Crowdfunding: l’impresa decolla grazie al potere della rete

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Jessica Palese (23)

 

 

 

Era il 2006 quando Barack Obama finanziava la sua prima campagna elettorale con un progetto di crowdfunding. Una nuova parola che andava ad aggiungersi al lessico del mondo economico e finanziario, ma che affondava le sue radici in un fenomeno popolare e Immagine 1 diffuso: la colletta, nella sua accezione più sociale. Crowd (folla) e funding (finanziamento) hanno così iniziato ad essere ufficialmente affiancati per indicare una raccolta fondi collettiva, un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro per sostenere gli sforzi di singoli e organizzazioni. A rendere possibile la realizzazione di un sogno o un progetto imprenditoriale sono certamente la sconfinata viralità del web e i nuovi tessuti relazionali costruiti dai social network. Con il crowdfunding si possono finanziare startup, progetti creativi, iniziative di beneficenza, idee imprenditoriali, micro-prestiti. Il modello più diffuso, in Italia e nel mondo, è rappresentato dal sistema donation/reward. Si può infatti finanziare un progetto con una donazione a fondo perduto oppure ricevendo una ricompensa non in denaro (un gadget, un prodotto, un meeting con il creatore dell’idea, un ringraziamento). Solitamente, la Immagine 3donation viene effettuata a favore di cause di interesse sociale o culturale, mentre la reward è riservata a chi supporta un prodotto che si svilupperà grazie alla campagna. E’ in via di sviluppo un ulteriore modello, l’equity crowdfunding, che prevede un finanziamento sotto forma di capitale di rischio al fine di ottenere delle quote di partecipazione nella società. L’Italia è il primo stato Europeo ad adottare una normativa in grado di regolamentare il modello equity. Affinché siano tutelati imprenditori e investitori, il processo di raccolta fondi è regolamentato dalla Consob: le start-up innovative possono quindi offrire i propri strumenti finanziari attraverso portali online previa iscrizione ad una sezione speciale del Registro delle imprese tenuto dalle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Durante l’evento Borsa della Ricerca 2014, è stata presentata una mappa aggiornata del crowdfunding nel nostro Paese. Il panorama italiano conta al momento 54 piattaforme, oltre 50.000 progetti dei quali circa un terzo sono stati pubblicati e il 35% sono stati finanziati. Il valore complessivo raggiunto ammonta a 30 milioni di euro. Il modello che si è maggiormente affermato è il reward-based, scelto da quasi la metà delle piattaforme, seguito dal modello donation-based, che copre più del 30% del Immagine 2mercato. I progetti più seguiti sono quelli che riguardano la creatività o il sociale, mentre subiscono un rallentamento quelli che mostrano un approccio troppo territoriale, ossia legati ad un particolare contesto locale. Il fenomeno del crowdfunding è in costante ascesa per via della difficoltà di piccole realtà imprenditoriali ad avere accesso al credito nel mercato finanziario tradizionale. Rappresenta una valida opportunità per chi ha idee, ma non il capitale necessario per trasformarle in progetti.
Pensate: cosa sarebbe stato di Giacomo Leopardi se l’amico Pietro Colletta non fosse corso in suo aiuto raccogliendo i fondi necessari per sostenere la sua poesia?

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