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Be a Meraviglia: un progetto di marketing per innovare il turismo italiano

Smart Marketing – Mensile di Comunicazione Marketing e Social Media è felice di essere media partner dell’iniziativa “Be a Meraviglia”, l’originale challenge ideata e promossa da Marketing Toys in collaborazione con Beople.

Vi ricordate la campagna “Open to Meraviglia” del Ministero del Turismo e del dominio acquistato da Marketing Toys che tanto scalpore ha fatto un po’ di tempo fa?

Che fine hanno fatto campagna e dominio?

Diciamo subito che mentre la campagna “Open to Meraviglia” del Ministero del Turismo sembra svanire nell’oblio, il dominio omonimo, opentomeraviglia.it, è tutt’altro che inattivo. Invece di andare in vacanza, grazie ad una felice intuizione di Marketing Toys, questo dominio è diventato il cuore pulsante di un’iniziativa straordinaria che sta cambiando il volto del turismo italiano, una trasformazione che è iniziata quando il Ministero ha rifiutato, più volte, di accettare il dominio persino gratuitamente.

Infatti, dopo diversi tentativi di cedere il dominio al Ministero senza successo, il team di Marketing Toys ha deciso di intraprendere un viaggio tutto suo per sostenere i piccoli e medi operatori turistici. Il progetto “Be a Meraviglia” è la risposta audace a questa sfida, mirando a scoprire nuove opportunità e adottare le migliori pratiche per i professionisti del settore. L’obiettivo è aprire le porte a una visione nuova, originale e sostenibile del turismo Made in Italy.

Le prime adesioni alla call di presentazione tenutasi a luglio hanno superato ogni aspettativa, e il traffico sul dominio ha visto picchi di accesso triplicati negli ultimi giorni. Questo rinnovato interesse testimonia l’entusiasmo degli utenti verso l’iniziativa e le attuali questioni legate alla campagna del Ministero.

Nell'immagine Gaia Provvedi e Filippo Giustini fondatori di Marketing Toys - Smart Marketing
Gaia Provvedi e Filippo Giustini fondatori di Marketing Toys.

Gaia Provvedi, co-founder di Marketing Toys, ha condiviso le sue riflessioni: “La grande attenzione delle ultime settimane sulla campagna del Ministero ma più in generale sul turismo italiano ci confermano che è sempre più necessario trovare delle strade alternative e innovative per supportare il turismo del nostro Paese. Be e Meraviglia mette insieme le competenze degli operatori turistici e quelli del marketing, con uno scambio di competenze che mira a individuare le criticità più grandi del settore, proponendo soluzioni concrete, efficaci e condivise.”

Il progetto “Be a Meraviglia”, sviluppato in collaborazione con Beople, è un hackathon virtuale progettato per guidare gli operatori turistici nella creazione di idee e progetti mirati a promuovere il territorio e il turismo sostenibile. Durante la fase iniziale di onboarding, i partecipanti si uniranno in team e parteciperanno a due sessioni di workshop. Durante queste sessioni, identificheranno e mapparanno gli asset territoriali e le sfide che intendono affrontare, come il cambiamento climatico o le nuove esigenze dei turisti. L’obiettivo finale è sviluppare soluzioni concrete per attrarre visitatori e creare esperienze innovative, fornendo agli operatori del settore uno strumento pratico per il miglioramento continuo.

La consegna dei progetti è prevista per l’autunno, e il progetto vincitore riceverà un premio speciale. La sfida è aperta anche a potenziali sponsor desiderosi di contribuire all’iniziativa, e l’intero ricavato, al netto dei costi operativi, sarà devoluto a sostegno dei territori alluvionati dell’Emilia-Romagna.

Professionisti, agenzie e studenti che desiderano partecipare e mettersi alla prova in progetti di business design e innovazione nel settore turistico hanno la possibilità di farlo. Gli operatori pubblici e gli studenti possono partecipare gratuitamente, mentre per gli operatori privati e i professionisti è previsto un contributo.

Nell'immagine lo studio di Marketing Toys nel Mugello a pochi km da Firenze - Smart Marketing
Lo studio di Marketing Toys nel Mugello a pochi km da Firenze.

Unisciti a questa iniziativa che sta plasmando il futuro del turismo italiano. Se desideri partecipare attivamente alla challenge o supportarla come media partner e sponsor, visita il sito: www.beameraviglia.it

Il turismo italiano sta vivendo una rinascita grazie a progetti come “Be a Meraviglia”, che dimostrano come il marketing e la collaborazione possano aprire nuove strade per il settore, trasformandolo in una destinazione sempre più affascinante per i visitatori di tutto il mondo.

