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A Natale regala la sostenibilità

“Sostenibilità” è ormai una parola con la quale tutti abbiamo familiarità, entrata di diritto a parte del nostro quotidiano. In ogni attività sappiamo di dover essere responsabili e sostenibili, per il nostro bene e quello del pianeta. A Natale, probabilmente la più grande festa consumista della nostra società, diventa fondamentale seguire il trend e non perdere l’occasione per essere consapevolmente sostenibili.

A conferma della crescente attenzione dei consumatori al tema, i dati della ricerca Think with Google 2021, che sottolinea che le parole chiave “regali natale sostenibili” ha vissuto un’impennata nell’ultimo Natale. Secondo lo studio, il 78% degli intervistati si è dichiarato pronto a rinunciare ad un brand conosciuto a favore di uno attento alla sostenibilità.

La ricerca Veepee, ha dimostrato che nel Natale precedente, il 26% dei consumatori ha acquistato un albero a favore della salvaguardia delle foreste, e il 21% di aver fatto acquisti a difesa delle api.

Le previsioni di risparmio per il Natale 2022

La crisi climatica e il caro-bollette dovuto ai problemi energetici, connoteranno il Natale 2022 come le festività del risparmio.

L’annuale ricerca di Festive Season di Channel Factory, conferma che il 63% dei consumatori globali conferma di voler spendere meno soldi: il 49% ridurrà la spesa per i regali del settore gioielli, profumi e tecnologia; il 32% diminuirà la spesa per cibo e bevande.

Scopri il nuovo numero: “Il Natale che verrà”

Il Natale porta in superficie sentimenti e stati d’animo unici. Ovviamente non c’è nulla di nuovo in queste parole. Tutti lo sanno, compreso i brand. Ed è proprio su questo tipo di sensazioni che le aziende puntano per influenzare legittimamente le nostre scelte d’acquisto.

Anche le città saranno attente al consumo di energia, molti sindaci hanno già anticipato che ci saranno meno luminarie ad addobbare le strade. La maison Valentino ha annunciato che, in occasione del lancio di “Lights off campaign”, spegnerà le luci delle vetrine dei propri negozi a partire dalle ore 22 (escluse quelle di sicurezza).

I consigli delle associazioni ambientali

Già lo scorso anno le principali associazioni green hanno consigliato come optare per un atteggiamento sostenibile durante le feste, consigli che anche in questo Natale suonano più attuali che mai.

Nell'Immagine alcuni addobbi Natalizi realizzati con materiali di riciclo - Smart Marketing
Image by Freepik.

WWF ha creato un Decalbero dei consigli per inquinare meno nel periodo delle festività:

  1. Addobbare un albero “locale” o artificiale, ma soltanto se di riciclo
  2. Utilizzare luminarie a basso consumo
  3. Realizza addobbi fatti in casa
  4. Per il pranzo e il cenone usare prodotti locali di stagione, limitando il consumo di carne
  5. Evitare il fois-gras, il caviale, i datteri di mare e le aragoste
  6. Non usare stoviglie usa e getta e fare la spazzatura differenziata
  7. Non alimentare il mercato illegale di animali esotici regalandoli
  8. Regala tecnologia a basso consumo
  9. Fai shopping a piedi, in bici o con i mezzi di trasporto pubblico
  10. Incarta i pacchetti con carta riciclabile

L’attenzione alla creazione nelle decorazioni, lo scorso Natale, è stata enfatizzata anche da Legambiente con la campagna “do it yourself”. “Se si vuole optare per un capo di abbigliamento, il consiglio è quello di orientarsi verso una moda green acquistando articoli vintage, ma anche oggettistica o attrezzature sportive nei mercatini dell’usato o presso aziende e cooperative che producono nuovo filato da materiale riciclato e fibre rigenerate”, aggiunge l’associazione, “dietro la produzione di computer, tablet e cellulari, si cela un copioso impegno di risorse umane e materiali. Acquistare dei rigenerati è perciò una scelta doverosa”.

Anche Greenpeace consiglia di fare attenzione che, nei prodotti di bellezza e igiene personale, non siano contenute microsfere o frammenti di plastica, indicati dai termini specifici poliethylene/polyamide/nylon. “Per i regali preferiamo prodotti ecosostenibili, facendo attenzione all’imballaggio, meglio ancora, creiamo regali e decorazioni usando materiali di recupero e tanta creatività”, sottolinea l’associazione fondata da Gino Strada, “prima di fare un acquisto per le feste chiediamoci se è davvero indispensabile e se non ci serve non compriamolo”.

5 esempi di campagne sostenibili di Natale

1) Negli ultimi 5 anni, Coca Cola, ha collaborato al fianco del Banco Alimentare per contrastare gli sprechi alimentari e aiutare le persone bisognose. Con il Coca Cola Truck Tour, camion elettrico al 100%, ha portato in tour un villaggio itinerante di Natale, “Real Magic Village”, le cui iniziative a sfondo benefico hanno permesso di offrire quasi 10 milioni di pasti;

2) Flyng Tiger Copenaghen propone, nell’attuale collezione natalizia, una serie di prodotti esposti in negozi, affiancati dal cartellino “ecosostenibile”, per indirizzare in modo chiaro l’acquisto dei consumatori. Il brand dichiara il proprio impegno per un’attività etica e responsabile, dall’approvvigionamento allo smaltimento dei rifiuti: “Vogliamo che i nostri clienti sappiano che quando acquistano un prodotto da Flyng Tiger è stato prodotto nel rispetto degli standard etici ambientali e sociali, ed è sicuro da usare”, specifica l’azienda danese;

3) “Believe in tomorrow” è lo slogan utilizzato da Erste Group per lo spot natalizio 2021 a tema sostenibilità. In un corto animato si vede una bambina che rimprovera il papà nelle azioni quotidiane, spingendolo verso comportamenti sostenibili.

4) Swappie, ha lanciato la campagna virale #RicondizioNation 2021 per pubblicizzare la qualità degli smartphone ricondizionati. Elena Garbujo, country manager d’Italia dell’azienda specifica che “quella del ricondizionamento continua a confermarsi una scelta di qualità, altamente affidabile, con un forte impatto anche in termini di sostenibilità”.

5) Soda Stream, nel Natale 2020, attraverso le parole del rapper Snoop Dog, ha invitato i consumatori a non utilizzare plastica durante i pasti delle feste, per salvare gli oceani e gli animali.

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Gli influencer sono davvero così influenti?

Cosa pensano gli italiani degli influencer?

Come si rapportano con loro?

Sono in grado di condizionarne le decisioni?

Su queste domande si basa la ricerca realizzata da Toluna (principale piattaforma di consumer insights sul mercato), in collaborazione con UPA, associazione che riunisce le più importanti aziende che investono in comunicazione pubblicitaria in Italia. 

1000 intervistati online rappresentativi della popolazione italiana

Survey condotta a settembre 2022

Dalla ricerca è emerso che tutti gli intervistati hanno saputo dare una definizione di influencer e hanno confermato di seguirne almeno uno.

I numeri: gli influencer e i brand

  • Il 60% dei rispondenti segue 2-5 influencer, con picchi di 10 o più soprattutto tra i giovani.
  • L’81% degli italiani utilizza i social network per seguire gli influencer.
  • Il 50% degli intervistati ha acquistato prodotti e servizi proposti dagli influencer.
  • Il 47% comprerebbe prodotti di un brand creato dall’influencer stesso.

Oltre il prodotto…

  • Il 57% degli intervistati considera gli influencer anche divulgatori di informazioni utili.
  • Per il 53% gli influencer sono una fonte di ispirazione.
  • Il 29% dichiara che voterebbe il suo influencer se si candidasse in politica.
  • 1 su 3 ha dichiarato che i profili più seguiti sono i divulgatori di informazioni.
  • 1 su 5 ha dichiarato di aver cambiato la propria opinione dopo aver sentito quella di influencer sui temi: riscaldamento globale, le disuguaglianze e i diritti.

Quello che è emerso è che i contenuti sono al primo posto: Il 69% degli intervistati ha dichiarato di seguire un influencer per i temi trattati, la qualità e la cura con cui vengono comunicati.

Il commento

“In alcuni casi, se vogliamo un po’ estremi ma non banali, si crea una sorta di amicizia, come conferma il 33% degli intervistati. L’influencer è per il 27% qualcuno da imitare, mentre il 29% sostiene che voterebbe il proprio preferito se questo si candidasse in politica. Il rapporto, insomma, va ben oltre il semplice acquisto: tra influencer e follower si crea una vera e propria relazione personale”, ha commentato Eliza Frascaro, Head of Research Southern Europe & MEA Toluna. “La ricerca conferma che i contenuti, la loro qualità, la cura con cui vengono realizzati e gli argomenti che affrontano hanno un peso rilevante nella decisione di seguire un influencer. Molto più importanti, ad esempio, rispetto a caratteristiche quali la notorietà del personaggio o il numero dei follower”, conclude Frascaro.

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Assirm Marketing Research Forum 2022: un tuffo immersivo nei dati, nelle statistiche e nella data analysis

Si conclude domani, 20 ottobre 2022, la 9° Edizione dell’Assirm Marketing Research Forum, il format che, nella forma ibrida (Live l’11 e il 12 ottobre e on demand fino al 20 ottobre) già sperimentata per l’edizione 2021, ha registrato un ampio consenso, con 30 aziende tra Sponsor e Media Partner, 1.350 iscritti e oltre 800 utenti unici collegati sulle due date.

La manifestazione è stata l’occasione per presentare l’indagine sociale condotta da Assirm nel mese di settembre, con la collaborazione delle aziende associate: ALES Market Research, MIS Group, SWG, Toluna.

Sono state così svolte oltre 4000 interviste sulle tematiche che hanno guidato il dibattito dell’evento: l’11 ottobre sono state approfondite le strategie di mercato da tenere in periodi di crisi economica, mentre il 12 ottobre si è discusso di “Strategie di ingaggio del consumatore, dalla comunicazione al retail/e-commerce”.

Nell'immagine l'intervento di Gian Carlo Blangiardo, Presidente ISTAT all'Assirm Marketing Research Forum 2022 - Smart Marketing
Foto di Vittorio La Fata.

Smart Marketing è stato (intercettato dall’Agenzia Doppia Elicaper il terzo anno consecutivo media partner dell’evento, che è diventato un punto di riferimento non solo in Italia, ma per chiunque si occupi di ricerche di mercato e data analysis.

