Cercare il lavoro nell’era di LinkedIn, di Google e del digitale: guida e consigli pratici.

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Cercare il lavoro nell’era di LinkedIn, di Google e del digitale
Cercare il lavoro nell’era di LinkedIn, di Google e del digitale

Con un tasso di disoccupazione che in Italia permane da anni stabilmente in doppia cifra, il tema del lavoro resta uno degli argomenti più spinosi da trattare.

Il mondo del lavoro è cambiato molto negli ultimi anni ed è cambiato sia sostanzialmente che formalmente. Accanto o addirittura in sostituzione alle professioni tradizionali sono nati nuovi lavori. Oltre alle competenze professionali sempre più importanza stanno registrando nel processo di selezione le cosiddette competenze trasversali o soft skills. La competizione è aumentata, il grado di preparazione richiesto è massimo e bisogna essere sempre più in grado anche di reinventarsi per saper cogliere velocemente le opportunità, sia che si abbiano 20, 30, 40 o anche 50 anni.

Tra chi dice che ormai il curriculum vitae in formato europeo sia diventato uno strumento desueto e chi afferma che oggi il lavoro non si cerca ma si attrae, sono tante le filosofie e i modi interpretare la ricerca del lavoro.

Fatto sta che oggi difficilmente si può pensare di uscire da scuola o dall’università, piuttosto che cercare una nuova occupazione, senza avere una strategia ben precisa. Non si può certo pensare che basti semplicemente redigere il CV, inviare qualche email e sperare che il lavoro arrivi subito dopo. Certo non è una legge scritta sulla pietra, ma credo siano in pochi quelli in grado di testimoniare di aver vissuto un’esperienza come quella appena descritta. Molto più facile è trovarsi ad ascoltare il racconto di amici e conoscenti che dopo aver inviato nel tempo email a pioggia con tanto di CV e lettera motivazionale in allegato, non solo non hanno trovato lavoro ma non hanno neanche ricevuto una ben che minima risposta.

Strategia per trovare lavoro con LinkedIn, Google e il digitale

Ormai lo sappiamo, quando vogliamo cercare informazioni su qualcosa o qualcuno andiamo su Google e digitiamo l’oggetto della nostra ricerca. Capita quando dobbiamo scegliere una meta turistica, per scegliere un ristorante e anche per avere informazioni in merito ad una persona che si è candidata per una posizione lavorativa o per ricercare autonomamente un professionista.

La ricerca può avvenire in due modi: possiamo fare ricerche più generiche come per esempio digitare “Ristoranti a Milano” o ricercare qualcosa di più definito come per esempio “Ristorante tal dei tali”. Nel primo caso le uniche cose che sappiamo è che vogliamo andare a cena fuori e dove, mentre nel secondo caso già conosciamo il nome di un ristorante specifico in grado di soddisfare le nostre necessità.

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Stessa cosa vale quando un selezionatore ricerca informazioni su una persona da inserire in azienda o su una persona a cui affidare una consulenza. Ma capita banalmente anche a noi quando abbiamo necessità di cercare ad esempio un/a nutrizionista, un/a commercialista o un/a elettricista.

Vediamo nel dettaglio.

Poniamo il caso – ricerca generica – che un selezionatore abbia necessità di ricercare una figura professionale e che non abbia altre coordinate se non l’oggetto della ricerca, ad esempio: formatore.

Bene la situazione potrebbe essere questa: potrebbe iniziare a vagliare dei CV che gli sono arrivati nel tempo, potrebbe avvelarsi di qualche agenzia/consulente specializzati nella ricerca e selezione del personale o potrebbe ricercarlo in autonomia attraverso LinkedIn, al momento la piattaforma social per il lavoro per eccellenza.

L’altro caso – ricerca definita –  potrebbe essere che il selezionatore (o chi per lui), magari dopo un processo di ricerca come quello che abbiamo appena visto, abbia finalmente tra le mani il CV o il nominativo della persona che idealmente potrebbe fare al caso suo.

Bene, oltre a leggere con attenzione le informazioni inserite all’interno del CV, molto probabilmente digiterà il nome del candidato su Google per cercare ulteriori informazioni sul suo conto. Informazioni in grado di restituirgli un profilo più strutturato e completo.

E se quel candidato fossi tu, quali informazioni vorresti che trovasse? Vorresti che trovasse informazioni di poco conto, addirittura controproducenti o di valore?

Evidentemente tutti vorremmo che trovasse online informazioni di valore, ossia informazioni in grado di confermare la buona impressione suscitata dalla lettura del nostro Curriculum Vitae e che rafforzasse in lui l’idea che effettivamente siamo il professionista giusto che stava ricercando.

Cercare il lavoro nell’era di LinkedIn, di Google e del digitale
Cercare il lavoro nell’era di LinkedIn, di Google e del digitale

Già, ma come si fa?

Come abbiamo detto all’inizio di questo articolo, oggi non si può pensare di cercare lavoro senza avere una strategia ben definita e il digitale in questo contesto può esserci di grande aiuto.

Consiglio 1: No a foto indesiderate

Innanzitutto partiamo con una piccola analisi: proviamo a digitare il nostro nome su Google e scopriamo cosa appare. Se vediamo che tra le “immagini relative” ci sono foto di noi non propriamente professionali magari sarebbe il caso di eliminarle o di modificare le impostazioni di privacy dei nostri profili social.

Consiglio 2: Profilo LinkedIn attivo (e aggiornato)

A meno che non abbiate un blog personale, sarebbe bene che il primo risultato espresso da Google fosse il vostro profilo LinkedIn. Se non avete un profilo LinkedIn correte subito ad attivarlo. Anzi aspettate ancora un attimo perché tra un po’ troverete dei suggerimenti per aprire (o magari modificare se già lo avete attivo) il vostro profilo LinkedIn.

