare delle strade alternative e innovative per supportare il turismo del nostro Paese. Be e Meraviglia mette insieme le competenze degli operatori turistici e quelli del marketing, con uno scambio di competenze che mira a individuare le criticità più grandi del settore, proponendo soluzioni concrete, efficaci e condivise.”

Il progetto “Be a Meraviglia”, sviluppato in collaborazione con Beople, è un hackathon virtuale progettato per guidare gli operatori turistici nella creazione di idee e progetti mirati a promuovere il territorio e il turismo sostenibile. Durante la fase iniziale di onboarding, i partecipanti si uniranno in team e parteciperanno a due sessioni di workshop. Durante queste sessioni, identificheranno e mapparanno gli asset territoriali e le sfide che intendono affrontare, come il cambiamento climatico o le nuove esigenze dei turisti. L’obiettivo finale è sviluppare soluzioni concrete per attrarre visitatori e creare esperienze innovative, fornendo agli operatori del settore uno strumento pratico per il miglioramento continuo.

La consegna dei progetti è prevista per l’autunno, e il progetto vincitore riceverà un premio speciale. La sfida è aperta anche a potenziali sponsor desiderosi di contribuire all’iniziativa, e l’intero ricavato, al netto dei costi operativi, sarà devoluto a sostegno dei territori alluvionati dell’Emilia-Romagna.

Professionisti, agenzie e studenti che desiderano partecipare e mettersi alla prova in progetti di business design e innovazione nel settore turistico hanno la possibilità di farlo. Gli operatori pubblici e gli studenti possono partecipare gratuitamente, mentre per gli operatori privati e i professionisti è previsto un contributo.

Nell'immagine lo studio di Marketing Toys nel Mugello a pochi km da Firenze - Smart Marketing
Lo studio di Marketing Toys nel Mugello a pochi km da Firenze.

Unisciti a questa iniziativa che sta plasmando il futuro del turismo italiano. Se desideri partecipare attivamente alla challenge o supportarla come media partner e sponsor, visita il sito: www.beameraviglia.it

Il turismo italiano sta vivendo una rinascita grazie a progetti come “Be a Meraviglia”, che dimostrano come il marketing e la collaborazione possano aprire nuove strade per il settore, trasformandolo in una destinazione sempre più affascinante per i visitatori di tutto il mondo.

Il team di Marketing Toys opera da più di 15 anni in modalità full remote, con una base operativa a Marchisoro HUB, in una ex-cantina all’interno di una colonica immersa nel verde in Mugello a pochi km da Firenze. Abbiamo costruito intorno a noi una rete di partner e professionisti legati dalla stessa visione di business, con esperienze specifiche in ambito marketing, digital, tech. Ogni progetto viene impostato a livello di strategia e analisi da Gaia e Filippo, che tracciano la mappa e la rotta di crescita del business del cliente; dopo la definizione della strategia vengono coordinati i team di lavoro a livello operativo, per ciascuno degli strumenti e canali di comunicazione individuati. Dal web & brand design, alle campagne Adv, al content marketing  alla data Analysis, fino ad implementazioni tecniche avanzate che integrano AI e nuove tecnologie. Marketing Toys si occupa di consulenza strategica di marketing applicando metodologie di Design Thinking e Business design con attenzione particolare a progetti benefit; supporta professionisti, aziende ed organizzazioni a innovare i propri modelli di business, a migliorare la proposta di valore in chiave etica e sostenibile.
Beople è la prima azienda in Italia specializzata in Business Design. Ma è soprattutto un team di Persone che credono nel potere del design per creare impatti positivi nel mondo. Da oltre 10 anni porta avanti un’idea di Innovazione efficiente, sostenibile e responsabile. Lavorando con imprese e organizzazioni: da piccole realtà attive nel sociale a grandi gruppi internazionali. Divulgando con passione il potere del Business Design: oltre 15 libri di rilevanza internazionale curati sino ad oggi.



La formula di Schwarzenegger per il successo: coraggio, volontà ma “anche” gli strumenti giusti

In questi giorni impazza su TV, social network e billboard il nuovo spot della catena di supermercati Lidl per la sua linea di attrezzi “PARKSIDE”, che vede testimonial il granitico Arnold Schwarzenegger, perfetto interprete del noto claim dell’iniziativa “Puoi farcela con Parkside!“.

La scelta della nota star di Hollywood, non a caso soprannominata la “Quercia austriaca”, non è certamente casuale, sia da un punto di vista metaforico che pratico; Schwarzenegger, infatti, poco dopo essere approdato negli Stati Uniti, aveva anche messo in piedi alla fine degli anni Sessanta un’attività edile  insieme all’amico Franco Columbu, un culturista sardo vincitore di due Mister Olympia nel 1976 e nel 1981.

Nata nel 1968, l’impresa edile fiorì grazie al marketing e all’improvvisa crescita della domanda che seguì al terremoto di Los Angeles del 1971.

Quindi Arnold con il fai da te e il lavoro manuale ha sempre avuto dimestichezza e il divertente e metaforico spot di Lidl non fa che sottolineare questa filosofia, “Il motto ‘Puoi farcela’ descrive appieno la mia filosofia”, ha dichiarato l’attore, “Per farcela devi credere in te stesso ed è proprio per questo che sono un fan di Parkside”.

