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W il Personal Branding – L’editoriale di Raffaello Castellano

Raffaello Castellano direttore responsabile Smart MarketingSe ne sente parlare tanto, alle volte anche a sproposito, in un mondo online ed offline sempre più congestionato, interconnesso, affollato e con un assordante e onnipresente rumore di fondo, emergere, farsi notare, diventare autorevoli, passa sempre più dal “chi siamo” che dal “cosa facciamo” o “cosa vendiamo”.

Eppure il problema, o meglio la complessità, che oggi comporta fare personal branding  in quella immensa infosfera che abitiamo offline, ma soprattutto online, non è nata ne è sopraggiunta con le nuove tecnologie, ma esisteva anche prima.

Ricordo sempre con piacere la mia esperienza di venditore che ho svolto per 7 anni, più o meno meglio, dal 1993 al 2000. Ho avuto la fortuna di lavorare con un’azienda che poneva sulla formazione grandissima attenzione ed investimenti, che organizzava convegni di formazione full immersion di 3, 5 o 7 giorni almeno due volte all’anno, e che ogni due mesi teneva corsi di una o due giornate nei vari uffici regionali.

In questi incontri, poco più che 20-25enne ho avuto la fortuna di conoscere personalità come Virgilio De Giovanni, fondatore del magazine Millionaire, esperti di PNL (negli anni ‘90, non oggi), di comunicazione, di vendita e perfino di pirobazia; tanta roba, una formazione che ancora oggi, a distanza di oltre 20 anni, mi torna utile nelle mie esperienze come giornalista, formatore e content creator.

Fra tutti questi docenti, uno dei più capaci e comunicativi che abbia mai conosciuto non era un esterno, ma un interno all’azienda, il direttore vendite e formazione Roberto Vangelista; fu lui, più come mentore che come docente, che mi introdusse ai fondamentali della comunicazione umana, alla prossemica e a Paul Watzlawick, e che per primo mi fece conoscere i concetti fondamentali del personal branding, che all’epoca ancora non si chiamava così, ma era un’attitudine (Roberto Vangelista avrebbe preferito la parola abitudine) a fare le cose in un certo modo.

Voglio parlarvi fra i tanti di due esempi, la teoria del “come se” e l’importanza dell’abito nel fare il monaco e il venditore.

Cominciamo dalla prima: quando un nuovo collaboratore cominciava a fare il venditore in azienda e durante i convegni si confrontava, sentiva e vedeva i risultati di quelli più bravi ed esperti (niente supercar a Dubai, ovviamente), stentava a credere di poter avere quel successo solo applicando una corretta programmazione e pianificazione degli appuntamenti della sua agenda di lavoro, e lo sappiamo tutti noi quanto i primi tre/quattro mesi siano difficili in qualunque lavoro. Per ovviare a questa subdola insicurezza lui ci diceva “semplicemente” di comportarci “come se” fossimo già il venditore di successo che volevamo diventare.

Ci ho messo un bel po’ per capire l’importanza di questo insegnamento, ma devo dire che quando ho cominciato ad applicarlo le opportunità, le vendite e gli appuntamenti si sono magicamente moltiplicati.

Nell'immagine alcune persone scrivono su una lavagna trasparente - Smart Marketing
Image by rawpixel.com on Freepik.

Insomma il credere in se stessi, quando ancora nessuno ci crede, è un atto di fede e coraggio necessario che appunto crea effetti miracolosi e finisce per influenzare la realtà della nostra condizione professionale, un concetto che, sono sicuro, qualunque esperto di personal branding sposerebbe ed applicherebbe, anche oggi.

Il secondo riguardava l’importanza dell’abito per i venditori: dobbiamo considerare che eravamo negli anni ‘90 e che la mentalità e anche il dress code di lavoro erano diversi, ma io ho potuto sperimentare l’importanza inconscia che l’abito riveste su chi lo indossa.

Mi spiego meglio, una delle cose più importanti e più difficili da far capire ai venditori, me compreso, era che la cosa fondamentale da ottenere dal cliente non era l’acquisto del nostro prodotto, ma che il potenziale cliente ci fornisse almeno 10 nominativi di suoi amici o parenti con i quali organizzare altri appuntamenti.
Io ero un buon venditore, ma sono stato, soprattutto all’inizio, un pessimo raccoglitore di nominativi.

Scopri il nuovo numero: “W il Personal Branding”

Chi è riuscito a costruire nel tempo (ed a mantenere) un ottimo brand personale, ha davanti a sé molteplici possibilità. Il lavoro lo attrae e non lo cerca. Questa è la figata del personal branding.

