Perché i “Cine-panettoni” non moriranno mai?

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Nell'imagine un collage di locandine di film del genere Cine-panettone - Smart Marketing

E’ degli scorsi giorni una delle notizie più discusse del panorama cinematografico nazionale. Una nota piattaforma streaming, disponibile facilmente in pay per view, ha messo a disposizione per il periodo natalizio tutta la collezione dei cosiddetti Cine-panettoni, dal primo Vacanze di Natale (1983) ad Amici come prima (2018). Ben trentacinque anni di pellicole, atte a capire le profonde trasformazioni sociali del nostro paese.

Una domanda sorge quindi spontanea. Perché una nota piattaforma streaming ha deciso, per Natale, di mettere a disposizione l’elenco completo dei film rientranti nel genere dei Cine-panettoni? Una prima risposta può essere perché la critica solona, non ha mai capito che questo sottogenere della commedia, sempre aspramente criticato, ha avuto fin dalla sua nascita un preciso significato sociale, capace di smuovere le masse e farle accorrere nei cinema. Una seconda risposta può essere quel senso di goliardica anarchia che si respira in questi film, festosi, gioiosi, e fa niente se la qualità sarà molto spesso deprecabile, il pubblico dimostrerà di gradire e i produttori ci marceranno. Una terza risposta, la più valida, è perché il pubblico decretandone il successo ne ha deciso il suo sviluppo e la sua esistenza. Va ricordato che il cinema è un’industria. Il produttore mette i capitali e dà lavoro a tutti, dal regista e dagli attori, fino alle maestranze più nascoste, tra cui costumisti e magazzinieri. E il produttore in quanto definito finanziatore, ha bisogno di rientrare dalle spese messe in atto per la realizzazione del film. E rientra nelle spese, guadagnandoci anche, solo ed esclusivamente se il film ha mercato e se riempie le sale. Pensate che il cinema popolare ha foraggiato film impegnati, come i lavori di Antonioni, di Pasolini o di Fellini. Tali pellicole, flop assoluti in sala, sono esistite grazie ai proventi derivati dagli incassi dei film popolari. Se i produttori avessero seguito i dettami della critica, il cinematografo si sarebbe estinto già alla fine degli anni ’60.

E allora, chi comanda? Il pubblico, i produttori o i critici?

Senza dubbio il pubblico. E lasciateci almeno la libertà di decidere che cinema vogliamo. E’ forse una delle poche cose rimaste nella quale il popolo conta davvero qualcosa. Il segreto del successo che a molti dà fastidio sta tutto qui. E poi con il tempo rivedere i cine-panettoni nel periodo natalizio è diventato un piacevole rituale, e si sa quanto l’uomo, come essere umano, sia amante della ritualità. Perché non conservare un panettone e mangiarselo a giugno? Perché non fare l’insalata di riso in inverno? Mi dicono perché è fredda? Ma anche una birra è fredda eppure la beviamo lo stesso. Cosa cambia? Che non è periodo. E chi lo decide? Le convenzioni sociali. Ecco perché questa nota piattaforma streaming ha messo a disposizione tali film, fino al 10 gennaio. Dopo quella data andranno in naftalina fino all’anno successivo. Ma è davvero fuori dal mondo gustarsi un bel film balneare, in pieno gennaio? Anche in questo caso si tratta di una “diavoleria”, che il popolo bisserebbe come “proposta indecente”. Ma tornando all’argomento iniziale del nostro pezzo, perché i “cine-panettoni” non muoiono mai? E perché sono come l’Araba Fenice, cioè risorgono dalle ceneri? Perché fanno parte ormai del nostro essere e della nostra cultura e rispolverarli vuol dire che a quei personaggi siamo in qualche modo affezionati. Già perché, dovete sapere che in Italia, ha sempre contato maggiormente la figura dell’attore che quella del regista. E allora probabilmente rivediamo taluni film perché c’è quell’attore di turno che ci piace e che calamita la nostra attenzione. Il Cine-panettone è De Sica e Boldi, ma soprattutto De Sica, che anche dopo la rottura con l’attore milanese, continuerà ad essere il punto di riferimento costante del genere. Tutti gli altri, compreso Boldi, andranno e verranno, Christian De Sica, continuerà ad essere la perpetua costante.

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Il Natale porta in superficie sentimenti e stati d’animo unici. Ovviamente non c’è nulla di nuovo in queste parole. Tutti lo sanno, compreso i brand. Ed è proprio su questo tipo di sensazioni che le aziende puntano per influenzare legittimamente le nostre scelte d’acquisto.