Noi di Smart Marketing abbiamo seguito anche alcuni workshop oltremodo interessanti, fra cui: “BRAND & DATA JOURNALISM – Come sta cambiando il rapporto tra marca e informazione”, promosso da Doppia Elica e condotto da Alessandra Colao, Fondatrice – Doppia Elica, a cui hanno partecipato Valentina Magri, Responsabile sito web Wall Street Italia, Pina Debbi, vicedirettore TgLa7, Cristina Tagliabue, direttore LaSvolta; “I RICERCATORI E I GRANDI MAESTRI DEL CINEMA ITALIANO – Una visione comparata di due professionalità simili”, a cura di ALES MARKET RESEARCH e condotto da Tommaso Pronunzio, CEO di ALES Market Research, e Michela Vallalta, Business Insights Manager di Tetra Pak; “INDICE DI STENDHAL”, a cura di EMOTIVA e condotto da Andrea Sempi, CMO di Emotiva, e Giulio Bozzo, CEO, Reasoned Art.

Ricchissimo il programma dei due giorni in presenza: ad aprire i lavori della prima giornata è stato Matteo Lucchi, Presidente Assirm, che ha segnalato come il 97% degli Italiani che lavorano in azienda reputa i dati uno strumento molto importante per sviluppare il business, con un volume di affari in Italia pari a 610 milioni di euro, con una crescita del 5,2% auspicabile per il fine 2022.

Il primo intervento istituzionale è stato tenuto da Gian Carlo Blangiardo, Presidente ISTAT, che ha commentato «Sul fronte economico cresce l’incertezza a livello globale. Nonostante questo in Italia abbiamo avuto la capacità di riuscire a rialzare la testa su tanti punti di vista: produzione industriale, commercio con l’estero, mercato del lavoro»; Blangiardo ha inoltre presentato il nuovo indicatore RAT-ITA dell’Istat, nato con l’obiettivo di fornire un’indicazione mensile sul segno del PIL in Italia nel trimestre di riferimento.

Successivamente è salito sul palco Vincenzo Boccia, Presidente dell’Università LUISS Guido Carli, che ha dichiarato: «Se vogliamo cogliere la sfida del futuro abbiamo bisogno dell’informazione. Le Ricerche Di Mercato sono il futuro ma bisogna avere il coraggio di assumersi dei rischi». Il terzo intervento in plenaria ha avuto come protagonista Giovanni Brugnoli, Vicepresidente per il Capitale Umano Confindustria, che ha esordito così: «Le imprese hanno bisogno sempre del capitale umano, con un’accezione positiva, ovvero l’informazione. È fondamentale puntare al Life Large & Long Learning: mai smettere di imparare, non solo nella propria sfera di competenza, ma in maniera trasversale».

Daniela Vitolo, Senior Marketing Analyst di Ufficio Studi ABI, durante la tavola rotonda intitolata “Le ricerche: una bussola insostituibile”, ha dichiarato: «Mai come in questi ultimi anni le ricerche di mercato supportano le aziende nel valutare le priorità di investimento e le scelte di innovazione da compiere. Il contesto mutevole che abbiamo percorso richiede di misurare costantemente i bisogni e le attese dei consumatori nei confronti dei brand e le modifiche nei loro comportamenti agiti per non perdere vicinanza e fedeltà».

All’interno dello speech “Indagando il ruolo del consumatore in tempi di incertezza”, Tommaso Pronunzio, CEO & Partner di Ales Market Research, ha affermato: «Le sfide dei ricercatori nei periodi di crisi si contestualizzano in tutto ciò che sono le nuove tendenze e paure, e quindi tra gli elementi principali c’è la necessità di analizzare i dati attraverso Connect the dots e l’ormai imprescindibile necessità di determinare il ROI delle ricerche di mercato».

La seconda giornata del MRF22 è iniziata con il contributo di Enzo Frasio, Vicepresidente Assirm che ha dichiarato:

«Decidere chiare strategie da tenere in periodi turbolenti di crisi continuative risulta fondamentale per le Aziende per gestire al meglio il presente e crescere nel futuro. E tali decisioni possono essere prese ed attivate solo dopo aver analizzato in profondità come stanno cambiando i Consumatori, le loro aspettative, le loro incertezze e soprattutto quali sono i loro nuovi bisogni” – Frasio ha aggiunto – “Dobbiamo affiancare all’attivazione di ricerche di mercato, per misurare le operazioni di marketing, anche e sempre di più le cosiddette ricerche di mercato anticicliche. La popolazione italiana, ossia i Consumatori di beni e servizi, ha chiaramente identificato quali sono le aree caratterizzate da forte incertezza: lavoro, economia e sanità, alle quali si affianca un “segnale debole” legato al sistema valoriale. E chiare sono anche le aspettative che i Consumatori hanno verso le aziende: investimenti sul territorio, politiche eco-sostenibili, più trasparenza e aiutare chi ha bisogno. Il 52% degli Italiani, nonostante il momento di crisi perdurante, si dice fiducioso sul futuro, e vuole mettere a terra uno spirito costruttivo volto ad agire non solo come singoli individui, ma come una comunità».

Nell'immagine l'intervento di Vincenzo Boccia, Presidente dell'Università LUISS Guido Carli, all'Assirm Marketing Research Forum 2022 - Smart Marketing
Foto di Vittorio La Fata.

In occasione dello speech La tecnologia IA e simili possono essere di supporto alle tecniche di ricerca e conoscenza del Consumatore”, Luca Altieri, Vice President Marketing – IBM Technology Europe and Middle East Africa ha commentato: «Viviamo in un’epoca di profondi cambiamenti guidati da una rivoluzione digitale che sta radicalmente cambiando la nostra quotidianità. Capiremo insieme come le tecnologie esponenziali stiano cambiando il comportamento dei consumatori e come aiutino le aziende ad essere più efficaci e ad aumentare l’ingaggio dei clienti».  Il manager ha così concluso: «Il Cliente sta radicalmente cambiando in quello che compra, in come lo compra e quando lo compra grazie ad una sempre maggiore pervasività della tecnologia. Affronteremo insieme il tema – attraverso casi concreti – di come l’intelligenza artificiale e le tecnologie esponenziali possano aiutare le aziende nel percorso di ingaggio e fidelizzazione dei clienti».

La prima tavola rotonda della giornata ha analizzato gli elementi indispensabili per realizzare un’indagine di mercato efficace in grado di soddisfare i bisogni dell’azienda, insieme a FATER. Stefano De Vita, Responsabile Gaming & Market Intelligence Director di SISAL, ha affermato: «Per noi la ricerca è fondamentale per supportare le politiche sociali che sono al centro della filosofia di Sisal. Ed è grazie alla ricerca e all’innovazione che oggi probabilmente siamo in grado di comprendere più chiaramente i comportamenti del cliente»; ha proseguito il suo intervento Giovanni D’Alessandro, Direttore Generale Basko SpA: «In un contesto sempre più difficile da decifrare diventa fondamentale capire rapidamente dove dirigere l’Azienda, come intercettare e come soddisfare le esigenze dei Clienti. Per cercare di raggiungere questi obiettivi occorre disporre di informazioni serie ed affidabili attraverso le quali attivare correlazioni e piani di azione. Diventa fondamentale il ruolo del “fornitore” del dato che non può procedere in modo approssimativo o, come a volte capita, senza una metodologia chiara e testata. Serve quindi un’organizzazione che sappia comprendere le esigenze delle Aziende, che con semplicità e rapidità supporti, con i dati, i processi».

All’ultima tavola rotonda “Il social come strumento versatile per comprendere il Consumer Journey dei consumatori nei diversi Touch Point, per ascoltarli e interagire con loro” hanno preso parte FFind, Blogmeter, Patrizia Elli, Country Director Bilendi, che ha affermato: «Gli orizzonti dei social sono molto ampi. Oggi l’interazione online tramite panel e piattaforme di messaggistica -whatsapp, Facebook, Instagram- raggiunge nuove dimensioni sempre più aggreganti per ascoltare davvero e capire i bisogni dei clienti. Per trainare la società verso la luce in fondo al tunnel»; a concludere la discussione Luca Antonietti, Managing Director MetrixLab Italia: «Le campagne social sono eccessivamente targettizzate e intercettano solo chi è vicino all’acquisto. Per far crescere una marca bisogna comunicare all’intera categoria: il broad reach è più efficace del narrow target».

Un tuffo immersivo ed esaustivo nel mondo dei dati per comprendere sempre meglio quanto concetti come statistica, data analysis e approcci data driven siano diventati sempre più centrali non solo per qualunque strategia di marketing, ma forse, ed ancora di più, per comprendere davvero e a fondo il mondo che ci circonda ed il futuro che ci attende.

Restano ancora per un paio di giorni, quindi, si potranno rivedere molti interventi, contenuti e workshop che sono disponibili sulla piattaforma proprietaria di Assirm.

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Al via, l’11 e il 12 ottobre, l’Assirm Marketing Research Forum: con un programma ricco di eventi sia in presenza che on demand

Manca davvero poco alla IX edizione dell’Assirm Marketing Research Forum, che per il 2022 prevede una modalità phygital con due giornate di eventi in presenza in programma l’11 e il 12 ottobre all’ Enterprise Hotel di Milano, seguite da 9 giorni di contenuti disponibili on demand sulla piattaforma liveforum.space.

MRF22 – Il Forum della Conoscenza, la manifestazione organizzata da Assirm – Associazione che riunisce le aziende italiane che svolgono Ricerche di Mercato, Sondaggi di opinione e Ricerca Sociale – quest’anno darà spazio, nella prima giornata, a rilevanti tematiche dedicate alle strategie di mercato da adottare durante periodi di incertezza e crisi economica come quelli che stiamo vivendo.

Durante i lavori della seconda giornata si approfondiranno le strategie di ingaggio del consumatore, dalla comunicazione al mondo retail ed e-commerce. L’evento sarà un momento di confronto sui trend del settore a cui prenderanno parte realtà internazionali e importanti personalità manageriali.

Matteo Lucchi, Presidente Assirm, aprirà i lavori della prima giornata con un saluto di benvenuto incentrato sul ruolo dei divulgatori di conoscenza e delle società di ricerca.