Ma veniamo al punto: gran parte degli appuntamenti di vendita, noi li chiamavamo consulenze, venivano fissati per telefono e principalmente di mattina o nei fine settimana, quando a casa, in tuta o peggio in pigiama, facevamo le telefonate per stabilirli. Il consiglio del giusto abito era proprio per questi particolari momenti, Roberto Vangelista ci diceva che se avessimo messo giacca e cravatta ed avessimo fissato quegli appuntamenti avremmo avuto risultati migliori.

Lo so che può sembrare strano, perchè a casa e per telefono il potenziale cliente non poteva vederci, e non so perchè funzionasse, ma io ho visto aumentare più del doppio la mia capacità di fissare appuntamenti telefonici solamente vestendomi come se stessi lavorando. 

Nell'immagine un ragazzo in cravatta telefona e lavora al computer - Smart Marketing
Foto di MART PRODUCTION da Pexels.

Togliermi il pigiama per fare le telefonate da casa, non so come, mi fece diventare più incisivo e professionale e mi permise di riempire la mia agenda di appuntamenti di lavoro.

Furono questi i primi e forse più importanti insegnamenti di Personal Branding che io abbia mai appreso e messo in pratica, ottenendo quei risultati “magici” che solo l’azione riesce a conferire alla teoria.

Lo so, sono andato un po’ lungo, ma voi affezionati lettori di Smart Marketing perdonerete questo direttore 50enne che comincia a riscoprire la nostalgia dei ricordi, ancora di più oggi che con questo numero, che vi apprestate a leggere, il nostro magazine festeggia i 10 anni di pubblicazioni.

Un traguardo importante, al quale hanno contribuito tutti i nostri collaboratori, tutti voi lettori, tutti i partner che ci hanno dato fiducia, il mio socio ed amico Ivan Zorico e, forse, anche quel ragazzo in giacca e cravatta che 25 anni fa fissava gli appuntamenti al telefono e si comportava “come se” fosse già un venditore di successo.

Buona lettura e buon personal branding a tutti!
Raffaello Castellano

 

 

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“La filosofia spiegata in 100 citazioni” di Gareth Southwell è un ottimo punto di partenza per chi vuole approcciarsi alla filosofia attraverso le parole dei grandi pensatori

Per il terzo anno consecutivo, anche nel 2023 voglio proporvi un libro al mese, forse due, per raccontare chi siamo, da dove veniamo, dove vorremmo andare e come ci vogliamo arrivare. Perché la lettura può essere svago, intrattenimento, ma anche un valido esercizio per imparare a pensare e sviluppare una certa idea del mondo.

Un libro al mese, in piccole schede, in poche battute, per decidere se vale la pena comprarlo e soprattutto leggerlo. Perché la lettura, come diceva Woody Allen, è anche un esercizio di legittima difesa.

Siete alla ricerca di un modo per scoprire i grandi pensatori della storia, ma temete di non avere il tempo o la pazienza di leggere interi volumi di filosofia?

“La filosofia spiegata in 100 citazioni” di Gareth Southwell potrebbe essere la soluzione che state cercando.

La raccolta propone una selezione di frasi celebri di autori che hanno segnato la storia del pensiero, tra cui Socrate, Nietzsche, Kant, Platone e molti altri. Ogni citazione è analizzata e approfondita, in modo da far emergere il significato nascosto dietro le parole apparentemente semplici.

Scopri il nuovo numero: “W il Personal Branding”

Chi è riuscito a costruire nel tempo (ed a mantenere) un ottimo brand personale, ha davanti a sé molteplici possibilità. Il lavoro lo attrae e non lo cerca. Questa è la figata del personal branding.

Tuttavia non si tratta soltanto di un elenco di frasi prese a caso: la scelta delle citazioni è studiata e mirata a rappresentare i temi principali della filosofia, come la morale, la verità, il destino e la conoscenza. Inoltre, ogni autore è presentato con una breve scheda biografica e una sintesi delle principali idee che ha espresso.

Il risultato è una lettura scorrevole e coinvolgente, che consente di approfondire i concetti fondamentali della filosofia senza rinunciare alla leggerezza. Infatti le parole dei grandi pensatori sono spesso sorprendentemente attuali e capaci di stimolare il pensiero critico.

Non lo nascondo, sono un grande appassionato di filosofia e citazioni, e questo libro è stato una vera scoperta: curato nella veste grafica ed editoriale, propone una raccolta di frasi ed autori nient’affatto scontati e con una ampia proposta di filosofe e pensatrici donne alle quali la storia non ha reso adeguata giustizia.

Nell'immagine la copertina del libro "La filosofia spiegata in 100 citazioni" di Gareth Southwell - Smart MarketingLa filosofia spiegata in 100 citazioni

Autore: Gareth Southwell

Editore: Gribaudo

Anno: ottobre 2019

Pagine: 208

Isbn: 9788858024317

Prezzo: € 14,90

Perché dovremmo leggere “La filosofia spiegata in 100 citazioni” di Gareth Southwell?