Il team di Marketing Toys opera da più di 15 anni in modalità full remote, con una base operativa a Marchisoro HUB, in una ex-cantina all’interno di una colonica immersa nel verde in Mugello a pochi km da Firenze. Abbiamo costruito intorno a noi una rete di partner e professionisti legati dalla stessa visione di business, con esperienze specifiche in ambito marketing, digital, tech. Ogni progetto viene impostato a livello di strategia e analisi da Gaia e Filippo, che tracciano la mappa e la rotta di crescita del business del cliente; dopo la definizione della strategia vengono coordinati i team di lavoro a livello operativo, per ciascuno degli strumenti e canali di comunicazione individuati. Dal web & brand design, alle campagne Adv, al content marketing  alla data Analysis, fino ad implementazioni tecniche avanzate che integrano AI e nuove tecnologie. Marketing Toys si occupa di consulenza strategica di marketing applicando metodologie di Design Thinking e Business design con attenzione particolare a progetti benefit; supporta professionisti, aziende ed organizzazioni a innovare i propri modelli di business, a migliorare la proposta di valore in chiave etica e sostenibile.
Beople è la prima azienda in Italia specializzata in Business Design. Ma è soprattutto un team di Persone che credono nel potere del design per creare impatti positivi nel mondo. Da oltre 10 anni porta avanti un’idea di Innovazione efficiente, sostenibile e responsabile. Lavorando con imprese e organizzazioni: da piccole realtà attive nel sociale a grandi gruppi internazionali. Divulgando con passione il potere del Business Design: oltre 15 libri di rilevanza internazionale curati sino ad oggi.



La formula di Schwarzenegger per il successo: coraggio, volontà ma “anche” gli strumenti giusti

In questi giorni impazza su TV, social network e billboard il nuovo spot della catena di supermercati Lidl per la sua linea di attrezzi “PARKSIDE”, che vede testimonial il granitico Arnold Schwarzenegger, perfetto interprete del noto claim dell’iniziativa “Puoi farcela con Parkside!“.

La scelta della nota star di Hollywood, non a caso soprannominata la “Quercia austriaca”, non è certamente casuale, sia da un punto di vista metaforico che pratico; Schwarzenegger, infatti, poco dopo essere approdato negli Stati Uniti, aveva anche messo in piedi alla fine degli anni Sessanta un’attività edile  insieme all’amico Franco Columbu, un culturista sardo vincitore di due Mister Olympia nel 1976 e nel 1981.

Nata nel 1968, l’impresa edile fiorì grazie al marketing e all’improvvisa crescita della domanda che seguì al terremoto di Los Angeles del 1971.

Quindi Arnold con il fai da te e il lavoro manuale ha sempre avuto dimestichezza e il divertente e metaforico spot di Lidl non fa che sottolineare questa filosofia, “Il motto ‘Puoi farcela’ descrive appieno la mia filosofia”, ha dichiarato l’attore, “Per farcela devi credere in te stesso ed è proprio per questo che sono un fan di Parkside”.

Ma veniamo all’analisi dello spot che vede Arnold Schwarzenegger nelle vesti di un coach e motivatore che racconta che per farcela nella vita bisogna avere coraggio e forza di volontà, ma anche gli “strumenti” giusti, che ovviamente sono quelli della Parkside.

Lo spot è divertente e pieno di ironia, oltre che caratterizzato da uno spiccato gusto citazionista: alcuni riferimenti cinematografici ai film interpretati dall’attore sono palesi, come la citazione a “Terminator” quando, attraverso gli occhiali da sole, Schwarzenegger scannerizza la strumentazione su di un pannello per trovare l’utensile giusto da utilizzare, o altri come il racconto motivazionale ai bambini, che richiama una scena simile del film “Un poliziotto alle elementari” del 1990, di Ivan Reitman, più difficili da individuare.

Nell'immagine Arnold Schwarzenegger in una scena dello spot Parkside di Lidl - Smart Marketing

Christoph Pohl, amministratore delegato acquisti di Lidl International, in una nota stampa ha spiegato il perché della scelta di Schwarzenegger come testimonial: “Grazie a uno sviluppo costante di Parkside nel corso degli ultimi anni siamo riusciti a creare un brand molto apprezzato dai clienti, espressione di elevate prestazioni e design accattivante, offerti a un imbattibile rapporto qualità-prezzo. Siamo orgogliosi di avere Arnold Schwarzenegger al nostro fianco in questa campagna: è un uomo d’azione, autentico, determinato e con i piedi per terra, che incarna perfettamente l’immagine del brand”.

