La Grande Seduzione – Il Film

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Raffaello Castellano (480)

 

 

 

 

la-locandina-di-la-grande-seduzione-8675Come vedere all’opera il Marketing Culturale? Come riconoscerne gli effetti profondi che può avere sulla società civile, ma anche le ricadute economiche, altrettanto potenti?

Nel 2003 esce, per la regia di Jean-François Pouliot, un talentuoso regista di spot pubblicitari, alla sua prima prova con un lungometraggio, una piccola ma gustosissima commedia franco/canadese “La Grande Seduzione”, dove si racconta della grave crisi economica che affligge una piccola comunità (180 anime in tutto) di ex pescatori di Sainte-Marie-La-Mauderne, un villaggio portuale nel nord del Québec.

Una volta era una fiorente comunità di pescatori, ma poi il pesce ha cominciato a scarseggiare e noi vediamo, in una delle prime scene, una lunga fila di persone che va a ritirare l’assegno del sussidio governativo.

La fila si trascina stanca ed afflitta, leggiamo nei visi degli abitanti un ampio spettro di emozioni: rassegnazione, inedia, vergogna. Sono tutti votati al loro destino di marginalità, la loro non è una vita propriamente detta, la loro è una mera sopravvivenza.

Chi non si rassegna a questo stato di cose è il vice sindaco della piccola comunità, Germain Lesage (interpretato dall’ottimo Raymond Bouchard). Divenuto sindaco dopo la fuga del primo cittadino, che ha abbandonato l’isola, Lesage prende accordi con un’azienda produttrice di microcomponenti elettronici ad alto impatto tecnologico che però, per impiantare una succursale sull’isola, chiede un minimo di requisiti, fra i quali il più importante è la presenza nel villaggio di un medico residente.

Ora capita, per una serie di circostanze fortuite, che il medico Christopher Lewis (interpretato da David Boutin) venga condannato da un giudice a scontare un mese di “professione medica forzata” proprio sull’isola, dove gli abitanti tutti, fomentati da Lesage, si impegnano a trasformare il piccolo e sconsolato villaggio in un’isola paradisiaca.la-grande-seduction-1373615135-103

Per farlo non si fanno alcuno scrupolo a spiare e monitorare ogni istante, ogni telefonata, ogni comunicazione del giovane medico, mettendo microspie e microfoni in tutta la sua abitazione, al fine di capirne gusti, desideri, passioni. Una strategia, quest’ultima, cui oggi tutti noi partecipiamo gratuitamente ogni volta che usiamo i social network.

La strategia messa in atto non tarda a dare i suoi frutti: il medico scopre che sul’’isola si pratica il suo sport preferito, si preparano quotidianamente i suoi piatti prediletti e così via, e qui vediamo all’opera la potenza del marketing, proprio quando cerca non solo di “venderci” qualcosa, ma di anticipare i nostri gusti e desideri.

La grande seduzione del titolo agisce potentemente e il giovane medico si innamora dell’isola e dei suoi abitanti, stringendo un forte legame con Lesage e sviluppando un sentimento per la bella Eve Beauchemin (l’attrice Lucie Laurier), ma il disastro è dietro l’angolo, il neo sindaco è corroso dai rimorsi per l’inganno che sta tessendo intorno a  Christopher del quale, nel frattempo,  è diventato amico e che di lì a poco scoprirà tutto.

Ora, siccome questo film, mai distribuito in Italia, merita di essere visto e si può scaricare legalmente sulla piattaforma Own Air, vogliamo evitare di parlarvene ancora e vogliamo spostarci su un suo remake (un altro è The Grand Seduction un film del 2013 diretto da Don McKellar), guarda caso, proprio italiano, girato fra la Basilicata e la Campania, le cui riprese sono terminate lo scorso anno.

Il film, che ha ricevuto una sovvenzione dal MIBACT di 250.000 euro (Film riconosciuto di interesse culturale), vede la regia di Massimo Gaudioso ed un cast di autentiche stelle, fra cui Fabio Volo, Silvio Orlando, Carlo Buccirosso, Nando Paone, Miriam Leone. Non è la prima volta che il nostro cinema si cimenta con questo tipo di remake: è ancora forte l’eco ed il successo al botteghino di un film come “Benvenuti al Sud” del 2010, diretto da Luca Miniero,che italianizzava un’altra commedia francese, “Giù al Nord”, di Dany Boon, del 2008.

L’operazione fu un successo, quell’anno il film fu il terzo incasso del cinema italiano, ed ancora oggi, con i suoi  29.873.491 di euro, è il settimo incasso di sempre del nostro cinema. Inoltre vi fu un vero boom di presenze turistiche nel piccolo e delizioso comune di Castellabate, nel Cilento, dove il film era ambientato.

La grande seduzione di Massimo Gaudioso (che di Benvenuti al sud era stato lo sceneggiatore), attualmente in fase di post produzione, che probabilmente uscirà quest’anno, di sicuro sarà un altro successo, e i due paesi, Castelmezzano e Pietrapertosa, dove è stato girato, diverranno le nuove mecche del turismo interno del nostro Paese.

Il regista Massimo Gaudioso
Il regista Massimo Gaudioso

Quindi tutto perfetto? A noi appassionati di film, ma anche di marketing, resta un solo rammarico: ma davvero il nostro Paese, che vanta una grande tradizione cinematografica, un paesaggio puntellato di piccoli borghi e villaggi, che per di più, vista la forte urbanizzazione verso le grandi città, stanno pure scomparendo, ha bisogno di reinventare e riproporre storie d’oltralpe?

Noi crediamo di no, ed attendiamo al varco uno scrittore e/o sceneggiatore che sappia ri-raccontare e reinventare il Paese dei Mille Campanili, descrivendo non solo la mafia siciliana e la camorra napoletana, ma pure quelle innumerevoli storie di riscatto e rinascita che pure esistono e resistono. Perché, se denunciare è un dovere cui il cinema non deve sottrarsi, dare speranza è un diritto al quale, come italiani, non dobbiamo assolutamente rinunciare, e chi più del cinema può creare mondi che ancora non riusciamo a vedere?

 

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