Turista per caso – Il film

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Macon Leary è un uomo che ha regolato la sua vita come un orologio svizzero, le sue giornate sono scandite da rituali precisi e dalla routine più esasperata. Nulla sembra possa turbare le sue abitudini, persino il suo lavoro rappresenta uno spot pubblicitario alla vita tranquilla, calma e senza scossoni. Macon Leary infatti è uno scrittore di guide turistiche per uomini d’affari che vogliono viaggiare senza sorprese e ritrovare ovunque vadano le comodità e i cibi a cui sono abituati. Queste guide hanno l’emblematico titolo di “Il turista per caso”, o, meglio, “Il turista accidentale” (dall’originale inglese “The accidental tourist” che dà il titolo al film).

Insomma, la vita di Macon Leary (interpretato dal sempre all’altezza William Hurt) scorre senza scossoni e con placida ripetitività, ma in realtà, come scopriamo dai primi minuti del film, la sua esistenza è stata scossa da un vero terremoto, anzi da due. Il primo risale ad un anno fa e riguarda la morte violenta del figlio dodicenne, avvenuta durante una rapina in un fast food; la seconda avviene davanti ai nostri occhi di spettatori, a poche scene dall’inizio, e rappresenta il plot da cui si sviluppa il film: rientrato a casa dal suo ennesimo viaggio di lavoro, la moglie Sara Leary (una sempre brava ed intensa Kathleen Turner), che ancora non ha elaborato il lutto del figlio, gli dice che non riesce più a stare con lui e che ha deciso di lasciarlo.turista-per-caso-manifesto

Rimasto solo, Macon inizialmente decide di continuare la sua vita come se niente fosse, ma la necessità di affidare temporaneamente il suo simpatico cane ad una pensione per animali in vista della partenza per un altro viaggio di lavoro gli fa conoscere Muriel Pritchett (la carismatica Geena Davis, che vincerà per questo ruolo il Premio Oscar come Attrice Non Protagonista), un’addestratrice di cani creativa, spumeggiante e disordinata che, invaghitasi di lui, rappresenterà un vero e proprio uragano nella routine di Macon.

Inizialmente Macon cerca di resistere alla corte di Muriel ma, complice i frequenti incontri per addestrare il suo cane, piano piano Macon decide di andare a vivere con lei a casa sua, dove conosce il figlio di dieci anni della donna, che farà riaffiorare il suo istinto paterno.

Insomma, tutto sembra andare per il meglio, ma al matrimonio di sua sorella Rose (l’attrice Amy Wright) Macon rivede sua moglie Sara che, ripresasi in parte dal lutto, decide di provare a salvare il suo matrimonio, e qui la storia del film avrà degli sviluppi inattesi e del tutto imprevisti che non vi vogliamo svelare, per lasciarvi il gusto di recuperare questa pellicola che merita sicuramente una visione.

Ma qual è il messaggio che il film vuole trasmettere?

Il regista, oltre che co-sceneggiatore e produttore del film, grande specialista del genere commedia con risvolti psicologici, è Lawrence Kasdan (Brivido caldo, Il Grande freddo, French Kiss), che ha tratto il soggetto dall’omonimo romanzo di Anne Tyler, ci racconta che tanto la vita che i viaggi, per quanto ci sforziamo di programmarli e pianificarli, ci riservano sempre delle sorprese, degli imprevisti, delle complessità che sì, possono turbarci ed arrestare il nostro cammino (come un lutto o la fine di un matrimonio, la perdita di un aereo e quella del bagaglio), ma, assieme al dolore, in essi troviamo pure i grumi di una nuova esistenza, i semi della speranza e, persino, il senso della vita.

La placida e monotona vita di Macon, soprattutto il suo lavoro, diventano il suo rifugio, la sua zona sicura, prima dopo la morte del figlio, poi, ancor di più, dalla fine del suo matrimonio, ma la convinzione che possiamo risolvere i problemi, i cambiamenti e le tragedie delle nostre esistenze semplicemente non affrontandole è una pia illusione. Turista per caso ci insegna che in una maniera o nell’altra dobbiamo venire a patti con la nostra vita, dobbiamo elaborare i nostri lutti, risolvere i nostri problemi e, soprattutto, non avere paura dei cambiamenti, che rappresentano forse le strategie che la Natura mette in campo per consentirci di evolverci, migliorarci e diventare più maturi e consapevoli delle nostre potenzialità.

Il protagonista del film Macon Leary interpretato dall'attore William Hurt.
Il protagonista del film Macon Leary interpretato dall’attore William Hurt.

Il film si apre “iconicamente” con la valigia del protagonista che viene riempita meticolosamente dello stretto necessario per il viaggio dell’uomo d’affari e dalla stessa valigia che Macon abbandona lungo una strada di Parigi per inseguire la donna della sua vita, una metafora perfetta per rappresentare “l’imprevisto”, il caos e l’imprevedibilità delle nostre esistenze, che dobbiamo sì pianificare e programmare, ma che dobbiamo anche vivere con quel desiderio di incertezza e amore per il pericolo che rappresentano il sale e il pepe di una vita davvero piena e compiuta.

Ultima menzione la merita la colonna sonora del film, minimale e discreta, quasi austera, ma perfettamente in sincrono con la trama e le personalità dei protagonisti, e non poteva essere altrimenti, visto che l’autore è il pluripremiato compositore americano John Williams.

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