Ma veniamo all’analisi dello spot che vede Arnold Schwarzenegger nelle vesti di un coach e motivatore che racconta che per farcela nella vita bisogna avere coraggio e forza di volontà, ma anche gli “strumenti” giusti, che ovviamente sono quelli della Parkside.

Lo spot è divertente e pieno di ironia, oltre che caratterizzato da uno spiccato gusto citazionista: alcuni riferimenti cinematografici ai film interpretati dall’attore sono palesi, come la citazione a “Terminator” quando, attraverso gli occhiali da sole, Schwarzenegger scannerizza la strumentazione su di un pannello per trovare l’utensile giusto da utilizzare, o altri come il racconto motivazionale ai bambini, che richiama una scena simile del film “Un poliziotto alle elementari” del 1990, di Ivan Reitman, più difficili da individuare.

Nell'immagine Arnold Schwarzenegger in una scena dello spot Parkside di Lidl - Smart Marketing

Christoph Pohl, amministratore delegato acquisti di Lidl International, in una nota stampa ha spiegato il perché della scelta di Schwarzenegger come testimonial: “Grazie a uno sviluppo costante di Parkside nel corso degli ultimi anni siamo riusciti a creare un brand molto apprezzato dai clienti, espressione di elevate prestazioni e design accattivante, offerti a un imbattibile rapporto qualità-prezzo. Siamo orgogliosi di avere Arnold Schwarzenegger al nostro fianco in questa campagna: è un uomo d’azione, autentico, determinato e con i piedi per terra, che incarna perfettamente l’immagine del brand”.

Detto fra noi che ci occupiamo di marketing e comunicazione e siamo appassionati di cinema, a me questo spot, arrivato alla fine dell’estate e prima della ripresa di settembre, rappresenta un vero e proprio discorso motivazionale pieno di coraggio e senso pratico con un messaggio importante: per ottenere risultati nel proprio lavoro, oltre al coraggio e alla volontà, ci vogliono gli “strumenti” giusti, perchè, per quanto noi possiamo essere determinati e motivati, per fare un buco in una parete avremo comunque bisogno di un trapano.

Un messaggio per niente banale, se pensiamo che nelle ultime settimane sulle riviste “specializzate” e sui social professionali come LinkedIn la notizia che ha tenuto più banco è stata quella relativa a Giulia Pedretti, la giovanissima imprenditrice 27enne alla guida di un’azienda milionaria e assurta a esempio di modello per tutti quei giovanissimi 20/25enni italiani scansafatiche e demotivati.

Peccato che, scavando più a fondo, alcuni colleghi giornalisti hanno dimostrato che non solo Giulia Pedretti è figlia di una famiglia facoltosa, ma anche che famiglia e figlia dirigono aziende nel medesimo settore e che questo la dice lunga su quelle “opportunità” che non sono assolutamente ordinarie ma spacciate per tali da una narrazione tossica che vuole perorare a tutti i costi il primato della volontà.

Nell'immagine Arnold Schwarzenegger sul billboard della campagna Parkside di Lidl - Smart Marketing

Quindi abbasso la narrazione del self-made man/woman un tanto al chilo propinatoci dallo storytelling dopato dell’ennesimo magazine del settore e viva il buon vecchio zio Arnold che a 76 anni suonati, lui che diventò davvero milionario con il duro lavoro, la disciplina e un incredibile fiuto per gli affari prima di diventare una star di hollywood che, molto più umilmente e con saggezza, ci dice molto più prosaicamente che per farcela ci vogliono “anche” gli strumenti giusti:

“Sono qui per parlare dei miei strumenti di successo. Tutto quello che ho costruito è perché avevo il potere nel palmo delle mie mani”.




La Copertina d’Artista – Un nuovo equilibrio

Una ragazza in shorts e magliettina cerca di tenersi in equilibrio su una pila di grandi pietre lisce e piatte come quelle dei Giardini Zen. Una scena resa ancora più suggestiva dalla sua ambientazione: siamo al mare, al tramonto o forse è l’alba, e questa precaria costruzione di pietre, carne, ritmo e tempo è lambita dalle onde spumeggianti delle marea.

Ecco come l’AI generativa artistica ha immaginato il concetto di questo numero di Smart Marketing: Un nuovo equilibrio.

Questa volta, come molti di voi avranno intuito guardano il logo, non ho usato Dream di Wombo AI ma “Imagine” di Vyro, e la resa della copertina, mano a mano che imparerò ad usare lo strumento, sono sicuro migliorerà sempre più.

Nell’era in cui la creatività umana si fonde in modo straordinario con il potere delle Intelligenze Artificiali, un nuovo capitolo nell’evoluzione dell’arte sta prendendo forma. È un capitolo in cui l’innovazione tecnologica si intreccia con la sensibilità umana, dando vita a opere d’arte che sfidano le convenzioni e aprono la strada a un nuovo modo di percepire il mondo. Questo capitolo trova una delle sue espressioni più eloquenti nella Copertina d’Artista di questo numero di Smart Marketing, un’affascinante creazione generata da AI Imagine, che si erge come simbolo tangibile del tema di questo numero: “Un nuovo equilibrio”.