Detto fra noi che ci occupiamo di marketing e comunicazione e siamo appassionati di cinema, a me questo spot, arrivato alla fine dell’estate e prima della ripresa di settembre, rappresenta un vero e proprio discorso motivazionale pieno di coraggio e senso pratico con un messaggio importante: per ottenere risultati nel proprio lavoro, oltre al coraggio e alla volontà, ci vogliono gli “strumenti” giusti, perchè, per quanto noi possiamo essere determinati e motivati, per fare un buco in una parete avremo comunque bisogno di un trapano.

Un messaggio per niente banale, se pensiamo che nelle ultime settimane sulle riviste “specializzate” e sui social professionali come LinkedIn la notizia che ha tenuto più banco è stata quella relativa a Giulia Pedretti, la giovanissima imprenditrice 27enne alla guida di un’azienda milionaria e assurta a esempio di modello per tutti quei giovanissimi 20/25enni italiani scansafatiche e demotivati.

Peccato che, scavando più a fondo, alcuni colleghi giornalisti hanno dimostrato che non solo Giulia Pedretti è figlia di una famiglia facoltosa, ma anche che famiglia e figlia dirigono aziende nel medesimo settore e che questo la dice lunga su quelle “opportunità” che non sono assolutamente ordinarie ma spacciate per tali da una narrazione tossica che vuole perorare a tutti i costi il primato della volontà.

Nell'immagine Arnold Schwarzenegger sul billboard della campagna Parkside di Lidl - Smart Marketing

Quindi abbasso la narrazione del self-made man/woman un tanto al chilo propinatoci dallo storytelling dopato dell’ennesimo magazine del settore e viva il buon vecchio zio Arnold che a 76 anni suonati, lui che diventò davvero milionario con il duro lavoro, la disciplina e un incredibile fiuto per gli affari prima di diventare una star di hollywood che, molto più umilmente e con saggezza, ci dice molto più prosaicamente che per farcela ci vogliono “anche” gli strumenti giusti:

“Sono qui per parlare dei miei strumenti di successo. Tutto quello che ho costruito è perché avevo il potere nel palmo delle mie mani”.




Un nuovo equilibrio – L’editoriale di Raffaello Castellano

Nell'immagine Raffaello Castellano Direttore responsabile del mensile Smart MarketingCi siamo!

Come cantavano i Righeira una trentina di anni fa, “L’estate sta finendo e un anno se ne va. Sto diventando grande lo sai che non mi va. In spiaggia di ombrelloni non ce ne sono più. È il solito rituale… ”, ovviamente, la canzone era dedicata ad un amore estivo destinato a finire, ma credo che il discorso si possa ampliare anche al nostro ritorno alla routine.

Che bella parola “routine”!

L’etimologia, come ci ricorda il sito della Treccani, viene dal francese “route” ossia strada e la prima definizione è particolarmente indicativa del reale significato di questa parola, che spesso associamo alla noia.

Infatti la Treccani ci dice che:
f., fr. [der. di route «strada»]. – 1. Pratica, esperienza (abilità che si è acquistata per mezzo dell’esperienza e non attraverso le regole e lo studio). […]

Quindi tornare alla routine vuol dire tornare a percorrere quella “strada” che ci permette di raggiungere un sapere fatto di esperienza e pratica che ci porta all’eccellenza.

Mi è sempre piaciuto esplorare il significato e l’origine delle parole, si scoprono sempre cose interessanti, se non proprio entusiasmanti, come l’esempio a cui ho appena accennato.

Chi l’avrebbe detto che la routine è una parola positiva?

Certamente in pochi, negli ultimi anni tornare al lavoro (e nelle nostre case di residenza) dopo le ferie è quasi sinonimo di tornare in prigione. Ora, non voglio fare come quelli che ci raccontano la favoletta che “se fai il lavoro che ti piace, non lavorerai un giorno della tua vita”, credo, molto più onestamente, che ognuno di noi dovrebbe svolgere al meglio il lavoro che ha, fare bene il proprio lavoro non è una cosa affatto scontata e, nel nostro paese, ahimè, anche abbastanza rara.

Nell'immagine la Copertina d'Artista di Agosto 2023 intitolata "Un nuovo equilibrio" - Smart Marketing
La Copertina d’Artista di Agosto 2023 intitolata “Un nuovo equilibrio”.

Forse, e dico forse, il vero segreto per la felicità e per ritrovare un nuovo equilibrio non è per forza trovare il lavoro o svolgere il compito che ci piace, ma è farci piacere il lavoro e il compito che abbiamo.

