Nel mondo aziendale, uno dei profili professionali che si può definire strategico è quello relativo alle risorse umane e, nello specifico, proprio quello riguardante la selezione del personale. Il motivo, se ci pensiamo anche solo per un attimo, è abbastanza semplice. La storia e il successo di una azienda è legata (inevitabilmente) ai talenti che ne fanno parte, alla scelta dei vari ruoli che ricoprono e alla loro capacità di fare squadra. Tutti i dipendenti hanno degli incarichi precisi e tutti contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi; i manager più illuminati, infatti, sono ben consapevoli che si possono raggiungere traguardi importanti, solo attraverso il lavoro e la cooperazione di tutti.
State tranquilli, il Titolo dell’articolo non è sbagliato. E neanche il contenuto. Non vi siete imbattuti in un compendio sulla gestione d’impresa.
Quando però ho deciso di scrivere un articolo che parlasse della professione del Casting Director, mi è subito venuto in mente il parallelismo che vi ho menzionato. Già, perché se ci fate attenzione, proprio come avviene in campo aziendale, il casting director si occupa del processo di selezione dell’intero cast che compare in scena. Inoltre, deve scegliere i talenti che ritiene più idonei e deve fare attenzione che tutti siano tra loro complementari, ossia che non ci siano voci fuori dal coro. Per chiudere il cerchio, proprio come nel caso dei manager (che ha bisogno del lavoro di tutti i suoi collaboratori per raggiungere gli obiettivi prefissati), un bravo attore è a conoscenza di non poter portare avanti da solo un intero film. E, ancor prima, lo sa il casting director.
Per l’occasione abbiamo intervistato Angela Riccardo, professione Casting Director, per avere la possibilità di conoscere meglio questo mestiere, attraverso una testimonianza diretta.
Quali sono stati i primi passi verso questa professione?
Ho iniziato nel 2000, durante il periodo universitario, per poi passare ad un livello più professionale nel 2005, lavorando per produzioni cinematografiche e pubblicitarie. La passione per il cinema è nata già negli anni del liceo e, in quel periodo, mi sono avvicinata al teatro, affascinata da quel mondo pieno di arte. Mi piaceva l’idea di creare qualcosa di bello e di farne parte. Crescendo, però, mi sono accorta che non avevo l’indole tipica dell’attrice e, quindi, non scelsi il DAMS ma optai per una neonata facoltà – Scienze della Comunicazione – che mi permetteva di seguire, comunque, quella che era la mia passione, ma sotto una diversa angolatura. Passai quindi da una città di provincia, qual è Taranto, a Roma per studiare a la Sapienza. Tramite le opportunità messe in campo dall’Università, ho vissuto le prime esperienze professionali e, durante il lavoro di studio e ricerca eseguiti per la Tesi di Laurea (fatto di interviste sul campo a casting director, attori e produttori) dal titolo “Personaggi in cerca d’attore. Il ruolo del casting director”, mi sono imbattuta nel mio primo vero lavoro da assistente casting.
Dopo questa prima fase formativa, quali sono stati i tuoi lavori?
Dopo l’università, ho aperto uno studio per provare a dare una forma concreta alla mia professione. Sono quindi incominciati ad arrivare i primi lavori, soprattutto dal mondo del cinema e da quello pubblicitario. Ho selezionato il cast per diversi film, tra i quali: “SWEET SWEET MARJA” regia Angelo Frezza per Due P.T. cinematografica s.r.l.; “TOTEM BLUE” regia Massimo Fersini per Leucasia film; “CARIBBEAN BASTERDS” regia Enzo G. Castellari per Venice film s.r.l. e “SPAGHETTI STORY” regia Ciro De Caro per PFA FILM e ENJOY MOVIES.
Per la pubblicità ho realizzato il cast per alcuni spot, quali: “SALVIGOL” regia Paolo Gandola e “CONDORELLI latte di mandorla” regia Riccardo Grandi, per Biagetti&Partners. Ed infine, per la fiction, ho lavorato per “48 ORE” di Eros Puglielli – Mediaset; “CAPRI” di Enrico Oldoini – RAI e “LA FRECCIA NERA” di Fabrizio Costa – Mediaset.
Quali sono le principali differenze per la realizzazione di un cast per una produzione televisiva, cinematografica o pubblicitaria?
Per la fiction, ci sono produzioni molto legate alla Emittente di riferimento (ad esempio, Mediaset e RAI) e quindi, oltre che con il produttore ed il regista, bisogna interfacciarsi anche con altri interlocutori e mettere insieme diverse esigenze per arrivare a selezionare un cast omogeneo e coerente. Si può dire che la fiction si pone al centro tra il cinema e la pubblicità, pertanto gli attori devono avere una fisicità importante (come appunto ci si aspetta nelle pubblicità), ma non troppo. Il linguaggio deve essere semplice e bisogna saper trovare attori capaci di creare una relazione con il pubblico e tenerlo incollato alla sedia (o alla poltrona) per tutta la durata della serie. Quando si lavora per la pubblicità, i tempi di ricerca sono molto ridotti (a differenza della fiction che sono molto più lunghi) e si arriva a visionare sino a 500 persone al giorno. Per il cinema, invece, la ricerca del cast è concentrata sulla capacità di recitare di tutti gli attori e si lavora a stretto contatto con il regista che ha un suo stile ben preciso ed un’idea molto ben definita; si crea quindi un lavoro di squadra e di confronto.
Se un nostro lettore volesse intraprendere questa carriera, cosa gli consiglieresti di fare?
Direi, come prima cosa, che dovrebbe avere una certa di predisposizione e che dovrebbe intraprende un percorso che passi da (almeno) una minima conoscenza della recitazione per capire meglio il ruolo dell’attore e le sue sfumature. Credo anche nella formazione e nello specifico nella facoltà di Scienze della Comunicazione. Proprio per il suo carattere multidisciplinare, è in grado di dare una panoramica delle arti, della sociologia e della psicologia utile nell’identificare al meglio un viso o un carattere. Bisogna sicuramente essere un po’ psicologi in quanto bisogna mettere insieme le esigenze produttore, del regista e degli attori. Altra cosa molto importante sono le relazioni: è necessario crearsi una rete di relazione che contengano al proprio interno le agenzie, le produzioni e gli attori stessi. Ma, senza dubbio, deve sapere che in questo lavoro bisogna essere molto flessibili e dedicare un’ampia quantità di tempo, perché può capitare di ricevere un lavoro e doverlo riconsegnare all’indomani.
Come abbiamo potuto vedere, il ruolo del Casting Director è cruciale per il buon esito di una qualsiasi produzione. La vera difficoltà, di fatti, non è tanto quella di selezionare un bravo attore, ma è quella di formare un cast credibile che dia risalto alla storia che si metterà in scena. Il cinema infatti è un’arte che, a differenza delle altre, è definita corale proprio perché non dipende da un solo uomo o da una sola donna, ma da tutte le persone che compongono il set. La capacità di selezionare non i giusti attori, ossia quelli più in voga del momento, ma gli attori giusti, capaci di rendere credibile una sceneggiatura, equivale (per tornare alla metafora aziendale) alla scelta dei dipendenti che non devono essere necessariamente i migliori in assoluto, ma devono sicuramente essere funzionali al progetto.