GLOSSARIO

Comportati come un esperto divulgatore di tematiche legate all’Intelligenza artificiale generativa e scrivimi un breve testo che spieghi cosa sono e a che servono i “Tokens”.
Usa un linguaggio semplice e non specialistico ma che sia scientificamente corretto e non banale e scrivimi un testo di massimo 800 caratteri spazi compresi.

(Ho chiesto ad una di esse, ChatGPT (3,5), di scrivermi una definizione di 800 battute, spazi compresi: ecco la sua risposta)

 

I “Tokens” nell’Intelligenza Artificiale Generativa svolgono un ruolo fondamentale nell’elaborazione del linguaggio naturale da parte delle macchine. Pensali come mattoncini di parole o segni di punteggiatura che costituiscono la base della comunicazione delle macchine.

In poche parole, ogni parola, spazio o simbolo di punteggiatura è considerato un token. Questi tokens vengono utilizzati dall’IA per comprendere e generare testi. Quindi, quando si tratta di comunicare con un modello di linguaggio basato sull’IA, i tokens fungono da blocchi di costruzione essenziali. Immagina di fornire a un robot delle istruzioni per costruire una frase utilizzando mattoncini; ogni mattoncino rappresenta un token e l’insieme di questi mattoncini forma la tua frase.

La quantità di tokens in un testo influisce sulla complessità e sulla ricchezza delle informazioni che l’IA può elaborare. Più tokens sono disponibili, più dettagliata e articolata può essere la risposta dell’IA. Tuttavia, è importante notare che l’uso di un numero elevato di tokens richiede maggiori risorse computazionali e tempo di elaborazione.

Quindi, per riassumere, i “Tokens” nell’Intelligenza Artificiale Generativa sono i componenti di base del linguaggio naturale che consentono alle macchine di comprendere e generare testi. Più tokens significano maggiore complessità e dettaglio, ma richiedono anche più risorse computazionali. Sono come gli ingredienti fondamentali per creare il linguaggio artificiale delle macchine.

Le AI generative di ultima generazione sono strumenti straordinari e artisti farebbero bene ad utilizzarli nel loro processo creativo, utilizzando i loro risultati come una sorta di appunti visuali, suggerimenti creativi, che poi gli artisti possono migliorare con la loro manualità, il loro mestiere, la loro esperienza.

Indietro non si torna, il progresso avanza e il futuro che sta disegnando questa terza rivoluzione delle Intelligenze Artificiali, trainata, soprattutto, dalle reti neurali, il machine learning e il deep learning ci sta mostrando il potenziale, fino ad ora solo “promesso”, delle AI; a noi la decisione ultima: subire questa rivoluzione tecnologica o comprenderla e cercare di addomesticarla per i nostri fini.

Nell'immagine la Copertina d'Artista di Agosto 2023 intitolata "Un nuovo equilibrio" - Smart Marketing
La Copertina d’Artista di Agosto 2023 intitolata “Un nuovo equilibrio”.

Per generare l’immagine di questa Copertina d’Artista, nello specifico, ho utilizzato:

DREAM SOURCE
Imagine by Vyro

DREAM STYLE
Realistic

PROMPT
“Create a visually captivating artwork capturing the theme “A New Balance” for the cover of Smart Marketing magazine. Explore the work-life balance as individuals transition back to their work routines after the summer break. The artwork should prominently feature a balance scale, symbolizing equilibrium. Avoid using any textual elements in the image. Let the imagery convey the concept.”

(Crea un’opera d’arte visivamente accattivante che catturi il tema “Un nuovo equilibrio” per la copertina della rivista Smart Marketing. Esplora l’equilibrio tra lavoro e vita privata mentre le persone ritornano alla routine lavorativa dopo la pausa estiva. L’opera d’arte dovrebbe presentare in modo prominente una scala di equilibrio, che simboleggia l’equilibrio. Evita di utilizzare elementi testuali nell’immagine. Lascia che le immagini trasmettano il concetto.)

Scopri il nuovo numero: “Un nuovo equilibrio”

Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.

Come al solito, fateci sapere se il risultato vi piace e se vi è venuta voglia di cominciare ad usare AI generative artistiche come questa.

Noi ci vediamo il prossimo mese con una nuova Copertina d’Artista e con altre curiosità e consigli sull’uso delle AI generative artistiche.




Un nuovo equilibrio – L’editoriale di Raffaello Castellano

Nell'immagine Raffaello Castellano Direttore responsabile del mensile Smart MarketingCi siamo!

Come cantavano i Righeira una trentina di anni fa, “L’estate sta finendo e un anno se ne va. Sto diventando grande lo sai che non mi va. In spiaggia di ombrelloni non ce ne sono più. È il solito rituale… ”, ovviamente, la canzone era dedicata ad un amore estivo destinato a finire, ma credo che il discorso si possa ampliare anche al nostro ritorno alla routine.

Che bella parola “routine”!

L’etimologia, come ci ricorda il sito della Treccani, viene dal francese “route” ossia strada e la prima definizione è particolarmente indicativa del reale significato di questa parola, che spesso associamo alla noia.

