
Visitare una mostra di Maurits Cornelis Escher è un’esperienza particolare e straniante.
Fra le cose migliori che ho fatto nel 2025, colloco sicuramente la visita della mostra allestita da Arthemisia presso il Museo del Castello Conti di Acquaviva d’Aragona di Conversano, fatta lo scorso 18 settembre.
Incisore e grafico olandese dal grandissimo talento visionario, Escher fu per molti anni inviso alla critica d’arte, che non lo capiva, trovava fredde le sue opere e, in definitiva, si trovava in imbarazzo perché non sapeva bene in quale corrente o movimento collocare un artista tanto originale.
Diversa fu l’accoglienza che ebbe in due mondi solo all’apparenza antitetici: quello della matematica e quello degli hippie e della cultura psichedelica americana degli anni ’60, come sottolinea anche il curatore della mostra di Conversano e autore del catalogo, Federico Giudiceandrea.

Relatività, 1953
Litografia, 27,7×29,2 cm
Collezione M.C. Escher Holding, Paesi Bassi
All M.C. Escher works © 2025 The M.C. Escher
Company, The Netherlands. All rights reserved
www.mcescher.com
Infatti, se ci pensiamo bene, sia la matematica, allorché ad alti livelli diventa puramente astratta, sia le visioni psichedeliche sotto gli effetti di droghe allucinogene, hanno molti aspetti in comune. In entrambi i casi si tratta di elementi geometrici, oggetti tridimensionali, numeri, colori, forme e strutture che sfidano il comune senso della logica.
O meglio, come rivela sempre Giudiceandrea nel catalogo, Escher era un artista che, almeno dal 1937, non si riferiva più all’apparenza (doxa, in greco antico) ma preferiva riflettere e rappresentare il paradossale (para-doxa), che trascende ed amplifica visivamente l’esperienza sensoriale.
Quindi Escher fu un artista “paradossale” che cominciò a farsi notare negli ambienti scientifici e matematici e fu poi consacrato in America dal movimento hippie, che stampava illegalmente le sue opere su t-shirt e bandane, amandole perché ricordavano i viaggi psichedelici fatti sotto l’effetto di droghe.

Giorno e notte, Febbraio 1938
Xilografia, 39,1×67,7 cm
Collezione Maurits, Italia
All M.C. Escher works © 2025 The M.C. Escher
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Se l’amore per scienziati e matematici fu sempre corrisposto (Escher ebbe contatti con diversi studiosi, fra cui il più celebre è forse quello con il fisico e matematico Sir Roger Penrose), quello con il mondo degli hippie fu sempre un fastidio e un cruccio per l’artista, che a seguito di questa appropriazione indebita della sua arte rimase sempre molto guardingo verso la cultura popolare e i suoi esponenti.
Anche quando si trattava di artisti di fama e dall’indubbio talento.
Infatti, molti musicisti, ad esempio, gli chiesero di illustrare le copertine dei loro LP, ma Escher rifiutò sempre. Celebre rimane il secco diniego che rivolse a Mick Jagger e ai Rolling Stones per la creazione di un’opera originale per l’uscita del loro disco “Let It Bleed”. Rifiuto ripetuto poco dopo, quando Jagger chiese l’utilizzo dell’opera Verbum per la copertina della loro seconda compilation “Through The Past, Darkly” del 1969.
Ma veniamo alla mostra di Conversano. Come sempre, Arthemisia ha curato un allestimento ragionato, accattivante e immersivo, che si dipana attraverso sale multimediali, spazi immersivi, giochi interattivi, didattica per adulti e bambini e sale espositive dove è possibile ammirare circa 100 opere, per la prima volta in Puglia.
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Il senso si nasconde nei perché, ma lo scopo vive nei come: ripartire è allora un atto di verità verso ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare.
Particolarmente interessanti sono, soprattutto per chi scrive e si occupa di marketing e linguaggi visivi, le sale denominate “Eschermania”, che mettono in mostra l’influenza pop dell’artista in ambiti scientifici, musicali, pubblicitari (celebre la campagna IKEA 2013 realizzata dall’agenzia DDB Amburgo), editoriali e fumettistici.
Perché allora visitare questa mostra che doveva concludersi il 28 settembre e invece, visto lo strepitoso successo, è stata prorogata fino al 19 ottobre?
L’arte, in generale, specie quella moderna e contemporanea, più complessa e difficile da decodificare, ci costringe a rallentare. Fruire di un percorso e di un allestimento artistico richiede tempo, attenzione e concentrazione — tre elementi che oggi ci concediamo sempre più di rado.
E già questo basterebbe per fare una puntata a Conversano e visitare la mostra di Escher. Ma nel caso di questo straordinario artista, l’esperienza è doppiamente stimolante e straniante, perché, a dispetto della freddezza attribuita dalla critica della prima ora, le opere di Escher non solo ci ammaliano e incuriosiscono al primo impatto, ma continuano a lavorare e risuonare in noi anche dopo ed a un livello più profondo.

Galleria di stampe, 1956
Litografia, 31,9×31,7 cm
Collezione M.C. Escher Holding, Paesi Bassi
All M.C. Escher works © 2025 The M.C. Escher
Company, The Netherlands. All rights reserved
www.mcescher.com
Insomma, l’arte di Maurits Cornelis Escher ci dimostra che il mondo è molto al di là delle apparenze e che basta prendersi il giusto tempo per cominciarne a cogliere tutte le forme e ri-combinazioni possibili.
O, per dirla più semplicemente: il mondo è più complesso di quello che sembra e più bello di quello che appare.
Un messaggio mica da poco, per i tempi cupi e arrabbiati che stiamo vivendo.
📌La mostra di Maurits Cornelis Escher al Castello Conti di Acquaviva d’Aragona di Conversano è stata prorogata fino al 19 ottobre 2025.
Per info e prenotazioni visitate il sito.

