Il documentario “Tony Driver” di Ascanio Petrini chiude la Settimana Internazionale della Critica al Teatro Fusco di Taranto

Bilancio positivo per la SIC - Settimana Internazionale della Critica al Teatro Fusco di Taranto, curata da Gemma Lanzo del SNCCI. A chiudere le proiezioni il documentario “Tony Driver” del regista barese Ascanio Petrini, uno spaccato amaro e irriverente dell’America di Donald Trump a ridosso del muro che separa gli Stati Uniti dal Messico.

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Ultima giornata di proiezioni al Teatro Fusco di Taranto della SIC – Settimana Internazionale della Critica, curata da Gemma Lanzo. Sette giorni che hanno permesso ad un pubblico, che è cresciuto di serata in serata (e che, durante la giornata conclusiva, contava oltre 100 presenze), di ritrovare voglia di esplorare, attraverso filmografie diverse ed alternative, le nuove rotte dell’immaginario e le nuove geografie cinematografiche mondiali.

Il film di chiusura è stato l’irriverente ed amaro documentario “Tony Driver” del talentuoso regista barese Ascanio Petrini, che racconta le idiosincrasie e i paradossi dell’America di Donald Trump. Attraverso la vera vicenda umana di un deportato al contrario, Pasquale Donatone, americano di origine italiana, tassista di giorno e trasportatore di migranti messicani di notte, che viene arrestato e per evitare la galera viene estradato in Italia, finendo a vivere in una grotta a Polignano a Mare.34-sic-tony-driver-2

Il film parla di radici recise e di innesti che non sempre attecchiscono: Pasquale Donatone, che si fa chiamare Tony Driver, non riesce a farsi una vita in Italia, patria che non sente propria, e cerca disperatamente di tornare in America, per riabbracciare una ex moglie e due figli. Attraverso un rocambolesco piano che prevede di scavalcare il muro fra Messico e Stati Uniti, percorrendo un vasto deserto, assistiamo all’epopea di un antieroe, fra il Trevis Bickle di Taxi driver e il Willy Coyote dei Looney Tunes, che non si arrende mai al suo destino e con il quale non possiamo fare a meno di empatizzare.

In collegamento telefonico, il regista ha raccontato come il film sia evoluto da semplice documentario quando ha conosciuto il protagonista, Pasquale Donatone, e la sua storia, che è poi diventata centrale nella struttura del racconto.

Nei giorni di programmazione che abbiamo seguito, noi di Smart Marketing abbiamo assistito alla proiezione di 6 lungometraggi e 5 cortometraggi, tutti a loro modo sorprendenti e esemplari di cinematografie geograficamente, sentimentalmente o idealmente lontane dalla nostra, e proprio per questo ancora più interessanti e stimolanti per tutti quegli spettatori curiosi e affamati di estendere il proprio orizzonte visuale, emozionale e immaginativo.

Vi riproponiamo il titoli che abbiamo visto e che vi consigliamo di recuperare e vedere.

Lungometraggi (tutti in lingua originale sottotitolati in italiano):

Rare Beasts (Regno Unito) l’esordio alla regia della cantante britannica Billie Piper, che mette in scena la vita frizzante ma complicata di una moderna casalinga disperata sullo stile dei film di Almodovar, con un gruppo di interpreti effervescenti e perfettamente calati nei loro ruoli.

Rare Beasts (©Aron-Klein)
Rare Beasts (©Aron-Klein)

El Principe (Cile, Argentina, Belgio) di Sebastian Muñoz (presente a Taranto). Un film cupo ed ossessivo, a tratti disturbante, che mette in scena le dinamiche all’interno di un carcere maschile all’arrivo di un giovane e affascinate detenuto. Il film accende i riflettori sull’amore omosessuale all’interno di un perimetro ben definito come il carcere, con una fotografia magistrale ed una scenografia che citano i quadri di Caravaggio e un gruppo di attori superlativo.