Infatti la Treccani ci dice che:
f., fr. [der. di route «strada»]. – 1. Pratica, esperienza (abilità che si è acquistata per mezzo dell’esperienza e non attraverso le regole e lo studio). […]

Quindi tornare alla routine vuol dire tornare a percorrere quella “strada” che ci permette di raggiungere un sapere fatto di esperienza e pratica che ci porta all’eccellenza.

Mi è sempre piaciuto esplorare il significato e l’origine delle parole, si scoprono sempre cose interessanti, se non proprio entusiasmanti, come l’esempio a cui ho appena accennato.

Chi l’avrebbe detto che la routine è una parola positiva?

Certamente in pochi, negli ultimi anni tornare al lavoro (e nelle nostre case di residenza) dopo le ferie è quasi sinonimo di tornare in prigione. Ora, non voglio fare come quelli che ci raccontano la favoletta che “se fai il lavoro che ti piace, non lavorerai un giorno della tua vita”, credo, molto più onestamente, che ognuno di noi dovrebbe svolgere al meglio il lavoro che ha, fare bene il proprio lavoro non è una cosa affatto scontata e, nel nostro paese, ahimè, anche abbastanza rara.

Nell'immagine la Copertina d'Artista di Agosto 2023 intitolata "Un nuovo equilibrio" - Smart Marketing
La Copertina d’Artista di Agosto 2023 intitolata “Un nuovo equilibrio”.

Forse, e dico forse, il vero segreto per la felicità e per ritrovare un nuovo equilibrio non è per forza trovare il lavoro o svolgere il compito che ci piace, ma è farci piacere il lavoro e il compito che abbiamo.

Ma poi il vero problema, ops scusate, la vera difficoltà non è tanto la ricerca della felicità, che, come ci ha definitivamente insegnato Paul Watzlawick nel suo provocatorio “Istruzioni per rendersi infelici”, è in realtà a portata di mano ed anzi già ampiamente presente nelle nostre vite, ma è capire quanto siano limitate, in termini di tempo, le nostre vite.

Perché, se poniamo una vita media di 80 anni, avremo poco più di 4000 settimane da investire in quello che davvero ci interessa, ci da gioia e ci arreca benefici.

Quindi, voi capite che la risorsa più preziosa che abbiamo non è il nostro conto in banca, né la nostra macchina in garage e neanche la casa in cui viviamo, ma è proprio il tempo che ci è dato da vivere.

Scopri il nuovo numero: “Un nuovo equilibrio”

Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.

E qui torniamo alla routine e chiudiamo il cerchio.

Credo che scegliere attentamente la propria routine, rivoluzionarla o cambiarla, se necessario, per esplorare nuove strade da percorrere, è il primo passo che dobbiamo compiere se davvero vogliamo raggiungere “un nuovo equilibrio”, che poi è il tema, ed insieme l’augurio, di questo numero del nostro magazine.

E dopo un editoriale così “ispirato”, non potevo lasciarvi senza la mia solita citazione, questa volta la prendo in prestito dal grande scrittore e speaker motivazionale statunitense Zig Ziglar:

“La mancanza di direzione, non la mancanza di tempo, è il problema. Abbiamo tutti ventiquattro ore al giorno”.

Buon ritorno alla vostra “routine” e buona lettura a tutti voi.
Raffaello Castellano

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Le “Lezioni americane di Calvino”: 5 sfide per il presente e il futuro della comunicazione

Per il terzo anno consecutivo, anche nel 2023 voglio proporvi un libro al mese, forse due, per raccontare chi siamo, da dove veniamo, dove vorremmo andare e come ci vogliamo arrivare. Perché la lettura può essere svago, intrattenimento, ma anche un valido esercizio per imparare a pensare e sviluppare una certa idea del mondo.

 

Un libro al mese, in piccole schede, in poche battute, per decidere se vale la pena comprarlo e soprattutto leggerlo. Perché la lettura, come diceva Woody Allen, è anche un esercizio di legittima difesa.

Ci sono libri che inseguiamo per anni, prima di comprarli e leggerli, sia perché non siamo convinti, sia perché non ci sentiamo pronti, sia perché procrastiniamo sempre, soprattutto gli appuntamenti importanti.

Il mio approccio alle “Lezioni americane” di Italo Calvino è stato uno di questi casi. Ho rimandato spesso l’appuntamento con questo libro, e poi, quando finalmente l’ho preso, era diverso da come me lo aspettavo e dall’idea che me ne ero fatto.

Più complesso, ma anche più interessante, diverso da quello che mi aspettavo, un libro che, proprio come un classico, e come direbbe il suo autore, non ha ancora smesso di dire ciò che ha da dire.

In questo articolo di “Un libro al mese”, voglio celebrare il centenario dalla nascita di uno dei grandi maestri della letteratura italiana, Italo Calvino, esplorando il suo ultimo capolavoro “Lezioni americane”, approfondendo le sue cinque lezioni fondamentali: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità, e cercando di capire come possiamo applicarle al mondo della comunicazione e della scrittura nel ventunesimo secolo.

*Leggerezza*

Cominciamo con la “leggerezza.” Calvino ci invita a considerare la leggerezza come la capacità di affrontare il mondo senza pregiudizi. Nella comunicazione, questo significa abbracciare idee innovative e adottare un approccio aperto. Nel mondo digitale di oggi, dovremmo essere aperti all’adattamento costante alle nuove tendenze e tecnologie, senza essere vincolati da vecchi schemi mentali.

