Lo Specchietto Retrovisore: un occhio agli USA, uno all’EU e un altro ancora all’Italia

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Christian Zorico (162)

 

 

 

Lo Specchietto RetrovisoreRiavvolgiamo il nastro della settimana appena trascorsa e, per farlo, affidiamoci alle notizie più lette su Bloomberg. Il centro di attenzione passa dall’Europa, con particolare attenzione alle vicende tutte italiane, fino ad oltrepassare l’oceano grazie ai Tweet di Trump.

E allora l’azionario che doveva temere l’esito negativo del Referendum costituzionale in Italia, si ritrova a festeggiare. Il Ftse Mib che pur avendo aperto pesantemente negativo, sceso fino al -2.1%, ha poi chiuso la giornata ricoprendo quasi del tutto le perdite. In un terreno inesplorato, con le dimissioni di Renzi e il nodo Monte Paschi ancora da sciogliere, il senso di assuefazione degli investitori sembra essere prevalso. L’evento Brexit è stato assorbito in 3 giorni, sono bastate 3 ore prima che Trump fosse archiviato addirittura come il nuovo propulsore del tema reflation e necessitati solo 3 minuti per declassare un’incertezza politica come un non evento.

Ed è l’ennesimo Tweet che ci ricorda l’estro del nuovo astro politico nascente Donald Trump a catapultarci in America: l’ultimo ordine per l’Air Force One è da cancellCwz5BYrW8AA4ambare. 4 billions di dollari per il nuovo aereo presidenziale sono giudicati eccessivi. Gli indici americani hanno macinato durante la settimana nuovi record con il Dow Jones lanciato verso quota 20.000 punti. Il sentiment degli operatori finanziari si avvolge in un circolo vizioso che sostiene la propensione al rischio. Per ultimo la decisione dell’ECB di un “tapering” camuffato da estensione spinge i listini verso l’alto portando alcuni settori, come i bancari, in <<ipercomprato>>.

A me piace sempre riflettere sugli eccessi e vedere il VIX muoversi in controtendenza con gli indici azionari, mi ha acceso qualche campanello. Quel territorio inesplorato accennato poco fa si arricchisce di evidenti anomalie. Lo steepening delle curve a cui abbiamo assistito anche dopo l’intervento di Draghi, per quanto porti sollievo all’intero settore finanziario, per quanto emblematico di un’inflazione che non tarderà ad arrivare, rende ancora più accentuato il divario tra i Governativi safe e gli indici azionari. Perseguire a comprare l’indice S&P 500 che mostra un Price\Earnings superiore ai 17, significa confidare nel potere espressivo di quei Tweet presidenziali, significa ignorare il dollaro forte, la valuta cinese sottovalutata ben oltre quei livelli, che fecero contrarre gli indici ad inizio anno. Significa scontare il rialzo dei tassi al prossimo FOMC del 13/14 dicembre, così come indica il repricing in atto sul Treasury, ma essere certi anche del futuro pattern dei DOTs della FED.

Io assumerei a questo punto un profilo più cauto. Quel modo di fare delle Banche Centrali di osservare i dati per poi agire, lo farei mio come metodo di investimento per il prossimo futuro.

 

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