Ma poi il vero problema, ops scusate, la vera difficoltà non è tanto la ricerca della felicità, che, come ci ha definitivamente insegnato Paul Watzlawick nel suo provocatorio “Istruzioni per rendersi infelici”, è in realtà a portata di mano ed anzi già ampiamente presente nelle nostre vite, ma è capire quanto siano limitate, in termini di tempo, le nostre vite.

Perché, se poniamo una vita media di 80 anni, avremo poco più di 4000 settimane da investire in quello che davvero ci interessa, ci da gioia e ci arreca benefici.

Quindi, voi capite che la risorsa più preziosa che abbiamo non è il nostro conto in banca, né la nostra macchina in garage e neanche la casa in cui viviamo, ma è proprio il tempo che ci è dato da vivere.

Scopri il nuovo numero: “Un nuovo equilibrio”

Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.

E qui torniamo alla routine e chiudiamo il cerchio.

Credo che scegliere attentamente la propria routine, rivoluzionarla o cambiarla, se necessario, per esplorare nuove strade da percorrere, è il primo passo che dobbiamo compiere se davvero vogliamo raggiungere “un nuovo equilibrio”, che poi è il tema, ed insieme l’augurio, di questo numero del nostro magazine.

E dopo un editoriale così “ispirato”, non potevo lasciarvi senza la mia solita citazione, questa volta la prendo in prestito dal grande scrittore e speaker motivazionale statunitense Zig Ziglar:

“La mancanza di direzione, non la mancanza di tempo, è il problema. Abbiamo tutti ventiquattro ore al giorno”.

Buon ritorno alla vostra “routine” e buona lettura a tutti voi.
Raffaello Castellano

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Equilibrio tra digitale e analogico: l’importanza di unire tecnologia e vita reale

Oggi è sempre più difficile, soprattutto per le nuove generazioni, trovare il giusto equilibrio tra digitale e analogico e chi come me lavora nel campo del web marketing sa bene l’importanza di unire tecnologia e vita reale. Le esperienze di vita vera sono sempre più importanti soprattutto per i ragazzi, che trascorrono un numero di ore crescenti tra smartphone e tablet e rischiano di essere intrappolati in un mondo virtuale.

Vediamo allora i vantaggi di saper bilanciare tecnologia e vita reale, ricordandosi che le nuove tecnologie non vanno demonizzate, ma usate con competenza e parsimonia.

L’importanza del digitale nella vita di oggi

Il digitale ha acquisito un’importanza sempre crescente nella vita di oggi grazie alla rapida evoluzione della tecnologia e alla sua integrazione in vari aspetti della nostra esistenza. Ecco alcune delle ragioni principali per cui il digitale è diventato così rilevante:

  1. Comunicazione: Le tecnologie digitali hanno trasformato il modo in cui comunichiamo. Piattaforme di social media, app di messaggistica istantanea e servizi di videochiamata ci consentono di connetterci con persone in tutto il mondo in tempo reale, facilitando la comunicazione personale e professionale.
  2. Accesso all’informazione: Internet ha reso l’accesso all’informazione più facile e immediato che mai. Le persone possono accedere a notizie, ricerche, tutorial e risorse educative da qualsiasi parte del mondo, aprendo opportunità per l’apprendimento continuo.
  3. Lavoro e istruzione: Il digitale ha rivoluzionato il mondo del lavoro e dell’istruzione. Lavorare da remoto, partecipare a riunioni virtuali e seguire corsi online sono diventate pratiche comuni, aumentando la flessibilità e l’accessibilità.
  4. Acquisti e commercio elettronico: L’e-commerce ha trasformato il modo in cui acquistiamo beni e servizi. Oggi è possibile fare acquisti online da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, con consegne direttamente a casa.
  5. Innovazione tecnologica: Il digitale ha stimolato l’innovazione in settori come l’intelligenza artificiale, l’Internet delle cose, la realtà virtuale e aumentata e altro ancora. Queste tecnologie stanno cambiando profondamente la nostra esperienza quotidiana.
  6. Divertimento e intrattenimento: La fruizione di contenuti digitali, come film, serie TV, musica, giochi e libri elettronici, è diventata una parte importante del nostro tempo libero.
  7. Salute e benessere: Le applicazioni e i dispositivi digitali stanno rivoluzionando il settore della salute, consentendo il monitoraggio personale, la gestione delle attività fisiche e l’accesso a servizi medici online.
  8. Relazioni personali: Sebbene ci siano dibattiti sulla natura delle relazioni digitali, è innegabile che le tecnologie abbiano cambiato il modo in cui coltiviamo legami personali e familiari, specialmente quando le distanze fisiche rendono difficile l’incontro in persona.