*Rapidità*

Passiamo ora alla “rapidità”. Per Calvino, la rapidità consiste nell’arte di catturare l’attenzione del lettore e comunicare messaggi efficaci in un mondo sempre più frenetico. Nel campo della comunicazione contemporanea, chiarezza e concisione sono essenziali. La nostra sfida è comunicare in modo efficace senza appesantire il messaggio, poiché la rapidità è la chiave per conquistare il pubblico moderno.

Scopri il nuovo numero: “Un nuovo equilibrio”

Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.

*Esattezza*

La “esattezza” è un’altra lezione preziosa di Calvino. Per i professionisti della comunicazione, ciò significa fornire informazioni precise e attendibili. In un’era in cui la disinformazione è diffusa, la nostra responsabilità è garantire la veridicità dei contenuti che condividiamo. L’esattezza è fondamentale per costruire la fiducia con il pubblico.

*Visibilità*

Arriviamo alla “visibilità”. Calvino ci insegna che dobbiamo trovare un equilibrio tra essere visibili come professionisti della comunicazione e dare spazio al messaggio stesso. Nel mondo dei social media, è facile cadere nella trappola della self-promotion. Tuttavia, dobbiamo concentrarci sulla qualità dei contenuti e sulla loro risonanza con il pubblico. La nostra visibilità dovrebbe servire a diffondere messaggi di valore.

*Molteplicità*

Infine, esploriamo la “molteplicità”. Questa lezione di Calvino ci invita a considerare la diversità e la complessità del mondo. Nella comunicazione contemporanea, dovremmo abbracciare la molteplicità di prospettive e punti di vista. La diversità arricchisce la nostra comunicazione e ci aiuta a raggiungere un pubblico più ampio e variegato.

Nell'immagine la copertina del libro "Lezioni americane" di Italo Calvino - Smart Marketing
Lezioni americane
Sei proposte per il prossimo millennio

Autore: Italo Calvino

Editore: Mondadori (collana Oscar)

Anno: ottobre 2022

Pagine: 204

Isbn: 9788804772101

Prezzo: € 13,00

 

Perché dovremmo leggere le “Lezioni americane” di Italo Calvino?

Le “Lezioni americane” sono una guida preziosa per i professionisti della comunicazione e della scrittura. La leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità sono principi che possiamo applicare alle sfide e alle opportunità del ventunesimo secolo. La maniera migliore per celebrare il centenario di Calvino, è quella di continuare a imparare dalle sue parole e a trasformarle in azioni concrete che ci rendano comunicatori migliori.




La Copertina d’Artista – Fenomeno Barbie

Una Margot Robbie bellissima ed intensa ci guarda dalla Copertina d’Artista di questo numero dedicato al “Fenomeno Barbie”.

Abbagliati dalla sua bellezza, per un attimo siamo propensi a  pensare che sia in carne ed ossa, ma qualcosa tradisce il suo essere artificiale: la fissità dello sguardo, l’occhio vitreo, l’innaturale lucentezza della pelle, la corposità dei capelli, colpiscono quasi subito i nostri sensi e, benché ci mettiamo un po’ a capirlo, ora sappiamo che ci troviamo davanti ad una bambola.

Una bambola estremamente realistica, tanto da sembrare davvero Margot Robbie, magari con qualche filtro Instagram di troppo.

Una bambola che tra l’altro sembra essere ancora nella sua confezione originale, alcuni indizi come lo sfondo stellato e il grosso elemento decorativo sulla sua spalla sinistra ci spingono a considerare questa possibilità.

GLOSSARIO

Che cos’è il deep learning e perché è diventato così importante per le Intelligenze Artificiali?

(Ho chiesto ad una di esse, Pizza GPT, di scrivermi una definizione di 800 battute, spazi compresi: ecco la sua risposta)

Il deep learning è una tecnica di apprendimento automatico basata su reti neurali artificiali profonde. Queste reti sono composte da numerosi livelli di neuroni interconnessi che lavorano insieme per elaborare i dati in modo simile al cervello umano.

Il deep learning è diventato importante per le intelligenze artificiali perché ha dimostrato notevoli risultati in diverse applicazioni. Grazie alla sua capacità di apprendimento automatico tramite l’analisi di grandi quantità di dati, il deep learning ha permesso alle intelligenze artificiali di compiere progressi significativi in vari campi come il riconoscimento vocale, la traduzione automatica, la diagnosi medica e molto altro.

Inoltre, il deep learning può apprendere da dati non strutturati, come immagini, testi o suoni, rendendo possibile l’elaborazione di informazioni complesse provenienti da diverse fonti. Questo ha aperto nuove opportunità per le intelligenze artificiali per svolgere compiti che erano in passato riservati all’intelligenza umana.

Infine, il deep learning si basa sulla capacità delle reti neurali artificiali di adattarsi e migliorare autonomamente nel tempo. Ciò rende possibile l’autoapprendimento delle intelligenze artificiali, offrendo loro la possibilità di affrontare nuove sfide e adattarsi a nuovi dati senza la necessità di una ri-programmazione completa. Questa flessibilità e capacità di miglioramento continuo rendono il deep learning uno strumento essenziale per le intelligenze artificiali moderne.