Seguirà l’intervento del Presidente ISTAT Gian Carlo Blangiardo che lascerà poi la parola a Vincenzo Boccia, Presidente dell’Università LUISS. Successivamente interverrà Giovanni Brugnoli, Vicepresidente per il Capitale Umano di CONFINDUSTRIA; in seguito è prevista la tavola rotonda “Le ricerche: una bussola insostituibile”, a cui parteciperanno Saverio Addante, Presidente di Confindustria Intellect, Davide Rossi, Direttore Generale AIRES e Daniela Vitolo – Senior marketing analyst di Research Department ABI.

Il pomeriggio si aprirà con l’intervento di Toluna per passare poi la parola a Michela Vallalta, Business Insights Manager di Tetra Pak e Tommaso Pronunzio, CEO & Partner di ALES Market Research: all’interno dello speech intitolato “Il ruolo del ricercatore in tempi di incertezza economica”, i manager delineeranno la figura del ricercatore di oggi, studioso di dati ma anche precursore di scenari futuri. Chiuderà la sessione il contributo di Dynata.

Ricca di contenuti sarà anche la seconda giornata del Forum che prenderà avvio con il contributo di Enzo Frasio, Vicepresidente Assirm a cui seguirà il primo intervento istituzionale a cura del Presidente Esomar, Kristin Luck, seguito dallo speech di Luca Altieri, Vice President Marketing – IBM Technology Europe and Middle East Africa, dal titolo “La tecnologia IA e simili possono essere di supporto alle tecniche di ricerca e conoscenza del Consumatore”, che affronterà i temi relativi all’Intelligenza Artificiale e di come le tecnologie esponenziali possano aiutare le aziende nel percorso di ingaggio e fidelizzazione dei clienti.

Prima del coffee break è in programma una tavola rotonda dal titolo “Ricerca e consumer insight alla base del successo delle aziende?” che analizzerà quali sono gli elementi indispensabili per realizzare un’indagine di mercato efficace in grado di soddisfare i bisogni dell’azienda: prenderanno la parola Stefano De Vita Responsabile Gaming & Market Intelligence Director di SISAL, Gilberto Grasso, Head of Market&People Insight di FATER e Giovanni D’Alessandro, Direttore Generale di BASKO.

Alle 11.30 è prevista la tavola rotonda “Il social come strumento versatile per comprendere il Consumer Journey dei consumatori nei diversi Touch Point, per ascoltarli e interagire con loro” con il contributo di Bilendi, Ffind, Blogmeter e Metrixlab.

A conclusione dell’evento sono previsti una serie di workshop in presenza e digitali in sessioni parallele.

La partecipazione al MRF2022 è prevista su invito in presenza e liberamente da remoto per entrambe le giornate, previa iscrizione al seguente link – https://www.assirmforum.it/

Per tutti gli aggiornamenti Assirm invita a consultare il sito assirmforum.it e a seguire i canali social dell’Associazione: Twitter, LinkedIn e YouTube. Gli hashtag ufficiali dell’evento sono #MRF22 e #ForumDellaConoscenza.

 

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Inizia l’AI WEEK Settimana Italiana dell’Intelligenza Artificiale

Comincia oggi e durerà fino al 13 Maggio l’AI WEEK Settimana Italiana dell’Intelligenza Artificiale, della quale noi di Smart Marketing siamo media partner.

Fra le innovazioni tecnologiche più impattanti negli ultimi anni l’Intelligenza Artificiale la fa sicuramente da padrone. Da quando reti neurali e big data da una parte e machine learning e deep learning dall’altra hanno cominciato a liberare parte del loro potenziale, ciò che sembrava fantascienza comincia a perdere corpo intorno a noi.

Nei giorni scorsi io e il mio socio Ivan Zorico abbiamo fatto una video-chiacchierata con i due fondatori ed organizzatori dell’evento, Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, con i quali abbiamo parlato della genesi, della storia e del programma 2022 dell’AI WEEK Settimana Italiana dell’Intelligenza Artificiale; andate a scoprire di cosa abbiamo parlato nel video che trovate in fondo a questo articolo.

Certo, nel nostro immaginario cresciuto a fumetti, romanzi e film di fantascienza quello che vorremmo vedere ed allo stesso tempo temiamo è il classico robot umanoide alla Terminator, ma lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, in realtà, più che costruire robot dalle fattezze sempre più umanoidi (ricerca che, per inciso, comunque procede e sta dando ottimi risultati) si è specializzato molto di più nel creare IA che svolgono compiti e risolvono problemi specifici molto meglio degli umani.

Le scienze statistiche, il riconoscimento di immagini, il riconoscimento e comprensione della voce umana, la traduzione dei testi, il riconoscimento di pattern comportamentali e le previsioni di specifici comportamenti sono solo alcune delle aree dove gli algoritmi dell’IA non solo sono più efficienti e veloci dell’uomo, ma anche assai più precisi.

Il marketing, la medicina, le ricerche di mercato, ma pure la domotica, l’automotive e le tecnologie dei nostri smartphone stanno beneficiando di questa “nuova primavera dell’AI”, come l’ha definita nel suo intervento di apertura “La ricerca e l’ecosistema produttivo Italiano dell’Intelligenza Artificiale” Gianluigi Greco, Presidente dell’AIxIAAssociazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale.

Gianluigi Greco nel suo intervento ha ribadito più volte che il progresso dell’IA , fin dalla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, è sempre proceduto per primavere ed inverni, ma che anche nei periodi in cui i progressi tecnologici “pratici” erano pochi la ricerca pura non si è arrestata, ma anzi ha ragionato su nuove applicazioni e testato nuove strade di sviluppo per gli algoritmi dell’AI.

Anche noi comuni mortali ci ricordiamo almeno un paio di date “emblematiche” nelle quali sembrava che i computer e le intelligenze artificiali dovessero prendere il sopravvento e diventare una sorta di Skynet, come nella saga cinematografica di Terminator.

Io personalmente ne ricordo almeno due: la prima è datata 10 febbraio 1996, quando il supercomputer Deep Blue della IBM vinse la prima partita a scacchi contro il campione del mondo in carica Garry Kasparov (il campione russo comunque vincerà il torneo con il punteggio di 4 a 2), il che dimostrò che le AI potevano battere gli umani al gioco di strategia ed intelligenza più famoso.

La seconda, guarda caso sempre targata IBM, avvenne nei tre giorni che vanno dal 14 al 16 febbraio 2011, quando i due più grandi campioni umani del famoso quiz di cultura generale statunitense  “Jeopardy!”, Brad Rutter e Ken Jennings, furono battuti e surclassati dalla sofisticata AI Watson.

E voi quali date ricordate?
Quando avete pensato che l’intelligenza artificiale avrebbe soppiantato quella umana?

Fatecelo sapere nei commenti, e comunque, se volte saperne di più sui sviluppi odierni dell’AI, sulle aziende e le startup italiane, e sui campi di ricerca futuri dell’AI, non vi resta che partecipare all’AI WEEK 2022; in qualità di  media partner noi di Smart Marketing possiamo offrire ai nostri lettori un vantaggioso codice sconto MARKETING20, vi basterà inserirlo negli appositi spazi al momento dell’acquisto del ticket che potete trovare qui.

 

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Digitale, innovativa, con molti servizi extra ma dal volto umano: ecco la banca del futuro secondo gli Italiani

I dati di una recente indagine di mercato condotta da Toluna, principale piattaforma di consumer insights sul mercato, insieme a BPER, terzo gruppo bancario nazionale, fotografano le abitudini bancarie degli Italiani.

Human touch, digitalizzazione, personalizzazione e servizi extra: sono le principali esigenze degli italiani in ambito retail banking, emerse dalla ricerca.

L’analisi, che ha coinvolto un campione di 1000 cittadini rappresentativi della popolazione italiana che è stato intervistato online, era orientata a comprendere tendenze, comportamenti e aspettative dei consumatori nel mondo dei servizi bancari in Italia e non solo. Infatti, ad arricchire i risultati della ricerca, i dati sono stati confrontati con insights provenienti dai mercati spagnolo e inglese.

Ma vediamo in dettaglio le principali evidenze della recente ricerca di Toluna e BPER Banca.

Il podio dei prodotti più sottoscritti in Italia: Conto Deposito (44%), Investimenti (34%) e Assicurazioni sui veicoli (32%).

Sul gradino più alto del podio dei prodotti maggiormente richiesti si trova il Conto Deposito, indicato dal 44% dei rispondenti, seguito dagli Investimenti, che ottengono il 34% delle preferenze, e, infine, le Assicurazioni sui Veicoli, scelte dal 32% del panel.

Interessante, invece, il gap registrato nei confronti delle assicurazioni: nel Bel Paese solo il 27% degli intervistati si rivolge alla Banca per sottoscrivere Assicurazioni sulla casa (vs. 54% in UK e il 62% in Spagna). Una percentuale che scende al 5% per le assicurazioni sui viaggi, stipulate in Banca dal 21% del campione inglese e dal 10% di quello spagnolo.

La banca multi-canale: controllo del saldo (88%) e bonifici (89%) vengono effettuati online. Tra chi ha richiesto consulenza, la filiale è canale preferito (57%), seguito dal telefono (43%).

Esaminando nel dettaglio le operazioni svolte e i canali utilizzati dai clienti italiani, è evidente la diversa modalità di interfacciarsi con la banca a seconda della specifica necessità. Il controllo del saldo tramite App mobile (88%) è l’azione più frequente dei correntisti, anche se in molti casi si utilizza ancora l’estratto conto cartaceo (83%). Il bonifico online viene selezionato dall’89% del panel sostituendo parzialmente quello effettuato allo sportello (76%), mentre – tra chi dichiara di aver richiesto una consulenza – il canale preferito è quello fisico, rappresentato in primis dalla filiale (57%) e seguito dal telefono (43%).

Se si indagano le aspettative, emerge, invece, che gli Italiani immaginano la Banca del domani prevalentemente digitale; rimarranno infatti operazioni prevalentemente online la verifica della disponibilità sul conto corrente (70%) e il trasferimento di somme di denaro tramite bonifici (67%).

Nell'immagine una ragazza esegue delle operazioni bancarie con lo smartphone - Smart Marketing
Foto di Karolina Grabowska da Pexels.

Quasi 8 italiani su 10 non rinunciano al parere di esperti. La relazione umana rimane rilevante anche tra i più giovani: il 52% di chi ha chiesto consulenza si è recato in filiale.