El Principe
El Principe

Saydat Al Bahr | Scales (Emirati Arabi uniti, Iraq, Arabia Saudita), di Shahad Ameen. Una storia di emancipazione femminile raccontata attraverso il mito ancestrale delle sirene. Girato in un bianco e nero slavato molto evocativo, alle volte quasi espressionista, il film ha la sua forza nella sceneggiatura e nella protagonista Hayat, che cerca in ogni modo di sfuggire al suo destino deciso da una società profondamente maschilista.

Saydat Al Bahr | Scales
Saydat Al Bahr | Scales

Sanctorum (Messico, Qatar, Repubblica Dominicana) di Joshua Gil. Un film che racconta la vita di poveri contadini sfruttati dai cartelli della droga che li costringono a coltivare la Cannabis e vessati dall’esercito regolare che cerca di porre un freno al traffico di droga. Su tutti e tutto però sopraggiunge il castigo apocalittico di una natura lussureggiante e vendicativa. Il film è caratterizzato da un contrappunto sonoro e musicale potente e da una fotografia superlativa.

Sanctorum
Sanctorum

Bombay Rose (Regno Unito, India, Francia, Qatar) di Gitanjali Rao. La storia di amore fra una ragazza indù e un giovane mussulmano sullo sfondo di una Bombay divisa fra il rispetto delle tradizioni e il desiderio di modernità. La forza del film risiede nella tecnica di animazione 2D utilizzata con colori molto saturi e vividi, che richiamano sia i film di Bollywood che l’arte pop,  tecnica molto complessa che ha richiesto 6 anni di lavorazione.

Bombay Rose
Bombay Rose

Tony Driver (Italia, Messico) di Ascanio Petrini. Un documentario che racconta la storia vera di Pasquale Donatone, cittadino americano di origine italiana che sperimenta una deportazione al contrario quando viene cacciato dagli Stati Uniti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Amaro ed irriverente atto d’accusa all’America di Donald Trump girato come un road movie fra la Puglia ed il confine messicano.34-sic-tony-driver-3

Cortometraggi (tutti in lingua italiana):

Fosca di Maria Chiara Venturini. Una favola nera che racconta la vita di una giovane cenerentola immergendola in uno scenario preso di forza da un film di Tim Burton. La giovane protagonista vive con il padre e i due fratelli che la vessano e maltrattano, ma la sua vendetta sarà cruda e spietata e permetterà alla ragazza di affrancarsi dalla sua misera condizione. Una storia di emancipazione femminile raccontata con gusto dell’orrido ed originalità.

Fosca
Fosca

Monologue di Lorenzo Landi e Michelangelo Mellony. La storia drammatica di un cacciatore di suoni e musicista che dopo il tradimento del suo migliore amico, piano, piano diviene sordo da un orecchio. L’handicap trasformerà per sempre la sua percezione e la sua vita, che diventano mutilate come il suo udito. Il film, inutile dirlo, presenta una interessantissima colonna sonora ed è girato in uno stile che amalgama videoclip, documentario e cinema sperimentale.

Monologue
Monologue

Destino di Bonifacio Angius. La storia di un dimesso e fallito borgataro, probabilmente vittima del malocchio. La sua vita diviene sempre più sciatta, fino al giorno in cui addirittura perde la propria nipote che aveva portato a spasso in passeggino. Una storia di periferie ed individui al margine raccontata con uno stile quasi neorealista che strizza l’occhio a Pasolini.

Destino
Destino

Il nostro tempo di Veronica Spedicati. Una storia lieve e delicata che racconta una famiglia del sud Italia, concentrandosi sul rapporto fra un padre ed una figlia di 10 anni. Girato in Puglia, il film celebra la bellezza struggente del paesaggio e ha la sua forza in un cast di attori che gira a meraviglia, con la sorprendente interpretazione della giovanissima protagonista Emanuela Minno, al suo esordio.

Il nostro tempo
Il nostro tempo

Veronica non sa fumare di Chiara Marotta. La storia della diciasettenne Veronica che frequentando Alessia ed i suoi amici entrerà in un mondo del tutto nuovo. Romanzo di formazione che racconta il passaggio della fatidica linea d’ombra fra la fanciullezza e la vita adulta. Il film è caratterizzato da uno stile di ripresa, un uso del suono, ed una colonna sonora in stile videoclip.

Veronica non sa fumare
Veronica non sa fumare

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