Scopri il nuovo numero: “Un nuovo equilibrio”

Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.

Il digitale ha influenzato la cultura e la società in modi profondi, influenzando il linguaggio, le norme sociali e le dinamiche di gruppo. Tuttavia, è importante bilanciare l’uso delle tecnologie digitali con il benessere personale, la sicurezza e la privacy, in modo da sfruttare al meglio i loro vantaggi senza subirne gli eventuali effetti negativi.

L’importanza del mondo analogico e delle esperienze di vita reale

Nonostante l’importanza crescente del mondo digitale, il mondo analogico e le esperienze di vita reale mantengono un valore intrinseco che non può essere completamente sostituito dalle tecnologie digitali. Ecco alcuni motivi per cui il mondo analogico e le esperienze reali sono ancora fondamentali:

  1. Connessione umana autentica: Le interazioni faccia a faccia e le esperienze reali consentono una connessione umana più autentica e profonda. Il contatto visivo, il linguaggio del corpo e l’empatia sono elementi che possono essere pienamente apprezzati solo nell’ambiente analogico.
  2. Sensazioni tangibili: Il mondo analogico offre sensazioni tangibili che il digitale non può replicare, come la sensazione di un libro fisico, il profumo di una vecchia rivista o il calore di un abbraccio. Queste esperienze coinvolgono i nostri sensi in modi che vanno oltre lo schermo di un dispositivo.
  3. Esperienze sensoriali: Le esperienze sensoriali nel mondo analogico, come un tramonto, una passeggiata nella natura o un pasto cucinato in casa, sono cruciali per il benessere emotivo e psicologico. Queste esperienze possono aiutare a ridurre lo stress e a riconnettere con il mondo reale.
  4. Apprendimento esperienziale: Molte lezioni preziose vengono apprese attraverso l’esperienza diretta. Il mondo analogico offre opportunità per imparare attraverso il contatto con luoghi, persone e situazioni reali, che spesso portano a una comprensione più profonda e significativa.
  5. Creatività e ispirazione: L’ambiente fisico può ispirare la creatività in modi unici. Gli artisti traggono spesso ispirazione dall’osservazione del mondo reale, catturando dettagli e sfumature che possono essere difficili da replicare digitalmente.

Le relazioni interpersonali si approfondiscono attraverso il tempo trascorso insieme nel mondo reale. Momenti condivisi, risate, conversazioni profonde e avventure con gli amici e la famiglia sono preziosi per costruire legami duraturi. Molte tradizioni culturali e rituali si svolgono nel mondo analogico. Questi momenti offrono opportunità per la celebrazione, la riflessione e il passaggio delle conoscenze attraverso le generazioni.

E tu vivi più nel mondo analogico o digitale e in che modo combini queste due realtà?




Il potere della musica: studi scientifici evidenziano il rapporto tra musica e salute mentale.

Vi è mai capitato di cambiare umore per il solo fatto di aver ascoltato casualmente una canzone?

La musica ha mai risvegliato in voi ricordi e sentimenti ormai sopiti? E ancora, vi è stata di aiuto e conforto nei momenti di crisi e smarrimento?

Io lo definisco “il potere della musica”, capace di emozionare, calmare, distrarre, essere di conforto; ho sempre pensato che la musica fosse la cura per ogni male dell’anima, panacea per ogni ferita interiore, e potrei raccontare infiniti aneddoti sul potere terapeutico della musica e su come “se non fosse stato per la musica, magari sarei morto” (per dirla alla Federico Zampaglione).

Qualcuno mi obietterà che questo per me (e per la schiera dei musicisti che amo ascoltare) è facile pensarlo, visto che la musica è la mia più grande passione, e di fronte alla passione tutto il resto svanisce.

A darmi ragione ci sono però alcuni studi promossi da JAMA Network (Journal of the American Medical Association), rivista medico-scientifica pubblicata dalla American Medical Association, che dimostrano che la musica ha davvero proprietà curative e che queste non solo limitate al mero benessere interiore, ma sono invece rilevanti dal punto di vista della salute mentale.

Scopri il nuovo numero: “Un nuovo equilibrio”

Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.

Le indagini scientifiche hanno preso in esame meta-analisi di 26 studi comprendenti 779 individui in cui si erano utilizzati diversi metodi per rilevare il fenomeno, dall’utilizzo della musica gospel a quella del canto corale, da studi sull’ascolto alla musicoterapia, confrontandoli con altri studi in cui era assente l’utilizzo della musica a scopo terapeutico ed in cui non si prevedeva l’utilizzo di trattamenti medici e farmacologici (come ad esempio, l’esercizio fisico).