Motivata dal bisogno di instaurare una relazione umana, la consulenza di persona in filiale è un asset fondamentale. Quasi 8 Italiani su 10 hanno dichiarato di essersi rivolti alla banca per ricevere un parere, tra questi più della metà della clientela si è recata in filiale (57%), operazione compiuta anche dalle fasce più giovani (52%). Solidità, sicurezza e servizi online efficienti sono essenziali, ma a fare la differenza è proprio il rapporto di fiducia e ascolto che i professionisti del settore instaurano con i clienti.

Ci si affida alla competenza di esperti per ottenere informazioni generiche (58%), dettagli relativi non solo agli investimenti (31%) ma anche ai finanziamenti (15%).

L’80% del campione richiede una maggiore personalizzazione e servizi extra come Cashback su bollette e acquisti.

8 persone su 10, infine, affermano che la banca dovrebbe non solo personalizzare, ma anche ampliare la propria offerta con servizi extra. Tra questi primeggia il Cashback sia sugli acquisti effettuati in negozi (78%) sia sui pagamenti delle utenze domestiche (78%). Il 48% del panel dichiara inoltre che vorrebbe ricevere prestazioni utili alla prenotazioni dei viaggi – soprattutto i più giovani (63%) – e all’acquisto di biglietti per eventi.

In conclusione possiamo dire che dalla ricerca di mercato emerge la figura di un cliente sempre più smart, consapevole e autonomo, che predilige una banca multi-canale, la possibilità di svolgere gran parte delle operazioni bancarie (bonifici, controllo saldo, estratto conto, etc.) attraverso l’app sullo smartphone o al computer, che però non rinuncia a recarsi in filiale per ricevere una consulenza da un esperto e che vorrebbe maggiori servizi extra come il cashback sugli acquisti effettuati in negozi e sui pagamenti delle utenze domestiche, oltre ad agevolazioni per prenotazioni di viaggi ed eventi.

Una banca sempre più digitale, ma dove la componente umana resta importante e fondamentale per le  consulenze e le operazioni più complesse e che non smetta mai di innovare e aumentare i vantaggi e i servizi extra offerti ai suoi correntisti e risparmiatori.           

Nell'immagine il logo di "toluna" - Smart MarketingToluna è leader nel digital market research e nel fornire insights agili sui consumatori. Permette alle aziende di esplorare le idee, scoprire nuove opportunità di business e rispondere alle domande on-demand.

Toluna sta trasformando il modo in cui vengono prese le decisioni di marketing, riunendo persone e brand nella social voting community più grande del mondo, con oltre 40 milioni di membri distribuiti in 70 Paesi. In Italia gli iscritti sono 652.000, rendendo il panel di Toluna il più numeroso e profilato a livello nazionale.

L’accesso in tempo reale ai consumatori è abbinato alla prima piattaforma end-to-end di ricerca. Toluna è presente in 24 uffici in Europa, Nord e Sud America, MENA e Asia Pacifico.

 

 

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Millennials e quattro ruote: la ricerca di Areté

Secondo una recente ricerca di Areté su Millennials e Generazione Z si evince come al 64% degli intervistati le quattro ruote piacciano, in particolare con formule di sharing e noleggio a lungo termine e non solo. Il 60% comprerà una vettura elettrificata per risparmiare e salvaguardare l’ambiente. Entriamo ora nei dettagli dell’indagine.

Quattro ruote: il mezzo preferito dai giovani

La macchina resta il veicolo preferito di 6 giovani su 10, che la sognano elettrica e con un costo inferiore ai 20mila euro. Il passaggio in concessionaria è necessario solo per testare il mezzo e le formule preferite sono il sharing e il noleggio a lungo termine, ideali per risparmiare. La ricerca condotta da Areté ha messo in luce come cambiano i consumi dei giovani e qual è il rapporto di Millennials e Gen Z con l’auto e la mobilità.

Solo il 13% degli intervistati usa i mezzi pubblici, l’8% va a piedi e il 6% usa i servizi di sharing di monopattino, bicicletta e scooter. Cala dell’11% l’uso della vettura di proprietà tra i giovani, anche se resta il mezzo preferito e posseduto dall’80% dei giovani in prima persona o in famiglia.

Nella foto un auto elettrica in ricarica - Smart Marketing
Foto di Mikes-Photography da Pixabay.

Il valore delle auto green

I giovani sono anche sempre più attenti alla sostenibilità e l’auto diventa un bene green grazie ai servizi di sharing che permettono di risparmiare su proprietà e manutenzione. Tuttavia, il 72% dei Millennials e della Generazione Z punta ad auto nuove e il 54% desidera non inquinare, mentre il 40% vuole ridurre consumi e costi di manutenzione.

Una propensione verso l’elettrico che si scontra con il budget a disposizione per l’acquisto della macchina. Il 50% degli intervistati conta su 6-15 mila euro e solo il 39% è disposto ad investire più di 21mila euro.

Scopri il nuovo numero: “Orizzonte elettrico”

Al pari di quella digitale, la rivoluzione elettrica è arrivata quasi sottovoce e sta prendendo letteralmente piede molto velocemente. E quando si parla di rivoluzione elettrica, tra le altre cose, non si può non parlare di mobilità.

La decisione di acquisto è online

Millennials e Generazione Z si informano online sulla auto da acquistare nel 74% dei casi, mentre solo il 10% acquista riviste specializzate e l’8% si affida al passaparola. Tuttavia, la fase di acquisto si completa in concessionaria dove l’82% delle persone chiede la prova della macchina.

Sicuramente la ricerca di Areté mostra i comportamenti di una fascia di mercato sempre più strategica per i venditori di auto e, come commenta il presidente di Areté Massimo Ghenzer, “Intercettare i loro desideri ha una rilevanza decisiva per i car maker e gli operatori di mobilità. La scelta della motorizzazione elettrica appare un must per l’auto del prossimo futuro. Una propensione destinata però a scontrarsi con la limitata capacità e volontà di spesa per l’auto delle nuove generazioni”.

Vedremo come si evolverà il mercato dell’auto elettrica e quali saranno scelte e comportamenti delle nuove generazioni, sempre più attente ad ambiente e sostenibilità anche quando si parla di mobilità.

 

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Il culto novax. Può una convinzione diventare una vera setta?

Da quando è cominciata la campagna vaccinale contro il Covid, un’altra la segue parallelamente ed è la campagna antivaccino perpetrata da un sempre più folto gruppo di persone che sembra abbiano fatto una vera e propria ideologia antiscientifica, mettendo nel calderone tutto ciò che dalla ricerca scientifica derivi. Ogni link tratto da siti di disinformazione, ogni affermazione effettuata da ben noti medici di propaganda pseudoscientifica, vengono utilizzati come baluardi a sostegno di una propria convinzione che, oggi, va ben oltre la semplice paura o la semplice (si fa per dire) disinformazione o ignoranza scientifica.

In più occasioni ho evidenziato come il negazionismo sull’efficacia dei vaccini anticovid e su tutto ciò che la scienza ha evidenziato possa essere una sorta di difesa contro una paura personale: negare l’evidenza di ciò che più temiamo porta ad annullare “magicamente” l’oggetto delle nostre paure. Un meccanismo già descritto da Freud ben più di 100 anni fa, ma che si evidenzia in modo palese oggi, davanti ad un’emergenza mondiale dinanzi alla quale, nonostante l’elevato numero di morti, di malati e di contagi, c’è chi continua a dire: “E’ tutto un bluff”. Davanti ad una negazione di una realtà così evidente, appare chiaro che debbano esserci meccanismi psicologici disfunzionali di fondo, probabilmente legati ad una profonda paura, a sua volta negata e trasformata in negazionismo.  Ma la propaganda novax sta andando ben oltre: si costruiscono veri e propri siti web ad hoc con il solo scopo di raccogliere o addirittura creare notizie che vadano controcorrente, facendo riferimento a fonti prive di valore scientifico, modificando interviste e/o stravolgendo ciò che alcuni medici affermano.

Nella foto una folla novax manifesta contro le restrizioni - Smart Marketing
Photo by Ehimetalor Akhere Unuabona on Unsplash.

L’idea che sembra prender piede è che si stia creando una vera e propria propaganda ideologica antiscientifica che si può paragonare a dei veri e propri culti settaristici.

Luigi Corvaglia, psicoterapeuta e membro del (FECRIS) European Federation of Centres of Research and Information on Cults and Sects e autore del saggio No Guru” ritiene che: La diffidenza nei confronti della medicina “ufficiale” non è una novità e perfino l’esistenza della peste fu messa in dubbio nel Medioevo. Già al loro primo apparire furono in molti a diffidare dei vaccini. Senza andare così lontano, l’epidemia di Spagnola nel 1918 vide la prima ondata di “no mask” della storia. Questo scetticismo può definirsi un “sintomo” e, da solo, non può dirsi espressione di appartenenza ad un culto, quanto di tratti di personalità caratterizzati da eccessiva precauzione o diffidenza, talvolta di vera e propria paranoia, al limite di contagio sociale. Quello a cui invece stiamo assistendo adesso è il coagularsi nelle medesime persone di una costellazione di segni e di sintomi che possiamo definire una “sindrome”. Fra questi segni c’è il credere a una gran mole di teorie anche lontane dal tema della salute e che investono la società ed il mondo nel suo complesso, perfino la storia, in una costruzione cospirazionista che cresce inglobando ogni teoria “alternativa” in una elaborazione dalle caratteristiche gnostiche… Parlare con un novax odierno non significa discutere dell’efficacia dei vaccini, ma quasi sempre della realtà dell’epidemia, magari del ruolo della tecnologia 5G nel piano ordito dai Poteri Forti e del progetto di Bill Gates di sterminare la popolazione mondiale. Si può arrivare anche a QAnon e ai pedofili satanisti contro cui lottava Donald Trump. Capite che medicina ed epidemiologia sono territori lontani. È molto più vicino l’esoterismo….