Ma non ho usato il termine “artificiale” così alla leggera, infatti, come i nostri lettori più fedeli avranno intuito, anche quest’ultima copertina, come tutte quelle di quest’anno, è stata realizzata con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale Generativa, nello specifico DREAM di Wombo.AI.

Questa volta il risultato è davvero eccezionale, sia per creatività che per originalità; l’AI ha preso elementi del film di Greta Gerwig, le sembianze dell’attrice protagonista Margot Robbie, ma anche molte caratteristiche della più famosa fashion doll di sempre combinandoli in un riuscito mix che tiene in equilibrio tutti gli elementi.

Nell'Immagine la Copertina d'Artista del n° 111 di Smart Marketing: "Fenomeno Barbie" - Smart Marketing
La Copertina d’Artista del n° 111 di Smart Marketing: “Fenomeno Barbie”.

Come successo già per la precedente Copertina d’Artista, anche questa volta ho usato un prompt più strutturato al posto di semplici parole chiave e, giunto alla 7° copertina, ancora mi meraviglio del risultato che queste AI generative riescono a realizzare e delle innumerevoli opportunità che ci offrono.

Per generare l’immagine di questa Copertina d’Artista, nello specifico, ho utilizzato:

DREAM SOURCE

Dream by WOMBO

DREAM STYLE

Dreamland v2

PROMPT 

“Create a captivating cover for a monthly marketing and communication magazine centered around the theme “barbie phenomenon”, drawing inspiration from greta gerwig’s barbie film featuring margot robbie and pop art. The cover must convey the essence of Barbie’s influence and reflect pop art aesthetics, using only visuals without any text.”

(Crea una copertina accattivante per una rivista mensile di marketing e comunicazione incentrata sul tema “Fenomeno Barbie”, traendo ispirazione dal film Barbie di Greta Gerwig con Margot Robbie e dalla Pop art. La copertina deve trasmettere l’essenza di Barbie e riflettere l’estetica della Pop art, utilizza solo elementi visivi senza alcun testo.)

Scopri il nuovo numero: “Fenomeno Barbie”

Tutto si è colorato letteralmente di rosa, il film Barbie è ormai un fenomeno. Un esempio di come un ottimo prodotto, affiancato da un ottimo marketing, può fare la differenza.

Come al solito, fateci sapere se il risultato vi piace e se vi è venuta voglia di cominciare ad usare AI generative artistiche come questa.

Noi ci vediamo il prossimo mese con una nuova Copertina d’Artista e con altre curiosità e consigli sull’uso delle AI generative artistiche.




Fenomeno Barbie – L’editoriale di Raffaello Castellano

Nell'immagine Raffaello Castellano Direttore responsabile del mensile Smart MarketingQuesto mese di luglio del 2023 passerà alla storia per almeno due motivi: il primo è perché è stato il luglio più caldo di sempre, o almeno da quando esistono le misurazioni storiche, il secondo è perché il 20 Luglio è uscito nelle sale italiane il film Barbie della regista Greta Gerwig con Margot Robbie e Ryan Gosling.

Se sul primo motivo – il caldo asfissiante – c’è poco da dire, visti gli ultimi 20 anni di ripetuti ed inascoltati allarmi da parte della comunità scientifica, sul secondo invece ci sarebbe da aprire un dibattito e scrivere almeno un paio di libri.

Dal 20 luglio, infatti, il mondo, non solo cinematografico, si è tinto di rosa, complice non solo un film che obiettivamente è molto riuscito e che interroga direttamente i nostri bambini interiori, ma anche grazie ad una campagna promozionale omnicanale che ha calamitato l’attenzione dei media e del pubblico, che ha preso d’assalto i botteghini di tutto il mondo.

Ora, è inutile dire che i mesi estivi, soprattutto se caldissimi come quelli di quest’anno, non sono proprio ideali per andare al cinema, ed infatti le grosse major hanno sempre snobbato le uscite estive dei loro blockbuster, almeno fino ai primi anni dieci del 2000, quando, complice la concorrenza, sempre più agguerrita, delle piattaforme di streaming, non si è deciso per una destagionalizzazione delle uscite cinematografiche stesse.

Tutto era pronto alla fine della seconda decade degli anni 2000, ma poi come sappiamo è arrivato il Covid19 e tutto si è fermato per almeno 3 anni buoni. Questo 2023 rappresenta infatti il primo vero anno per la sperimentazione estiva, ed in effetti le grandi major americane hanno programmato l’uscita di un filotto di grandi ed attesissimi film, tra cui Indiana Jones e il quadrante del destino (28 e 30 giugno), Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno (12 luglio), Oppenheimer (dal 19 luglio al 30 agosto) e appunto Barbie (20 e 21 luglio).

La concorrenza, soprattutto per il mercato statunitense, era davvero agguerrita, particolarmente fra Oppenheimer e Barbie, che lì sono usciti a distanza di un giorno, e la loro promozione è stata così capillare e massiccia da aver addirittura coniato un neologismo per definire questo doppio fenomeno: Barbenheimer.

Mentre finisco di scrivere questo editoriale, una breve dell’ANSA mi informa che i due film hanno incassato più di 1 miliardo di dollari a livello mondiale.

