Il Non Profit guarda al digitale per superare il Coronavirus. Intervista a Francesco Quistelli.

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Il Non Profit guarda al digitale per superare il Coronavirus. Intervista a Francesco Quistelli.
Francesco Quistelli, Ceo della società di consulenza e comunicazione Atlantis Company e fondatore del grande evento dedicato all’innovazione nel Terzo Settore “Reinventing”

«Il coronavirus non spegnerà la solidarietà e la generosità degli italiani, ma le organizzazione non profit devono rivedere immediatamente i propri canali e metodi di comunicazione, anche lanciando nuovi progetti o ricalibrando, alla luce della complessa situazione sanitaria, le iniziative in cantiere: continuare ad operare con le strategie sviluppate prima dell’esplosione dell’emergenza è impensabile». A sottolinearlo, a valle di una analisi sulle ricadute dell’emergenza Covid-19 sul Terzo Settore, è Francesco Quistelli, Ceo della società di consulenza e comunicazione Atlantis Company e fondatore del grande evento dedicato all’innovazione nel Terzo Settore “Reinventing”.

«In questo momento così delicato – aggiunge Quistelli – l’emergenza coronavirus sta assorbendo in maniera quasi totale l’attenzione dei cittadini, rischiando di mettere in ombra tutte le altre criticità sociali e non possiamo permettere che questo accada: i fragili, i poveri, i malati, le vittime di maltrattamento, i bambini e, in generale, tutti i beneficiari del grandissimo lavoro quotidiano delle organizzazioni non profit non possono essere lasciati soli, soprattutto in momento così difficile. Le organizzazioni non profit, in questa delicatissima fase, oltre al difficile compito di garantire la loro presenza a tutti i beneficiari, hanno, quindi, anche il dovere di aiutare i cittadini a non perdere di vista le fondamentali cause sociali per cui operano e di mantenere attivi, attraverso la raccolta fondi, tutti gli strumenti necessari per operare».

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Andare avanti, per l’intero mondo non profit, è, dunque, un imperativo, ma per poterlo fare, aggiunge Quistelli, «è necessario ripensare radicalmente le strategie di raccolta fondi e, parallelamente, avviare una riflessione su progetti che possano offrire un supporto per il superamento di questa emergenza», anche perché, di fatto, «molte organizzazioni non profit hanno già un ruolo importante nel superamento di questa emergenza, in maniera diretta, come, ad esempio, le onp che operano all’interno degli ospedali o in favore della ricerca, oppure indiretta, come le organizzazioni che si occupano di assistenza per anziani o disabili, di supporto alle categorie fragili e così via».

Non esiste una ricetta magica per reagire a questa complessa situazione, che vede le organizzazioni non profit non solo in grande difficoltà per l’avanzamento delle attività quotidiane, ma anche in affanno per la totale chiusura dei canali “tradizionali” di raccolta fondi e sensibilizzazione, come il face to face e gli eventi di piazza. Tuttavia, secondo Quistelli, la soluzione più semplice, quantomeno a breve termine, è sicuramente quella di puntare il più possibile sugli strumenti digitali e farlo in fretta. «In questo momento – spiega – l’unico modo per mantenere un contatto con i cittadini è utilizzare in maniera intensa e attenta gli strumenti digitali.  Bisogna essere molto rapidi nel rivedere le proprie strategie e nel comunicare in maniera chiara le attività che, nonostante mille difficoltà, si stanno portando avanti. Fondamentale anche l’attivazione di strumenti di comunicazione e Fundraising immediati e trasparenti: landing page, strumenti di donazione on line, Dem, contatti telefonici, attività mirate sui social media e sulla stampa».

Il Coronavirus non spegnerà il non profit, ma serve una reazione immediata
Francesco Quistelli

I donatori, se adeguatamente informati e aggiornati, «faranno squadra con il Terzo Settore e non si tireranno indietro, ma dobbiamo essere noi a coinvolgerli nella nostra battaglia», aggiunge Quistelli. In questo momento, conclude, «tutta la popolazione italiana è preoccupata, ma sono sicuro che questa emergenza non cancellerà di certo l’attenzione dei donatori nei confronti del Terzo Settore: se raccontiamo loro cosa intendiamo fare e se lo facciamo velocemente, resisteranno insieme alle organizzazioni, continuando a sostenerle». Tutti, in questo momento così difficile, possono fare la loro parte, anche quindi da casa.

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