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Lo Specchietto Retrovisore – 05/06/2016

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Christian Zorico (162)

Immagine3La fotografia scattata dal Bureau of Labor Statistics rilasciata nella giornata di venerdì scorso ha avuto un effetto dirompente sui mercati. In America aggiunti solo 36 mila nuovi posti di lavoro contro i 162 mila attesi dagli economisti. Il tasso di disoccupazione, come pura misura statistica, continua a decrescere e ora è al 4.7%. Però il dato dei Non-Farm Payroll lascia spazio a molte riflessioni. È stata la curva governativa americana a reagire più violentemente: il decennale è sceso fino a toccare l’1.701%, il trentennale ha toccato il 2.513%, ma soprattutto il 2 anni è stato scambiato allo 0.768% annullando quasi le probabilità di un rialzo a giugno.

Volendo infatti tradurre in probabilità il movimento della curva, siamo passati dal 21% di un rialzo a giugno a solo il 6%, fino a giungere al 69% di un rialzo a dicembre rispetto al 79% prima del dato.tarim-disi-istihdam.bireyselyatirimci.com_

Resta evidentemente un brutto dato e descrive chiaramente un mercato del lavoro che mostra i segni di un affanno. Tuttavia resto dell’avviso che un rialzo estivo, se non nel mese di giugno sia ancora possibile. La controreazione dei mercati azionari nella giornata di venerdì deve essere letta attentamente. Se non fosse stato per i titoli dei finanziari, che hanno risentito negativamente di rendimenti più bassi, l’indice S&P500 avrebbe addirittura chiuso in territorio positivo. E tutto questo alla luce di una brutta notizia. Il mercato del lavoro in US al netto di un singolo dato, e anche considerando il trend in atto, potrebbe restare a supporto dell’economia per molto tempo. Inoltre, lo abbiamo più volte indicato chiaramente, ogni mese di attesa per la FED si traduce in una maggior probabilità di notizie e dati negativi provenienti dall’economia. La derivata seconda non può che essere decrescente. Questo è un fatto fisiologico.

Molto più attentamente invece andrei a considerare gli effetti negativi di un non rialzo da parte della FED. La sua credibilità sarebbe messa in discussione e soprattutto sarebbe una dichiarazione esplicita che l’economia non vive un buono stato di salute.

US Federal Reserve Chair Janet Yellen and ECB chief Mario Draghi at Jackson Hole conferenceSempre parlando di credibilità, quella che si riconosce a Draghi ed alla BCE, probabilmente sarebbe opportuno che ci fosse una sola voce proveniente dalla Federal Reserve. Quella della Yellen, e non un continuo rincorrersi di dichiarazioni dei singoli membri. Di sicuro mostrerebbe un’unicità di intenti meno facilmente attaccabile.

Quanto a noi, invece, volendo tradurre in opportunità di investimento quanto accaduto, mi sentirei abbastanza tranquillo nel senso che vedo una possibilità di downside limitata nel prendere di mira il 2 anni americano. Lo 0.77% implica praticamente nessun rialzo a giugno. Probabilmente la Yellen annuncerà un rialzo nei mesi di luglio o settembre, anche per osservare la votazione sulla BREXIT. Resta il fatto che da qui in avanti, tassi così bassi sulla parte a breve della curva sono non compatibili con un processo dichiarato di voler riportare i tassi su livelli considerati efficienti, anche per poter intervenire in seguito, qualora l’economia reale dovesse mostrare seri segnali di rallentamento.

Christian Zorico
Christian Zorico
Ha conseguito il Master of Quantitative Finance and Risk Management (MAFINRISK) presso l’Università Bocconi nel 2005 dopo essersi laureato in Economia degli Intermediari Finanziari presso la stessa Università. Inizialmente ha svolto attività di ricerca e tutoring per i corsi di Portfolio management e Applied Econometrics presso l’Università Bocconi tenuti dal Professor Andrea Beltratti. In seguito ha avuto modo di consolidare le nozioni tecniche ed applicarle sul campo durante l’esperienza come quantitative analyst e risk manager in un Hedge Fund con strategia macro e successivamente ricoprendo la posizione di gestore di portafoglio e fund manager con mandato flessibile per una banca privata svizzera e un gestore di fondi. L’area di interesse è da sempre il mondo fixed-income e azionario, inseriti nel più ampio approccio di analisi top-down.

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