Lavorare sul post-Coronavirus. Intervista a Cosmano Lombardo.

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Lavorare sul post-Coronavirus. Intervista a Cosmano Lombardo.
Cosmano Lombardo, CEO di Search On Media Group ed ideatore del Web Marketing Festival

Da fine febbraio in Italia stiamo affrontando qualcosa che ha cambiato le nostre vite, le nostre routine e che sta mettendo a dura prova la sanità, l’economia ed il mondo del lavoro. In un momento come questo sembra difficile immaginare ad un post Coronavirus e invece mai come in questo momento è assolutamente necessario farlo.

A tal proposito abbiamo voluto intervistare Cosmano Lombardo, CEO di Search On Media Group ed ideatore del Web Marketing Festival, che da anni si occupa del processo di costruzione di un ecosistema di formazione e informazione sui temi dell’innovazione e del digitale, con un’attenzione particolare all’impegno sociale.

Lavorare sul post-Coronavirus. Intervista a Cosmano Lombardo.
Cosmano Lombardo, CEO di Search On Media Group ed ideatore del Web Marketing Festival

D. Come vede questo particolare momento storico?

R. Innanzitutto direi che questa emergenza è stata sottovalutata sin dall’inizio. Credo che andasse affrontata attraverso una maggiore cooperazione internazionale e non singolarmente. In questo periodo sono molte le industry che sono in difficoltà: health, retail e tourism, solo per citarne alcune. Ma anche tutto il mondo della cultura e della formazione. Uno su tutti la scuola che sta avendo enormi difficoltà ad utilizzare efficacemente il digitale, anche per via di un grande ostacolo culturale che non le ha permesso negli anni di abbracciare concretamente le nuove tecnologie. In generale vanno ripensate le varie industry soprattutto in relazione al digitale ed alla tecnologia. In questo senso abbiamo lanciato “Start the Future”, il primo evento internazionale online per affrontare il covid-19 e altre sfide globali (Education, Health, Climate Change e Digital Transformation).

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Questo particolare momento necessita di una azione collettiva che vada oltre il semplice ottimismo che da solo non basta, anche se comunque aiuta. Solo insieme si può uscire da questa situazione.

D. Si parla spesso di digital divide e mai come in questo momento sta mostrando tutte le sue incrinature: qual è la sua opinione a riguardo?

R. Ci sono tre diverse tipologie di problemi. Il primo è culturale: lo smart working ad esempio sembra essere diventato il tema del momento, ma esiste da anni; come mai non è stato adottato in precedenza? Il secondo ha a che fare con l’infrastruttura di rete, con aree del Sud Italia in cui la rete, appunto, viaggia molto meno velocemente che in altre zone d’Italia. Il terzo relativo alla disomogeneità di azioni intraprese, sempre relativamente al digitale, dalla Pubblicazione Amministrazione, con punte di eccellenza come Milano e Torino.

D. Come poter far fronte a questa situazione?

R. In primis bisogna capire come rispondere a questa fase emergenziale ed attivarsi già da ora per immaginare il post Coronavirus. Le aziende dovranno andare incontro ad una forte riorganizzazione aziendale. La parola chiave deve essere flessibilità. Non dovremo poi fare l’errore di immaginare un mondo lavorativo ed educativo completamente online. L’offline e l’online dovranno andare in parallelo.

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