Lo stesso Corvaglia utilizza il termine “setta” e lo fa in questi termini: egli parla di “settarismo pulviscolare” per definire la diffusione e la costante reciproca inseminazione fra sub-culture aggressive a cui mancano i classici confini rigidi dei “gruppi ad altro controllo” volgarmente detti sette (e che possiamo definire “culti analogici”), ma che sono egualmente escludenti il mondo dei non credenti e che non necessitano di frequentazione fisica di luoghi e persone. Possiamo definirli “culti digitali”. L’essere pulviscolari deriva dall’essere costituiti da individui che convergono in sciami digitali muta-forma e non in definiti schemi discreti, in più dall’essere interstiziali, cioè occupando ogni anfratto sociale, come la polvere.    

Sembra, quindi, che si abbia a che fare con una sorta di setta virtuale e/o digitale che si autorinforza mediante uno scambio continuo di false informazioni e di ideologie di pseudolibertà che vengono condivise tra gli “adepti”. Una setta virtuale che trova il suo momento di aggregazione reale nelle varie manifestazioni contro le scelte del Governo.

Ma qual è il livello culturale dei partecipanti?

A tal proposito la dottoressa Lorita Tinelli, psicologa clinica e criminologa, fondatrice del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici) afferma che chi aderisce a tale ‘settarismo pulviscolare’ non sempre è una persona “ignorante”, ma di sicuro non possiede una preparazione specialistica, possibilmente di tipo logico-analitica. Aderisce ad una forma di relativismo cognitivo, secondo cui ogni forma della scienza sarebbe un’opinione e porta avanti la sua verità, non tanto per affermare ciò in cui crede, ma per affermare la sua stessa persona. Lantian ed altri (2017) in un articolo dal titolo “I know things they don’t know: the role of need for uniqueness in belief in conspiracy theories” (So cose che loro non sanno!: Il ruolo del bisogno di unicità nella credenza nelle teorie del complotto) evidenzia i risultati di una ricerca secondo cui esistono due fattori che portano ad aderire a teorie cospirazioniste: l’incertezza e il bisogno di sentirsi unici e speciali. Secondo questi studiosi, i tratti di personalità del cospirazionista sono una marcata sfiducia e la tendenza alla manipolazione, ovvero la persona è talmente concentrata sui propri interessi da mostrarsi indifferente ai bisogni altrui, giungendo a manipolare la realtà per ingannare il prossimo e raggiungere l’obiettivo prefissato.

Nella foto due manifestanti novax mascherati, protestano contro le restrizioni - Smart Marketing
Photo by Ehimetalor Akhere Unuabona on Unsplash.

In pratica più che l’istruzione è il sistema percettivo di elaborazione delle informazioni e la personalità che entra nel merito delle scelte novax, infatti Tinelli aggiunge che si tende ad avere caratteristiche cognitive e di personalità che portano a sentirsi migliori degli altri, tanto da sentirsi legittimati a calpestare gli altrui diritti e a svilire il prossimo. Il novax assume la certezza della conoscenza e mai il dubbio della non conoscenza, teme di essere danneggiato da qualcosa che non può capire e non ricerca attivamente teorie alternative, ma si ferma alla prima che possa sostenere la causa e soddisfare il proprio convincimento e dà la sensazione all’altro di conoscere la Verità, nonostante questa non possa essere supportata dai fatti, da relazioni cause-effetto dimostrabili. Non è mosso da alcun dubbio, quanto dalla certezza di possedere una Verità che lo porta a sentirsi più illuminato, più saggio, più informato rispetto agli altri che vengono, a suo dire, imbrogliati dal Sistema dei Potenti.

In altre occasioni ho evidenziato come la stessa comunicazione, purtroppo anche contraddittoria da parte di alcuni organi di informazione, abbia creato quello che gli studiosi delle relazioni chiamano “doppio legame” ossia una dinamica a causa della quale una comunicazione è subito contraddetta da un’altra, creando quindi confusione e atteggiamenti paranoici del tipo “qualcuno nasconde qualcosa” e, di conseguenza, una modalità paranoica all’interno della quale tutto ciò che viene detto è visto con sospetto e diffidenza. Tuttavia la cosa strana è che questa diffidenza sembra più orientata verso ciò che deriva dalla scienza e dalla ricerca seria, piuttosto che dalla propaganda pseudoscientifica.

A tal proposito Corvaglia evidenzia che: il nostro pensiero non è guidato dalla razionalità. Il suo sistema di default è primitivo ed emotivo, prono alle fallacie logiche definite bias che tendono a difendere le nostre teorie. Fra queste, grande importanza ha l’”effetto dotazione” (bias di costo). Significa che nessuno vuole svendere ciò che gli è “costato” molto in termini di investimento emotivo, di tempo, di studio, ecc. Figuriamoci se quello che abbiamo costruito è il senso del mondo! Abbandonarlo ci porterebbe allo smarrimento. Ecco che ogni tentativo di controbattere con le armi della logica comporta un “backfire effect”, cioè un aumento della cintura difensiva della teoria che si cerca di colpire. 

E’ facile osservare come novax e complottisiti in genere, proprio come accade tra chi appartiene ad una setta o chi la dirige, aderiscano il più delle volte a teorie pseudoscientifiche spesso anche in contrasto tra loro, perché ciò che conta è che siano controcorrente, non che siano coerenti o che non sfiorino il ridicolo. Esiste un vero e proprio rinforzo reciproco dettato dalla denigrazione di chi aderisce alla scienza, da loro definita “ufficiale”, e dall’elogio di chi da quest’ultima abbia preso le distanze. Ci si complimenta addirittura con chi ha avuto il coraggio di “pensare con la propria testa” gratificandolo con una sorta di vero e proprio “love bombing” cognitivo. Più aumenta la gratificazione “intellettuale” che deriva da questo riconoscimento da parte degli alternativi o di chi, come evidenziato, crede di essere illuminato, maggiore è il senso di appartenenza al gruppo e il radicamento nelle proprie idee.

Nella foto manifestamti novax con cartelli contro i media - Smart Marketing
Photo by Trey Musk on Unsplash.

Lorita Tinelli cita il testo dello storico Marco Ciardi “Breve storia delle Pseudoscienze”nell’evidenziare come le discipline pseudoscientifiche abbiano la caratteristica di rimanere sempre uguali a se stesse, ovvero non comprendono un’evoluzione della conoscenza e si rifanno ad una concezione del sapere di tipo magico nella cui autorità e tradizione contano più di qualsiasi cosa. Questo fa di loro un campo rassicurante, in cui si mescolano vari argomenti: dall’uso di medicine ‘complementari’, alla propaganda contro i vaccini, dalla negazione del cambiamento climatico, all’avversione agli ogm, passando per l’agricoltura biodinamica, etc etc. I bias mentali su cui tali convincimenti si basano inducono risposte irrazionali che possono dar vita a qualsiasi forma di fanatismo, di estremismo e di intolleranza.  Il novax in talune occasioni è un alternativo e rimane fermo sulla sua posizione esattamente come le discipline alternative.

Più volte abbiamo sentito dai media che il fenomeno novax sembra essere poco rilevante, ma visti gli effetti che sta ottenendo si tratta di una ridotta rilevanza dall’altissimo potenziale aggressivo. Infatti, come avviene nei culti settaristici, riesce, addirittura, a far insorgere anche molti che hanno già accettato in precedenza i consigli della scienza, facendoli reagire con sentimenti persecutori contro ogni scelta del Governo grazie ad un continuo bombardamento di immagini, fake news, video di pseudomedici che riportano teorie strampalate sul Covid e personaggi pubblici che si ribellano a fantomatiche dittature sanitarie. Una dittatura che, paradossalmente, vuole difendere la salute delle persone e fa il possibile per evitare di far contrarre una malattia che può avere esiti gravissimi.

Ringrazio Lorita Tinelli e Luigi Corvaglia per questa conversazione.

 

Nella foto Luigi Corvaglia - Smart MarketingLuigi Corvaglia

Psicoterapeuta, saggista e formatore. È stato presidente del CeSAP (Centro Studi Abusi Psicologici) ed è componente del direttivo, come anche del comitato scientifico, della FECRIS (European Federation of Centres of Research and Information on Cults and Sects).  È membro dell’Advisory Board della Open Mind Foundation (USA), dirigente psicologo presso il Dipartumento Dipendenze Patologiche dell’ASL Bari e collaboratore della cattedra di Medicina Legale e Criminologia dell’Università del Salento.

 

 

 

 

Nella foto Lorita Tinelli - Smart MarketingLorita Tinelli

Psicologa clinica e criminologa, iscritta all’albo dei Periti del Tribunale di Bari. Già collaboratrice del corso di Perfezionamento di Criminologia Generale Applicata e Penitenziaria dell’Università di Bari. Socia Onoraria dell’associazione La PEC – sezione Lecce (laboratorio di esame e contro esame permanente), Affiliata dell’American Psychological Association (APA). Fondatrice e attuale Presidente del Centro Studi Abusi Psicologici (CeSAP). Studiosa e autrice di diversi libri e articoli sulla manipolazione mentale.

 

 

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La Copertina d’Artista – #ripartItalia 2020

Una bella ragazza si protende in punta di piedi verso un qualcosa che non riusciamo bene a definire. Lo sfondo dell’immagine ha i toni dell’azzurro, del giallo e del verde, e trasmette decisamente una sensazione di “solarità” e “positività”. Osservando con attenzione la Copertina d’Artista di questo numero di Smart Marketing, altri particolari saltano all’occhio. Alcuni sono più discreti, altri più eclatanti.

Cominciamo dai primi: la ragazza, tanto per cominciare, sembra quasi lì lì per spiccare il volo, sembra librarsi in aria come se fosse sospinta da un vento favorevole, inoltre, e questa è una cosa molto interessante, ha gli occhi chiusi e sembra che stia sognando. Poi ci sono altri particolari più evidenti, come le cinque scritte, ritagliate dai giornali, che completano e definiscono l’opera di questo mese.copertina-dartista-settembre-2020-sd

Non possiamo sapere con “certezza” cosa indichi o cosa stia sognando la ragazza, ma queste cinque scritte ci segnalano una direzione, un’intenzione, una volontà. Leggiamole, queste scritte: “Italia riparte da qui, avremo ancora Notti Magiche”, l’augurio dell’artista di questo numero, Piero Pancotto, è chiaro ed inequivocabile.

Questo settembre l’Italia può ripartire, deve ripartire, ripartirà sicuramente se riuscirà ancora a sognare, a sperare, a volare, così come facemmo, ed il riferimento è palese, nell’estate del 1990, in quei fatidici Mondiali di Calcio ospitati in casa nostra, dove sembrava che tutto fosse possibile e che furono ben descritti dai grandi Gianna Nannini e Edoardo Bennato nel loro inno “Notti Magiche”.

