Nel digitale e nelle persone la chiave per ripartire.

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Nel digitale e nelle persone la chiave per ripartire.

Non se ne esci soli ma a partire da un team coeso, motivato e valorizzato. Nonostante tutto, il capitale umano continua ad essere la leva principale per generare valore. Anche e, forse, soprattutto, in un momento di emergenza e di crisi. Questo il pensiero di Lapo Roccia che, insieme al fratello Lorenzo, ha fondato l’azienda Agile nel cuore della Toscana e diventano presto punto di riferimento nelle applicazioni digitali per il settore della moda.

Lapo e Lorenzo Roccia
Lapo e Lorenzo Roccia

D. In nome omen: l’azienda Agile nasce venti anni fa con l’intento di introdurre nuove applicazioni della stampa digitale nel settore moda e interior design ed oggi collabora con i più importanti brand di moda internazionali quali Burberry, Versace e altri. Ora, a seguito di questa crisi dovuta dal Covid19, con l’agilità che contraddistingue buona parte dell’imprenditoria italiana, avete deciso di trasformare parte delle vostre linee produttive. In cosa consiste il vostro progetto?

R. L’idea ci è venuta dopo che abbiamo deciso di mettere in sicurezza tutti i dipendenti acquistando i dpi necessari per poter lavorare in tutta serenità: da qui l’idea di produrre in casa le mascherine (realizzate in tnt 3 strati polipropilene 100 %) facendo leva sulla nostra capacità di poterle anche personalizzare. E così, nel giro di pochissimo tempo, abbiamo messo in piedi un secondo brand Mask-in by Agile che offre al momento mascherine di diverso tipo: bianche, con grafiche molto particolati (presenti sul nostro sito www.mondoagile.it) e personalizzabili con grafiche dei clienti

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Dopo aver parlato, a febbraio, dell’interconnessione in “Virale” ed esserci interrogati a marzo sulla situazione attuale in “Tutto andrò bene (?)”, oggi, con “Reset”, vogliamo parlare di soluzioni concrete. L’online ed il digitale saranno quantomai utili per offrire soluzioni e creare nuove opportunità.

D. Siete, dunque, andati oltre la creazione di un nuovo prodotto che rispondesse al principio di responsabilità: avete ideato e lanciato un nuovo brand, operazione sempre delicata, ancor più nel contesto attuale. Secondo lei, cambierà il modo di consumare e di fare marketing e comunicazione?

R. Sicuramente cambieranno diverse cose. Anche noi in qualche modo dovremo ripensare, ad esempio, la nostra rete commerciale italiana ed estera, abituata a continui spostamenti per un prodotto (pelle e tessuto) che richiede gioco forza di essere visto, toccato, vissuto. Tuttavia, già prima di questa emergenza, avevamo iniziato a muoverci verso l’innovazione con cataloghi digitali, continuando ora con lo smart working e le call conference con i nostri clienti. Inoltre, nel settore moda, si sta palesando un approccio che cambia il rapporto tra venditore e cliente ed esperienza in store tramite l’utilizzo di video che raccontano i singoli prodotti.

D. Alla luce di questo nuovo scenario, le aziende avranno davanti sfide sempre più impegnative. Come crede che il settore della moda e del design possa e debba evolversi? E, nello specifico, voi avete già iniziato a progettare altre sfide oltre al lancio del nuovo brand Mask-In?

R. Il settore moda che era già abbastanza evoluto credo che possa e debba cambiare, tornando anche un pò sui propri passi, creando qualcosa di lussuoso, favorendo il Made in Italy e i nostri artigiani, privilegiando la qualità e non più la quantità. Condivido quanto detto da Giorgio Armani qualche giorno fa: un capo non può stare in vetrina solo qualche giorno e poi essere sostituito e poi ancora sostituito senza concedere il tempo di essere apprezzato. Quindi quantità a discapito della qualità.

D. Come contraltare a questo momento di crisi, il Covid19 ci ha messo di fronte ad una verità spiazzante: ciò di cui abbiamo realmente bisogno risiede nell’eccezionalità di persone normali, come medici, infermieri, ma anche imprenditori che con coraggio si tirano su le maniche e ricominciano a disegnare traiettorie future. Che cosa avete imparato in questo periodo? E c’è qualche consiglio che si sente di dare a coloro che guidano le aziende in questo periodo?

R. In questo periodo, io e mio fratello Lorenzo, abbiamo imparato a non arrenderci mai, a lottare sempre e comunque e, soprattutto, a trasmettere questa volontà a tutti i nostri dipendenti, aumentando ed esaltando lo spirito di squadra, la collaborazione, la resilienza, la voglia di esprimersi e di farlo al meglio. Sono queste le leve che permettono ad un’azienda come la nostra di affrontare con coraggio un periodo così buio.  La strada certamente è ancora in salita ma contiamo di vedere la luce prima del previsto: abbiamo l’obiettivo di riportare tutti i nostri dipendenti in azienda entro la fine di maggio e per questo il consiglio che mi sento di dare è di crederci, di credere nella forza di un team e far di tutto, soprattutto ora, per tenerlo coeso e motivato, non lasciando nessuno indietro.

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