2 riflessioni sul NON addio di Facebook e Instagram dal mercato europeo.

Il blog di Ivan Zorico | #giornalismo #socialmedia #digitale

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2 riflessioni sul non addio di Facebook e Instagram dal mercato europeo.

È di pochi giorni fa la fake notizia relativa all’addio al mercato europeo da parte di Meta (cfr. Facebook e Instagram) per motivi legati al trattamento dei dati. In breve, il tema alla base della discussione è la richiesta/volontà, da parte della stessa Meta, di poter trattare i dati europei su server americani; un aspetto di tipo legale insomma. Dalle prime battute e dal primo tam tam sembrava che la compagnia di Mark Zuckerberg fosse pronta ad abbandonare l’Europa nel breve tempo e che, soprattutto, fosse un qualcosa di pressoché già deciso. In poche ore, come ovvio, questa fake news ha fatto il giro del web e gli articoli che ne parlavano si sono moltiplicati. Articoli comparsi tra l’altro non solo su testate o blog minori, ma anche su quelle più blasonate. Ovviamente la notizia era un’altra e nasce in modo diverso (ti consiglio questo articolo chiarificatore apparso su Il Sole 24 Ore: Facebook e Instagram a rischio chiusura in Europa? Meta smentisce ma resta il nodo dati) e, dopo averla approfondita, mi è piaciuto osservare come si è sviluppata.

In particolare, mi sono soffermato su due aspetti, uno giornalistico ed uno sociale.

L’aspetto giornalistico.

Rincorrere ossessivamente i click è un male da cui il giornalismo dovrebbe guarire, e alla svelta. Presi come siamo da notifiche e sovraesposizione informativa, non sempre siamo in grado di soffermarci su ogni singola notizia. Molte volte capita di commentare, condividere e farci un’idea di una data notizia solo dal titolo e dalle poche righe di descrizione nel post (è evidente una prassi errata, ma è quel che accade di sovente). Per cui titolare ad esempio “Meta via dall’Europa” o cose del genere, di certo fa più effetto, coglie l’obiettivo di innescare una facile reazione, ma allo stesso tempo non rende giustizia alla notizia stessa e, soprattutto, non è vero. Per citare l’articolo chiarificatore di prima, il titolo che hanno scelto di dare è, evidentemente, tutta un’altra cosa (“Facebook e Instagram a rischio chiusura in Europa? Meta smentisce ma resta il nodo dati”). Poi certo anche quelle fonti che hanno titolato in quell’altro modo all’interno dell’articolo riportavano la notizia corretta, ma ormai il danno è stato fatto. A molte persone rimane nella testa l’informazione – non vera – che Facebook e Instagram andranno via dal mercato europeo. O quantomeno ne resta sotto traccia un’idea latente (il classico “ho sentito che…”).

Magari quel genere di post/titoli porta click nell’immediato, ma quanto si perde in credibilità? Se la conseguenza nel breve potrebbe essere positiva – il click – quella nel lungo potrebbe non esserla – disaffezione e abbandono -.

L’aspetto sociale

Se c’è un gioco che mi piace fare è quello di andare a leggere i commenti sotto certi post, quelli dove si intuisce che ci potrebbe essere un clima divisivo o che quantomeno toccano argomenti caldi, prima ancora di aprire il link dell’articolo. Ci trovi di tutto: ironia, discussioni e spesso (purtroppo) insulti e futili liti. In questo caso specifico ho trovato ricorrente un tipo di commento che faceva più o meno così “speriamo che Facebook e Instagram vadano via…era ora, così staremo meglio”. Mi ha fatto molto riflettere questa cosa. Senza entrare nel merito del tema introdotto, sul quale ci sarebbe tanto di cui parlare, pensavo al fatto che spesso (molto spesso) deleghiamo la nostra responsabilità a qualcun altro. Cioè per non usare Facebook o Instagram dobbiamo attendere che questi social chiudano? O possiamo decidere in completa autonomia di farne un uso limitato, più sano e consapevole, o addirittura di non entrarci affatto e disinstallare l’applicazione?

È incredibile vedere quante volte abdichiamo alla nostra capacità di prendere decisioni e demandiamo la nostra vita agli altri e alle loro scelte.

Ti è piaciuto? Hai qualche riflessione da condividere? Fammelo sapere nei commenti. Rispondo sempre.
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