Made in Italy: la serie evento prodotta da Mediaset che ci racconta la nascita del prêt-à-porter italiano nei movimentati anni ‘70

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Che cosa rappresenta la moda per l’Italia?

I numeri del settore, almeno quelli pre Covid-19, sono impressionanti: con 500 mila occupati, la moda vale 71.7 miliardi di euro, pari all’1.2% del Pil, che ne fanno il secondo comparto manifatturiero in Italia dopo le attività metallurgiche.

Ma quando è cominciato tutto questo?
Che peso ha avuto la moda italiana nel costruire il nostro immaginario collettivo e la nostra stessa identità come Italiani?

Prova a rispondere a queste domande la serie “Made in Italy”, prodotta da Taodue e The Family, che, dopo aver esordito nel settembre 2019 su Amazon Prime Video, arriva in chiaro sulla rete ammiraglia Mediaset da mercoledì 13 gennaio 2021.

La serie in 8 episodi di 50 minuti ciascuno cerca di raccontare la moda e la sua storia, che in Italia, come tutte le questioni culturali, è poco considerata e dovrebbe essere più conosciuta, non solo dagli appassionati o addetti ai lavori.

La tag line della serie recita: “Chi lo dice che la rivoluzione non l’abbiano fatta le minigonne di Mary Quant molto più dei cortei studenteschi del ’68?”.

Ed infatti la storia raccontata da Made in Italy corre di pari passo con i tumultuosi anni ’70, che nel nostro Paese furono profondamente rivoluzionari. Il decennio lungo del secolo breve, come lo hanno definito alcuni storici, portò sia i cortei studenteschi che la lotta armata, sia l’emancipazione femminile che le Brigate Rosse, sia la legge sull’aborto che le bombe stragiste, insomma fu un decennio spartiacque che trasformò l’Italia e gli Italiani profondamente e radicalmente.

I registi della serie, Luca Lucini e Ago Panini, hanno fatto un grande lavoro di ricostruzione storica, con una cura ed un’attenzione viste raramente nelle produzioni italiane, coadiuvati in questo da collaboratori tecnici di altissimo livello, primo fra tutti il direttore della fotografia Alessandro Bolzoni, che ha donato al film le sue atmosfere seppiate e calde, tipiche degli anni ’70.

Ancora più impressionanti sono il set design e le scenografie estremamente curate sia nelle strade con cartelli, pubblicità dell’epoca, come per la scelta di auto e moto, ma anche nelle scrivanie e case dei vari personaggi, che sono un inno al design anni ’70. A creare questa atmosfera è stato lo scenografo Luca Merlini, grande professionista italiano, visto all’opera di recente anche nei film Lasciami andare di Stefano Mordini e I Predatori di Pietro Castellitto.

Il cast principale della serie "Made in Italy".
Il cast principale della serie “Made in Italy”.
Ma la vera magia, parlando di moda, l’hanno fatta i costumi!

Diamante Cavalli, la costume designer che è riuscita ad avere gli abiti d’epoca dalle maison citate nella serie e quindi ha potuto vestire i protagonisti e le comparse in abiti di Albini, Curiel, Fiorucci, Krizia, Missoni e Valentino, che attraverso l’utilizzo dei loro abiti vintage hanno regalato ancora più autenticità alla serie.

In ultimo la colonna sonora curata dagli ottimi Giuliano Taviani e Carmelo Travia, che recuperano le musiche e le canzoni rigorosamente dell’epoca per ricreare ancor più l’effetto vintage della serie fin dalla canzone di apertura, quella indimenticabile “La Bambola” cantata da Patty Pravo, che ascoltiamo durante gli splendidi titoli di testa dai colori e dalle geometrie optical.

Fin qui la parte “tecnica”; e quella artistica?

La storia e gli attori sono stati all’altezza di cotanto sforzo produttivo?

La trama, come è inevitabile parlando di moda, fa più di qualche citazione e omaggio sia al famoso film “Il Diavolo veste Prada” che alla serie “Ugly Betty”. Anche in Made in Italy la trama è incentrata su una giovane e intraprendente apprendista giornalista, Irene Mastrangelo (la modella ed attrice Greta Ferro), che viene assunta dalla prestigiosa rivista di moda milanese “Appeal”, condotta, ma non diretta, con pugno di ferro da Rita Pasini (la sempre intensa Margherita Buy), che molto assomiglia nelle prime puntate alla Miranda Priestly di Meryl Streep del già citato “Il Diavolo veste Prada”.

Greta Ferro è Irene Mastrangelo. Una giovane e ambiziosa ragazza che rimarrà completamente affascinata dal travolgente mondo della moda.
Greta Ferro è Irene Mastrangelo.
Una giovane e ambiziosa ragazza che rimarrà completamente affascinata dal travolgente mondo della moda.