“La filosofia spiegata in 100 citazioni” è quindi un ottimo punto di partenza per avvicinarsi alla filosofia, ma anche per gli esperti del settore che vogliono fare un ripasso sui principali autori e concetti filosofici. Infine, le rapide curiosità sulla vita dei vari autori rendono la lettura ancora più interessante e avvincente. Libro consigliatissimo per chiunque voglia scoprire il valore delle grandi citazioni che hanno accompagnato secoli di pensiero filosofico e che ancora oggi ci aiutano ad esplorare il senso della vita.

 

 

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“Ricomincio da me”, il film con J-Lo, è una commedia leggera, ma forse anche un’aspra critica alla società meritocratica

Cosa ci rende sicuri delle nostre capacità?

La domanda può sembrare scontata, al limite del banale, ma è una domanda che molto più spesso di quello che vorremmo si impone all’attenzione di quella parte della nostra coscienza che non riesce a scrollarsi di dosso l’ansia e le inquietudini della “sindrome dell’impostore”.

Riflettevo su tutto questo dopo aver visto in televisione il film “Ricomincio da me”, del 2018, di Peter Segal, con una sempre in tiro e a fuoco Jennifer Lopez che interpreta Maya Vargas, una 40enne addetta vendite in una piccola catena di supermercati che è sì preparata, capace, entusiasta, piena di idee, ma (sì, c’è un ma) ahimè non ha un’adeguata preparazione accademica, lei ha solo un diploma e come spesso accade nell’attuale mondo del lavoro viene spesso tagliata fuori e sorpassata nelle promozioni per le posizioni apicali da manager più giovani, accademicamente più qualificati ma privi di un’esperienza pratica.

Ora, il film, che comincia come una tipica commedia leggera della way of life all’americana e poi vira verso il dramma familiare, è tutto sommato modesto, ma mi pare assai interessante per porre sul tavolo un paio di riflessioni.

La prima è quella che cerca di rispondere alla domanda iniziale: come si fa ad essere sicuri delle proprie capacità in un mondo altamente competitivo e votato alla performance come il nostro?

Nell'immagine una scena del film "Ricomincio da me" - Smart Marketing
Una scena del film “Ricomincio da me”.


Il punto di vista statunitense, affrontato nel film, è perfetto per descrivere quella società “fintamente” meritocratica e radicalmente credenzialista che il filosofo Michael J. Sandel ha descritto nel suo celebre libro “La tirannia del merito”, una mentalità che invece risulta, alla prova dei fatti, umiliante e discriminatoria. 

Maya Vargas è super qualificata e preparata per i posti di lavoro a cui ambisce, ma la sua mancanza di credenziali accademiche, si badi bene un problema oggettivo, ha scavato un dubbio assai più profondo del necessario nella sua personalità e motivazione, facendola sentire insicura, rassegnata e demotivata nei colloqui di lavoro che affronta.

Il film si sviluppa attraverso un escamotage: Maya Vargas, aiutata dai suoi amici e con un’identità online ed un curriculum accademico riscritti di sana pianta, riesce ad essere assunta come consulente in una grande azienda e qui a farsi finalmente valere per ciò che è.

Insomma, una bugia, per quanto ben architettata, riesce nel miracolo di far ri-credere in se stessa la nostra protagonista, che diventa finalmente la donna in carriera che ha sempre desiderato essere. Gli sviluppi ovviamente saranno altri, perché si sa che le bugie hanno le gambe corte e i nasi lunghi e che tramano per essere scoperte.

Ma anche la seconda riflessione penso sia interessante, e riguarda il settore delle HR, delle risorse umane, che si trovano, spesso e volentieri, nella situazione di preservare e promuovere un vera situazione paradossale, uno stallo alla messicana, che immobilizza il mondo del lavoro.

Da una parte dello schieramento si trovano i “giovani” appena laureati, magari con un master e un dottorato sul loro curriculum, che annaspano in un mondo del lavoro che cerca, anche e soprattutto, l’esperienza; dall’altra parte si trovano i 40-50enni, con un’esperienza pratica ventennale o trentennale, ma magari sprovvisti di laurea, i cui curriculum non vengono presi neanche in considerazione; in mezzo a loro i reclutatori che faticano a riconoscere le skill dei candidati più capaci.



Per quanto riguarda me, che sono prevalentemente un autodidatta senza laurea, è inutile dirvi quanto mi sia rispecchiato nel personaggio di Maya Vargas, magistralmente interpretata da J-Lo, e quanto questo film leggero mi abbia fatto riflettere e anche un po’ commuovere, un film che alla fine mi ha lasciato con una pesante e improcrastinabile domanda:

Chi decide chi siamo e di cosa siamo capaci?

