Travel Marketing – L’editoriale di Ivan Zorico

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Nella foto la campagna Open to Meraviglia con la Venere Influencer di ENIT

Con la cucina, in Italia, non si scherza. Se parlando dell’amatriciana nomini la pancetta e non il guanciale tra gli ingredienti, probabilmente verrai subito ripreso o troverai qualcuno che, più o meno bonariamente, ti darà dell’ignorante. La cucina per noi italiani ha a che fare con la nostra identità.

Con il calcio, in Italia, non si scherza. Basta questa frase di Winston Churchill “Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio” per inquadrare la rilevanza che questo sport ha nel nostro Paese e l’animosità che, effettivamente, scatena ogni singola partita, ogni singolo provvedimento arbitrale controverso. Siamo tutti allenatori e opinionisti da bar.

Con il marketing e con il turismo, in Italia, non si scherza. Ecco questa è nuova, almeno per me. Il marketing ha sì avuto negli ultimi anni molta visibilità, ma tutto sommato resta un affare da addetti ai lavori e che scalda poco i cuori. Magari mi sbaglio, ma a mia memoria il turismo non è mai stato un tema divisivo in grado di spaccare l’opinione pubblica. Eppure, date queste premesse, qualcosa di altro è successo in questi giorni. La campagna promozionale lanciata dal Ministero del Turismo, e firmata dalla società Armando Testa, con la Venere di Botticelli diventata virtual influencer, ha in brevissimo tempo scatenato polemiche, commenti e discussioni sui social e non solo, travalicando anche i confini nazionali.

Difficile non essersi imbattuti in un post, in una conversazione, in un articolo, in una trasmissione televisiva che non parlasse di questa campagna. Toni accessi ed ironici, condivisioni e migliaia di commenti su una campagna promozionale che, seppur presenta diverse perplessità, resta pur sempre una campagna promozionale. Ma, evidentemente, non è così. E’ riuscita a toccare corde più vicine ai primi due casi citati (cucina, italianità e calcio), oltre a quelle di chi si occupa della materia.

Scopri il nuovo numero: “Travel Marketing”

Mai come in questo periodo, per via della campagna “Open to Meraviglia”, si sente parlare di marketing e turismo. E, quest’ultimo, è certamente uno di quei settori che ha maggiormente subito gli effetti della pandemia e che rappresenta un asset molto importante per il nostro Paese.

Nell’era della polarizzazione è ormai diventato (purtroppo) normale vedere questa tipologia di reazioni. Quando l’onda sale è difficile restarne fuori. Tutti ci sentiamo in diritto/dovere di partecipare (anche solo per non sentirci esclusi) e ad ogni passaggio la marea monta diventando sempre più incontrollabile. Per carità, i social sono sinonimo di condivisione ed è giusto commentare. Personalmente tifo sempre per una comunicazione gentile e, in generale, quando vedo nascere queste tipologie di situazioni non sono mai troppo contento. Un caso recente, analogo e diverso allo stesso tempo, l’abbiamo potuto osservare con la performance di Blanco a Sanremo. Gestire queste situazioni non è mai facile: ci vuole preparazione, competenza e conoscenza dei processi comunicativi. E più la marea è alta e più bisogna saperla maneggiare con consapevolezza. Vedremo come andrà a finire. Probabilmente ne sentiremo ancora parlare. A naso, più male che bene.

IL NUOVO NUMERO DI SMART MARKETING: TRAVEL MARKETING

Di marketing e turismo parleremo a nostro modo in questo nuovo nuovo numero di Smart Marketing.

Un numero che vuole anticipare un po’ i trend che vedremo nei prossimi mesi, capire che azioni di marketing possono essere messe in campo per farsi scegliere dai turisti e che vuole raccontare come sono cambiati gli usi e costumi di chi si appresta a compiere un viaggio.

Il turismo è certamente uno di quei settori che ha maggiormente subito gli effetti della pandemia e che rappresenta un asset molto importante per il nostro Paese. Di cose da fare ce ne sarebbero molte. Certo, promuovere la nostra immagine all’estero è un punto di partenza. Nel bene e nel male. Ma la domanda che secondo me bisogna farsi è: quanto poi siamo davvero accoglienti – open to – una volta che le persone le abbiamo fatte arrivare qui? Quanto i siti web degli enti locali sono realmente aggiornati e danno risposte puntuali (e in multilingua) ai visitatori in cerca di informazioni? Quanto anche solo le semplici indicazioni stradali sono sempre esaustive? Quanto davvero abbiamo un sistema integrato capace di fare vivere l’esperienza Italia ai turisti? Forse è anche su tutto questo che dovremmo confrontarci per crescere come Paese.

Buona lettura,

Ivan Zorico

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Rimaniamo in contatto: www.linkedin.com/in/ivanzorico

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