Coronavirus: la riscoperta dello Smart Working

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Foto di Kevin Phillips da Pixabay

Parlare di Smart Working ai tempi del Coronavirus significa parlare di una grande possibilità per gli italiani, costretti a restare a casa a causa dell’emergenza sanitaria. Vediamo allora in questo post i vantaggi dello smart working per lavoratori e aziende e i servizi messi gratuitamente a disposizione dai big della tecnologia per lavorare e insegnare a distanza.

Possiamo dire, in poche parole, che lo smart working è la vera conquista di questo inizio 2020, anche se si è resa necessaria una situazione di emergenza come il Coronavirus per aumentarne la diffusione tra le aziende di ogni settore.

Smart working: cosa significa esattamente?

Parlare di smart working significa, in poche parole, parlare di lavoro da casa: una situazione possibile per la maggior parte degli italiani e agevolata dal nuovo decreto ministeriale che semplifica fino al 31 luglio prossimo questa forma di lavoro da remoto su tutto il territorio nazionale.

Aumenta, proprio grazie al Coronavirus, il numero di lavoratori pubblici e privati attratti da questa nuova forma di lavoro proprio per la sua flessibilità e per l’ottimizzazione dei tempi grazie all’assenza di spostamenti tra casa e ufficio. Il primo vantaggio è, quindi, una migliore gestione e organizzazione del tempo, che permette di coniugare esigenze lavorative e famigliari.

Foto di Kevin Phillips da Pixabay
Foto di Kevin Phillips da Pixabay

Sicuramente, tuttavia, lavorare da casa significa avere una forte determinazione e volontà, dato che aumentano le distrazioni rispetto al lavoro in ufficio. Per questo gli esperti consigliano di fissare degli obiettivi quotidiani da raggiungere, scrivere una check list dei compiti da fare e controllare il raggiungimento di ogni singolo obiettivo. Grazie a questa gestione del tempo saremo sicuramente più efficienti e produttivi, anche prendendoci delle pause. Vietato, quindi, quando si parla di smart working pranzare al computer, fare tardi tra documenti ed email o rinunciare alle pause.

Uno svantaggio dello smart working è, invece, la mancanza di socialità. Tuttavia, proprio per l’isolamento questa è la forma di lavoro maggiormente scelta dalle aziende per proseguire le attività anche durante l’emergenza Coronavirus.

Smart working e cambiamento della cultura manageriale

In molti casi, questa forma di lavoro da remoto è già utilizzata da anni, a testimonianza di una nuova cultura manageriale, basata su flessibilità e autonomia per chi lavora in azienda. Possiamo, quindi, affermare che mettere in atto lo smart working non richiede solo un cambiamento tecnologico, ma anche e soprattutto culturale da parte di imprenditori e manager.

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Questo particolare momento necessita di una azione collettiva che vada oltre il semplice ottimismo che da solo non basta, anche se comunque aiuta. Solo insieme si può uscire da questa situazione.

Recenti studi dimostrano, inoltre, che questo nuovo modo di lavorare impatta positivamente sulla produttività, ma soprattutto permette alle aziende di risparmiare sui costi. Lo spazio che le aziende destinano ai lavoratori è più piccolo e si diffonde il cosiddetto micro management, con una crescente delega di responsabilità a ciascun dipendente dell’azienda.

La solidarietà delle aziende: soluzioni gratuite per lo smart working

Le agenzie che producono piattaforme di smart working hanno risposto all’appello del governo mettendo a disposizione delle aziende le loro soluzioni tecnologiche gratuitamente. Qualche esempio? Connexia permette di utilizzare gratuitamente la piattaforma di Smart Working Webex a chi ne farà richiesta, per un periodo di due settimane.

Cisco, invece, mette gratuitamente a disposizione di aziende e professionisti la soluzione Cisco Webex Meetings, per agevolare il lavoro da remoto, organizzare riunioni, ma anche condividere documenti e dati.

Si tratta solo di due esempi tra i tanti di aziende che hanno compreso la difficoltà, specialmente delle aziende più grandi e strutturate, di passare allo smart working e che vogliono supportarle mettendo a disposizione gratuitamente i loro servizi.

E-learning: il modello di smart working nella scuola

Se, in azienda, il Coronavirus ha portato lo smart working, a scuola e nelle classi si è resa necessaria la massiccia introduzione delle lezioni in modalità e-learning, anche grazie alla collaborazione di aziende come Google, che hanno risposto all’appello del MIUR.

Nel dettaglio, Google ha deciso di sostenere gli italiani ai tempi del Coronavirus mettendo a disposizione la G-Suite for Education, per permettere agli insegnanti di lavorare a distanza. La suite comprende applicativi come Gmail, Drive, Calendar, Hangout e Google Doc ideali per l’attività didattica a distanza. In questo modo, neanche la scuola come le aziende si ferma, dato che per insegnare e imparare è sufficiente una connessione Internet e un PC, smartphone o tablet.

Conclusioni

Sicuramente il Coronavirus è un’emergenza nazionale per l’impatto sulla sanità, ma per le aziende e la scuola è anche un’occasione per rinnovarsi ed innovare, introducendo nuove e più avanzate modalità di smart working e e-learning. La prospettiva è quella, passata l’emergenza, di risvegliarsi in un’Italia più tecnologica e più smart. Staremo a vedere!

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