Le donne vogliono essere musica: la prima serata del 70° Festival della canzone italiana

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Fiorello apre la settantesima edizione del Festival della Canzone Italiana nel modo più anticonvenzionale che ci saremmo mai potuti immaginare. Del resto Amadeus l’aveva più volte annunciato: il suo sarebbe stato un Festival diverso da tutti gli altri ed a giudicare dalla prima serata, sembra esserci riuscito.

Il presentatore della porta accanto riesce a mischiare bene la tradizionale sobrietà, che da sempre è cifra stilistica dell’Ariston, con l’informalità di una conduzione semplice e che lascia trasparire le emozioni della prima tanto attesa.

Mai invadente, Amadeus, lascia spazio alla bellezza ed alla bravura delle prime due co-conduttrici, Diletta Leotta e Rula Jebreal, abbandonando più volte il palco dell’Ariston persino trasferendosi fuori dal teatro, in piazza Colombo, dove è presente un altro palco, allestito ad hoc, che ospita alcune performance dei tanti ospiti presenti.

A quanto pare, è la prima volta che un conduttore abbandona l’Ariston, così come per la prima volta, Emma Marrone, super ospite della serata, lascia il palco uscendo dal foyer per esibirsi su un palco esterno.

Emma, che ha debuttato come attrice ne “Gli anni più belli”, il nuovo film di Gabriele Muccino, è presente a Sanremo insieme agli altri protagonisti del cast, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, per poi regalare al pubblico, un medley dei suoi successi sanremesi.

Altro super ospite attesissimo, che come Fiorello accompagnerà Amadeus per tutte e cinque le serate, è Tiziano Ferro che omaggia le canzoni che hanno fatto la storia ed il successo del Festival come “Nel blu dipinto di blu” ed “Almeno tu nell’universo”, e si commuove nel ricordare Mia Martini.

L’emozione poi, diventa tangibile quando Diletta Leotta e Rula Jebreal, portano in scena due monologhi legati alle loro personali vicende familiari; parole e racconti di donne gioiose e sofferenti, ma sempre forti.

Toccante il racconto di Rula, mischiato ai testi di alcune tra le più belle canzoni della musica italiana dedicate alle donne e che recita sul finale “Noi donne vogliamo essere musica”: un auspicio che non si può non condividere.

Forse qualcuno avrà trovato fuori luogo parlare di argomenti forti come la violenza sulle donne, declinata in più racconti, come quello di Rula Jebreal o come la canzone di Antonio Maggio e Gessica Notaro, fuori concorso anche se fortemente voluta da Amadeus, ma forse all’Italia serve anche questo, serve una gara canora per ribadire che la violenza e la discriminazione sulle donne non è mai accettabile.

Del resto sicuramente questo Festival sarà ricordato per la solidarietà. Il settantesimo infatti è il Festival in cui la RAI ha dedicato un canale agli utenti con diverse abilità assicurando l’audio-descrizione in diretta e l’interpretazione in LIS dell’intera manifestazione, comprese le canzoni in gara.

Sul palco dell’Ariston anche Al Bano e Romina Power, come sempre, garanzia di spettacolo e successo di pubblico.

La serata scorre senza intoppi, lasciando ampio spazio per gustarsi le prime 12 canzoni dei big in gara, tra cui spicca l’outfit di Achille Lauro e qualche canzone interessante come quella di Diodato.

L’inflessibile giuria demoscopica però, decreta al primo posto Le Vibrazioni, al secondo posto Elodie, seguita da Diodato e Irene Grandi, mentre lascia agli ultimi posti il duetto Bugo/Morgan, Riki e Rita Pavone.

Tra i giovani passano in semifinale Tecla e Leo Gassmann, mentre c’è trepidante attesa per le altre 12 canzoni in gara che potrebbero cambiare questa prima classifica parziale.

Attesa anche per la reunion dei Ricchi e Poveri e del duetto di Tiziano Ferro con Massimo Ranieri

Lo spettacolo e la gara sono appena cominciati.

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