BoCS Art Cosenza: un’arte da abitare, vivere e condividere

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Vista BoCs Art, Area 3. Foto Fabio Costantino Macis

Ripensare una città in chiave culturale attingendo, in parte dal suo glorioso passato, in parte guardando al futuro, esplorando contemporaneamente, le propaggini più estreme e più feconde, della ricerca artistica contemporanea. È questa, in sintesi, la mission che pare essersi posta la città di Cosenza, attraverso il progetto delle Residenze d’Artista BoCS Art che, inaugurate nel 2015, sono composte da 27 spazi espositivi/studio e da un’area polifunzionale dislocati sulla via Lungofiume Dante Alighieri, nel centro storico.

Vista BoCs Art, Area 3. Foto Fabio Costantino Macis
Vista BoCs Art, Area 3. Foto Fabio Costantino Macis

Il progetto, che ha visto l’interesse e il sostegno della Provincia e del Comune di Cosenza, è stato promosso dall’Associazione Culturale “I Martedì Critici”.

L’idea alla base di questi container creativi è quella di ospitare ciclicamente artisti provenienti da tutta Italia, anche di spessore internazionale. Residenti nei box, ispirati dal contesto territoriale, operando direttamente con la città, interagendo liberamente con i cittadini, cercheranno di riscoprire e/o reinventare l’identità di Cosenza.

Il tutto viene restituito sotto forma di opere d’arte che contribuiscono alla crescita culturale e allo scambio di competenze. Il progetto mira a rendere fruibile l’arte e stimolare la collettività a partecipare attivamente a tutte le attività, raccogliendo qualsiasi fascia di età, dai bambini agli anziani, sia attraverso la possibilità di accedere agli studi avendo così l’opportunità di assistere dal vivo alla realizzazione di opere d’arte, sia attraverso workshop organizzati dagli artisti una volta a settimana, sia assistendo a performance che prenderanno vita quotidianamente tra le strade della città.

Il direttore artistico dei BoCS Art, lo storico e critico dell’arte, dott. Alberto Dambruoso.
Il direttore artistico dei BoCS Art, lo storico e critico dell’arte, dott. Alberto Dambruoso.

Noi di Smart Marketing, da sempre sensibili alle tematiche artistiche, abbiamo voluto approfondire questo interessante progetto ed abbiamo intervistato il direttore artistico, lo storico e critico dell’arte, dott. Alberto Dambruoso.

Domanda: 27 box (o, per meglio dire, BoCS, dalla sigla della città di Cosenza), che diventano residenze artistiche, studio e fabbriche per una serie di artisti che ciclicamente vengono invitati per delle sessioni medie di circa 3 settimane, durante le quali gli artisti stessi si impegnano a dialogare con la città ed i suoi abitanti, al fine di reinterpretare e reinventare l’identità della città di Cosenza. Come vi è venuto in mente un progetto così ambizioso e geniale?

Risposta: La città di Cosenza aveva partecipato vincendolo, ad un bando della Comunità Europea per il periodo 2007/2013 dal titolo “Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – Investiamo nel vostro futuro” con il progetto di “Riqualificazione e rinfunzionalizzazione ricreativo – culturale del Parco Fluviale”. L’idea quindi di creare un polo culturale in questa area si deve agli amministratori della città nel periodo che va dall’emissione del bando alla sua attuazione. Merito del Sindaco vigente Mario Occhiuto quello di aver reso concreta un’iniziativa che poteva rimanere incompiuta come tante se ne vedono (o sarebbe meglio dire non se ne vedono) in Italia.

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Domanda: Dall’inaugurazione nel luglio del 2015 ad oggi sono più di 330 gli artisti invitati, provenienti da diverse are geografiche che, non solo hanno visitato la città, ma vi hanno vissuto ed operato interagendo con il tessuto vitale della stessa. Cosa hanno lasciato tutti questi artisti, non solo in termini di opere e progetti?

