Quello andato in scena sabato 25 settembre, nella meeting room del Salina Hotel, è stato un evento dal quale ancora dobbiamo riprenderci.
Il TAWAVE più che un’onda è stato uno tsunami che ci ha travolto, ed infatti noi di Smart Marketing – media partner del progetto, ci siamo presi qualche giorno per riemergere alla superficie, nuotare contro corrente e guadagnare la costa, prima di scrivere questo diario di bordo con le nostre impressioni e le interviste, anche video, che abbiamo raccolto.
Cominciamo con un po’ di numeri, che sono sempre chiari oltre che indicativi del successo per qualsiasi tipo di evento. La sala conferenze dello splendido Salina Hotel era gremita all’inverosimile, 150 le presenze accreditate per il convegno e 20 quelle per il workshop “Lightning Decision Jam: il meglio dei processi di problem-solving del mondo”, condotto, nella prima ora e mezza, da Andrea Romoli, esperto di innovazione, digital connector ed autore per StartUpItalia, al quale anche noi di Smart Marketing abbiamo partecipato con entusiasmo.
Ma per quanto la matematica sia bella, indicativa e inappellabile quando bisogna definire il “risultato” di un evento, sono anche altri i fattori che bisognerebbe tener presente. Quello che ha reso davvero “significativo” il TAWAVE, infatti, sono stati proprio questi altri fattori, primo fra tutti, a detta di chi scrive, il “contenuto”, che ha proposto nella città dei due mari, certo non nota per i processi sostenibilità digitale e società data driven, un gruppo di ospiti tutti esperti del digitale, per lo più pugliesi (altra cosa lodevole), che, affermatisi nel nord Italia, se non proprio all’estero, hanno portato il know-how e la loro esperienza di vita negli speech di 15 minuti circa che si sono alternati sul palco dalle 16:30 alle 20:30.
Poi dobbiamo parlare dell’associazione di promozione sociale surfHers, che ha ideato e promosso questo evento, il vero “valore aggiunto” del TAWAVE, un gruppo di 5 donne tutte esperte, a vario titolo, del digitale, che hanno mostrato e sdoganato il lato rosa di un mondo, quello delle professioni e maestranze legate alle nuove tecnologie digitali, ahimè ancora troppo maschile. Cinque spumeggianti e motivate ragazze: Alessia Demarco, Mariagrazia Efato, Valeria Merlo, Stefania Ressa e Carlotta Spalluto, che rappresentano un modello di lavoro in team che riesce, anche agli esordi, a confezionare un grande evento come il TAWAVE, e che diventano esempio positivo e motivante per tutte quelle persone che spesso e volentieri si trincerano dietro scuse, paure o le presunte o reali mancanze di possibilità di sviluppo in città come Taranto.
Le 5 surfHers ci dimostrano con esemplare chiarezza che, anche nel digitale come nelle altre cose della vita, volere è potere.
Altra cosa che ha contribuito al successo di quest’evento credo sia stata la “location” del Salina Hotel, una splendida struttura ricettiva a due passi da Taranto, inaugurata da pochi mesi, che, anche grazie al TAWAVE, ha potuto mostrare il suo potenziale come struttura “ideale” per intercettare quel ricco turismo congressuale che altre città molto simili a Taranto per geografia e storia recente (penso a Bilbao) hanno saputo sfruttare al meglio per il loro rilancio in chiave culturale ed economica.
Scopri il nuovo numero: “#ripartItalia”
La ripartenza è un tema quanto mai attuale. Dopo due anni di pandemia sentiamo il bisogno di lasciarci alle spalle questo lungo periodo complesso (tenendo quello che di buono c’è stato) e di affacciarci con ottimismo al tempo che verrà.
Un altro fattore che ha contribuito significativamente al successo di questa iniziativa è stata l’azienda “Sabanet”, software house tarantina con sedi in tutta Italia, che non solo è main sponsor del TAWAVE, ma è anche la fucina in cui le 5 ragazze della surfHers hanno forgiato il loro entusiasmo, si sono conosciute, hanno lavorato e sono cresciute professionalmente ed umanamente.
La Sabanet è un esempio di imprenditorialità e visione lungimirante che spesso mancano a gran parte del management delle nostre aziende dalla visione miope, troppo orientate ai profitti immediati e poco avvezze ad investire su progetti di ampio respiro che però portano risultati significativi, anche economici, a chi ha la pazienza di aspettare.
In ultimo, un’altra cosa che ha contribuito al successo del TAWAVE è stata “la rete di collaborazione e partnership”, che è stata avviata in primis con il patrocinio del Comune di Taranto e dell’Università degli Studi “Aldo Moro”di Bari e poi con i sostegni di tutti gli altri sponsor, fra i quali ricordiamo lo studio Pirola Pennuto Zei & Associati (main sponsor), Rino Petino srl (main sponsor) – Progetto Automatico srl – Abintrax srl – Medical Center Taranto srl – Fondazione Taranto25, Lavanderia Fanelli srl, Tinazzi srl.
E, in questa rete, ci siamo anche noi di Smart Marketing in qualità di media partner.
Cos’altro dire di questo TAWAVE? Poco o nulla, noi, gli ospiti, i relatori, i partecipanti aspettiamo già il prossimo evento delle surfHers, che non riusciamo ad immaginare cosa sarà, vista la qualità e il successo davvero altissimi raggiunti da questo TAWAVE, che, ricordiamolo affinché sia di stimolo e sprone sia per le 5 surfiste che per tutti noi, resta un esordio.
Intanto, siccome la prassi giornalistica ce lo chiede, noi vi invitiamo a vedere le video interviste (con qualche inevitabile rumore di fondo) che abbiamo realizzato durante l’evento, senza le quali questo racconto fatto fin qui rischia di essere troppo emozionale e poco esaustivo.
Visto il gran numero di partecipanti abbiamo dovuto fare delle scelte, vi proponiamo le 4 video interviste realizzate a Mariagrazia Efato, presidente dell’associazione surfhers, Armando Reale, Direttore commerciale di Sabanet, Lara D’Argento, Growth Mentor, Esperta di innovazione culturale con esperienza in progetti sia ROI-oriented, sia SROI-oriented, e Cosimo Palmisano, Ingegnere delle Telecomunicazioni, Esperto di Intelligenza Artificiale e TEDx Speaker.
Infine fatemi fare una chiusa delle mie: abbiamo posticipato di qualche giorno la pubblicazione di questo articolo sul TAWAVE per farlo coincidere con l’uscita del nostro numero di settembre, che, come sapete fin dalla fondazione del giornale 8 anni fa, si intitola “#ripartItalia”. Ci è sembrato che questo evento, le 5 ragazze dell’associazione surfHers, la rete di collaborazioni avviate e l’inevitabile successo che ha coronato il tutto fossero un bellissimo esempio di quello che significa ripartire, comunque si voglia intendere e applicare questo termine: nella vita privata, sul lavoro, negli affari, che riguardi i singoli, una comunità o il Paese intero.
Come ebbe a dire il grande e visionario imprenditore Henry Ford:
Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo.
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