Sono i responsabili delle risorse umane, i nostri capi, i nostri superiori, insomma,sono gli altri o, alla fine, siamo solo noi?

Inutile dirvi che, per parafrasare il grande Stanley Kubrick, non ho risposte semplici né certe, ma solo tanti dubbi con cui ogni giorno devo fare i conti.




La Copertina d’Artista – Travel Marketing

Una ragazza dai bei capelli rossi si scatta un selfie da uno dei panorami più belli del mondo: un canale di Venezia.

È questa l’immagine che fa bella mostra di sé dalla Copertina d’Artista del numero di Aprile del nostro magazine.

Un’immagine che sprizza divertimento e solarità in ogni suo pixel, un’immagine realistica e al tempo stesso vagamente fumettistica, un’immagine che centra in pieno il tema di questo 108esimo numero dedicato al “Travel Marketing”, un’immagine che però non è stata realizzata da un artista in carne ed ossa, ma da un’Intelligenza Artificiale Generativa.

GLOSSARIO
Che cosa sono le Intelligenze Artificiali Generative?

(Ho chiesto ad una di esse, Pizza GPT, di scrivermi una definizione di 800 battute, spazi compresi: ecco la sua risposta)

Le Intelligenze Artificiali Generative sono algoritmi di intelligenza artificiale capaci di creare autonomamente contenuti originali, come testi, immagini, video e suoni. Questi algoritmi sono programmati per apprendere dai dati di addestramento e possono essere utilizzati per una vasta gamma di applicazioni, come la produzione di contenuti per il marketing, per la creazione di giochi, per la generazione di musica e molto altro ancora. Queste intelligenze artificiali sono in grado di modellare la creatività umana e di replicarla in modo autonomo, utilizzando tecniche di deep learning, reti neurali e processi di generazione di linguaggio naturale. In questo modo, consentono di automatizzare molte attività creative che richiedono tempi e sforzi considerevoli, permettendo di risparmiare tempo e denaro.

Come i nostri affezionati lettori sanno, le nostre Copertina d’Artista di questo 2023, a partire dal numero di Febbraio, sono e saranno tutte realizzate dalle Intelligenze Artificiale Generative, che mi sto divertendo ad usare per sperimentare le potenzialità di questo mezzi, dandovi nel contempo qualche suggerimento e consiglio sul loro utilizzo.

Per questo numero ovviamente mi sono ispirato alla tempesta mediatica di questi giorni scaturita intorno alla campagna Open to Meraviglia, voluta dal Ministero del Turismo e realizzata dall’agenzia Armando Testa, ed infatti fra i prompt che ho adoperato per ottenere questo risultato ho inserito le parole italy, venere botticelli e selfie.

Il risultato finale è andato oltre le mie aspettative: l’immagine di questo mese poco o nulla ha da invidiare a quella che avrebbe realizzato un artista di buon livello ed esperienza. Inoltre c’è da considerare che il sottoscritto, come utilizzatore delle AI Generative, è ancora alle prime armi e che man mano che la mia capacità di definire ed affinare il prompt di richiesta migliorerà il risultato diventerà sempre migliore. Questo la dice lunga sulle potenzialità di queste intelligenze artificiali e sul supporto che possono dare al nostro lavoro.

Nell'immagine di copertina di Smart Marketing, una ragazza si scatta un selfie a Venezia
La Copertina d’Artista “Travel Marketing” dell’Aprile 2023.

Questa volta ho voluto esagerare ed ho utilizzato non una, ma due AI generative: la prima, Dream by Wombo, per la Copertina d’Artista, la seconda, PizzaGPT, per scrivermi una definizione di cosa sono le Intelligenze Artificiali Generative; andate a scoprire la sua risposta nella sezione del Glossario di questo articolo.

Per generare l’immagine di questa Copertina d’Artista, nello specifico, ho utilizzato:

DREAM SOURCE

Dream by WOMBO

DREAM STYLE

Buliojourney v2

PROMPT 

“travel, marketing, vacation, voyage, tourist, italy, venere botticelli, selfie,

Scopri il nuovo numero: “Travel Marketing”

Mai come in questo periodo, per via della campagna “Open to Meraviglia”, si sente parlare di marketing e turismo. E, quest’ultimo, è certamente uno di quei settori che ha maggiormente subito gli effetti della pandemia e che rappresenta un asset molto importante per il nostro Paese.

Fateci sapere se il risultato vi piace e se vi è venuta voglia di cominciare ad usare AI generative artistiche come questa.

Noi ci vediamo il prossimo mese con una nuova Copertina d’Artista e con altre curiosità e consigli sull’uso delle AI generative artistiche.