Funamboli, 2020.
Funamboli, 2020.

La tecnica del collage mi ha sempre affascinato, perché, a mio modo di vedere, condensa, addensa e stratifica diversi linguaggi prima ancora che diverse tecniche. Tante sono state le correnti artistiche e gli artisti che negli anni si sono cimentati con questa particolare tecnica. Pensiamo ad esempio a cosa sono riusciti a fare i dadaisti, i surrealisti e la Pop art con il collage. Pensiamo alle eccezionali punte di lirismo e poesia che hanno raggiunto artisti come Warhol, Basquiat, passando per Mimmo Rotella con i suoi dècollage, per giungere infine ai murales multimaterici di Bansky.

Scopri il nuovo numero: #ripartItalia

Mai come ora, in questo settembre 2020, un numero come #ripartItalia sembra utile e necessario perché, mai come adesso, in questo nefasto anno bisestile, abbiamo bisogno di fare il punto sulle cose, su noi stessi, sui nostri obbiettivi e sulle nostre vite.

Anche l’artista di questo numero non fa eccezione, egli ci dice che possiamo, anzi dobbiamo, tornare a sognare, a sperare, a vivere, perché non sarà una pandemia, per quanto drammatica come questa, a fermarci. Basta pensare alla lezione della storia, il Covid-19 non è la prima piaga che stravolge l’umanità, c’è stata la Peste Nera, l’Influenza Spagnola, l’AIDS, eppure noi resistiamo, noi sopravviviamo, noi, alla fine, vinciamo.

Fiat Lux, 2020.
Fiat Lux, 2020.

Piero Pancotto, insomma, ci propone il suo “manifesto politico”, la sua “relazione programmatica”, e ci insegna che l’arte, fra le altre cose, è un esercizio di “resilienza civile”, una vera palestra dove “allenarci al cambiamento”; un messaggio forte e ancora più valido, visto che proviene da un artista di formazione scientifica che ha conseguito una laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, che ha lavorato prima nella ricerca di base, in quella applicata, per poi, dopo un periodo nella ricerca clinica, iniziare la sua carriera nel marketing sanitario.

Quindi, prima di essere artista, Pietro Pancotto è stato uno scienziato, un ricercatore e poi un esperto di marketing, una persona che ha maturato un’esperienza variegata e multidisciplinare e che oggi, per esprimere il suo augurio, il suo incoraggiamento, si è rivelato artista maturo ed appassionato.

image0L’opera di questo numero di settembre si intitola “Notti magiche” ed è stata realizzata da Pietro Pancotto (classe 1967), di Roma. Di formazione scientifica, si laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche all’Università La Sapienza di Roma. Irrequieto e curioso, passa dalla ricerca di base a quella applicata, per poi, dopo un periodo di ricerca clinica, iniziare la sua carriera nel marketing.

Appassionato di fotografia, in particolare quella in bianco e nero, durante il lockdown, nel marzo del 2020, inizia a dipingere, una sorta di catarsi per cercare di sfuggire all’isolamento forzato.
La sua arte, dalla forte matrice pop, si ispira a pittori quali Warhol, Lichtenstein, Basquiat, Rauschenberg, Pollock, Bansky, Picasso e Boccioni. Intitola i lavori nati in questo periodo WORDS&COLORS, e sono tutti dei variopinti collage che combinano iconiche immagini a scritte prese da riviste e giornali. Veri e propri manifesti delle “intenzioni” dell’artista, WORDS&COLORS rappresentano un assalto poetico ed artistico alle nostre coscienze sopite, nei quali l’artista riversa l’esperienza e la pratica di anni di lavoro nel marketing e nella comunicazione, potenziando attraverso le parole le emozioni suscitate dalle immagini e dai colori.

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Novax profiler

E’ possibile tracciare un profilo psicologico di un antivaccinista, proprio come farebbe un profiler o un criminologo nel proprio ambito di lavoro per la  comprensione  di un atteggiamento o di un’abitudine disfunzionale?

Dal nostro punto di vista riteniamo che gli antivaccinisti seguano un’unica linea di pensiero tanto da poterne tracciare una modalità comportamentale sovrapponibile con chi ne condivide la stessa  ideologia. Dalla nostra esperienza sul campo, dal confronto clinico e/o dialettico con chi ha assunto un’ideologia novax (ancor più radicata ai tempi del coronavirus) e la sostiene in barba ai dati, alle evidenze e alla ricerca scientifica, è possibile osservare una linea di pensiero che difficilmente muta da un soggetto all’altro, sia nello stile comunicativo, sia nella condivisione di idee molto radicate, sia nella ricerca di informazioni. Il profilo di un novax ci consente di comprendere il tipo di percezione che ha del mondo circostante e, soprattutto, il rapporto oseremmo dire tormentato e conflittuale con la scienza e i suoi rappresentanti. Lo stesso rapporto conflittuale, e spesso aggressivo, che ha verso quelle istituzioni che hanno deciso di tracciare delle linee guida sulla base del sostegno alle evidenze scientifiche.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il rapporto con la scienza. 

Come abbiamo già accennato, il novax ha un rapporto piuttosto conflittuale con la scienza: è orientato a prenderne le distanze quando questa giunge a conclusioni che sono in netto contrasto con il suo credo ideologico. In linea generale ha scarse competenze in materie scientifiche, la sua conoscenza è limitata alle letture mirate fatte sul web o allo scambio di informazioni che circolano esclusivamente all’interno della sua “bolla” di appartenenza, ovviamente composta esclusivamente da antivaccinisti radicali.

Scopri il nuovo numero > Reset

Dopo aver parlato, a febbraio, dell’interconnessione in “Virale” ed esserci interrogati a marzo sulla situazione attuale in “Tutto andrò bene (?)”, oggi, con “Reset”, vogliamo parlare di soluzioni concrete. L’online ed il digitale saranno quantomai utili per offrire soluzioni e creare nuove opportunità.

Il novax si istruisce quasi esclusivamente tramite altri novax che, a loro volta, si informano presso chi ne condivide, in modo piuttosto rigido, le stesse idee. Egli ritiene la scienza al soldo di case farmaceutiche, nella convinzione che la spinta a vaccinarsi sia esclusivamente l’espressione di un giro economico che nulla ha a che fare con l’interesse verso la salute collettiva. Il novax vede la scienza come una sorta di élite da tenere a distanza, poiché opera solo per l’interesse di qualcuno. L’antivaccinista radicale non ha la minima idea di come si effettui una ricerca scientifica, né sa come si legga un articolo scientifico o come si distingua una fonte attendibile da una inaffidabile; in molte occasioni condivide fake news scambiandole per notizie degne di fede semplicemente perché non sa riconoscerle o perché vanno a confermare una sua convinzione. La foga di condividerla, nel tentativo di rinforzare le idee di coloro che “abitano” la sua stessa bolla, lo rende cieco verso ogni osservazione critica e oggettiva. Il novax sarebbe, addirittura, in grado di effettuare una conferenza sulla base delle sue informazioni, ma confonderebbe dati, interpretazioni e fatti storici, attribuendo loro una coerenza percepita solo e sempre all’interno del suo gruppo di condivisione.

E quando un novax è un medico?

Quest’ultimo ha lo stesso rapporto conflittuale con la scienza e, spesso, una visione alternativa di essa. Il medico novax non condivide il metodo della cosiddetta “scienza ufficiale”, denuncia spesso la mancanza di apertura dei suoi colleghi verso medicine alternative e/o infondate che lui stesso coltiva e, in numerose occasioni, aderisce a metodi pseudoscientifici con relative cure che da questi ne derivano. Il medico novax è spesso il paladino dei gruppi antivaccinisti e da questi ultimi è considerato un eroe che sfida, senza paura, la comunità scientifica, a loro dire, cieca, di parte e corrotta.

La ricerca di informazioni.

Come già accennato il novax condivide informazioni che emergono solo all’interno della sua cerchia. A volte fa ricerche personali, ma opera in base ad un vero cherry picking, ossia va direttamente alla ricerca di dati che non fanno altro che confermare la sua idea, scartando, in modo più o meno volontario, tutto ciò che la confuta. Nella ricerca di informazioni è possibile osservare tre atteggiamenti cardine o, meglio, tre difese per eccellenza che gli consentono di esporsi solo a notizie che concordano con il suo credo ideologico.coronavirus-no-vax

L’immunizzazione e razionalizzazione: ossia cerca in continuazione legami arbitrari che sostengano le sue tesi ed elimina deliberatamente tutti i nessi con ciò che invece le contrasta, confutando dialetticamente e sulla base di dati scorretti ogni idea a favore dei vaccini.

Esposizione selettiva: partecipa solo a dibattiti di natura antivaccinista e rifiuta ogni lettura, argomentazione e/o dibattito o conferenza sull’importanza dei vaccini, partendo già dall’idea preconcetta che le informazioni saranno volutamente alterate.

Percezione selettiva: in occasione di un contraddittorio, soprattutto televisivo, tenderà a dimenticare ciò che è stato detto in favore delle campagne vaccinali e ricorderà solo le parole dette in loro sfavore. In pratica adoperano una sorta di filtro mentale contro tutto ciò che è pro vaccini[1].

L’antivaccinista aderisce spesso a teorie complottistiche, talvolta, addirittura, fantascientifiche. Parla di controlli da parte di poteri occulti, virus pro cancro e/o microchip per il controllo mentale trasmessi tramite gli stessi vaccini. Come già sottolineato in altri articoli, il novax è un negazionista. Oggi, ai tempi del coronavirus, per esorcizzare la paura che prova verso la malattia, fa circolare l’idea che il virus sia o un’invenzione portata avanti allo scopo di favorire la diffusione di eventuali nuovi vaccini (ovviamente sempre per interessi economici) o un’arma molto pericolosa[2]. Spesso lo stesso novax non si definisce tale, ma si considera solo uno che vuol capire, peccato che lo faccia con le stesse informazioni condivise solo dai novax.

Scopri “Il sonno della Ragione”: la nostra rubrica dedicata alla lotta alle pseudoscienze ed alle fake news.

