Il Focolaio – Da Bergamo al contagio nazionale di Francesca Nava ci racconta una storia che pensavamo di conoscere e della quale scopriamo non sapere nulla

Un libro al mese, in piccole schede, in poche battute, per decidere se vale la pena comprarlo e soprattutto leggerlo. Perché la lettura, come diceva Woody Allen, è anche un esercizio di legittima difesa.

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Quest’anno vi propongo un libro al mese, forse due, per raccontare chi siamo, da dove veniamo, dove vorremmo andare e come ci vogliamo arrivare. Perché la lettura può essere svago, intrattenimento, ma anche un valido esercizio per imparare a pensare e sviluppare una certa idea del mondo.

Un libro al mese, in piccole schede, in poche battute, per decidere se vale la pena comprarlo e soprattutto leggerlo. Perché la lettura, come diceva Woody Allen, è anche un esercizio di legittima difesa.

Le verità più false sono spesso quelle che diamo più per scontate.

Prendiamo una storia come quella che ci racconta la giornalista e documentarista Francesca Nava nel suo “Il Focolaio – Da Bergamo al contagio nazionale”. La Nava ci narra appunto di un focolaio, anzi del focolaio, di Covid-19 più famoso d’Italia, eppure scorrendo le pagine del suo documentatissimo saggio ci accorgiamo che molte delle cose che davamo per certe sono invece false.

Partiamo da un data che è per tutti “famigerata”: se vi chiedessi quando è stata istituita la “Zona Rossa” nella Lombardia cosa mi rispondereste?

Probabilmente molti di voi direbbero l’8 Marzo 2020, con l’entrata in vigore della zona arancione (non rossa, si badi bene) in gran parte della Lombardia. Eppure questa risposta sarebbe sbagliata, perché nella regione più industrializzata d’Italia la vera Zona Rossa viene istituita “solamente” il 22 Marzo 2020 con il Dpcm “Chiudi Italia”, ben 14 giorni dopo, il che, con una pandemia in corso, significa moltissimo in fatto di vite umane.

Scopri il nuovo numero: Remote life

A distanza da un anno dal primo lockdown, siamo ancora qui a confrontarci con chiusure più o meno generalizzate e con abitudini di vita e di lavoro che fatichiamo ancora a fare nostre. Ecco i nostri suggerimenti per la vostra remote life.

Nella Bergamasca, nel territorio della Val Seriana, fra i comuni di Nembro ed Alzano Lombardo, lo stesso territorio, per intenderci, con il più alto numero di imprese per km quadrato (4,1 per km quadrato contro una media nazionale dell’1,6) dell’intera regione Lombardia, centinaia di migliaia di lavoratori hanno continuato a lavorare e spostarsi senza alcun problema per 14 giorni!

Due settimane in cui la maggioranza di quei lavoratori è diventata il vettore principale del virus SarsCov2.

La cosa più strana che emerge dai primi capitoli di questo libro è che nella regione Lombardia si è applicato il criterio due pesi e due misure, perché a Codogno e in altri dieci Comuni del territorio limitrofo la Zona Rossa, con la conseguente quarantena e il cordone sanitario, viene istituita subito dopo la scoperta dei primi contagiati, ossia dal 23 febbraio 2020. Da quest’ultima data all’altra, quella del 22 marzo 2020, passa un mese, perché?

9788858142257Il Focolaio

Da Bergamo al contagio nazionale

Autore: Francesca Nava

Editore: Laterza

Anno: 17 settembre 2020

Pagine: 246

Isbn: 9788858142257

Prezzo: € 15,00

 

Eppure, il 18 marzo 2020 i telegiornali nazionali avevano scioccato l’opinione pubblica, mandando in onda le crude e sommesse immagini della carovana di 30 camion militari in uscita da Bergamo con 65 bare a bordo, perché nei cimiteri della città e in quelli vicini non c’era più posto, i forni crematori erano allo stremo, non riuscivano a bruciare abbastanza cadaveri.

Il libro illumina le molte, purtroppo, zone oscure della gestione pandemica nella regione più produttiva d’Italia, individuando responsabilità, omissioni, ingiustificabili ritardi e delineano, il più delle volte, il comportamento al limite del criminale di chi poteva e doveva decidere diversamente ed invece non lo ha fatto.

Perché dovremmo leggere Il Focolaio – Da Bergamo al contagio nazionale?

Il libro di Francesca Nava è il perfetto esempio dell’inchiesta giornalistica, ma non è per i dati, le cifre, le omissioni della politica, le pressioni degli industriali e gli infiniti scandali che mette in fila, o perché ci mostra le fragilità della tanto blasonata eccellenza sanitaria lombarda, né tantomeno per le inchieste e i processi giudiziari che ha contribuito ad avviare che dovremmo leggerlo. Il libro andrebbe letto innanzitutto per dare dignità alle migliaia di morti che Bergamo e la sua provincia hanno pagato in tributo ad una “ragione economica” cieca, sorda e soprattutto spietata (+464% dei decessi nel 2020 rispetto alla media degli anni precedenti, l’incremento più alto al mondo). Un modello tristemente noto, quello che contrappone la salute al lavoro, e che abbiamo visto già altre volte applicato e promosso nel nostro Paese, e che io, da tarantino, ahimè, conosco troppo bene.

 

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