 

 

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Travel Marketing – L’editoriale di Raffaello Castellano

Raffaello Castellano direttore responsabile Smart MarketingDiciamolo subito: questo numero di Smart Marketing non poteva uscire in un momento migliore per almeno due motivi chiave, uno strategicamente pianificato, l’altro fortunosamente capitato:

Il primo è dovuto al periodo Aprile, con i ponti e le festività di Pasqua, Pasquetta, 25 Aprile e 1° maggio, che rappresenta il mese ideale nel quale le temperature più o meno miti ci invitano ad uscire e viaggiare e dove il comparto del turismo comincia a testare strutture, ricettività e numeri, in vista delle vacanze estive vere e proprie.

Questo è il motivo che abbiamo strategicamente pianificato.

Il secondo è dovuto al polverone mediatico legato alla campagna “Open to Meraviglia”, presentata da poco più di 10 giorni dal Ministero del Turismo retto da Daniela Santanchè e realizzata dalla nota Agenzia Armando Testa.

Questo è il motivo che è fortunosamente capitato.

Se sul primo motivo c’è poco da aggiungere che non sia stato spiegato nelle due righe di sopra e che è approfondito dai vari contributi dei nostri collaboratori, sul secondo ci sarebbe, probabilmente,  da realizzare un numero di Smart Marketing ad hoc: mai, a mia memoria, era successo un qualcosa di paragonabile a questa faccenda.

Ma andiamo con ordine: tutto comincia, come gran parte delle cose che ci succedono nella nostra vita, sui social: la campagna Open to Meraviglia viene messa sotto i riflettori del popolo dei social appena pubblicata, e subito vengono rilevati alcuni errori tecnici macroscopici, fra cui i più madornali sono la mancata registrazione del dominio del claim, le immagini stock, il video di presentazione con alcune location non italiane e le immagini della campagna scambiate via whatsapp e non opportunamente rinominate.

Nell'immagine una ragazza si fa un selfie a Venezia - Smart Marketing
Foto di teksomolika da Freepik.

Il polverone mediatico si lega anche a giudizi estetici, opinabili, sulla scelta della Venere del Botticelli, trasformata in virtual influencer, come testimonial della campagna e sulla pubblicazione dei costi dell’intera operazione che, almeno inizialmente, si aggiravano sui 9 milioni di euro, poi drasticamente ridimensionati a 138 mila euro per la sola operazione creativa, mentre i restanti 8.9 milioni, si scoprirà, saranno necessari per la diffusione nei 33 mercati chiave individuati dal Ministero del Turismo.

Ma il polverone mediatico si è assai in fretta trasformato in una shitstorm che è sempre e comunque una cosa sbagliata.

In questo caso doppiamente sbagliata, in quanto anche questa volta abbiamo fatto ridere il mondo, non solo per i risultati della nostra creatività e la modesta riuscita della campagna in sé, ma anche perché per l’ennesima volta abbiamo dimostrato quanto siamo divisi su tutto ciò che ci riguarda; anche questa volta abbiamo dimostrato la nostra mancanza di coesione, come comunità, come popolo e come nazione.

Attenzione, la critica è sacrosanta e costituzionalmente sancita, ma prima di sparare a zero su tutto e tutti, forse dovremmo fermarci un attimo e riflettere se questo comportamento ci possa poi giovare, sia in casa che all’estero.

Nell'immagine di copertina di Smart Marketing, una ragazza si scatta un selfie a Venezia
La Copertina d’Artista “Travel Marketing” dell’Aprile 2023.

Il turismo, come tanti altri comparti produttivi, riuscirà a fare il grande salto di qualità ed evolvere solo se riuscirà a fare “sistema” e, volenti o nolenti, questo dipenderà anche e soprattutto dall’immagine che diamo e vogliamo dare di noi all’estero, sia nella buona che nella cattiva sorte.

Forse il Ministero del Turismo doveva gestire meglio la crisi ed ammettere i propri sbagli, forse l’agenzia Armando Testa doveva essere meno spocchiosa ed ammettere almeno gli errori tecnici piuttosto che pubblicare una compiaciuta lettera sui quotidiani, ma forse anche noi, leoni da tastiera, avremmo dovuto riflettere un secondo in più prima di pubblicare i nostri commenti al vetriolo.

Scopri il nuovo numero: “Travel Marketing”

Mai come in questo periodo, per via della campagna “Open to Meraviglia”, si sente parlare di marketing e turismo. E, quest’ultimo, è certamente uno di quei settori che ha maggiormente subito gli effetti della pandemia e che rappresenta un asset molto importante per il nostro Paese.