Ma torniamo a Barbie, argomento di questo numero di Smart Marketing (visto che noi italiani dovremo aspettare il 23 agosto per vedere Oppenheimer); la promozione di questo blockbuster non solo è stata da manuale e, come si è detto, omnicanale e onnipresente, ma è cominciata con larghissimo anticipo. Il primo teaser infatti è stato pubblicato il 16 dicembre 2022, mentre il tour mondiale è partito il 12 giugno 2023 in otto città: Los Angeles, New York, Toronto, Sydney, Seul, Città del Messico, Londra e Berlino (ma qualcosa è stata fatta anche a Milano e Roma), con eventi correlati da esperienze interattive, servizi fotografici, specialità gastronomiche e musica, tutto a tema Barbie.

Oltre agli immancabili social, Barbie sarà ricordato anche come il film più social di sempre, perfino il motore di ricerca di Google è stato utilizzato per promuovere la pellicola: digitando le parole chiave Barbie, Greta Gerwig, Margot Robbie e Ryan Gosling la pagina dei risultati si tinge di rosa con un’esplosione di tante stelline.

Scopri il nuovo numero: “Fenomeno Barbie”

Tutto si è colorato letteralmente di rosa, il film Barbie è ormai un fenomeno. Un esempio di come un ottimo prodotto, affiancato da un ottimo marketing, può fare la differenza.

Tutta questa promozione ha dato i suoi frutti ed infatti il pubblico, come si è detto, ha risposto positivamente, riempendo, per la prima volta dopo il Covid19, le sale di tutto il mondo e dimostrando che quando c’è una buona proposta ed il marketing è fatto bene i risultati ci sono e sono eccezionali.

Noi di Smart Marketing, e in particolare il sottoscritto, da sempre appassionati di cinema e marketing, non potevamo lasciarci scappare l’occasione per parlare di questo film e di questo fenomeno e il numero che state leggendo raccoglie gli articoli dei nostri contributor sul film e sulla bambola più famosa del mondo.

Come al solito vi auguro buona lettura, buone vacanze e tanti buoni film, ovviamente al cinema.

Raffaello Castellano



E se l’apparenza non fosse superficiale? Barbie, oltre il rosa c’è di più!

Cosa ci può raccontare un film su una bambola che abbia una qualche utilità per il mondo in cui viviamo?

Sembra un interrogativo futile se non addirittura mal posto, se non fosse che dal 20 Luglio 2023 è uscito un film, anzi un blockbuster, che, raccontandoci il mondo di plastica di Barbie e Ken, ha sbaragliato tutte le nostre certezze oltre che i botteghini dei cinema di tutto il mondo come non capitava da prima del Covid19 e forse, a detta di molti esercenti, da almeno 20 anni..

Barbie di Greta Gerwig nel primo fine settimana di programmazione ha incassato solo negli USA 155 milioni di dollari e nelle previsioni dovrebbe dominare le prossime due settimane con incassi da capogiro in tutto il mondo.

Ma cosa ha reso questo film uno dei titoli più attesi di questa incredibile e inusuale stagione cinematografica estiva?

I fattori sono molteplici: innanzitutto quello che ha contribuito allo strepitoso successo del lancio è stata una campagna marketing omnicanale, massiccia e capillare, che ha promosso la pellicola su qualunque device potessimo venire in contatto, ma il marketing, per quanto ben fatto, non spiega tutto, il film, checchè ne dicano i detrattori, funziona e ha una storia con importanti significati etici e un cast di stelle perfettamente a loro agio nei ruoli di bambole e bambolotti, con i quali quasi tutti noi da bambini siamo venuti in contatto.Nell'immagine una scena del film Barbie con Margot Robbie - Smart Marketing

Ed è proprio sulla nostalgia, sul suo significato etimologico (dal greco: nostos ritorno e algos dolore: il dolore del ritorno), che agisce questo film: fra gli spettatori del multisala in cui l’ho visto io le due generazioni di spettatori più numerose erano i Millennial e la Generazione Z, seguiti a ruota dalla Generazione X a cui appartengo.

Il trend della nostalgia è in forte ascesa da almeno una decina di anni, fra i motivi principali, degni di riflessione, due sono facilmente intuibili:

  1. la generazione dei Millennials è cresciuta e comincia, se non proprio a rimpiangere, quantomeno a ricordare, appunto con “nostalgia”, i momenti della sua infanzia;
  2. la generazione degli Zoomer è affascinata da un passato che non ha sperimentato direttamente ma che sta conoscendo attraverso film e serie TV che sono ispirate e/o ambientate negli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso.

Ma, come i lettori di Smart Marketing sanno bene, personalmente ho sempre promosso l’idea che un film abbia molteplici piani di lettura, dei quali voglio, in questa recensione, esplorarne alcuni prettamente cinematografici.

Cominciamo dalla genesi di questo film solo “apparentemente” frivolo, che è stata particolarmente lunga ed ha visto il cambio di tre case di produzione e di una dozzina fra registi e sceneggiatori, per non parlare dei produttori che si sono succeduti nel corso della genesi del film.