Il risultato, dimostrato in termini quantitativi, è una correlazione positiva tra l’utilizzo della musica e cambiamenti clinicamente significativi nella HRQOL (Health Related Quality of Life, la qualità della vita correlata alla salute; in altre parole, la salute fisica e mentale percepita di un individuo o di un gruppo nel tempo).

Questa indagine, quindi, ha dimostrato quello che tanti di noi sentivano e conoscevano istintivamente: la musica, che sia suonata, cantata o semplicemente ascoltata, agisce direttamente e positivamente sul benessere e sul miglioramento della salute mentale.

In fondo, al di là dell’evidenza scientifica, la saggezza popolare ha sempre recitato il mantra “canta che ti passa” a ricordarci che qualsiasi dolore può essere affrontato.

Del resto, se è vero che “la vita è un brivido che vola via – È tutto un equilibrio sopra la follia”, come recita la “Sally” di Vasco Rossi, a ricordarci che non è per niente facile restare mentalmente lucidi quando il dolore prende il sopravvento nelle nostre vite, è altrettanto vero che abbiamo diritto di ricercare il nostro “Centro di gravità permanente” tanto cantato da Battiato, che ci sprona a ricercare quello stato di grazia in cui il mondo esterno e gli affanni del quotidiano non ci toccano più e non possono destabilizzare il nostro precario equilibrio.




Per un nuovo equilibrio, metti le cose più importanti al centro

Dimmi se questa situazione non è vera.

Ogni giorno, ogni settimana, ti proponi di fare delle cose. Cose per te importanti come leggere un libro, passare più tempo con i tuoi cari, dedicarti alla tua salute fisica e mentale, etc. Puntualmente, però, queste cose importanti vengono messe in secondo piano da una serie di attività meno rilevanti come guardare ininterrottamente una serie tv, scrollare uno dei tanti feed social o impegni secondari.

Difficilmente se ponessimo la domanda “Cosa è importante per te?” ci verrebbe risposto fare “binge watching” o passare ore con lo smartphone in mano. Eppure, spesso sono proprio quest’ultime a ricoprire lo spazio maggiore nelle nostre giornate.

Tempo, attenzione ed energie che dedichiamo a qualcosa di superfluo e di non primario. E che proprio noi stessi giudichiamo come tali. Suona strano se detto ad alta voce, vero?

Dovremmo quindi organizzare le nostre giornate mettendo dei paletti fissi intorno ai quali far ruotare tutto il resto. Mi viene in mente un’immagine, forse un po’ abusata ma sempre valida: uno scoglio in mezzo al mare che viene investito dalle onde in ogni direzione; lo scoglio, invece di essere trascinato, resta fermo, immobile e mantiene la sua posizione. Ecco noi dovremmo essere (e agire) come lo scoglio. Ogni giorno ci sono attività che vorrebbero trascinarci via da quello che è per noi è fondamentale e che ci fa (e farebbe) stare bene e noi dovremmo essere inamovibili proprio come lo scoglio.

Scopri il nuovo numero: “Un nuovo equilibrio”

Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.

Quindi, se ad esempio dalle 7 alle 8 di sera abbiamo il desiderio di dedicarci ai nostri cari, quell’ora deve diventare sacra, intoccabile. Se abbiamo deciso che il sabato mattina lo vogliamo dedicare allo svolgimento di un’attività sportiva o all’imparare una nuova competenza, dovremo fare in modo che questa cosa non sia negoziabile. E ma se mi squilla il telefono che faccio non rispondo? No, non rispondi… richiamerai dopo aver terminato quello che per te è importante fare.

Una critica che potrebbe arrivare in riferimento a quest’ultimo esempio è “Non credi che sia un atteggiamento egoistico?”. La mia risposta sarebbe no, lo definirei “prendersi cura di sé”.

Ti è piaciuto? Hai qualche riflessione da condividere? Fammelo sapere nei commenti. Rispondo sempre.
Rimaniamo in contatto: www.linkedin.com/in/ivanzorico



MNMLSM: Il podcast di Alessandro Mazzù che ci insegna l’equilibrio attraverso i precetti del minimalismo esistenziale.

Ci serve davvero tutto quello che possediamo?

Utilizziamo tutto quello che abbiamo nel nostro armadio?

E le app del nostro smartphone sono tutte utili?

È davvero indispensabile continuare a comprare scarpe, vestiti, telefoni, mobili e soprammobili?

E ancora, dobbiamo necessariamente sapere tutto, persino l’ultimo insignificante gossip?