Il Cine-panettone è a suo modo rappresentativo di un’epoca storica del cinema italiano. Questo termine fu coniato originariamente in senso dispregiativo dai Critici cinematografici per indicare un prodotto comico di grande diffusione pubblica, che si caratterizzava per una certa tendenza a ripetersi nella trama e nelle situazioni, per il tipo di comicità a buon mercato, per la simpatia dei suoi interpreti, nonché per i grandi incassi nelle sale. Il Cine-panettone dunque, diventa un genere importante, non tanto per la qualità delle stesse pellicole ma per il fenomeno di costume, che caratterizzerà tale genere fino ai tempi attuali. La creatura ideata da De Laurentiis darà vita ad una serie infinita di copie, brutte o belle che siano, in grado di reggere allo scorrere degli anni. Il genere, naturalmente, per le motivazioni dette sopra, è durato finché il consenso popolare lo ha tenuto a galla. Già prima del 2020, il genere ha cessato di esistere, per tanti motivi, primo tra tutti il progressivo abbandono da parte del pubblico, sempre più pigro, della sala cinematografica e poi il mutare dei gusti dello stesso pubblico, verso altri tipi di comicità.

All’interno del genere, possiamo poi constatare, nonostante una certa ripetizione ciclica di situazioni abusate, alcune differenziazioni, tra i primi Cine-Panettoni e gli ultimi. Vacanze di Natale, il primo storico film del 1983, nacque senza nessuna pretesa di segnare un’epoca, ma come versione invernale, di Sapore di mare, che intanto si era issato come il film più visto dell’annata precedente. Spinto da questo inatteso trionfo, il produttore Aurelio De Laurentiis, aveva commissionato ai fratelli Vanzina, un’opera simile per l’anno successivo ma ambientata stavolta in una località sciistica, da mettere in programmazione nel periodo natalizio. I due fratelli pensarono quindi ad una rilettura contemporanea di un film del 1959 interpretato da Alberto Sordi e Vittorio De Sica (padre di Christian), Vacanze d’inverno, in cui il regista Camillo Mastrocinque aveva tratteggiato, sullo sfondo di Cortina D’Ampezzo, i costumi italici del tempo. Nacque così nel 1983 il primo Vacanze di Natale girato anch’esso nella regina delle Dolomiti. C’è già Christian De Sica e c’è Jerry Calà, quest’ultimo presenza fissa dei primi Cine-panettoni. Non c’è ancora Massimo Boldi, il cui primo Cine-panettone possiamo farlo risalire al 1990 di Vacanze di Natale ’90, che segna anche il vero inizio del sodalizio artistico tra Massimo Boldi e Christian De Sica. Da lì in poi, il film di Natale, si chiama “Boldi-De Sica”, diventando gli attori per eccellenza della saga.

Il Natale diventa monopolio “quasi” personale del trio De Laurentiis-Boldi-De Sica, almeno fino a quando non si consuma la separazione della coppia, ovvero al 2005 di Natale a Miami. Accanto a questo monopolio, si affiancavano per alcune stagioni, comici di livello che servivano di contorno alla celebre accoppiata. Ricordiamo in Paparazzi (1998), Diego Abatantuono e addirittura Nino D’Angelo; Tifosi (1999), con lo stesso cast; Bodyguards (1999) e Vacanze di Natale 2000 (2000), con l’aggiunta di Enzo Salvi e Biagio Izzo. Dal 2001 al fianco del quartetto troviamo anche il duo composto dai Fichi d’India: Merry Christmas (2001), Natale sul Nilo (2002) e Natale in India (2003). Complice lo scioglimento del duo, dal 2006 il Cine-Panettone muta un po’ pelle, con l’ingresso di Massimo Ghini al posto di Massimo Boldi e con l’aggiunta di attori come Fabio De Luigi e Gianmarco Tognazzi, certamente un livello più elevato rispetto al quinquennio precedente. Negli anni ’10, avviene gradualmente il passaggio di consegne tra Christian De Sica e la coppia composta da Lillo & Greg, che dapprima insieme (Colpi di fulmine-2012 e Colpi di fortuna-2013), poi da soli, reggono il genere nell’ultimissima parte della sua esistenza: Un Natale stupefacente (2014), Natale col boss (2015) e Natale a Londra (2016), prima dell’epigono finale di Amici come prima (2018), con il quale film Boldi e De Sica tornano insieme e salutano il Cine-panettone.

Quali restano, a mio avviso, i migliori film di questo genere? Beh, qualcosa di non ancora nominato, come A spasso nel tempo (1996) e il suo seguito A spasso nel tempo- l’avventura continua (1997), piccoli gioiellini di prodotto cinematografico popolaresco e sanamente volgare, che poggia tutto, completamente, sulle solide spalle dell’accoppiata composta da Boldi e De Sica. Due viaggi indietro nel tempo, con una pseudo macchina del tempo, attraverso la preistoria, il rinascimento fiorentino, la Venezia del 1700, la seconda guerra mondiale, gli anni della “Dolce Vita” a Capri, e ancora il west americano dell’800, la Napoli degli anni ’50 (con Christian nei deliziosi panni che furono del padre Vittorio, come maresciallo dei carabinieri), l’incontro con i Beatles a Londra, e altri cortocircuiti storici, alcuni molto riusciti, alcuni meno. Questi due film hanno tanti momenti divertenti e probabilmente rimangono i cine-panettoni più riusciti e quasi sicuramente i migliori della coppia, quelli che maggiormente sono rimasti nell’immaginario popolare.

Che dire di più? Vediamoci per l’ennesima volta i Cine-panettoni, tanto bistrattati, ma sempre tanto visti, perché in fondo Natale è anche questo.

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