Ho sempre pensato che ogni libro sia come una finestra aperta su un frammento di mondo, una lente attraverso cui osservare idee, emozioni ed epoche. Nel 2024 ho esplorato 37 di queste finestre. Certo, sono cinque libri in meno rispetto all’anno scorso, ma ho guadagnato in profondità: ho letto 8513 pagine, ben 1047 in più rispetto al 2023.
Ma come è stata la mia dieta letteraria del 2024?
Come sempre, sono stato onnivoro nei generi. Ho letto 7 libri sull’Intelligenza Artificiale (il 19% del totale), altrettanti romanzi e racconti. I saggi hanno dominato con 13 titoli su vari argomenti, pari al 35,5% del totale. Sul cinema, invece, mi sono dedicato a 5 libri (poco più del 13,5%), mentre gli ultimi 5 titoli rientrano nella categoria varia.
Tra i titoli che mi hanno accompagnato quest’anno ci sono saggi provocatori come “Le grandi dimissioni” di Francesca Coin, che racconta la trasformazione del lavoro, e “Pestaggio di Stato” di Nello Trocchia, che apre una riflessione dura e necessaria sulla giustizia. Altri libri mi hanno sfidato a immaginare nuovi scenari, come “AI 2041” di Kai-Fu Lee e Qiufan Chen, o mi hanno spinto a riflettere sulle nostre abitudini, come “Il potere delle abitudini” di Charles Duhigg.
Ogni libro è stato un viaggio unico: verso il Sud con Alessandro Brunello, tra le passioni tristi di Benasayag e Schmit, nella creatività e nell’arte: da “Nuova storia del cinema” curata da Beatrice Fiorentino a “Stramaledettamente logico”, che usa il cinema per affrontare le grandi domande filosofiche. E poi le storie personali, potenti e ispiranti, come “L’educazione” di Tara Westover o “Renditi utile” di Arnold Schwarzenegger, ma anche biografie straordinarie come “Walter Chiari 100 e… lode” di Domenico Palattella.
Più di tutti mi hanno intrigato i libri che mi hanno insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi, come Le 7 misure del mondo di Piero Martin, 100 modi per risolvere ogni problema visivamente di Kevin Duncan o il sempre attuale Change – Sulla formazione e soluzione dei problemi di John H. Weakland, Paul Watzlawick, Richard Fisch.
Leggere non è solo un piacere: è uno strumento per crescere, professionalmente e umanamente. Ognuno di questi libri ha lasciato un segno, contribuendo a quella che mi piace definire “una certa idea del mondo”: un mosaico di prospettive che si riflette nel mio modo di scrivere, comunicare e affrontare le sfide.
Dedichiamo tempo a tante cose, ma forse nessuna è più formativa, stimolante e trasformativa della lettura. E per chi, come me, vive di parole, idee e connessioni, è una risorsa indispensabile.
E tu? Che ruolo ha la lettura nella tua vita? Hai scoperto qualcosa che ha cambiato il tuo modo di vedere il mondo?
Fammelo sapere nei commenti.
NB: Nella foto mancano due e-book.