Perchè, alla fine, il Governo, il Ministero del Turismo, l’agenzia Armando Testa, la Venere del Botticelli e anche questa controversa campagna Open to Meraviglia sono tanti pezzetti della nostra Italia, della nostra identità, della nostra cultura e forse, dico forse, dovremmo provare un po’ più di amore per tutti quei pezzi, sia belli che brutti, che compongono il nostro “essere italiani”. 

Essere cittadini maturi, integrati e coscienziosi significa sia denunciare ed ammettere gli sbagli, sia anche evitare di autoinfliggersi punizioni come faceva il mitico Tafazzi, il personaggio interpretato da Giacomo Poretti in tanti sketch, che però era masochista e quindi, psicologicamente, ricercava il piacere attraverso il dolore; noi, anche in questa occasione, siamo stati solo autolesionisti.

Buona lettura e buoni viaggi a tutti.

Raffaello Castellano
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Nel libro “Citofonare Hegel”, Paolo Pagani ci spiega quanto è necessaria ed importante la filosofia per comprendere il presente

Per il terzo anno consecutivo, anche nel 2023, voglio proporvi un libro al mese, forse due, per raccontare chi siamo, da dove veniamo, dove vorremmo andare e come ci vogliamo arrivare. Perché la lettura può essere svago, intrattenimento, ma anche un valido esercizio per imparare a pensare e sviluppare una certa idea del mondo.

Un libro al mese, in piccole schede, in poche battute, per decidere se vale la pena comprarlo e soprattutto leggerlo. Perché la lettura, come diceva Woody Allen, è anche un esercizio di legittima difesa.

A cosa serve la filosofia?

Sembrerebbe poco o nulla: in un’epoca come la nostra, contraddistinta dalla velocità e dalla frenesia, chi ha tempo e soprattutto voglia di fermarsi a ragionare e riflettere?

Non è di questo avviso il filosofo e giornalista Paolo Pagani, che nel suo “Citofonare Hegel. I filosofi del passato rispondono alle grandi domande del presente” (Rizzoli, 2022) ci spiega con molti esempi pratici l’attualità del pensiero dei grandi filosofi.

Il libro mette in luce l’importanza e l’attualità della filosofia come strumento per risolvere i problemi e liberare la mente dagli errori. L’autore ci propone un esperimento originale: rivolgersi ai grandi filosofi del passato e rivolgere loro le domande più scottanti del nostro tempo. Dalle guerre alle fake news, passando per la dignità del lavoro o la natura dell’essere umano, le riflessioni universali di grandi pensatori come Hegel, Spinoza, Nietzsche o Husserl possono illuminarci anche oggi, alimentando il nostro ragionamento e sollevando dubbi fecondi.

Scopri il nuovo numero: “Questione di Bias”

Ogni giorno prendiamo migliaia di decisioni e non sempre abbiamo il tempo necessario per raccogliere tutte le informazioni necessarie per prendere la migliore decisione possibile. Proprio per sopravvivere a queste situazioni, facciamo involontariamente ricorso ai pregiudizi – ai bias – che intervengono nelle nostre scelte decisionali molto più spesso di quanto pensiamo.

In questo libro Pagani ci accompagna in un viaggio affascinante attraverso la filosofia, sfatando l’idea che sia una dottrina astratta e lontana dalla vita quotidiana. Al contrario, la filosofia si adatta perfettamente all’epoca che stiamo vivendo, con le sue sfide, la sua complessità e le sue contraddizioni, e può aiutarci a ragionare in modo più ampio, profondo e libero. Il libro si avvale anche della presenza di sette personaggi letterari, ognuno simbolo di un tema, come, ad esempio, Gulliver che rappresenta la diversità, Don Chisciotte la vita inautentica o Fantozzi il lavoro offeso.

Il libro affronta le grandi questioni che, ancora oggi, animano il dibattito filosofico: l’esistenza di Dio, la verità, la morale, la libertà, il potere, la giustizia, la tecnologia e il futuro dell’uomo. L’autore utilizza le diverse opinioni dei filosofi per far comprendere come il pensiero di ognuno di questi possa essere rivisitato e utilizzato per rispondere alle problematiche contemporanee.

Nell'immagine la copertina del libro "Citofonare Hegel" di Paolo Pagani - Smart Marketing
Citofonare Hegel
I filosofi del passato rispondono alle grandi domande del presente

Autore: Paolo Pagani

Editore: Rizzoli

Anno: ottobre 2022

Pagine: 324

Isbn: 9788817161916

Prezzo: € 18,00

“Citofonare Hegel” di Paolo Pagani è il libro perfetto per tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla filosofia in modo attivo e pratico. Un invito a pensare in modo critico e a intraprendere un percorso di crescita e scoperta attraverso uno degli strumenti più antichi della conoscenza umana.

Perché dovremmo leggere “Citofonare Hegel. I filosofi del passato rispondono alle grandi domande del presente”?

