Per il quinto anno consecutivo, anche nel 2025 voglio proporvi un libro al mese, forse due, per raccontare chi siamo, da dove veniamo, dove vorremmo andare e come ci vogliamo arrivare. Perché la lettura può essere svago, intrattenimento, ma anche un valido esercizio per imparare a pensare e sviluppare una certa idea del mondo.
Un libro al mese, in piccole schede, in poche battute, per decidere se vale la pena comprarlo e soprattutto leggerlo. Perché la lettura, come diceva Woody Allen, è anche un esercizio di legittima difesa.
Hai mai immaginato di dialogare con un pensiero… non umano?
In un’epoca in cui ChatGPT, DeepSeek & co. si fanno voce di algoritmi complessi, L’intelligenza artificiale di Platone – di Luca Mari, Alessandro Giordani e Daniele Bellasio (Il Sole 24 Ore Edizioni, 2025) – entra nel vivo della riflessione su cosa significhi veramente “conoscere” oggi.
Non sappiamo ancora se definire i chatbot “pensanti”, ma di certo non possiamo ignorarli. Per la prima volta ci confrontiamo con un interlocutore non umano capace di scrivere, argomentare, ponendo domande sorprendenti, quasi alieno, eppure dotato di senso. Gli autori ci spingono ad analizzare le origini di questo fenomeno – le reti neurali, il machine learning – senza tecnicismi fine a sé stessi, ma con l’intento di colmare il fossato tra la cultura tecnico-scientifica e quella umanistica.
Infatti il libro è un’opera multidisciplinare, in cui la filosofia, la scienza e la semiotica dialogano – è il caso di dirlo – per offrire al lettore una bussola utile nel mare in tempesta dell’evoluzione tecnologica. L’intento è chiaro: non lasciarsi travolgere dall’hype, ma sviluppare un pensiero critico, capace di interrogare il fenomeno anziché subirlo passivamente. Ciò che emerge è la necessità di un nuovo umanesimo digitale, un ponte tra cultura classica e scienza computazionale, per evitare che le IA diventino solo specchi che ci riflettono, anziché strumenti che ci aiutano a pensare meglio.
Scopri il nuovo numero: “AI Sycophancy”
Si scrive “AI Sycophancy”, si legge compiacimento. Queste macchine accarezzano sempre più il nostro (stupido) ego. Stiamo costruendo un mondo a nostra immagine e somiglianza. E non va affatto bene.
Il riferimento a Platone non è casuale
Come Platone criticava la scrittura nel Fedro perché induceva dipendenza da memorie “esterne”, il libro suggerisce che i chatbot, come versioni dinamiche della scrittura, possano diventare una sapienza esterna, plasmando il nostro pensiero, modificando la memoria collettiva. Una domanda risuona: qual è il confine tra aiuto cognitivo e delega della conoscenza?
Il libro evita apocalissi alla Terminator, ma non è nemmeno un trattato entusiastico: è un invito a interrogarsi, a scoprire cosa succede dentro “la scatola nera”, per usare linguaggio consapevole ed evitare superficialità . In questo senso, è un manuale di cultura digitale critica indispensabile a chi – come noi operatori del marketing e della comunicazione – deve interpretare e comunicare la trasformazione in atto.
L’intelligenza artificiale di Platone
Il pensiero, i chatbot e noi
Autori: Luca Mari, Alessandro Giordani con Daniele Bellasio
Editore: Il Sole 24 Ore edizioni
Anno: Aprile 2025
Pagine: 160
Isbn: 9791254844397
Prezzo: € 16,90
Perché dovremmo leggere L’intelligenza artificiale di Platone?
Perché è un invito a riflettere prima di agire, a capire prima di delegare. Perché ci aiuta a non confondere l’interazione con la comprensione, l’efficienza con il sapere, l’informazione con la conoscenza. E perché, soprattutto, colma un vuoto: quello di una riflessione accessibile, ma profonda, sul rapporto tra linguaggio, intelligenza e umanità in un’epoca di trasformazioni radicali. È un libro per chi scrive, insegna, crea o semplicemente si interroga sul senso delle cose.
In un tempo in cui ogni parola può essere generata, ci viene chiesto di ritrovare il senso della parola pensata. Perché come ci ricorda Ludwig Wittgenstein, “I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo”. Leggere questo libro, oggi, significa provare ad allargare quei confini.