L’antivaccinista è in continua ricerca di un capro espiatorio. Egli non ammette la possibilità che una malattia possa essere trasmessa in modo casuale o che possa essere la conseguenza di fattori incontrollabili, ma sente il continuo bisogno di attribuire la colpa a qualcuno o a qualcosa. Quindi per malattie legate allo sviluppo, come l’autismo e/o altre sindromi neurologiche, il vaccino e il suo eventuale promotore diventano il capro espiatorio perfetto, coloro ai quali attribuire la colpa. Così essi sentono di avere finalmente qualcosa contro cui combattere, nell’illusione di controllare e/o prevenire una malattia, in genere, incontrollabile[3].

Foto di Angelo Esslinger da Pixabay
Foto di Angelo Esslinger da Pixabay

Il suo rapporto con la medicina.

Il novax spesso si presenta come una sorta di naturista. Per lui ha importanza tutto ciò che è naturale e crede di saper distinguere, senza conoscerne l’origine, i prodotti chimici da quelli naturali. Assume con riluttanza medicinali quali antibiotici e/o antiinfiammatori e fa spesso uso di prodotti omeopatici oppure fitoterapici nell’illusoria convinzione che quest’ultimi siano privi di sostanze chimiche. Anche la scelta del medico è spesso mirata oppure presenta lo stesso filtro che abbiamo visto per le informazioni di carattere scientifico. Questi saranno presi in considerazione finché si manterranno nei limiti del loro credo ideologico e saranno scartati quando oltrepasseranno questi limiti. Ovviamente la proposta di un vaccino è il confine che il loro medico non dovrà mai superare.

Come abbiamo evidenziato, gli atteggiamenti summenzionati rappresentano una sorta di novax profiler poiché sono più o meno distinguibili in ogni fautore di ideologie antivacciniste radicali e, tenendo conto di questi, si potrà tracciare una mappa mentale di chi sta sostenendo l’inutilità o la pericolosità di un vaccino. L’utilità di questo profilo sarà solo quella di far scegliere a chi si troverà di fronte a un sostenitore di tale ideologia se sia o meno il caso di affrontare un estenuante dibattito, con la consapevolezza che quest’ultimo sarà affrontato con i meccanismi cognitivo/percettivi sopra descritti.

[1] Armando De Vincentiis, Comunicare la scienza, Padova, CICAP edizioni, 2015.

[2] https://medstories.it/2020/03/novax-e-coronavirus/

[3] AA. VV., Vaccini Complotti e pseudoscienza. Tra fobia, disinformazione e consapevolezza, Roma, C1VEdizioni, 2015.

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Start the Future: il 1° evento internazionale online per affrontare il covid-19 e altre sfide globali.

Ideato dal WMF, l’appuntamento punterà i riflettori sull’utilizzo dell’innovazione tecnologica e digitale e sulla ricerca per affrontare il Covid-19 e altre 4 sfide globali: educazione, salute, cambiamenti climatici e digital transformation. Lanciata una call per presentare progetti e soluzioni, testimonianze, prodotti e servizi innovativi al fine di creare un presente e un futuro nel segno della cooperazione.

Combattere l’emergenza del Covid-19, rispondere alle nuove sfide globali e, mai come in questo momento, esaltare il ruolo della ricerca, dell’innovazione tecnologica e digitale e dei suoi impatti sociali.
Nasce con questi obiettivi “Start the Future”, il primo evento internazionale gratuito interamente sviluppato online e nato sulla scia già tracciata dal Web Marketing Festival, che da anni conferma il proprio ruolo di acceleratore di innovazione digitale e sociale.
La data scelta per “Start the Future” è tutt’altro che casuale: il prossimo 7 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Salute.

Scopri il nuovo numero > Virale

La recente diffusione del Coronavirus ci ha dimostrato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che siamo tutti connessi. Ma a diventare virale, ben più del virus, è stata la paura, o meglio l’angoscia, del contagio.

Anticipare i nuovi fronti su cui impegnarsi, i limiti con cui la società moderna dovrà misurarsi in primo luogo dopo il Coronavirus, diventa perciò di fondamentale importanza e si impone come mission centrale non soltanto delle Istituzioni, ma anche di tutti coloro i quali operano nell’ambito dell’innovazione tecnologica.
Ecco perché all’interno di “Start the Future” i temi su cui riflettere e trovare soluzioni saranno interconnessi tra loro seppur appartenenti a 4 ambiti diversi:

  • Education: EduTech, accesso ad una formazione equa ed inclusiva, opportunità di apprendimento continuo, servizi e soluzioni a supporto dei processi formativi;
  • Health: Digital Health, soluzioni al Covid-19, migliorare la salute e la qualità della vita, innovazione, promozione e ricerca in ambito sanitario. Facendo riferimento alla call attivata dal Ministro per l’Innovazione, per questo ambito in particolare verrà posta un’attenzione particolare a tutte le proposte utili al reperimento di dispositivi di protezione individuale (come mascherine e respiratori artificiali), strumenti per la diagnosi facilitata (tamponi, test…) e tecnologie per il monitoraggio della diffusione e del contrasto del virus;
  • Climate Change: Big Data for Innovative Services, energia sostenibile, AI for Earth Observation, smart cities e mobilità sostenibile;
  • Digital Transformation: Manufacturing, Retail, Tourism, Industry 4.0, Business Intelligence, Blockchain, Tourism, Cultura e Intrattenimento

“I progetti e le idee presentate – spiega Cosmano Lombardo, ideatore del WMF e dell’iniziativa – devono avere l’obiettivo di supportare cittadini, aziende, enti regionali e istituzioni che, come il Ministro dell’Innovazione, lavorano per ricercare dispositivi e soluzioni tecnologiche utili al contrasto, al contenimento e al monitoraggio dell’emergenza attuale. Situazioni come quella legata al Covid-19 possono essere risolte solo grazie ad attività strategiche condivise e alla cooperazione internazionale digitale: per questo nella realizzazione di Start the Future abbiamo coinvolto partner nazionali e internazionali, che ringrazio per aver confermato da subito il loro supporto”. 

Start the Future: la Call e le diverse Challenge individuate

L’obiettivo dell’evento sarà dunque connettere, utilizzando il modello dell’Open Innovation e la cooperazione digitale, diversi attori internazionali della società per individuare soluzioni di supporto a cittadini, imprese, scuole, strutture sanitarie ed enti governativi che in questo momento stanno fronteggiando una situazione di grande complessità.

Prendere parte a “Start the Future” sarà gratuito e possibile in tre modalità:  come partecipante, come supporter dell’evento, oppure in qualità di speaker presentando progetti, prodotti, servizi e testimonianze che saranno preventivamente selezionati attraverso la call attivata. Quest’ultima si rivolge a startup, ONP, imprese sociali, aziende e centri di ricerca, media e professionisti della comunicazione, oltre che a singoli cittadini, investitori, giornalisti, policy maker, ricercatori e innovatori.
Le candidature dovranno riguardare uno dei quattro ambiti già citati: Educazione, Salute, Cambiamenti Climatici e Digital Transformation.

Tra i partner, italiani e internazionali, che sostengono Start the Future: Digital Magics, Tim W Cap, APT (Azienda Promozione Turistica Emilia-Romagna), DOT – Digital on Things, I3P Torino, San Marino Innovation, Seedble, The Hive, ZICER – Italian Croatian Chamber of Commerce, Zagreb Innovation Centre (Croazia), Wake Up Scale (Bulgaria), Maltese Italian Chamber of Commerce (Malta). Tra le personalità che interverranno, inoltre, Paolo Cevoli e il sociologo Francesco Morace (Future Concept Lab):

“Non possiamo esimerci, allo stato attuale delle cose, dall’accelerare sulle riflessioni rispetto alle sfide e ai grandi cambiamenti globali che stiamo affrontando negli ultimi decenni e su quanto sia sempre più necessaria una strategia internazionale integrata basata in primo luogo sulla cooperazione. Oggi – prosegue Cosmano Lombardoabbiamo a disposizione un enorme potenziale tecnologico che, abbinato a genio, creatività e capitale umano, può essere utilizzato per affrontare le grandi sfide del nostro tempo”.

La call sarà attiva fino al 2 aprile all’indirizzo www.webmarketingfestival.it/start-the-future: entro il 4 aprile verranno comunicati i nomi delle realtà che presenteranno i propri progetti durante l’evento online.

Nei prossimi giorni seguiranno ulteriori aggiornamenti sugli ospiti e sul programma di Start the Future.

Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.

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Gli italiani e i social media: perché li utilizzano, l’impatto della pubblicità e degli Influencer.

“Italiani e Social Media” è il recente studio condotto da Blogmeter (società italiana che si occupa di social media intelligence) su 1500 persone residenti in Italia e di età compresa tra i 15 e i 64 anni, per capire i motivi che ci spingono ad usare i social media, quanto siamo colpiti dalle pubblicità presenti sui social e che tipo di impatto hanno i cosiddetti influencer.

Il 42% degli intervistati è sostanzialmente passivo, si limita cioè a leggere contenuti di terzi; il 45% legge, scrive e commenta; il rimanente 13% pubblica propri post senza mostrare troppo interesse per i contenuti degli altri.

Facebook resta il social più utilizzato – l’84% dichiara di utilizzarlo più volte al giorno/settimana – seguito da You Tube e Instagram.  Una nota importante viene fuori da questa indagine: l’uso di Facebook Messenger come strumento per comunicare con le aziende ha registrato un +7% rispetto all’anno precedente.

Blogmeter ha identificato due tipologie di social in base all’uso più o meno frequente che ne fanno gli utenti:

  • Social di cittadinanza, come Facebook, You Tube, WhatsApp e Instagram (ossia quei social media che utilizziamo più volte al giorno e che per questo concorrono a determinare le nostre identità di relazione);
  • Social funzionali, come Trip Advisor e Facebook Messenger (ossia quei social media che utilizziamo meno di sovente, ma che rispondono ad un bisogno specifico).Italiani e Social Media

Da questa classificazione si deduce che le aziende che utilizzano i social come ennesimo canale della loro comunicazione aziendale più complessiva, per parlare al loro target hanno davanti a loro due strade ben definite: dovranno assumere o il ruolo di “amico” o il ruolo di risolutore di bisogni e necessità precise.

Gli italiani e la pubblicità sui social media.