In un’epoca come quella attuale, in cui la tecnologia, l’individualismo e la cultura della performance sembrano aver soppiantato il pensiero critico e la riflessione, “Citofonare Hegel” si presenta come un libro imprescindibile per chiunque voglia comprendere la portata e l’attualità della filosofia. Il libro di Paolo Pagani dimostra che la filosofia non è una disciplina erudita ed astratta, ma un’arte  ed insieme una pratica che aiuta a comprendere il mondo, a confrontarsi con le sfide del presente e, forse, a costruire un futuro migliore per tutti.

 

 

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Parlare di Neuromarketing nel Sud Italia si può: diario di un evento a Taranto

È passata poco più di una settimana dalla Masterclass di Neuromarketing tenuta all’Hotel Salina di Taranto da Simona Ruffino e organizzata da Francesco Vergallo e Stefano Petulicchio, questo articolo sarebbe dovuto uscire qualche giorno fa, ma il lungo ponte del 25 aprile non mi sembrava il momento giusto per pubblicare questo vero e proprio diario di bordo, che volevo avesse la maggiore attenzione possibile da parte dei nostri lettori.

Vivo in una terra ricca di idee e prospettive, piena di energie e professionalità, ma ahimè fuori dalle coordinate della formazione professionale di alto livello, soprattutto nell’ambito del marketing online.

Le direttrici di questo tipo di eventi formativi si concentrano in poche e nevralgiche città, fra cui a farla da padrone sono la solita Milano, Roma e Rimini, dove di fatto si ammassano la stragrande maggioranza degli eventi legati al marketing, come se da Napoli in giù non ci fossero centinaia se non migliaia di professionisti impegnati nell’ambito del marketing e della comunicazione online.

Capirete allora che partecipare ad una masterclass di Neuromarketing con una delle più brave professioniste di questa disciplina nella mia Taranto ha un valore ancora più speciale, che si aggiunge alla soddisfazione di essere presente in qualità di mediapartner come direttore responsabile di Smart Marketing.

Come si racconta un evento del genere?
Da dove cominciare?
E, soprattutto, cosa ha rappresentato per chi scrive questo evento formativo?

Tante domande, ma cominciamo dalla fine, cosa ha rappresentato per me: tante cose, prima fra tutte la possibilità di ascoltare le parole, i suggerimenti e i consigli  di Simona Ruffino; in secondo luogo la possibilità di fare networking sia durante la pausa caffè che ancora di più durante la pausa pranzo; terzo, la possibilità per un organizzatore di eventi come il sottoscritto di godersi un evento di alto profilo finalmente come spettatore, senza quell’ansia e tutta quell’adrenalina che di solito mi accompagna quando sono io a organizzarlo.

La giornata è stata piena, cominciata poco dopo le 09:30 e protrattasi fino alle 13:00 della pausa pranzo e ricominciata nel pomeriggio dalle 15:00 fino alle 17:30 per poi continuare, per chi voleva, con la presentazione del libro “Neuromarketing etico: Ascoltare le persone per costruire brand efficaci”, sempre di Simona Ruffino, appena pubblicato da Hoepli durata fino alle 19:45.

Ma gli orari scandiscono solo i vari step di una giornata che ha avuto fra domande, risposte, slide, curiosità, e soprattutto fra le alchimie fra i partecipanti che si sono naturalmente generate i suoi momenti migliori. Eravamo una 70ina fra professionisti del marketing, della comunicazione, giornalisti ed imprenditori.

Perché diciamolo, gli eventi come questo non si esauriscono solo nel mare di appunti, foto di rito, nozioni acquisite e strategie imparate, il di più lo fanno gli altri partecipanti, perché, se è vero che si impara molto da una risposta, è ancora più vero che bisogna saper porre le giuste  domande, e spesso questo accade sia per la qualità degli spettatori ma anche per la quantità degli stessi. Sono state proprio le domande dei miei vicini di sedia ad aver acceso le lampadine più brillanti e a creare quella reazione, chimica o elettrica decidete voi, che dà senso a una giornata formativa come questa.




Cosa altro dire?

Poco altro, se non ribadire l’invito che anche Simona Ruffino, di origini pugliesi, ha fatto a tutti noi partecipanti: “Questa terra mi ha dato tanto ed è piena di professionisti e qualità e quando mi chiamano per la Puglia ed in Puglia io ci sono e ci sarò sempre!”.

L’invito era rivolto a tutti noi, a spronarci a fare rete fra imprenditori, addetti alla comunicazione e al marketing, stakeholder e organizzatori di eventi; la Puglia, come qualsiasi altra parte d’Italia e del mondo, potrà crescere solo se imparerà a fare sistema.