Consiglio 3: Personal branding

Adoperarsi per far trovare al vostro ipotetico selezionatore informazioni di voi correlate alla vostra professione. Parlo ad esempio di interviste, di partecipazione ad eventi o convegni in qualità di relatore, di video o articoli nei quali dispensate consigli utili e nei quali mettete in mostra il vostro sapere e le vostre conoscenze professionali. In una parola, anzi due: personal branding.

In questo modo il vostro selezionatore avrà tutti gli elementi necessari per valutarvi in maniera completa potendo dedurre che siete un professionista attento, di cui potersi fidare e per il quale sarà giusto poter investire del tempo in uno o più colloqui di selezione. In sostanza, per cercare lavoro nell’era di LinkedIn, di Google e del digitale la vostra reputazione online è fondamentale.

Consiglio 4: Proattività

Come potete leggere tra le righe, la ricerca del lavoro non è un’attività passiva. Richiede tanto impegno e lavoro (sì è così, serve lavoro per trovare lavoro) da parte nostra. Emergere oggi non è facile e quindi bisogna attivarsi per posizionarsi e per essere riconoscibili. Quindi è sicuramente una scelta vincente produrre contenuti di valore da veicolare, ad esempio, attraverso un blog o un canale You Tube. Certo, non nel brevissimo termine ma nel medio-lungo termine darà i ritorni sperati. Attenzione, non serve diventare influencer o avere migliaia e migliaia di follower: l’obiettivo resta sempre quello di farsi percepire professionali, credibili e competenti. E per raggiungerlo non è necessario diventare delle web star. Poi, se lo diventerete, ben venga. In tal caso, come si dice in questi casi: ricordatevi degli amici.

Bene, abbiamo detto quindi che farsi trovare pronti ad una possibile ricerca di informazioni sul nostro conto su Google è molto importante per la ricerca del lavoro.

Ora quindi passiamo a qualche consiglio utile per avere un buon profilo LinkedIn.

La foto

L’abbiamo detto prima: sono da evitare foto non professionali. Quindi non inserire foto di noi al mare, con gli occhiali da sole o con abbigliamento poco consono. Come in tutte le cose vince la semplicità, per cui basterà che si vedano bene il viso e gli occhi, che non sia sfocata o tagliata e che indossiate degli abiti professionali. Insomma, andreste mai a fare un colloquio di lavoro in bermuda ed infradito?

Headline o descrizione breve

Qui andrete ad inserire la vostra professione, ciò che vi caratterizza, che sapete fare e dove lo fate (inteso in quale azienda). Ad esempio: Brand manager, Ingegnere informatico, ecc. Se al momento non avete una occupazione, è preferibile non scrivere frasi come “Disoccupato” o “Alla ricerca di un posto di lavoro”. Voi possedete una vostra professionalità al netto del fatto che al momento la stiate esercitando o meno. Ad esempio, uno psicologo lo è tale anche se in quel preciso momento non è assunto o se non sta svolgendo la professione come autonomo.

Il riepilogo

In questa sezione possiamo descrivere cosa sappiamo fare e chi siamo. Ho appositamente scritto prima “cosa sappiamo fare” in quanto le persone si aspettano sempre di leggere quello che può tornare utile a loro. Per farlo è fortemente consigliato l’utilizzo di parole chiave tipiche del nostro settore.

Posizioni lavorative

È giusto avere due o tre posizioni lavorative precedenti a quella attuale. In questo modo rappresenteremo correttamente le nostre passate esperienze e competenze acquisite.

La formazione

La sezione relativa alle esperienze educative è fondamentale per mettere in luce il percorso di studi realizzato. Bisogna quindi indicare il periodo in cui abbiamo svolto tali attività, il nome degli Istituti e le materie affrontate.

Le competenze

In questa sezione possiamo evidenziare le competenze acquisite come, ad esempio, potrebbe essere “Social Media Manager”. Essendo una piattaforma social, LinkedIn consente ai tuoi contatti di raccomandarvi dandogli la possibilità di confermare l’effettivo possesso di tale competenza/e.

La località

LinkedIn consente di geolocalizzarvi: in questo modo sarà più semplice per un selezionatore capire in quale località svolgete il vostro lavoro.

I collegamenti

È preferibile “sfondare il muro” dei 500 collegamenti. Per poter arrivare a tale risultato si potrebbe richiedere l’amicizia/contatto a chi ha frequentato l’università o la scuola con noi, ai colleghi di lavoro o a chi opera nel nostro stesso settore, magari per scambiarsi anche idee e suggerimenti.

Perfetto, una volta eseguite o riviste queste attività, l’ultimo consiglio è quello di utilizzare e “vivere” la piattaforma. LinkedIn è un social, certo di stampo professionale, ma pur sempre un social. Pertanto partecipate alle discussioni, condividete articoli di interesse o postate contenuti scritti da voi. L’obiettivo è sempre lo stesso: farsi percepire professionali, credibili e competenti. Questa è l’unica strategia possibile per cercare e trovare lavoro al tempo di LinkedIn, Google e del digitale.

PS Non dimenticate di consultare la sezione Lavoro di LinkedIn: è davvero ben fatta e utile.

Spero che questo articolo vi sia utile.
Fatemelo sapere nei commenti e, se volete, aggiungetemi ai vostri collegamenti per restare in contatto su LinkedIn: www.linkedin.com/in/ivanzorico

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