Basti pensare che il progetto iniziale di un film su Barbie risale al 2009, quando la Mattel strinse un accordo con la Universal Pictures che non produsse nulla, per passare nel 2014 alla Sony Pictures, che dopo 4 anni di lungaggini e cambi infiniti di sceneggiatori, registi e produttori passerà, nel 2018, il testimone alla Warner Bros, che nel 2019 confermerà Greta Gerwig e Noah Baumbach come sceneggiatori, Margot Robbie come protagonista e l’anno dopo Greta Gerwig come regista e Ryan Gosling nel ruolo di Ken.

Ora, per quei lettori che non lo sapessero, Greta Gerwig e soprattutto Noah Baumbach sono due sceneggiatori e registi che vengono dal cinema indipendente e impegnato statunitense che tanto piace ai critici cinematografici e almeno all’inizio, quando si seppe della loro partecipazione al film, negli ambienti si parlava addirittura di tradimento degli ideali impegnati.

Personalmente ho sempre pensato che un oggetto artistico o culturale, fosse un romanzo, un saggio, uno spettacolo teatrale, un concerto o ancora meglio un film, non dovesse essere giudicato né dalla storia che decide di raccontare né dalla sua presunta “leggerezza” e soprattutto che questo oggetto culturale, prima di esprimere su di esso un qualsiasi giudizio di valore, fosse quantomeno fruito.

Sono anni che discuto animatamente con mia madre (amante intransigente del cinema impegnato, meglio ancora se drammatico), che non concede neanche una possibilità di visione a quei film che, stando al suo pregiudizio, non ritiene degni. In questo modo però finisce con il perdersi tante buone occasioni per vedere dei film non solo diversi ma anche divertenti e, perché no, istruttivi.

Dal punto di vista strettamente cinematografico Barbie si presenta come un film solido, nel quale gli sceneggiatori si sono divertiti ad inserire molte citazioni di quei registi sui cui film sicuramente hanno studiato e formato il loro immaginario.

Le citazioni si sprecano, prima fra tutte quella molto riuscita dell’incipit del film, che ricostruisce con grande cura del dettaglio ma anche con spregiudicata ironia la famosa scena de “L’alba dell’uomo” di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, una scena tanto ben riuscita e divertente che è diventata anche il primo teaser del film ad essere diffuso.

Nell'immagine una scena delfilm Barbie con l'attrice Kate McKinnon, che impersona Barbie stramba - Smart Marketing
Una scena delfilm Barbie con l’attrice Kate McKinnon, che impersona Barbie stramba, che cita la fmaosa scena della pillola rossa pillola blu di Matrix.

Le citazioni continuano con riferimenti precisi e sovversivi a pellicole classiche come Matrix delle sorelle Wachowski ed all’immaginario dei film di Wes Anderson, ricreati nelle scene dei viaggi da Barbieland al mondo reale.

Ma il film cita anche le atmosfere, i colori e le scenografie di un grande classico come il “Mago di OZ” del 1939, diretto da Victor Fleming, con l’indimenticabile Judy Garland nei panni di Dorothy Gale.
Le similitudini fra Dorothy e Barbie sono innumerevoli e tutte da scoprire, prima fra tutte il topos del “viaggio dell’eroe”; entrambi i film ci propongono due eroine motivate ed entusiaste che intraprendono un viaggio di “scoperta” in un mondo nuovo e meraviglioso ma anche pieno di insidie e sfide da superare che alla fine gli farà capire chi sono e il posto che occupano nel mondo.

Il film inoltre, come si è detto da più parti, propone un messaggio di emancipazione e potere femminile abbastanza profondo ma non pedante che, a mio modo di vedere, arriva ancora meglio proprio in virtù del fatto di essere confezionato in una veste rosa shocking.

Scopri il nuovo numero: “Fenomeno Barbie”

Tutto si è colorato letteralmente di rosa, il film Barbie è ormai un fenomeno. Un esempio di come un ottimo prodotto, affiancato da un ottimo marketing, può fare la differenza.

Cosa altro dire, senza addentrarci troppo nella trama e correre il rischio di spoilerare a chi ancora non ha visto il film?

Gli attori sono stati tutti bravissimi e pronti a mettersi in “gioco” in una pellicola che prevedeva anche canti e balli coreografati; su tutti ovviamente spiccano le interpretazioni di Margot Robbie e Ryan Gosling, ma da segnalare sono anche quelle di America Ferrera che interpreta Gloria, Michael Cera che interpreta uno stralunato Allan, l’amico di Ken, e la performance scoppiettante di Kate McKinnon, che impersona Barbie stramba e che, come al solito, è perfettamente a suo agio in tutte quelle parti sopra le righe.

Per finire ho una piccola confessione da fare: ho aspettato un paio di giorni prima di scrivere questa recensione su Barbie, perchè quando l’ho visto ho capito subito di trovarmi di fronte ad un film importante ed ho avvertito il bisogno che il tutto si sedimentasse prima di poterne parlare.

Avevo il timore che un giudizio poco meditato, dettato dalla variopinta e spumeggiante leggerezza del film, avrebbe tralasciato qualcosa, ma poi mi sono ricordato del grande Oscar Wilde (a cui il film sarebbe sicuramente piaciuto) e di quando sentenziò: “Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze”; ecco, credo che noi tutti dovremmo andare al cinema con questa consapevolezza, che un film come questo ha molte più cose da dirci di quello che sembra.