Reset – L’editoriale di Ivan Zorico

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Reset - L'editoriale di Ivan Zorico

ivan-zorico-01-minTranquilli, abbiamo tutto sotto controllo. Chiudete tutto, aumentiamo le zone rosse. Basta, riapriamo.

In poco più di sessanta giorni abbiamo assistito ad un valzer di dichiarazioni e commenti davvero schizofrenico. E chissà ancora cosa ci aspetta. Certo, non era semplice, non lo è e non lo sarà ancora. Certo, nessuno se lo aspettava e non eravamo preparati. Certo, il Coronavirus ha stravolto in un attimo tutte le nostre certezze e punti di riferimento.

Ci siamo trovati di fronte a chi smaniava per esprimere un’opinione (in molti casi non richiesta o dannosa) su cosa sarebbe stato giusto fare (ovviamente sempre a posteriori, che è più semplice) o su quali azioni mettere in campo (salvo poi fare marce indietro o distinguo). In mezzo noi cittadini abbiamo dovuto destreggiarci tra il cercare di non farci influenzare troppo negativamente, il capire cosa stava accadendo e il cosa poi realmente fare. Insomma il solito teatrino. Un teatrino più cupo del solito però.

Basta con le polemiche.

Onestamente non mi va di entrare in quello che in precedenza ho definito “circo mediatico”: la reputo un’attività senza via d’uscita. E non voglio neanche entrare diffusamente nel dibattito “apriamo tutto” Vs “atteggiamento prudenziale” o, per dirla in altri termini, tra ragioni economiche e di salute pubblica. Non perché non abbia un’idea a riguardo o perché non ha importanza, ma perché lo trovo sterile.

Cercherò di essere quanto più diretto possibile.

Chi ha una posizione votata alla prudenza ed all’evidenza scientifica (cfr. salute pubblica) di certo non è contrario alla riapertura di locali, bar e attività di vario genere per puro piacere personale, ma perché analizza e studia dati che non rassicurano. Numeri che dicono che la sicurezza delle persone – di noi tutti – potrebbe essere ancor di più a rischio. Personalmente ho ancora negli occhi le immagini dei furgoni dell’esercito che portano via le bare e penso sempre a chi non ha avuto la possibilità di stare vicino ai propri cari negli ultimi istanti di vita. Bene, detto questo, a meno che non crediamo che vi sia da parte loro un comportamento masochistico, non vedo dove vi sia il dibattito.

E le ragioni dell’economia?

Per me sono sacrosante. Ma dovrebbero venire sempre dopo quelle della sicurezza delle persone. Poi è chiaro che vi deve essere un sopporto economico per chi è in difficoltà per via delle misure restrittive. E che dovrebbe arrivare subito. Anche su questo non dovrebbe esserci dibattito.

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Dopo aver parlato, a febbraio, dell’interconnessione in “Virale” ed esserci interrogati a marzo sulla situazione attuale in “Tutto andrò bene (?)”, oggi, con “Reset”, vogliamo parlare di soluzioni concrete. L’online ed il digitale saranno quantomai utili per offrire soluzioni e creare nuove opportunità.

Non dobbiamo per forza avere un pensiero dicotomico. Un aspetto non deve per forza escludere l’altro.

Reset.

Questo è il momento di impiegare tutte le nostre energie per programmare come vogliamo che sia il nostro Paese tra tre, cinque, dieci e vent’anni. Capire quali sono le attività strategiche e quali meno. Fare i conti con i nostri eterni mali: mafie, evasione fiscale e corruzione. Ma anche litigiosità: non possiamo sempre essere così divisi su tutto.

Se è vero che dobbiamo fare i conti con una nuova normalità, cerchiamo di farli per bene. Iniziamo con il dire che per nuova normalità non dobbiamo intendere l’andare al ristorante (cosa normale) con le mascherine (cosa nuova). Per nuova normalità dobbiamo intendere un nuovo modo di concepire la nostra vita, lavorativa e non.

Una nuova normalità costruita sulla modernizzazione dello stato, sullo sviluppo del digitale, sullo snellimento della burocrazia, sulla legalità, sulla responsabilità personale, sulla cooperazione e su una visione di crescita sostenibile ed inclusiva.

So che detta così sembra avere il suono “Voglio la pace nel mondo”, ma non credo che un Paese pieno di risorse come l’Italia non possa arrivarci. Certo serve l’apporto di tutti.

Tu sei disposto a dare il meglio di te per un progetto comune?

Questo, per me e per noi di Smart Marketing è un numero un po’ speciale. stiamo entrando nel 7° anno di attività.

Nello spegnere le nostre candeline virtuale, ci auguriamo di avervi sempre dato un contributo di valore o, quanto meno, degli spunti di riflessione.

Ma questo, potrete dircelo solo voi…magari nei commenti.
P.S. siate buoni, d’altronde siamo piccoli…abbiamo solo 6 anni :).

Buona lettura.

Ivan Zorico

Ti è piaciuto? Hai qualche considerazione in merito? Fammelo sapere nei commenti. Rispondo sempre.
Se vuoi rimanere in contatto con me questo è il link giusto: www.linkedin.com/in/ivanzorico

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