Risposta: Gli artisti che sono venuti in residenza hanno lasciato un ricordo indelebile ai tanti cittadini che sono stati coinvolti nel progetto delle residenze d’artista. Molti cosentini hanno partecipato attivamente alla realizzazione di molte opere. In molti hanno aperto le loro case accogliendo gli artisti e raccontandogli le loro storie familiari. Quasi tutti gli artisti che sono stati in residenza hanno interagito con la popolazione e certamente oltre alle loro opere è sicuramente quest’aspetto, legato ai rapporti umani, la cosa più preziosa che rimarrà a Cosenza.

Domanda: In termini di economia e marketing della cultura, cosa ha significato questo progetto per la città e la comunità di Cosenza?

Risposta: certamente il fatto che una città del sud Italia si sia aperta ai linguaggi dell’arte contemporanea ha favorito un certo interesse in primis da parte della comunità artistica nazionale che ha richiesto, si può dire in massa, di partecipare alle residenze. Con l’attenzione costante della stampa specializzata sicuramente ne ha beneficiato l’intera città. Non ho i conti alla mano per dirLe se ci sono stati o meno degli incrementi turistici a seguito del progetto BoCS Art, ma so per certo che l’inaugurazione del BoCS Art Museum, aperto il 16 dicembre scorso, sta portando diversi visitatori da tutta Italia per vedere questa nuova realtà museale.1

Domanda: Può la città di Cosenza, in virtù di questo geniale progetto, del Ponte di Calatrava (che inaugura il 26 gennaio), della sua storica natura culturale, dell’Accademia Cosentina e della vicina Università della Calabria (con il Campus universitario più esteso d’Italia), rappresentare una testa di ponte della ripresa di quel Sud spesso e volentieri bistrattato?

Risposta: Sono assolutamente del parere che Cosenza stia diventando negli ultimi anni un modello non solo per il mezzogiorno, ma direi anche per tantissime altre città del Centro – Nord.  Merita un plauso l’investimento nel settore cultura che negli ultimi anni fa il Comune destinando un budget sostanzioso, per il teatro Rendano, per i BoCS Art e per altre iniziative d’interesse non solo locale, superiore a qualsiasi altra città italiana delle stesse dimensioni.

Domanda: Insomma un’arte contemporanea fatta dal vivo, a contatto con il pubblico, che mira alla condivisione pura delle conoscenze, delle competenze e delle opere. Siete consapevoli che a Cosenza avete creato il primo social network dell’arte contemporanea?

Risposta: Fa molto piacere che qualcuno ci riconosca questa realtà. Sì, siamo coscienti di aver messo in piedi un progetto unico in tutta Italia e non solo, forse. L’unica pecca, mi verrebbe da dire, è che siamo a Cosenza. Non per contraddire quanto detto finora, ma è chiaro che se questo stesso progetto fosse stato realizzato a Roma o a Milano, saremmo di sicuro finiti in qualche servizio televisivo nazionale. Meno male che il TGR si è accorto di noi e ultimamente ci ha concesso due servizi, uno dei quali era addirittura in diretta.  Voglio dire con questo che mi sarei aspettato molta più attenzione da parte del sistema televisivo nazionale, visto l’elevato interesse manifestatosi intorno al progetto dai diversi punti di vista: artistico, sociologico, antropologico, economico.  Vedremo in futuro cosa succederà.

Area BoCs Art. Foto Shawnette Poe.
Area BoCs Art. Foto Shawnette Poe.

Domanda: Quali sono i progetti futuri, o meglio, gli scenari possibili, che si aprono dinanzi al progetto delle Residenze artistiche BoCS Art?

Risposta: I progetti futuri sono quelli di proseguire con le residenze in primavera, realizzandone qualcuna a tema (tipo una dedicata alla fotografia, una alla video – arte, un’altra alla street art) e poi di allestire la prossima mostra al BoCS Art Museum, prevista a Pasqua e dintorni. Per gli scenari possibili, mi piacerebbe ad esempio stringere un gemellaggio con qualche realtà simile alla nostra a livello europeo. Sarebbe un modo per esportare e far conoscere il nostro progetto all’estero, ma al contempo conoscere da vicino altri modelli dai quali magari poter apprendere qualcosa.

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