Questo, probabilmente, l’insegnamento più importante di tutta la giornata, per il resto ci sono le video interviste agli organizzatori e a Simona Ruffino che vi invito a vedere.

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La Copertina d’Artista – Obiettivo Lavoro

Per il secondo mese consecutivo ecco una nuova Copertina d’Artista realizzata dall’Intelligenza Generativa “Dream” di WOMBO.

Come sapete (o forse no), tutte le copertine di questo 2023 saranno realizzate dal sottoscritto con l’ausilio delle intelligenze generative, con due principali obiettivi: da una parte esplorare e testare le possibilità di questi eccezionali strumenti, dall’altra quella di proporre l’interpretazione artistica dell’AI dei vari argomenti che di mese in mese andremo a proporre.

Devo dire da grande appassionato di arte che i risultati di questi primi tentativi sono molto incoraggianti, l’AI “Dream” di WOMBO è particolarmente versatile; il tema di questo numero del nostro magazine, infatti, è generico, “obiettivo lavoro” infatti significa tutto e niente, eppure la copertina che abbiamo scelto appartiene alla prima dozzina di tentativi.

GLOSSARIO
Che cos’è il Dream Style?

Le AI generative artistiche sembrano dotate davvero di talento artistico, ma in realtà i loro incredibili risultati sono, principalmente, il prodotto di un algoritmo addestrato a riconoscere all’interno dei prompt una serie di schemi ricorrenti e di confrontare, grazie ai big data, una infinità di immagini che rispondono a questi prompt.

I stili artistici preimpostati (Dream Style nel caso dell’AI Dream by WOMBO) sono, quindi, una sorta di filtri di ricerca. In pratica, e semplificando molto, possiamo dire che attraverso i prompt diciamo alla macchina cosa vogliamo e, grazie agli stili artistici preimpostati, tipo pop, surreale, manga, realistico, etc., diciamo alla macchina come lo vogliamo.

L’immagine generata è molto evocativa, giocata su pochi colori, giallo, senape e variazioni del blu, e ci presenta un ragazzo con gli occhiali elegantemente vestito che sembra pronto per un colloquio di lavoro; si trova al centro di un planisfero, che però sembra allo stesso tempo un mirino o lo schermo circolare di un radar e davanti a sé; ai suoi piedi un mappamondo pare girare su se stesso. Una serie di linee di connessione tutto intorno disegna il profilo di una città futuristica ideale.

Non c’è che dire, niente male per essere il prodotto di qualche prompt e di uno stile artistico scelto fra una 20ina di quelli preimpostati.

Devo dire che mi sto divertendo un sacco a realizzare queste copertine; come ho detto nello scorso numero, lo scopo è duplice: da una parte testare ed imparare ad usare questi nuovi strumenti a disposizione dei content creator e fornire a chi ci legge suggerimenti d’uso e buone pratiche per utilizzarle al meglio; dall’altra realizzare, nel 2024, una mostra digitale online e un catalogo sempre online su questo anno di Copertine d’Artista generate con AI e cogliere l’occasione per una riflessione pratica e concettuale su questi nuovi strumenti.Nell'immagine la Copertina d'Artista di Marzo 2023 "Obiettivo lavoro" di Smaer Marketing

Come ho detto nello scorso numero, ho scelto Dream by WOMBO per l’estrema facilità d’uso e per la possibilità che offre di scaricare le proprie creazioni senza bisogno di avere un abbonamento premium. Questo, ovviamente, non mi impedirà in futuro di testare altre AI generative artistiche per confrontare prestazioni, verificare la facilità d’uso e valutare i risultati.

Scopri il nuovo numero: “Obiettivo Lavoro”

Tanti sono i significati che una parola come “lavoro” porta con sé. E tante sono le dinamiche e le aspettative che possiamo trovare dietro al lavoro. E oggi, forse come mai prima di adesso, ognuno dà al lavoro un’accezione diversa ed unica.

Come inaugurato, sempre nello scorso numero, dove ho anche spiegato l’interfaccia grafica dell’AI Dream by WOMBO, in ogni articolo troverete un glossario che spiega i termini e i concetti principali delle AI generative; questa volta vi parlo degli stili preimpostati, andate a scoprirli nel box.

Per generare l’immagine di questa Copertina d’Artista, nello specifico, ho utilizzato:

DREAM SOURCE

Dream by WOMBO

DREAM STYLE

Blues v2

PROMPT 

“job, job goal, profession, change job, unemployment,”

 

Fateci sapere se il risultato vi piace e se vi è venuta voglia di cominciare ad usare AI generative artistiche come questa.

Noi ci vediamo il prossimo mese con una nuova Copertina d’Artista e con altre curiosità e consigli sull’uso delle AI generative artistiche.

 

 

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