Lavoriamo troppo o abbiamo l’agenda troppo piena di appuntamenti da non trovare più il tempo per noi stessi?

Trovare un equilibrio tra ciò che possediamo e ciò che continuiamo ad acquistare, il tempo dedicato al lavoro e allo svago o ai nostri rapporti interpersonali, il tempo passato sui social e le esperienze della vita reale, non è facile, soprattutto in questo particolare periodo storico.

La logica del consumismo ci vorrebbe pronti ad acquistare tutto ciò che viene prodotto ed immesso sul mercato innescando bisogni sempre più complessi da soddisfare, così come ci vorrebbe sempre produttivi ed efficienti, sempre informati, ma anche sempre più stressati se non raggiungiamo determinati standard ed obiettivi, se non abbiamo potuto comprare l’ultimo smartphone alla moda, se non possediamo quel paio di scarpe indossato dalla nota fashion influencer.

Ma esiste un’altra vita possibile? Una vita in cui non siamo rappresentati da ciò che indossiamo, compriamo, utilizziamo, o da quanto lavoriamo, una vita più semplice con meno confusione e meno oggetti da gestire, una vita in cui “Less is more”?

Se state cercando un nuovo equilibrio interiore che elimini tutto ciò che è superfluo per dare spazio alle cose veramente importanti, allora è il caso che ascoltiate il podcast realizzato da Alessandro Mazzù, dedicato al minimalismo esistenziale, in cui il noto consulente di web marketring e formatore ci spiega in brevi puntate come adottare i principi del minimalismo nella vita quotidiana per vivere in equilibrio con sé stessi, allontanando tutto ciò che crea distrazione dalle cose essenziali.

Gli argomenti presi in esame dal podcast sono vari ed abbracciano quasi tutti gli aspetti della quotidianità, a cominciare dalla spiegazione di cos’è il minimalismo esistenziale e di come è possibile applicarlo in casa, al lavoro, nei rapporti interpersonali, nel modo di approcciarsi alla vita in generale ed all’ambiente che ci circonda, quello più prossimo in cui viviamo, ma anche quello che con i nostri comportamenti poco consapevoli costantemente inquiniamo, per poi passare a dare dei consigli pratici sul “decluttering” (inteso non solo come l’esercizio di sgombrare e riordinare eliminando oggetti inutili per fare più spazio ed ordine), sul come organizzare i propri spazi materiali (dall’armadio alla scrivania dell’ufficio) e virtuali (dal desktop del nostro pc alle app dello smartphone), a come selezionare le informazioni che costantemente e spesso inconsapevolmente riceviamo tra social network, internet e notiziari di vario genere.

Ma è davvero così facile rinunciare a tutto questo per abbracciare una logica di vita più semplice e più autentica?

Come in ogni cambio di paradigma, a qualcuno verrà più naturale, per altri sarà più complicato, di certo, come ci insegna Alessandro Mazzù, abbracciare le logiche minimaliste dovrebbe servire a farci stare meglio, a trovare un nuovo equilibrio in cui siamo noi a scegliere il nostro stile di vita e gli oggetti che vale la pena salvare dal decluttering e non farci dominare, come spesso accade, da questi ultimi, diventando schiavi della nostra casa, del lavoro, dell’auto, dello smartphone e degli acquisti inutili, a maggior ragione se questi sono fatti per compensare bisogni emotivi e mancanze affettive.

Nel corso delle minimali puntate (della durata di 3 minuti circa) sentiremo spesso dire che il minimalismo è libertà, perché liberarci di tanti oggetti inutili ci aiuta a vivere un’esistenza più libera e leggera dando valore a ciò che riteniamo importante per noi, e per noi soltanto, perché i precetti del minimalismo non ci dicono quali oggetti dobbiamo buttare o che tipo di acquisti fare: questa valutazione è solo nostra, siamo noi a decidere cos’è superfluo e cos’è essenziale per noi stessi, con tutta la libertà del caso.

Scopri il nuovo numero: “Un nuovo equilibrio”

Se è vero che siamo animali sociali, è pur vero che abbiamo esigenze individuali. La società – la collettività – ha i suoi movimenti, i suoi tempi. E noi, come singoli, dobbiamo cercare di trovare il nostro spazio. Non troppo ai margini per non sentirci isolati, non troppo esposti per non sentirci travolti.

In fondo, se ci si sente insoddisfatti di come si sta conducendo la propria vita, se si sente di essere sommersi di oggetti inutili, se si viene sopraffatti dal caos interiore, forse sarebbe il caso di approcciarci al minimalismo esistenziale anche per salvaguardare l’ambiente e ridurre la nostra impronta ecologica.