Buone notizie per i produttori di pubblicità sui social.
Per il 26% degli utilizzatori di Facebook e per il 33% degli utilizzatori di Instagram la pubblicità sui social risulta stimolante e 1 intervistato su 3 non distingue i contenuti sponsorizzati da quelli organici. Molto meno positivamente è considerata la pubblicità su You Tube, questo molto probabilmente perché in questo caso la pubblicità si frappone tra noi e la visione del video, mentre nel feed news degli altri social l’adv risulta meno impattante.

Due note interessanti lato e-commerce: chi usa frequentemente i social media è più propenso ad acquistare online e il 50% degli intervistati ha dichiarato che incrementerà lo shopping online.

La Generazione Z ed il ruolo dei Social Influencer.

Per il 37% degli intervistati tra i 15 e i 24 anni (la cosiddetta Generazione Z) la pubblicità sui social media (specie su Facebook e Instagram) viene reputata utile e il 5% di loro ha dichiarato di aver fatto un acquisto perché promosso in qualche modo da un Social Influencer.

Dallo studio “Italiani e Social Media” di Blogmeter risulta poi che questa generazione preferisce avere un contatto diretto con le aziende attraverso servizi di messaggistica istantanea. Il digitale, cioè, risulta essere lo strumento di comunicazione maggiormente prediletto e non uno dei possibili canali di comunicazione. Questo vale per le relazioni tra pari, ma come si è visto anche per la comunicazione con le aziende.

Fonte della ricerca:Italiani e Social Media”.




Nadia Toffa tra le 10 persone più ricercate al mondo nel 2017 su Google.

Nadia Toffa tra le 10 persone più ricercate al mondo nel 2017 su Google.
Prima ancora, ad esempio, della First Lady americana Melania Trump.

Ecco la classifica dei primi 10:

1) Matt Lauer
2) Meghan Markle
3) Nadia Toffa
4) Harvey Weinstein
5) Kevin Spacey
6) Gal Gadot
7) Melania Trump
8) Floyd Mayweather
9) Michael Flynn
10) Philippe Coutinho

L’interesse crescente, la vicinanza e l’affetto verso la giornalista e nota conduttrice della trasmissione televisiva Le Iene, dimostrato soprattutto dal mondo del web e dei social all’indomani del recente malessere fisico che ha interessato proprio la Toffa (malessere che comunque ora dovrebbe aver messo fortunatamente alle spalle), sono con molta probabilità le ragioni che hanno portato in cima il suo nome nelle ricerche su Google a livello mondiale.

Per essere più precisi, questa classifica fornita da Google è rilevata come segue: “sui termini di ricerca per cui è stato rilevato un alto picco di traffico nel 2017 rispetto al 2016”.

Quindi, proprio l’improvviso malessere della Toffa e la conseguente voglia di conoscere e ricercare su Google continui aggiornamenti rispetto al suo quadro clinico da parte delle persone, hanno determinato questo risultato.

Rimane comunque una bel risultato per Nadia Toffa, perché figlio del grande affetto riversato su di lei da centinaia di migliaia di persone. Risultato, tra l’altro, reso ancor più bello dal fatto che le sue condizioni di salute appaiono in netto miglioramento.
E questo ci piace.




Tecnocasa ricerca stagista per settore comunicazione

Sei un giovane laureato/a in Scienze della Comunicazione? Vorresti svolgere lavorare nell’ambito della comunicazione interna ed esterna?
Allora questo annuncio potrebbe fare al caso tuo: Tecnocasa ricerca stagista per settore comunicazione.

Descrizione dell’attività:

La risorsa si occuperà di supportare il Settore Comunicazione nell’ambito della comunicazione interna ed esterna (organizzazione eventi, produzione di contenuti per i diversi canali, verifica testi)

Tecnocasa è una società di franchising immobiliare con una forte presenza anche all’estero (Spagna, Ungheria, Messico, Polonia, Francia, Thailandia, Tunisia). Si tratta del marchio storico del Gruppo Tecnocasa, nato nel 1979 per distinguere la prima agenzia immobiliare del fondatore, Oreste Pasquali, e nel 1986 viene adottata la formula del franchising.

Requisiti richiesti:

  • Laurea triennale o specialistica in Scienze della Comunicazione (o similari);
  • attitudine alla scrittura;
  • buona conoscenza del pacchetto Office e dell’ambito social;
  • doti comunicative e relazionali.

 

Per candidarti e visionare la fonte dell’annuncio per Tecnocasa ricerca stagista per settore comunicazione, clicca qui.




2017: i social media come fonte di informazione e ricerca

Sempre più spesso e soprattutto nelle nuove generazioni i social network ancora più di quotidiani cartacei e digitali diventano strumento e fonte di informazione e ricerca e questo è un dato interessante perché mostra come il comportamento dei consumatori online si avvicini sempre di più a quello dello stesso consumatore nella vita di ogni giorno. Non credete sia più naturale che sia diverso?

Immaginiamoci nel momento prima di compiere una decisione d’acquisto: nella vita reale ci informeremmo presso amici, conoscenti, parenti, compreremmo riviste, sfoglieremmo cataloghi e acquisiremmo informazioni dalle conversazioni avute nel corso della giornata. Il web si presenterebbe solo come strumento in più per ampliare le possibilità di contatto e informazione. Quello che non cambia tra informazione online e offline nel caso di un acquisto sono le domande canoniche che rimangono le stesse: “E’ un buon prodotto?” , “ Vale davvero la pena?” , “ Costa meno?”, “Il venditore è affidabile?”social_media_politics

Se fino a qualche anno fa Google era l’unico centro di informazione oltre ai canali tradizionali oggi si affaccia prepotentemente un nuovo protagonista che cattura la nostra attenzione: i social media. Twitter, Facebook, Instagram trasportano e diffondono notizie rilevanti per i consumatori. Consideriamo poi che il 2.0 non è solo informazione ma include il social shoppung, fa leva sui siti web, sui blog e sulle reti sociali mettendo in contatto informazione, utente e venditore in uno stesso spazio virtuale.

Oltre alla ricerca di informazione i social media permettono di svolgere una serie di attività che hanno un notevole impatto sulle vendite: sul web possiamo lasciare opinioni, feedback e recensioni che possono includere anche foto o video. Quanti di noi oggi cercano online informazioni sul prodotto tralasciando i cataloghi cartacei e rivolgendosi direttamente a chi l’ha acquistato e utilizzato?

Ma le fonti di informazione su un prodotto online non includono solo le recensioni ma anche i widget shopping, ovvero pezzi di contenuto che possono essere visualizzati ovunque online e che i venditori utilizzano per spingere l’utente ad una esperienza interattiva molto più coinvolgente della tradizionale brochure.Socialmedia-pm

Infine ci sono siti che in aggiunta alle recensioni dei clienti offrono strumenti di domanda e risposta per migliorare l’informazione sul prodotto e aiutare la conversione. Inoltre queste pagine aiutano il venditore a migliorare e perfezionare la descrizione del prodotto facendo capire al cliente i vantaggi rispetto ai competitor e le caratteristiche principali. Altro canale utilizzato per fornire risposte immediate ai clienti  è Twitter che si presenta come forma alternativa anche per azioni di marketing, con la condivisione di buoni sconto e la promozione di prodotti.

In generale quando cercano informazioni su un prodotto le persone preferiscono vedere cosa altri utenti hanno comperato e l’esperienza vissuta con quel determinato brand, piuttosto che quello che il negozio stesso propone. Ecco dunque come nel 2017 la pagina Facebook aziendale ha sostituito la tradizionale pubblicità sui mass media e le brochure cartacee, i cataloghi e i bigliettini da visita proponendosi come strumento di facile utilizzo e a basso costo nel caso di avvio di campagne tramite la piattaforma Facebook Ads.Facebook video

La pagina Facebook permette la condivisione tra amici e utilizza la riprova sociale andando ben oltre la comunicazione via email anche se richiede tempo e costanza per ottenere risultati.

Social media e informazione: come rispondono i giornali online
I giornali online per quanto rappresentino un’opportunità unica per il giornalismo indipendente non sono ancora pienamente riconosciuti dalla società civile e anche la politica preferisce governare i media tradizionali e successivamente i blog e i social media. Il tutto unito a esempi di scarsa professionalità e malafede che screditano la rete in quanto fonte affidabile di notizie.

Probabilmente abbiamo tutti creduto con facile entusiasmo che i blog e le testate online potessero garantire un’informazione non di parte, un’informazione che parte dal basso ma – la storia lo dimostra – quando al popolo sono date grandi occasioni questo non le sa usare, non ne coglie la portata e ritorna in breve tempo schiavo dei suoi padroni. E’ il caso delle tante false notizie pubblicate online che screditano tutto il settore dell’informazione online.

Purtroppo i giornali online sono spesso oggi una risorsa mal gestita, per due motivi: non c’è il sostegno alla corretta informazione perché alla politica conviene governare i media tradizionali piuttosto che favorire il pionierismo di un’informazione professionale. Inoltre il politico preferisce il blog personale o il social network piuttosto che sdoganare una stampa libera e indipendente. E purtroppo questo comportamento non riguarda solo la politica ma tutta la società civile.

Giornali online: come si comportano sui social media?
In Italia i giornali più attivi sui social media sono Repubblica con la prima posizione su Facebook con 5 milioni di interazioni mensili (like-commenti-condivisioni) seguita da il Fatto Quotidiano mentre su Twitter troviamo sempre Repubblica davanti alla Gazzetta dello Sport e Fatto Quotidiano. (dati 2016)Italiani connessi 2

Emerge inoltre una sempre maggior coscienza dell’importanza dei social media anche se il loro uso è oggi per lo più strumentale con l’obiettivo di veicolare traffico sul sito web principale e scarso utilizzo delle tecniche di coinvolgimento del lettore con la preferenza di link puri e semplici a immagini che avrebbero un maggior impatto sul lettore. Non vi è dunque la cura del contenuto postato su Twitter né il dialogo con fan e follower anche se oggi costruire un rapporto con la community sarà sempre più importante per invogliare gli utenti a pagare per contenuti di maggiore qualità. Ma i social media sostituiranno la stampa tradizionale?

Se è vero che oggi emerge il tema della street information e della informazione fatta sul campo con foto, video, post immediatamente condivisi allora anche il giornalista deve riscoprirsi social divulgando la notizia prima sui social e poi sui mass media classici dando un nuovo ruolo mediatico ai social come fonte di informazione e comunicazione.
Staremo a vedere cosa accadrà.