La voce dei Millennial sul fronte dell’economia circolare

L'articolo che andrete a leggere è stato scritto da un maturando, Christian Lacoppola, dell'ITES Pitagora di Taranto. Come ormai sapete, all'interno delle pagine digitali di Smart Marketing parliamo sempre del mondo delle opportunità e analizziamo tutti i casi e gli argomenti trattati in chiave positiva. Partendo da questi principi, con la pubblicazione di questo articolo, abbiamo voluto dare la possibilità ad un un ragazzo di cimentarsi con la scrittura, l'analisi e la sintesi.

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A distinguere l’edizione 2019 dello storico Forum Economico Mondiale di Davos dalle altre è stata la partecipazione, insieme a banchieri, politici e amministratori delegati, dei Millennial, scelti in numero di sei tra i rappresentanti under 30 dei Global Shaper, una associazione presente in ben 161 paesi, per realizzare il sogno di un mondo diverso e migliore. La loro voce è stata significativa per temi che stanno a cuore alle nuove generazioni: ambiente e sostenibilità.

La voce più forte è stata quella di Basima Abdulrahman. Dopo essersi laureata in ingegneria civile negli USA ha deciso di tornare alle sue radici irachene e fondare una società di consulenza edilizia finalizzata alla ricostruzione sostenibile di un paese distrutto dalla guerra.

Dopo decenni di sperpero delle risorse e dilapidazione del capitale naturale, si sta diffondendo il bisogno di una economia circolare, ispirata ai biosistemi naturali.

Lo schema di questo sistema economico funziona come un cerchio che si chiude tra produzione e riciclo, puntando alla minimizzazione dei rifiuti e, di conseguenza, al riciclo dei prodotti arrivati alla fine della loro vita per garantire il recupero delle materie prime.

Simile attenzione meriterebbe un Paese a non trascurabile rischio sismico come l’Italia, per una scelta sostenibile dei materiali da costruzione. Una ipotesi potrebbe essere l’utilizzo del legno, materiale con diversi pregi, l’antisismicità e l’isolamento termico. Il suo impiego, insieme ad altre misure, consentirebbe un grande risparmio di energia. Il tutto in presenza di rigide regole sul rimboschimento per arginare la deforestazione già in atto.

Passare da una economia di tipo lineare ad una di tipo circolare richiede un certo impegno da parte di diversi soggetti:

  • la classe politica, a cui si chiedono quelle condizioni necessarie allo sviluppo di questo tipo di economia,
  • le imprese, che dovranno puntare non più sui prodotti di immediato consumo o sull’obsolescenza programmata, ma sulla qualità e sull’innovazione in vista di prodotti duraturi,
  • i consumatori, attualmente poco sensibilizzati ad acquistare prodotti sostenibili perché poco convenienti o accessibili.

Più consapevolezza e razionalità nei prezzi farebbero conquistare più spazio sul mercato, tanto più se si considerano le periodiche stime in positivo della Commissione Europea: risparmi netti per le imprese, aumento della produttività delle risorse, crescita del PIL e nuovi posti di lavoro.

Il passaggio ad una economia circolare è sicuramente il passo importante per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

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