Prima di imbattermi in questo podcast, credevo di condurre un’esistenza abbastanza minimalista, visto che per natura non amo i fronzoli di ogni genere (dai soprammobili ai finti convenevoli), che sono votata (ormai da molti anni) al consumo critico e consapevole e che non sono poi una maniaca dello shopping.

Nonostante questo, ho imparato che il minimalismo non si ferma allo shopping compulsivo o all’ordine e la pulizia della casa, ma riguarda il modo di essere e approcciarsi alla vita, è un ordine anche mentale e non solo fisico; il mio desktop del computer è incasinato così come l’agenda degli appuntamenti e il lavoro di cui mi sovraccarico costantemente, lamentandomi (altrettanto costantemente) di non avere tempo per dedicarmi come vorrei alla famiglia e agli amici.

Le circa 140 puntate (ad oggi) del podcast ci indicano la via per una vita più essenziale, ma sta a noi decidere di cambiare, il minimalismo è ciò di più lontano dalla costrizione, in cui ognuno deve trovare la sua personale motivazione e i tempi in cui attuare il cambiamento.

Forse non sarò ancora pronta a rinunciare ai tanti libri acquistati e mai letti o alle tante paia di scarpe (opportunamente stipate sugli scaffali del mio ripostiglio), del resto il mio armadio è ben lontano dall’essere un “capsule wardrobe”, ma ritengo che sia necessario in questo particolare periodo storico, in cui l’emergenza climatica pone l’accento su inquinamento e scarsità delle risorse, sforzarsi per rendere il mondo un posto più sostenibile.

Gli acquisti di impulso, come i tanti capi di abbigliamento acquistati e mai indossati, gli inutili souvenir finiti poi in qualche cassetto, oltre a sottrarci tempo e denaro, a lungo andare non fanno altro che produrre rifiuti e sprechi, sia al momento dell’acquisto (pensate all’impatto ambientale per produrre un qualsiasi bene che non useremo mai e non potrà essere utile a nessuno), sia nel caso in cui decidiamo di disfarcene quando potrebbe essere tranquillamente utilizzato da altri, se solo lo donassimo o pensassimo di rivenderlo.

E se proprio non riusciamo a liberarci del superfluo? Almeno sforziamoci di comprare meno oggetti, perché, come recita Mazzù, “ricorda che puoi vivere meglio con molto meno”.




Cavalieri Digitali: una sesta edizione ricca di sorprese

Cavalieri Digitali, evento di formazione di marketing digitale più intenso (e a Sud) d’Italia, giunge alla sesta edizione, che sarà ricca di sorprese

L’evento, ideato e promosso dalla content agency Sintagma, accoglierà quest’anno dodici tra i maggiori esponenti italiani del mondo della comunicazione digitale, per due giornate di intensa formazione rivolte a tutti gli appassionati e i professionisti del settore, siciliani e non solo.

Il tema di questa sesta edizione sarà la “Creatività” e ha l’obiettivo di fornire una formazione pratica a tutti i partecipanti interessati ad approfondire i fondamenti del marketing digitale.

Tra i “Gran Maestri” già annunciati, il graditissimo ritorno di Davide Bertozzi e Diego Fontana, la copywriter Francesca Mattia, Marialaura Gionfriddo che ci parlerà di videomarketing, il docente della 24Ore Business School Rocco Teora, il social media manager Fabrizio Ribelli e tanti altri come Anna Rachele Capolingua, Erika Leo, Grace the Amazing, Emanuela Formisano, Alessia d’Alfonso e Arianna Palazzini.

Questo evento è un must per chiunque operi nel campo del Digital Marketing e desideri affinare le proprie competenze. Con tematiche che spaziano dalla scrittura per il web all’efficacia dei contenuti sui social media, l’agenda della sesta edizione di Cavalieri Digitali è progettata per fornire una panoramica completa delle strategie più innovative e delle tecniche più efficaci del settore.

Sul sito ufficiale dell’evento troverai tutte le informazioni e il programma dell’evento, e potrai unirti alla compagnia più intrepida del digitale.

Giunto alla sesta edizione, Cavalieri Digitali si attesta come uno degli eventi di digital marketing più importanti del sud Italia, che di solito è avaro di eventi formativi di alto livello.

Per i lettori di Smart Marketing è previsto uno speciale sconto, basta digitare, in fase di acquisto, il codice: COMPAGNIA23

L’appuntamento è per il 22 e il 23 Settembre 2023, all’Hotel Il Mulino di Capo d’Orlando in Sicilia, non mancate!