Insieme a queste due protagoniste femminili un gruppo di attori ed attrici davvero eterogeneo, primo fra tutti Giuseppe Cederna, che presta il volto al direttore e fondatore di “Appeal” Armando Frattini, poi Fiammetta Cicogna, che interpreta con brio e passione Monica Massimello, la collega “pubblicista” della protagonista Irene; ma c’è pure il grafico gay della rivista, Filippo Cerasi, interpretato dall’attore e cabarettista Maurizio Lastrico, perfettamente a fuoco nella parte, e Marco Bocci, che pare completamente a suo agio nell’interpretare il fotografo donnaiolo John Sassi.

Margherita Buy è Rita Pasini Membro storico della redazione di “Appeal” e mentore di Irene.
Margherita Buy è Rita Pasini
Membro storico della redazione di “Appeal” e mentore di Irene.

Ma sono gli stilisti delle varie maison a regalarci i ruoli e gli attori più interessanti: Stefania Rocca è una passionale Krizia, Enrico Lo Verso e Claudia Pandolfi sono i due rivoluzionari della moda Ottavio e Rosita Missoni, Raoul Bova, che ha studiato a fondo la parte, è un perfetto Giorgio Armani, ed infine il sempre bravo Gaetano Bruno, che però carica eccessivamente la sua interpretazione, è Walter Albini, il padre purtroppo dimenticato di tutto il sistema moda italiano – fu lui infatti ad inventare il prêt-à-porter e a decidere di sfilare a Milano, spostandosi da Firenze, creando, sostanzialmente, la Fashion Week come la conosciamo oggi.

Raoul Bova è Giorgio Armani Maestro dello stile sartoriale dalle linee rigorose, è un perfezionista.
Raoul Bova è Giorgio Armani
Maestro dello stile sartoriale dalle linee rigorose, è un perfezionista.

La serie di Mediaset ha ricevuto critiche contrastanti, la maggior parte la hanno lodata come, ad esempio, la bibbia della moda italiana Vanity Fair, che l’ha promossa mentre, un’altra prestigiosa rivista di moda come, MarieClaire l’ha stroncata con eccessiva cattiveria.

A noi di Smart Marketing, che ci siamo occupati di moda e lusso in diversi numeri e che abbiamo una sana e verace passione per il cinema e la serialità televisiva e on demand, Made in Italy è piaciuta e vogliamo consigliarvela.

Enrico Lo Verso e Claudia Pandolfi sono Ottavio e Rosita Missoni Fondatori dell'omonima Maison, leader dello stile soprattutto nel settore della maglieria.
Enrico Lo Verso e Claudia Pandolfi sono Ottavio e Rosita Missoni
Fondatori dell’omonima Maison, leader dello stile soprattutto nel settore della maglieria.

Certo, la sceneggiatura ha qualche pecca, forse qui e là avrebbe giovato un maggior ritmo narrativo e di montaggio, probabilmente, come ha rilevato qualcuno, il racconto della moda è in alcuni passaggi un po’ didascalico, ma questi sono peccatucci veniali, questa serie è un prodotto di qualità come pochi altri realizzati in Italia, tanto che perfino gli Americani, che in fatto di serialità sono gli indiscussi maestri, se ne sono accorti. Infatti, come abbiamo visto, Amazon per prima ha puntato sulla distribuzione della serie e, se non bastasse, il prestigioso magazine Deadline ha stilato una lista di 10 serie di tutto il mondo da vedere, e Made in Italy era l’unico prodotto italiano presente.

Stefania Rocca è Krizia Uno stile sofisticato pur nella sua estrema semplicità, all'insegna del perfezionismo e della cura dei dettagli.
Stefania Rocca è Krizia
Uno stile sofisticato pur nella sua estrema semplicità, all’insegna del perfezionismo e della cura dei dettagli.

Insomma, la serie “Made in Italy” ha molti pregi, un cast di livello che gira molto bene, una fotografia, una scenografia, un set design e una colonna sonora perfetti, dei costumi semplicemente favolosi e, se tutto ciò non bastasse, rappresenta un’ottima maniera per ripassare una lezione di storia della moda – e quindi del Paese – leggendo i rivoluzionari anni ’70 da un’ottica finalmente diversa da quella a cui ci ha abituato una certa storiografia e pubblicistica ideologica e a volte faziosa.

Chissà che le nuove generazioni, non si appassionino alla storia della moda e alla storia tout court, attraverso questa serie che ponendo la bellezza del nostro Made in Italy al centro del racconto ci parla dell’unica e autentica identità italiana.

L’appuntamento è per mercoledì 13 gennaio 2021, in prima serata su Canale 5 con le prime due puntate di “Made in Italy”, non mancate!

 

 

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